STRESS LAVORO CORRELATO

MINDFULLNESS EFFICACE COME LE BENZODIAZEPINE NELLA GESTIONE DELL’ANSIA.

da doctor33.it

Secondo i risultati di uno studio pubblicato su JAMA Psychiatry, un programma guidato di riduzione dello stress basato sulla mindfulness è efficace nei pazienti con disturbi d’ansia quanto l’uso di escitalopram, il farmaco standard per il trattamento di questo problema. I medicinali attualmente prescritti per i disturbi d’ansia possono essere molto efficaci, ma alcuni pazienti hanno difficoltà a ottenerli, non ne traggono benefici o trovano difficile tollerare gli effetti collaterali.
«Gli interventi standardizzati basati sulla mindfulness, come la riduzione dello stress basata sulla mindfulness (MBSR), possono ridurre l’ansia, ma prima di questo studio tali interventi non erano stati messi a confronto con farmaci anti-ansia noti per la loro efficacia» afferma Elizabeth Hoge, del Georgetown University Medical Center di Washington DC, USA, prima autrice del lavoro. I ricercatori hanno reclutato 276 pazienti tra giugno 2018 e febbraio 2020 da tre ospedali di Boston, New York City e Washington DC, e li hanno randomizzati a ricevere MBSR o escitalopram. L’intervento MBSR è stato offerto settimanalmente per otto volte tramite lezioni di persona di due ore e mezza, una lezione nel fine settimana della durata di un giorno, ed esercizi quotidiani di pratica a casa per 45 minuti. I sintomi di ansia dei pazienti sono stati valutati al momento dell’arruolamento e al completamento dell’intervento, oltre che a 12 e 24 settimane dopo l’arruolamento. Alla fine dello studio, 102 pazienti avevano completato l’intervento MBSR e 106 avevano completato la terapia. Gli esperti hanno valutato la gravità dei sintomi di ansia utilizzando una scala da 1 a 7. Entrambi i gruppi hanno visto una riduzione dei loro sintomi di ansia, mediamente di 1,35 punti per MBSR e di 1,43 punti per il medicinale, scendendo da circa 4,5, con una diminuzione di circa il 30%. Gli autori fanno notare che, sebbene la mindfulness funzioni, non tutti sono disposti a investire il tempo e gli sforzi necessari a completare con successo tutte le sessioni necessarie, e fare pratica a casa regolarmente. I ricercatori hanno condotto una seconda fase dello studio durante la pandemia che ha comportato uno svolgimento dei trattamenti in videoconferenza online e che sarà al centro di analisi future, e intendono esplorare gli effetti dell’MBSR anche sul sonno e sulla depressione.

JAMA Psychiatry 2022. Doi: 10.1001/jamapsychiatry.2022.3679
http://doi.org/10.1001/jamapsychiatry.2022.3679

LA VALUTAZIONE DELLO STRESS LAVORO CORRELATO IN AMBITO SANITARIO

Il monografico illustra i risultati delle attività di ricerca e di sperimentazione sul campo effettuate dal Laboratorio rischi psicosociali e tutela dei lavoratori vulnerabili con la collaborazione di strutture sanitarie afferenti al Servizio Sanitario Nazionale (Ssn), che hanno portato allo sviluppo del Modulo contestualizzato al settore sanitario della Metodologia Inail per la valutazione e gestione del rischio stress lavoro-correlato.

Immagine La metodologia per la valutazione e gestione del rischio stress lavoro-correlato

Vengono offerti strumenti di valutazione e gestione integrati con aspetti specifici per tale settore e finalizzati a supportare operativamente le aziende sanitarie nella gestione efficace di questa tipologia di rischio.


Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2022
Disponibilità: Momentaneamente consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

STRESSATO UN ITALIANO SU TRE.

Da dottnet.it

Per un italiano su tre (34%) lo stress è una condizione cronica, il 26% dichiara di sentirsi stressato spesso e il 9% addirittura ogni giorno. A dirlo è una ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, condotta nell’estate 2022 insieme a Nomisma, su un campione rappresentativo di 1.200 persone.  In generale, il 42% degli italiani non è di buon umore, dichiarando di avere molti alti e bassi o di essere giù di morale la maggior parte del tempo.  Il 67% del campione ha avuto almeno qualche volta problemi di sonno, il 23% prova spesso ansia o eccessiva apprensione.   I fattori che scatenano stress e apprensione riguardano soprattutto la situazione economica familiare e l’aumento dei prezzi, citati rispettivamente dal 41% e dal 40% degli intervistati. È fonte di stress anche la gestione degli impegni familiari, indicata dal 33% del campione, e di conseguenza l’equilibrio tra lavoro e vita privata (21%).     Guardando alla fascia di popolazione più anziana, fonte di disagio è anche la solitudine, di cui soffre spesso o almeno qualche volta più di un over-60 su due (52%).    I metodi antistress più popolari sono stare all’aria aperta e il contatto con la natura, citati da quasi un italiano su due (44%), seguiti dal prendersi del tempo per se stessi (36%), dallo sport (33%) e dalla compagnia degli amici (32%).   C’è però chi, per superare le emozioni negative e sentirsi meglio, ricorre a metodi poco salutari, come il fumo (11%), con il 31% dei fumatori inclusi nel campione che dichiara di fumare di più oggi rispetto a 2-3 anni fa, cioè prima della pandemia (ma il 41% degli italiani dichiara di bere meno alcolici meno rispetto al passato).

AMBIENTI DI LAVORO BASATI SUI RISULTATI

Sul sito “punto sicuro” è stato recentemente pubblicato un interessante articolo sul concetto di ambiente di lavoro basato sui risultati.

Un Ambiente di lavoro basato sui risultati è fonte di malessere o benessere per chi vi lavora? Questa è la domanda alla quale cerca di rispondere una tesi di Laurea Magistrale in Sociologia .
Cosa si intende esattamente per Ambiente di lavoro basato sui risultati? Si tratta della traduzione italiana dell’acronimo ROWE (Results-Only Work Environment), strategia di gestione del lavoro sviluppata intorno al 2001 da Cali Ressler e Jody Thompson che ha come fine ultimo quello di lavorare senza orari e luoghi stabiliti dal management, in un ambiente collaborativo dove i colleghi e la dirigenza non controllano le attività o i tempi dedicati ad esse, ma i risultati raggiunti.

– Il framework delle quattro azioni applicato all’Ambiente di lavoro basato sui risultati (ROWE).

Scarica la tesi di laurea:

“ Ambienti di lavoro basati sui risultati come fattore di malessere e benessere”, Università degli Studi di Torino – Dipartimento Culture, Politica e Società – Laurea Magistrale in Sociologia – Tesi di laurea: “Ambienti di lavoro basati sui risultati come fattore di malessere e benessere” – Relatore Prof. Luca Storti – Laureando Massimo Piovano – Anno accademico 2019 – 2020 (formato PDF, 4.99 MB)

LINK:

https://www.puntosicuro.it/rischio-psicosociale-stress-C-35/ambienti-di-lavoro-basati-sui-risultati-come-fattore-di-malessere-benessere-AR-22341/

WORKLIMATE : IMPATTO E STRATEGIE PER LO STRESS TERMICO SUL LAVORO.

da worklimate.it

Secondo recenti stime, circa il 30% della popolazione mondiale è attualmente esposta a condizioni di caldo particolarmente critiche per la salute per almeno 20 giorni all’anno e tale percentuale è destinata ad aumentare nei prossimi anni anche se le emissioni di gas serra tenderanno a ridursi. I lavoratori, in particolare quelli che trascorrono la maggior parte delle loro attività all’aperto, settore agricolo e delle costruzioni in primis, sono tra i soggetti più esposti agli effetti del caldo e in generale a tutti i fenomeni atmosferici. Il progetto ( vedi link) si prefigge come obiettivo generale quello di approfondire, soprattutto attraverso la banca dati degli infortuni dell’INAIL, le conoscenze sull’effetto delle condizioni di stress termico ambientale (in particolare del caldo) sui lavoratori, con un’attenzione specifica alla stima dei costi sociali degli infortuni sul lavoro. Anche attraverso l’organizzazione di alcuni casi-studio ad hoc in aziende selezionate in zone del centro Italia e una indagine sulla percezione del rischio legata all’esposizione a temperature estreme dei lavoratori, saranno proposte soluzioni organizzative e procedure operative utili in vari ambiti occupazionali (o mansioni) attualmente non ancora disponibili. Sarà quindi sviluppato e reso operativo un sistema di allerta da caldo, integrato meteo-climatico ed epidemiologico, specifico per il settore occupazionale, rappresentato da una piattaforma previsionale web e da una web app con previsioni personalizzate sulla base delle caratteristiche individuali dei lavoratori e quelle dell’ambiente di lavoro (lavoro esposto al sole o in zone d’ombra).

LINK: https://www.worklimate.it/il-progetto/

MATERIALE INFORMATIVO

BROCHURE INFORMATIVE SULLE PATOLOGIE DA CALORE, SUI FATTORI CHE CONTRIBUISCONO ALLA LORO INSORGENZA E SULLE RACCOMANDAZIONI DA SEGUIRE PER UN’EFFICACE PIANIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI AZIENDALI IN MATERIA DI PREVENZIONE DEL RISCHIO MICROCLIMA, DA ADOTTARE NELL’AMBITO DELLA SPECIFICA ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA DI PREVENZIONE AZIENDALE (AI SENSI ART. 2 COMMA 2 D.LGS. 81/08):

MEDICINA DEL LAVORO: IL LAVORO A TURNI AUMENTA IL RISCHIO DIABETE.

da doctor33.it

I turnisti hanno un rischio maggiore di sviluppare diabete tipo 2 specie se maschi e se lavorano su turni notturni e serali, secondo uno studio pubblicato su Occupational & Environmental Medicine. «Da ricerche precedenti emerge che i turni aumentano la frequenza di disturbi gastroenterici, di certi tipi di cancro e di malattie cardiovascolari, ma non è chiaro se il diabete faccia parte della lista» spiega Zuxun Lu della Scuola di sanità pubblica alla Huazhong University di Hubei in Cina, che assieme ai colleghi ha esaminato la letteratura alla ricerca di studi sull’associazione fra turni e diabete, trovandone 448. «Ne abbiamo selezionati 12, per un totale di oltre 226 mila partecipanti» aggiunge il ricercatore, che analizzando i dati ha scoperto che ogni periodo di lavoro a turni si associa a un aumento del 9% delle probabilità di sviluppare diabete rispetto all’attività lavorativa svolta nel normale orario di ufficio, arrivando a punte del 37% negli uomini. «Il dato è indipendente da altri fattori confondenti quali disegno e luogo dello studio, tipo di lavoro, pianificazione dei turni, indice di massa corporea, storia familiare di diabete e livelli di attività fisica» riprende l’autore raccomandando una maggiore attenzione sulle possibili conseguenze per la salute nei turnisti notturni e serali di sesso maschile. «I livelli diurni di testosterone nel sangue seguono il normale ritmo circadiano, ed è possibile che la frammentazione del ciclo sonno-veglia comporti una riduzione dei livelli di ormone maschile che potrebbe dar luogo alla comparsa di insulino-resistenza e successivamente di diabete» ipotizza Lu, puntualizzando che il rischio massimo, il 42%, è stato osservato nei turnisti che lavorano sulle 24 ore in modo variabile, piuttosto che secondo schemi fissi. Altre ricerche collegano invece il lavoro a turni a un aumento di peso e dell’appetito, ma anche all’ipercolesterolemia e all’ipertensione, tutti fattori di rischio per il diabete. «In ogni caso la natura osservazionale della metanalisi non consente di trarre conclusioni sul rapporto causa effetto, ma visti i 380 milioni di diabetici di tipo 2 stimati nel 2025, tutti i fattori potenzialmente modificabili, compreso il lavoro a turni, andrebbero indagati in modo approfondito» conclude Lu.

Occup Environ Med. 2014 Jul 16

VIGILI DEL FUOCO: L ‘ATTIVITA’ FISICA RIDUCE LO STRESS LAVORO CORRELATO

Proponiamo qui le risultanze di uno studio eseguito su un gruppo di vigili del fuoco di Cipro, pubblicato con il titolo :

Exercise and Occupational Stress among Firefighters.

autori

Elpidoforos S Soteriades et al. Int J Environ Res Public Health. 2022.

Lo scopo del nostro studio era di valutare la potenziale associazione tra attività fisica e stress lavorativo tra i vigili del fuoco. I dati sono stati raccolti su un gruppo di vigili del fuoco ciprioti attraverso la somministrazione sul web di questionari convalidati a livello internazionale compilati in modo anonimo (COPSOQ, DASS) . 430 vigili del fuoco (tasso di risposta 68%) hanno completato l’indagine (fascia di età: 21-60 anni). Più della metà dei vigili del fuoco (54%) ha riportato attività fisica nulla o minima. Un totale dell’11% dei vigili del fuoco ha riportato uno stress da moderato a estremamente grave in base alla scala DASS-S. Utilizzando modelli di regressione multivariata, abbiamo dimostrato che i vigili del fuoco che facevano esercizio avevano il 50% in meno di rischio di stress lavorativo e, utilizzando un modello categoriale, abbiamo scoperto che ogni ora alla settimana di maggiore attività fisica tra i vigili del fuoco era associata a un rischio inferiore del 16% di stress lavorativo dopo aggiustamento per età, istruzione, fumo e indice di massa corporea (OR = 1,16; p = 0,05). Inoltre, i nostri risultati suggeriscono una relazione dose-risposta inversa tra attività fisica e stress lavorativo tra i vigili del fuoco. L’attività fisica sembra essere inversamente associata allo stress lavorativo e funge da importante fattore attenuante dello stress lavorativo nei vigili del fuoco. Sono necessarie ulteriori ricerche per valutare il potenziale effetto degli interventi di esercizio sullo stress lavorativo e sulla salute mentale generale dei vigili del fuoco e di altri gruppi professionali.( Testo liberamente tradotto ed adattato da dott Alessandro Guerri medico specialista in medicina del Lavoro)

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E ROBOTICA: IMPATTO SUI LAVORATORI.

L’automazione sul luogo di lavoro è in crescita. Benché i progressi tecnologici schiudano nuove opportunità, presentano anche nuove sfide per il futuro della sicurezza e della salute sul lavoro (SSL).

Nell’ambito del programma quadriennale di ricerca sulla digitalizzazione, l’EU-OSHA ha pubblicato una relazione iniziale per affrontare tipi e definizioni dell’intelligenza artificiale (IA) e della robotica avanzata per l’automazione delle attività sul lavoro. La relazione passa in rassegna gli usi attuali e potenziali in tutti i settori e i compiti, dai robot industriali e di magazzino ai software di IA nel settore sanitario e fornisce una panoramica delle politiche e delle strategie a livello nazionale e dell’UE.

Per approfondire, leggi la relazione e la sintesi Robotica avanzata, intelligenza artificiale e automazione delle attività: definizioni, usi, politiche e strategie e sicurezza e salute sul lavoro

Un documento programmatico presenta una tassonomia della robotica avanzata e dei sistemi basati sull’IA che possono essere impiegati sui luoghi di lavoro, seguendo un approccio basato sui compiti, per strutturare e valutare le opportunità e le sfide in materia di SSL.

da osha.eu

Per una panoramica del progetto, rimandiamo alla presentazione PowerPoint

Maggiori informazioni su questi risultati e su quelli a venire sono disponibili nella sezione tematica del sito Digitalizzazione del lavoro

SINTOMI DA BURN OUT NEL 70% DEI MEDICI LOMBARDI

da repubblica.

Indagine dell’Università Bicocca e di Anaao-Assomed: l’87,4% vede nella pandemia e nell’avvento della quarta ondata pandemica effetti di media o grave entità sul proprio benessere lavorativo.

Sono in prima linea da due anni, per curare e aiutare i loro pazienti non soltanto per malanni e problemi ordinari, ma anche per tutto quello che è connesso alla pandemia da Covid. E così anche loro, i medici, si sono ammalati. Ansia, depressione, stress: la pandemia ha influenzato lo stato psicologico del personale medico, e a dirlo questa volta è una indagine condotta dall’Università degli Studi di Milano-Bicocca per ANAAO-ASSOMED Lombardia. Un fenomeno, quello del burnout – recentemente riconosciuto dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) come una sindrome in grado di influenzare lo stato di salute – che nei medici lombardi, una tra le categorie occupazionali maggiormente soggette a stress lavorativi cronici, è stato rilevato in misura significativa. A risentirne non è solamente lo stato di salute dei soggetti coinvolti nella ricerca, bensì anche le prestazioni lavorative, le quali risultano essere nient’altro che “camera dell’eco” del malessere psicofisico indagato.

VALUTAZIONE DELLO STRESS LAVORO CORRELATO IN AMBITO SANITARIO

Da Inail.it

Il monografico illustra i risultati delle attività di ricerca e di sperimentazione sul campo effettuate dal Laboratorio rischi psicosociali e tutela dei lavoratori vulnerabili con la collaborazione di strutture sanitarie afferenti al Servizio Sanitario Nazionale (Ssn), che hanno portato allo sviluppo del Modulo contestualizzato al settore sanitario della Metodologia Inail per la valutazione e gestione del rischio stress lavoro-correlato.

Vengono offerti strumenti di valutazione e gestione integrati con aspetti specifici per tale settore e finalizzati a supportare operativamente le aziende sanitarie nella gestione efficace di questa tipologia di rischio.


Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2022
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it