VIDEOTERMINALI

SALUTE E SICUREZZA NELL’ ERA DIGITALE

Monza, 4 dicembre 2023. Promossa dal Comitato consultivo provinciale Inail di Monza la giornata intende approfondire il tema della diffusione delle tecnologie digitali sui luoghi di lavoro e dei rischi per la salute

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L’evento è fruibile in modalità mista, presenza in sala e su piattaforma Teams, organizzato dal Comitato consultivo provinciale Inail di Monza, aderisce alla campagna “Ambienti di lavoro sani e sicuri 2023-25  Salute e sicurezza sul lavoro nell’era digitale”, promossa dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro.

Le tecnologie digitali offrono servizi e soluzioni essenziali in tutti i settori dell’economia e della società. La loro integrazione nel luogo di lavoro sta non solo cambiando il modo di lavorare, ma anche dove e quando lavorare.  Esse stanno rivoluzionando e ridefinendo il futuro del lavoro, incidendo notevolmente nell’organizzazione, nella tipologia e nella gestione dei posti di lavoro. Nei luoghi di lavoro il cambiamento in atto appare inevitabile e nessun settore è immune, dal momento che le imprese introducono tecnologie digitali potenzialmente in grado di incrementare la produttività. La diffusione delle tecnologie digitali comporta però anche sfide e rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro. I dati dell’indagine ESENER del 2019 mostrano che i rischi psicosociali sono segnalati più comunemente nei luoghi di lavoro in cui sono utilizzate le tecnologie digitali. Mentre l’indagine OSH Pulse del 2022 di EU-OSHA mostra che i lavoratori da remoto segnalano un aumento del carico di lavoro (33,2%), della velocità o del ritmo del lavoro determinato dalle tecnologie digitali (61,2%), dall’isolamento sociale (56,8%) e da pressanti urgenze temporali o sovraccarico di lavoro (46,9%) con maggiore frequenza rispetto alla popolazione occupata totale

XIV CONGRESSO AIMO 16-18 NOVEMBRE 2023 : OCULISTI A CONFRONTO .

Il 14° Congresso Nazionale AIMO, organizzato in collaborazione con SISO, promette di essere un evento eccezionale che tratterà una vasta gamma di argomenti di rilevanza cruciale nell’ambito dell’oculistica. Questo congresso si distinguerà per l’approfondimento sulle ultime terapie chirurgiche nel trattamento del glaucoma e per l’esplorazione delle nuove opportunità rivolte ai pazienti affetti da maculopatie.

Terapie Chirurgiche nel Glaucoma: Innovazione e Progresso

Il congresso offrirà un approfondimento esclusivo sulle terapie chirurgiche più recenti nel trattamento del glaucoma, un disturbo oculare cronico che richiede approcci innovativi per migliorare la qualità della vita dei pazienti. Gli esperti condivideranno le loro conoscenze sulle tecniche all’avanguardia e sulle scoperte più recenti in questo campo in continua evoluzione.

Nuove Opportunità per Pazienti con Maculopatie: Sbocchi Promettenti nella Ricerca

Un altro tema centrale sarà l’esplorazione delle nuove opportunità per i pazienti affetti da maculopatie, affrontando le sfide associate a queste condizioni oculari. La ricerca e lo sviluppo di terapie innovative saranno al centro delle discussioni, offrendo una visione chiara sulle prospettive di trattamento in continua evoluzione.

Patologie Oculari al Femminile: Approfondimento e Consapevolezza

Il congresso si concentrerà sull’analisi approfondita delle patologie oculari specifiche delle donne, riconoscendo l’importanza di affrontare le sfide uniche che le pazienti femminili possono incontrare. L’obiettivo è promuovere la consapevolezza e fornire strategie di gestione ottimali per migliorare la salute oculare femminile.

Uveiti Pediatriche: Approcci Terapeutici e Prospettive Future

Un altro punto saliente sarà l’approfondimento sulle uveiti pediatriche, esplorando gli approcci terapeutici più efficaci e discutendo delle prospettive future per migliorare la qualità della vita dei giovani pazienti affetti da queste condizioni oculari particolari.

Etica Medica in Oftalmologia: Riflessioni e Linee Guida

Il congresso non trascurerà l’importanza dell’etica medica nell’ambito dell’oftalmologia. Attraverso discussioni approfondite e riflessioni, gli esperti esploreranno questioni etiche cruciali relative alle pratiche cliniche oftalmologiche, promuovendo una pratica medica responsabile e centrata sul paziente.

Reperimento dei Tessuti per Trapianti e Chirurgia Estetica del Volto: Un Quadro Completo

L’evento si concluderà con uno sguardo attento al reperimento dei tessuti per trapianti oculari e alla chirurgia estetica del volto. Questi argomenti completeranno il quadro dell’oculistica moderna, mostrando come le innovazioni nella chirurgia estetica possano andare di pari passo con gli avanzamenti nella cura delle patologie.

Il 14° Congresso Nazionale AIMO si presenta quindi come un’opportunità imperdibile per professionisti dell’oculistica, ricercatori e appassionati del settore per approfondire le conoscenze, condividere le esperienze e contribuire al progresso continuo di questa disciplina medica in rapida evoluzione.

LAVORO DA REMOTO IBRIDO

La pandemia da Sars2-Cov ha fortemente accelerato le modalità di lavoro da remoto. Con la fine della emergenza si è invece poi affermato un modello ibrido dove il lavoro di squadra ed all interno di uffici e luoghi produttivi tradizionali si affianca ad attività svolte in modalità smart working. Tre recenti pubblicazioni dell’EU-OSHA fanno il punto sul lavoro da remoto: 

Maggiori informazioni sul telelavoro sono disponibili nelle pubblicazioni dell’EU-OSHA sull’argomento.

Il lavoro a distanza e ibrido è anche una delle aree prioritarie della campagna dell’EU-OSHA «Salute e sicurezza sul lavoro nell’era digitale».

SINDROME DELL’OCCHIO SECCO , VIDEOTERMINALI E TERAPIA: UNO STUDIO

Impatto dell’Uso dei Dispositivi Digitali sulla Salute Oculare e l’Efficacia di una Soluzione Oftalmica Innovativa.

Negli ultimi anni, l’uso sempre più diffuso dei dispositivi digitali, come computer, tablet e smartphone, ha portato a un aumento significativo dei casi di disagio oculare correlato a questi dispositivi. Molti di questi casi manifestano sintomi gravi, il che solleva preoccupazioni sulla salute visiva della popolazione generale. La salute degli occhi è fondamentale per garantire un’ottimale integrità ottica, e i sintomi visivi e oculari associati all’uso di videoterminali (VDU) sono spesso legati a alterazioni nel film lacrimale. In questi pazienti, l’ammiccamento, il tempo di rottura del film lacrimale e la quantità del film stesso risultano ridotti a causa di una maggiore evaporazione, dovuta a cambiamenti nel film lipidico.

Un recente studio ha esaminato l’associazione tra l’esposizione prolungata ai videoterminali e le variazioni nel film lacrimale su un campione di 1.025 utilizzatori. I risultati hanno evidenziato che le caratteristiche del film lacrimale sono significativamente correlate al tempo trascorso davanti ai dispositivi digitali, sia in termini di anni di esposizione che di ore giornaliere. In particolare, la secrezione lacrimale è risultata significativamente ridotta nei pazienti che avevano trascorso 8-12 anni al videoterminali, con una media di 6-8 ore al giorno, rispetto a coloro che avevano un utilizzo meno intenso.

Un altro aspetto da considerare è l’esposizione alla luce blu emessa dai dispositivi digitali, che è stata associata a diversi disturbi oculari, tra cui danni alla retina e secchezza oculare. Studi sperimentali hanno dimostrato che la luce blu può aumentare i livelli di citochine infiammatorie sulla superficie oculare, contribuendo così a condizioni come l’occhio secco. In media, in Italia, le persone trascorrono quattro ore al giorno davanti al computer e due ore e otto minuti su dispositivi mobili, il che rappresenta il valore più elevato in Europa.

Uno studio del 2013 ha riportato che l’affaticamento oculare, il bruciore e il rossore sono le lamentele più comuni tra coloro che lavorano al computer per più di sei ore al giorno. Per quanto riguarda i bambini, uno studio ha evidenziato un forte legame tra l’uso degli smartphone e la sindrome pediatrica dell’occhio secco.

Obiettivo dello Studio

Lo scopo di questo studio è valutare l’incidenza dei segni e dei sintomi correlati all’occhio secco in una popolazione di lavoratori che utilizzano regolarmente i videoterminali. Inoltre, lo studio mira a confrontare l’efficacia di una terapia basata su una soluzione oftalmica contenente acido ialuronico cross-linkato, liposomi e crocina con quella di un acido ialuronico lineare al 0,2%.

La crocina è un carotenoide idrosolubile che può interagire con l’acido ialuronico cross-linkato per aumentare la viscosità e l’adesione sulla superficie oculare. Inoltre, agisce come schermo contro la luce blu, riducendo i suoi effetti dannosi sugli occhi.

Metodi dello Studio

Lo studio è stato condotto su 50 pazienti, di cui 25 trattati con una soluzione oftalmica a base di acido ialuronico lineare e 25 con una soluzione contenente acido ialuronico cross-linkato, liposomi e crocina (LUMIXA collirio). Sono stati valutati parametri primari e secondari, tra cui il punteggio dell’Indice dei Sintomi dell’Occhio Secco (OSDI), il tempo di rottura del film lacrimale (TBUT), il test di Schirmer e l’osmolarità del film lacrimale.

Risultati dello Studio

I risultati hanno mostrato che il gruppo trattato con LUMIXA collirio ha ottenuto miglioramenti significativamente superiori rispetto al gruppo di controllo con acido ialuronico lineare. Sia i parametri oggettivi del film lacrimale che i sintomi soggettivi sono notevolmente migliorati nel gruppo LUMIXA.

In particolare, l’osmolarità del film lacrimale, il TBUT e il punteggio OSDI sono migliorati in modo significativo nel gruppo LUMIXA rispetto al gruppo di controllo.

Conclusioni

L’uso prolungato dei dispositivi digitali può avere un impatto significativo sulla salute oculare, causando secchezza oculare e altri sintomi correlati. Tuttavia, una terapia specifica con una soluzione oftalmica che comprende acido ialuronico cross-linkato, liposomi e crocina si è dimostrata efficace nel ridurre il disagio causato dall’occhio secco associato all’uso dei videoterminali. La crocina, in particolare, gioca un ruolo importante nel proteggere gli occhi dalla luce blu dannosa e nel migliorare la stabilità del film lacrimale.

Questo studio fornisce preziose informazioni sulla gestione dell’occhio secco correlato all’uso dei dispositivi digitali e sottolinea l’importanza di soluzioni oftalmiche innovative per migliorare la salute degli occhi in un’epoca in cui l’uso di dispositivi digitali è così diffuso.

fonte :https://www.medicitalia.it/blog/oculistica/7467-finalmente-un-collirio-per-la-computer-vision-syndrome.html

STRESS LAVORO CORRELATO TRA TUTE BLUE E COLLARI BIANCHI. UNO STUDIO.

dal quotidiano “Avvenire”. Articolo di Cinzia Arena.

Il benessere psicologico nelle aziende italiane è un fattore poco considerato: ma i lavoratori sentono la mancanza di iniziative che lo favoriscano. Ad analizzarlo, per il quarto anno consecutivo, uno studio realizzato da Bva-Doxa per Mindwork, realtà nata nel 2019 che offre consulenza piscologica on-line alle aziende, presentato alla vigilia della giornata mondiale della salute mentale che si celebra oggi.

L’indagine, realizzata a settembre, ha coinvolto lavoratori di pmi con almeno dieci dipendenti in vari settori produttivi, dalla manifattura ai servizi. I risultati sono purtroppo sconfortanti: con la complicità dell’anonimato gli italiani manifestano un malessere diffuso. I due anni di pandemia sembrano aver lasciato il segno, ma se nei paesi anglosassoni la reazione è stata violenta, con il fenomeno delle dimissioni di massa, in Italia dove il mercato è assai meno dinamico, l’insoddisfazione rischia di trasformarsi in problemi psicologici seri.

Nel 67% delle aziende italiane non esiste alcun servizio di supporto psicologico. A soffrire di più sono i blue collar, versione moderna delle tute blu. Gli operai manifestano livelli di stanchezza, stress e preoccupazione per il futuro elevati e si trovano spesso in realtà “rigide” dove manca sia la flessibilità, intesa come conciliazione tra vita privata e lavoro, sia la possibilità di parlare dei propri problemi con tranquillità. Un’altra categoria particolarmente esposta è quella che viene definita la generazione sandwich: quarantenni o giù di lì con figli piccoli da accudire e genitori anziani non autosufficienti. Hanno sulle spalle un carico emotivo importante al quale riescono a far fronte con fatica. Il covid e i lockdown sono stati un vero e proprio spartiacque, adesso c’è la necessità di ricostruire la relazione tra i lavoratori e le aziende» spiega Massimo Sumberesi direttore generale di Doxa-Bva. I numeri sono preoccupanti: il 76% dei lavoratori, con un aumento del 14% rispetto al 2022, ha provato almeno una volta uno dei principali sintomi del burnout: sensazione di sfinimento, calo dell’efficienza lavorativa, aumento del distacco mentale, cinismo rispetto al lavoro. Uno su cinque ha ricevuto una diagnosi medica di burnout ma per i blue collar questo non si è tradotto in un periodo di riposo prolungato (soltanto il 18% si è assentato per oltre cinque giorni, contro il 55% dei white collar). I principali motivi sono il sovraccarico lavorativo, avvertivo in modo particolare dai colletti bianchi e il mancato riconoscimento del lavoro svolto, indicato soprattutto dai dirigenti. Lo stress lavoro-correlato riguarda la metà degli impiegati e il 61% dei dirigenti. Il 62% dei lavoratori prova sensazioni di ansia relativa al lavoro e il 53% soffre di insonnia. Tra le emozioni spiacevoli al primo posto c’è la stanchezza (percepita dal 50% dei colletti blu e dal 40% dei colletti bianchi) seguita dal distress (lo stress cattivo), incertezza e preoccupazione per il futuro. Il 54% del campione afferma di aver lasciato il lavoro a causa un malessere emotivo: un fenomeno che riguarda in maniera particolare i giovani. Per Gen Z e Millennials sale infatti al 66% e 59%.

«Siamo di fronte ad un cambio di prospettiva rispetto agli anni ’90 il tema è quello dell’attrazione e del mantenimento delle risorse – spiega ancora Sumberesi -. I giovani oggi valutano un posto di lavoro soprattutto in base ai “valori” dell’azienda. Si aspettano di poter parlare dei loro problemi e di avere politiche efficaci di work-balance».

TELELAVORO : IL METODO OIRA PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Da osha.eu

Poiché dopo la pandemia il telelavoro è molto diffuso, ora un nuovo strumento per la valutazione interattiva dei rischi online (OiRA) può aiutare sia i datori di lavoro sia i telelavoratori a creare spazi di lavoro più sicuri e più sani a domicilio. 

Lo strumento OiRA sul telelavoro non è specifico per settore. Indipendentemente dalla tua attività, puoi usarlo facilmente. Tale strumento aiuta i datori di lavoro generando dichiarazioni di rischio basate sulle politiche e i telelavoratori offrendo consigli in materia di sicurezza e salute, che vanno dall’organizzazione del luogo di lavoro all’ambiente di lavoro e alla postazione di lavoro fino ai rischi psicosociali che il telelavoro può comportare.

È possibile integrarlo negli strumenti OiRA settoriali dell’UE esistenti o i partner OiRA nazionali possono adattarlo per soddisfare le esigenze dei diversi paesi e settori. 

Gestisci una forza lavoro a distanza? O stai lavorando da casa? 

Utilizza e aiutaci a promuovere lo strumento OiRA sul telelavoro.

Scopri tutto su come OiRA aiuta le imprese a prevenire i rischi per la sicurezza e la salute sul lavoro

PROGETTARE ERGONOMICAMENTE UNA POSTAZIONE AL VIDEOTERMINALE.

da utekvision.com

Il primo passo per la progettazione di una postazione di lavoro al vdt è quello di considerare le raccomandazioni ergonomiche dei campi visivi:

Evita movimenti non necessari della testa e degli occhi posizionando i materiali e i dispositivi alla stessa distanza dal operatore, in modo da ridurre la continua focalizzazione della vista e lo stress.

Posiziona i materiali più utilizzati nel campo visivo ottimale “α” in modo da poter visionare gli oggetti con un solo movimento degli occhi ed evita di disporre il materiale al di fuori del campo visivo massimo γ, per poter avere una visione completa senza dover muovere la testa.

Supporto per monitor ergonomico

Il monitor deve essere posizionato ad un’altezza tale che il collo sia dritto in modo che la parte superiore dello schermo sia all’altezza degli occhi dell’operatore. La distanza di visione tra gli occhi dell’operatore e lo schermo dovrebbe essere compresa tra i 51 e 76 cm. 

Le dimensioni del monitor spesso determinano la distanza di visualizzazione, comunque rimane il 21” la dimensione ottimale per la maggior parte delle applicazioni.

Supporto ergonomico per mouse e tastiera

Quando si lavora con la tastiera, l’operatore dovrebbe essere seduto con la parte superiore delle braccia sospesa naturalmente dalle spalle. I gomiti devono essere piegati all’incirca di un angolo di 90 gradi quando le dita sono nella posizione di battitura sulla riga iniziale della tastiera. Questa postura consente alle braccia e ai polsi di essere mantenuti in una posizione naturale e rilassata che riduce lo stress fisico su muscoli e articolazioni.

Ci dovrebbe essere abbastanza spazio per usare il mouse. Usa un poggiapolsi o un bracciolo in modo che il polso sia dritto e i muscoli delle braccia non siano sovraccarichi. Il Mouse deve essere posizionato il più vicino possibile al lato del operatore ad un’altezza che consenta alla parte superiore del braccio di pendere rilassata dalla spalla con una posizione del polso “neutra”.

Quando nella postazione computer l’operatore deve rimanere a lungo, l’avambraccio deve essere supportato da una superficie della scrivania (sul lato dell’operatore) o da braccioli regolabili sulla sedia. 

Questo supporto è necessario per ridurre lo sforzo statico. Se le superfici di lavoro sono troppo alte, gli utenti devono alzare le braccia e le spalle. Questo sforzo statico nelle braccia e nelle spalle può essere faticoso e può anche ostacolare il flusso sanguigno, aumentando il disagio e aumentando il rischio di lesioni. Se le superfici di lavoro sono troppo basse, il lavoratore deve sporgersi in avanti, sollecitando le braccia e la schiena.

Illuminazione del banco da lavoro

L’illuminazione è un fattore dell’ergonomia del banco da lavoro che viene spesso trascurato.

A seconda del proprio ambiente, è estremamente importante una buona illuminazione con luce bianca calda per ridurre l’affaticamento, il rischio di errore e aumentare la concentrazione e la prestazione del operatore. La luce LED deve  essere sempre orientata verso la superficie di lavoro e dovrebbe essere installata almeno 80cm sopra la superficie di lavoro in posizione centrale evitando riflessi e bagliori. L’intensità luminosa dipende dal attività da svolgere, puoi considerare l’intensità luminosa standard 500lux, ma per determinati compiti visivi (montaggio di piccole parti, controllo qualità ecc….) sono necessari 1000-1500lux.

Sedia ergonomica

Una seduta ergonomica e confortevole sul posto di lavoro aumenta il benessere e le prestazioni del operatore e aiuta a mantenere una postura corretta prevenendo disturbi alla muscolatura, alla colonna vertebrale, alle  articolazioni o alla circolazione sanguigna.

Potete implementare l’ergonomia delle vostre postazioni operative utilizzando sedie da lavoro regolabili in altezza adatte ad ogni situazione, dalla linea di produzione, alla lavorazione manuale, al controllo finale. Campo di regolazione medio delle sedute 20-30 cm.

SMART WORKING A MACCHIA DI LEOPARDO NEL MONDO.

da cliclavoro.gov.it

Tre anni e mezzo fa milioni di lavoratori in tutto il mondo venivano mandati a casa, iniziando una stagione per le aziende in cui l’unica occasione di produttività era rappresentata dal lavoro da remoto. Da allora sono emersi studi e ricerche che ne confermano i benefici, eppure in molte nazioni – una volta che l’emergenza si è ridotta esponenzialmente – ci si divideva tra chi ormai premeva per continuare con il lavoro ibrido e chi auspicava un “ritorno alla normalità” fatto di giornate di lavoro in presenza.

Attraverso Paesi e culture è interessante notare chi appartiene alle due categorie. In Asia e in Europa il ritorno in ufficio è stato spinto fin dal primo calo di contagi e continua progressivamente a ridurre il lavoro ibrido, mentre negli Stati Uniti si fatica ancora a tornare in sede.

L’Asia è il continente che con maggiore successo ha contenuto il Covid-19 durante il primo anno di pandemia, il periodo di smartworking in questo modo è durato troppo poco perché i dipendenti si abituassero a lavorare a distanza e sono tornati senza problemi in ufficio. In Europa invece si registrano tendenze diverse: mentre la Gran Bretagna ha – ad oggi – la percentuale maggiore di lavoratori in remote working, la Francia detiene il record inverso. In entrambi i casi, si tratta di decisioni influenzate da cultura e politica, soprattutto perché dai governi si è preteso intervento e decisioni immediate, per quanto flessibili in base alle ondate dei contagi.

In America i legislatori hanno preferito mantenere un neutro silenzio, lasciando che fossero le aziende stesse a decidere con gli impiegati come procedere. Il risultato è che ognuna ha scelto diversamente: per esempio attualmente alla Walt Disney Inc si preferisce un lavoro ibrido con 4 giorni in presenza, mentre Amazon e Google preferiscono limitarsi a 3.

Dopo tre anni questa incertezza e disparità di scelte attraverso il globo “stranisce”, ma per molti ci sono ragioni comportamentali e strutturali che, essendo diverse per ogni Paese, non possono che portare a conclusioni opposte, anche per nazioni vicine culturalmente.

Secondo Phil Ryan, direttore di JLL City Futures, a influenzare queste decisioni sono maggiormente le abitudini e la cultura dei Paesi, soprattutto se riguarda il trasporto pubblico. A Hong Kong la ridotta dimensione delle case e l’efficienza del trasporto pubblico fa preferire il ritorno in ufficio, mentre negli Stati Uniti, dove i mezzi pubblici sono snobbati in favore delle macchine, il costo della benzina non vale il ritorno in ufficio. Il business che si è creato intorno all’arredamento della “postazione da casa perfetta” inoltre ha reso più comodo per gli americani proseguire in casa, producendo più di prima. Sedie ergonomiche, scrivanie ampie e di altezza variabile, con simili comodità il semplice ufficio, spesso scomodo e con computer inadeguati perde di ogni attrattiva o no?

LA POSTURA SEDUTA PROLUNGATA PUÒ RIDURRE LA CAPACITÀ POLMONARE ?

Il diaframma è uno dei principali muscoli respiratori e molte volte è stato preso in considerazione, dal punto di vista osteopatico, per analizzare i disturbi dei Pazienti, poiché risulta fondamentale anche in diverse altre attività fisiologiche (es. peristalsi intestinale, parto, sollevamento pesi, drenaggio…) (Bains et al, 2021) (Albarrati e tal, 2018) (Kang et al, 2018).

Una sua disfunzione può essere associata alla presenza di vari sintomi, da quelli respiratori, dall’intolleranza all’esercizio fisico, dal mal di schiena, fino ai disturbi gastro-enterici, uro-genitali, cervicali e del sonno (Dubè and Dres, 2016).

Il diaframma è una membrana muscolo-fibrosa che separa le cavità toracica e addominale ed è costituito da una porzione fibrosa centrale (non contrattile) e da una sezione muscolare periferica (contrattile). Durante l’attivazione, la forma del diaframma cambia di poco e la maggior parte dell’accorciamento si traduce in discesa assiale (per questo sia ha dal punto di vista osteopatico una disfunzione in inspirazione o in espirazione) (Albarrati e tal, 2018) (Kang et al, 2018) (Dubè and Dres, 2016).

In condizioni fisiologiche, il diaframma agisce come un pistone all’interno del torace, generando flusso, mentre la sua cupola scende all’interno della cavità toracica, spostando caudalmente il contenuto addominale ed elevando il torace inferiore. La pressione intra-toracica negativa, creata da questa azione, provoca (Bains et al, 2021) (Dubè and Dres, 2016):

(1) un afflusso di aria dalla bocca al polmone

(2) la generazione di un volume corrente

(3) un corretto pompaggio vascolare e linfatico

(4) un bilanciamento con la pressione intra-addominale.

Ma la funzione diaframmatica è sempre la stessa, sia da seduto che da in piedi? Per chi lavora tanto da seduto, cosa succede a livello diaframmatico?

In generale, si è visto che una postura non fisiologica del corpo (mantenuta in maniera prolungata) è in grado di influenzare la forza e la funzione dei muscoli respiratori, sia negli adulti sani, che nei Pazienti con disfunzione cardio-polmonare (Albarrati e tal, 2018) (Kang et al, 2018).

Biomeccanicamente, la lunghezza del muscolo influisce sulla capacità di una sua fibra muscolare di sviluppare una tensione attiva, nota come “relazione lunghezza-tensione“. Pertanto, si presume che i cambiamenti morfo-funzionali della gabbia toracica durante la posizione seduta prolungata, con flessione in avanti del capo e antiversione del cingolo scapolare, possano causare un alterato rapporto lunghezza-tensione dei muscoli respiratori, con conseguente (Albarrati e tal, 2018) (Kang et al, 2018):

a) ridotta capacità di questi muscoli di sviluppare tensione

b) ridotta frequenza

c) ridotta profondità della respirazione

L’alterazione biomeccanica dell’allineamento posturale può influenzare quindi in modo importante i range di movimento, la posizione e gli schemi di accoppiamento delle articolazioni tra le vertebre toraciche, le coste e lo sterno, alterando così anche la compliance polmonare, attraverso il cambiamento del movimento articolare disponibile per la respirazione (Albarrati e tal, 2018) (Katz et al, 2018).

Da quanto abbiamo letto, possiamo capire che le restrizioni della gabbia toracica durante la posizione seduta, limitano la mobilità del diaframma, inducendo successivamente e inconsciamente disturbi a più livelli del nostro corpo, come ad esempio un ridotto ritorno venoso, un’alterata stimolazione del sistema nervoso autonomo e una diversa eccitabilità del nervo frenico. Oltre a ciò, non bisogna dimenticare che si può avere anche un aumento dello sforzo respiratorio, una riduzione della capacità respiratoria e del controllo delle oscillazioni respiratorie in individui sani (Albarrati e tal, 2018).

In conclusione, per facilitare un normale schema motorio respiratorio è necessaria un’efficace contrazione del muscolo diaframmatico (Albarrati e tal, 2018).

Infine, a livello del sistema muscolo-scheletrico non dobbiamo dimenticare che durante la posizione seduta (Katz et al, 2018):

– gli organi addominali sono più alti, interferendo con il movimento diaframmatico e consentendo così una minore ispirazione

– i muscoli addominali si trovano in un punto meno ottimale nella curva lunghezza-tensione, poiché la combinazione di flessione dell’anca + posizione più alta del contenuto addominale, esercita una pressione verso l’alto

– lo schienale e il sedile della sedia possono notevolmente limitare l’espansione toracica, l’equilibrio tra la pressione intra-toracica e intra-addominale e l’escursione degli altri diaframmi della catena diaframmatica (in particolar modo a livello del cingolo scapolare e del diaframma pelvico) ( da pesentiweb)

LINK DI APPROFONDIMENTO :

STRETCHING VICINO ALLA POSTAZIONE PC

Alcuni semplici esercizi di stretching possono prevenire problemi posturali o muscolo-scheletrici. Possono essere eseguiti al lavoro, prendendosi una pausa almeno due volte al giorno, sono utili per chi svolge lavoro di ufficio alla scrivania, per gli operatori ai terminali, per gli operatori allo sportello e per chi passa tante ore in piedi.

L’ISS ha pubblicato una infografica con semplici esercizi da fare in ufficio. Sono esercizi validi  da affiancare a norme generali di comportamento, valide per tutti, come alzarsi spesso dalla sedia per riattivare la circolazione periferica delle gambe, bere almeno un bicchiere di acqua ogni ora per idratarsi e fare le scale, al posto di prendere l’ascensore, quando possibile.

PROROGATO LO SMART WORKING FINO A DICEMBRE.

da”il giornale”

Il 30 giugno sembrava dovesse chiudere definitivamente la pagina dello smart working con il “rientro in sede” (fatti salvi gli accordi aziendali) di tutti i dipendenti del settore pubblico e privato.

A fine mese, difatta scadeva la deroga sulla natura scadenza dello smart anche delle ultime categorie di lavoratori che, grazie al “decreto milleproroghe” di marzo scorso, avevano potuto usufruire del lavoro agine sino a fine mese; nnello specifico, si trattava dei lavoratori “fragili” occupati nel settore pubblico e privato e dei dipendenti genitori di almeno un figlio minore di 14 anni.

Con l’approssimarsi della scadenza, il dibattito sul prolungamento dello smart – quantomeno per queste categorie di lavorato – si era fatto sempre più “serrato” e alle fine, negli scorsi giorni , durante le discussioni parlamentari sul decreto lavoro, sono arrivati gli emendamenti che hanno fatto slitta

La precedete scadenza prevista per il 30 giugno è slittata al 31 dicembre 2023 ma a poterne usufruire saranno solo specifiche categorie di lavoratori.

Smart working: ecco le nuove scadenze (ma non per tutti)

Il 30 giugno sembrava dovesse chiudere definitivamente la pagina dello smart working con il “rientro in sede” (fatti salvi gli accordi aziendali) di tutti i dipendenti del settore pubblico e privato.

A fine mese, difatta scadeva la deroga sulla natura scadenza dello smart anche delle ultime categorie di lavoratori che, grazie al “decreto milleproroghe” di marzo scorso, avevano potuto usufruire del lavoro agine sino a fine mese; nnello specifico, si trattava dei lavoratori “fragili” occupati nel settore pubblico e privato e dei dipendenti genitori di almeno un figlio minore di 14 anni.

Con l’approssimarsi della scadenza, il dibattito sul prolungamento dello smart – quantomeno per queste categorie di lavorato – si era fatto sempre più “serrato” e alle fine, negli scorsi giorni (come scritto in un articolo de IlGiornale.Itdurante le discussioni parlamentari sul decreto lavoro, sono arrivati gli emendamenti che hanno fatto slittare al 31 dicembre 2023 la scadenza dello smart.

Vediamo chi potrà usufruirne.

Lavoratori con figli di età inferiore i 14 anni

Lo slittamento riguarderà, in primis, i lavoratori del settore privato con figli minori di 14 anni ma solo nel caso in cui sussistano delle specifiche condizioni:

  • Nel nucleo familiare entrambi i genitori siano essere occupati;
  • l’altro genitore non sia beneficiario di strumenti di sostegno al reddito dovuti ad una sospensione o cessazione dell’attività lavorativa.

Nel caso in cui si abbiano questi requisiti si potrà fare richiesta di smart al proprio datore di lavoro il quale ha facolta verificare che il ruolo ricoperto in azienda si compatibile con lo SW. In caso positivi, dunque, si potrà utilizzare lo smart sino a fine anno, fermo restano gli obblighi informativi previsti dagli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81.

Lavoratori fragili

Anche i dipendenti del settore privato che rientrano nella categoria delle persone “fragili” potranno usufruire del prolungamento dello smart working dal 30 giugno al 31 dicembre 2023.

Le patologie e le condizioni che individuano i lavoratori fragili sono precisate nel decreto del Ministro della Salute di cui all’articolo 17, comma 2, del decreto-legge 221/2021″ ma si tratta, in generale, di soggetti “con marcata compromissione della risposta immunitaria” per cui sono previste misure di “protezione” della salute maggiori.

Dipendenti della PA

A differenza dei dipendenti del settore privato, invece,per i lavoratori della Pubblica amministrazione la proroga dello smart working è ancora incerto.

Il problema è quello delle coperture economiche che ha portato, durante le discussioni in commissione parlamentare, al ritiro di degli emendamenti che proponevano la proroga al 30 settembre e che ora potrebbe essere ripresentata al 31 agosto.

Dunque il nodo resta aperto e verrà affrontato direttamente in Aula al Senato, come ha dichiarato la relatrice al decreto lavoro, Paola Mancini, al termine dell’esame del provvedimento da parte della commissione Affari sociali, spiegando che su sua richiesta è stato ritirato l’emendamento a prima firma Murelli (Lega), che richiedeva la proroga del lavoro agile per i lavoratori fragili della pubblica amministrazione dal 30 giugno al 30 settembre.

L’emendamento verrà riproposto in Aula che esaminerà il decreto da martedì 20 giugno.