RISCHIO CHIMICO

PFAS E INQUINAMENTO ACQUE POTABILI IN LOMBARDIA

da greenpeace.it

In Lombardia nell’acqua destinata al consumo umano sono presenti PFAS (composti poli e perfluoroalchilici), sostanze chimiche artificiali altamente persistenti prodotte da alcune attività industriali. Si tratta di un ampio gruppo di molecole (oltre 10 mila) associate a numerosi impatti sulla salute, tra cui alcune forme tumorali, talmente pericolose che diversi Stati in Europa hanno deciso di chiederne la messa al bando. Per rispondere a richieste crescenti della popolazione, Greenpeace Italia, tramite istanza di accesso agli atti, ha ottenuto i risultati di analisi fatte dai gestori e dalle autorità sanitarie lombarde su campioni di acqua destinata ad uso potabile. I risultati evidenziano un quadro allarmante: in Lombardia è stata registrata la presenza di PFAS in quasi il 20% delle analisi condotte dalle autorità a partire dal 2018. Ma non solo: in diversi casi le autorità erano al corrente da anni di questa contaminazione, eppure non risultano campagne informative rivolte alla popolazione, che non è stata quindi avvertita dei rischi a cui è esposta.

Clean water (healthy concept)

È quanto ha scoperto l’Unità Investigativa di Greenpeace Italia in un’inchiesta condotta grazie all’invio, tra ottobre 2022 e gennaio 2023, di numerose richieste di accesso agli atti generalizzato (FOIA), indirizzate a tutte le ATS (Agenzia di Tutela della Salute) ed enti gestori delle acque lombarde. Grazie a questa campagna di trasparenza e di accesso all’informazione, per la prima volta è stato possibile visionare le analisi eseguite sugli acquedotti lombardi. E il risultato è sconcertante: si può dire con certezza che sono migliaia i cittadini lombardi che, dal 2018, hanno inconsapevolmente bevuto acqua contenente PFAS, usata anche per cucinare o irrigare campi e giardini. Ma non solo: non si può escludere che queste contaminazioni stiano andando avanti tuttora.

Scarica l’elenco dei cento comuni in cui sono stati trovati i valori di contaminazione più elevati

Scarica la classifica delle province lombarde

Leggi il briefing “PFAS: GLI INQUINANTI ETERNI

AGENTI CANCEROGENI: OLI MINERALI USATI NEI MOTORI A SCOPPIO E FUMI DI DIESEL.

Alessandro Guerri Medico Specialista in Medicina del Lavoro .

Sono state apportate ulteriori modifiche al Testo Unico D.Lgs. 81/08 nella sezione “agenti cancerogeni”, con l’aggiunta di nuove lavorazioni a specifico rischio cancerogeno. Per le attività svolte in officine di riparazione meccaniche sono stati aggiunti nuovi lavori a rischio cancerogeno, tra cui quelli che comportano la penetrazione cutanea degli oli minerali utilizzati nei motori a combustione interna per lubrificare e raffreddare le parti mobili all’interno del motore. Inoltre, a partire dal 21/02/2023, sarà necessario dimostrare che l’esposizione lavorativa alle emissioni di gas di scarico dei motori diesel sia inferiore a 0.05 mg/m3.

Si tratta di agenti cancerogeni accertati: gli esami condotti dall’IARC ( https://www.iarc.who.int/)hanno classificato il rischio di tumore al polmone come accertato per i gas di scarico dei motori diesel, mentre gli oli utilizzati sono stati classificati come cancerogeni accertati per le neoplasie cutanee e altri tipi di tumore.

Data la pericolosità e l’impossibilità di eliminare completamente tali esposizioni, è fondamentale valutare correttamente il rischio e applicare tempestivamente misure di prevenzione e protezione, considerando il tipo di lavoro svolto.Per la valutazione del rischio, la legge prevede che il datore di lavoro valuti le concentrazioni presenti in ambiente di lavoro tramite campionamenti specifici, al fine di dimostrare il rispetto dei limiti previsti per le emissioni di gas di scarico.

Elenchiamo alcune misure di protezione attuabili sin da ora per ridurre o eliminare l’esposizione ad agenti cancerogeni: Per gli oli minerali, è obbligatorio utilizzare rigorosamente e correttamente guanti in nitrile durante tutte le attività a rischio di contatto con oli esausti (cambio motore, gestione rifiuti, ecc.), rispettando le norme igieniche, effettuando una corretta pulizia degli indumenti da lavoro (tute, ecc.) e gestendo adeguatamente gli stracci usati per pulirsi e pulire i pezzi.

Per le emissioni di gas di scarico, in tutte le attività di prova motore o nelle riparazioni che prevedono l’accensione, il riscaldamento del motore e quindi la produzione di emissioni all’interno dell’officina, è obbligatorio utilizzare un sistema di aspirazione collegato direttamente al tubo di scappamento che possa espellere i gas di scarico all’esterno dell’ambiente di lavoro.

Non è sufficiente lavorare a portoni aperti.

È importante fornire formazione, informazione e addestramento ai lavoratori sulle misure di protezione da adottare e sulla corretta gestione degli agenti cancerogeni.

Infine, è opportuno effettuare una sorveglianza sanitaria per il rischio chimico non irrilevante per la salute e mantenere un registro degli esposti ad agenti cancerogeni.In questo modo, è possibile ridurre il rischio di esposizione ad agenti cancerogeni e tutelare la salute dei lavoro.

SAFETY EXPO A BERGAMO : IL PROGRAMMA

È già disponibile sul sito del Safety Expo il programma degli incontri in materia di sicurezza sul lavoro e prevenzione incendi che si svolgeranno durante la manifestazione: tavole rotonde, convegni, seminari, spettacoli e anche corsi di formazione prenotabili online. 

Safety Expo 2023: il programma degli eventi

Con un’agenda di circa 100 incontri, il Safety Expo 2023, in programma il 20 e 21 settembre a Bergamo Fiera, offrirà una risposta concreta agli operatori del settore, professionisti e responsabili in azienda, chiamati a confrontarsi e ad aggiornarsi su tematiche in costante evoluzione sul piano tecnico e normativo in materia di sicurezza sul lavoro e prevenzione incendi.
Il calendario degli eventi, consultabile sul sito ufficiale del safety Expo, è di grande attualità e vede la partecipazione di istituzioni, associazioni e dei più qualificati esperti dei settori di riferimento. Ogni iniziativa tra l’altro offrirà ai partecipanti l’opportunità di acquisire crediti di formazione professionale (CFP), ore di aggiornamento ex 818/84 e ore di aggiornamento 81/08.

I 10 PEGGIORI PESTICIDI COINVOLTI NEL PARKINSON.

Un gruppo di studiosi provenienti dall’UCLA Health e da Harvard ha individuato 10 sostanze antiparassitarie che causano gravi danni ai neuroni coinvolti nella malattia di Parkinson, fornendo così nuove informazioni sul ruolo delle tossine ambientali nella patologia. Sebbene l’esposizione ai pesticidi sia stata a lungo associata al Parkinson, individuare quali sostanze aumentino effettivamente il rischio di sviluppare questa malattia neurodegenerativa è stato un compito arduo. Solo in California, esistono quasi 14.000 prodotti antiparassitari che contengono oltre 1.000 principi attivi registrati per l’utilizzo.
Attraverso una combinazione innovativa di epidemiologia e screening di tossicità, che ha sfruttato il vasto database sull’utilizzo dei pesticidi in California, i ricercatori dell’UCLA e di Harvard sono stati in grado di identificare 10 sostanze antiparassitarie direttamente tossiche per i neuroni dopaminergici. Questi neuroni sono responsabili del movimento volontario e la loro morte rappresenta un segnale distintivo del Parkinson.
Tra i 10 pesticidi identificati come tossici per questi neuroni, figuravano quattro insetticidi (dicofol, endosulfan, naled e propargite), tre erbicidi (diquat, endothall e trifluralin) e tre fungicidi (solfato di rame [basico e pentaidrato] e folpet). La maggior parte di questi pesticidi sono ancora comunemente utilizzati negli Stati Uniti.
Nonostante la loro tossicità per i neuroni dopaminergici, questi pesticidi non hanno molte caratteristiche in comune. Infatti, presentano differenti modalità d’uso, sono strutturalmente distinti e non hanno una classificazione di tossicità precedente in comune. I ricercatori hanno anche testato la tossicità di diverse combinazioni di pesticidi comunemente utilizzati nei campi di cotone nello stesso periodo, utilizzando il database dei pesticidi della California. Tra queste combinazioni, quelle contenenti trifluralin, uno dei più comuni erbicidi utilizzati in California, hanno prodotto la maggiore tossicità. (Fonte: Natura comunicazions)

Dott Alessandro Guerri medico specialista in medicina del Lavoro

GLI IPA AUMENTANO IL RISCHIO DI ARTRITE REUMATOIDE.

Secondo uno studio pubblicato su BMJ Open, l’esposizione ambientale ad idrocarburi policiclici aromatici (PAH) è strettamente legata all’aumento del rischio di sviluppare l’artrite reumatoide. Queste sostanze chimiche sono prodotte dalla combustione di diversi materiali come carbone, petrolio, gas, legno e tabacco, ma anche dalla grigliatura alla fiamma di cibi come carne e altri alimenti. Lo studio ha inoltre rilevato che l’esposizione ai PAH rappresenta la maggior parte dell’impatto del fumo sul rischio di sviluppare la malattia.

Michelle Beidelschies, del Center for Functional Medicine di Cleveland Clinic negli USA e autrice principale dello studio, ha spiegato che sebbene ci siano già prove che legano alcune sostanze tossiche ad alcune malattie croniche, sono stati pochi gli studi che hanno esplorato l’associazione tra queste sostanze e malattie infiammatorie come l’artrite reumatoide, che si crede dipenda dall’interazione tra fattori genetici, ambientali come il fumo, l’alimentazione e lo stile di vita.

Per comprendere meglio il ruolo dell’esposizione ambientale nel rischio di sviluppare l’artrite reumatoide, i ricercatori hanno esaminato i dati di 21.987 adulti, di cui 1.418 affetti dalla malattia e 20.569 senza, che avevano partecipato al National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES). Lo studio ha preso in considerazione una vasta gamma di sostanze tossiche, tra cui i PAH, i PHTHTE (sostanze chimiche utilizzate nella produzione di plastica e altri prodotti di consumo) e i COV (composti organici volatili derivanti da vernici, detergenti e pesticidi). Sono stati prelevati campioni di sangue e urina per misurare la quantità totale di PAH (7.090 partecipanti), PHTHTE (7.024) e COV (7.129) nel corpo.

I risultati dello studio hanno mostrato che le probabilità di sviluppare l’artrite reumatoide sono più alte tra le persone che hanno livelli più elevati di PAH nel corpo, indipendentemente dal fatto che fossero fumatori o meno. Al contrario, i metaboliti PHTHTE e COV non sono stati associati ad un aumento del rischio di artrite reumatoide, e neanche il fumo è risultato essere associato ad un aumento del rischio, dopo aver tenuto conto dei livelli di PAH. Ulteriori analisi hanno dimostrato che il livello corporeo di PAH rappresenta il 90% dell’impatto dell’esposizione al fumo sul rischio di artrite reumatoide.

dott. Alessandro Guerri medico , specialista in Medicina del Lavoro

fonti :

BMJ Open 2023. Doi: 10.1136/bmjopen-2022-071514http://doi.org/10.1136/bmjopen-2022-071514.

doctot33.it

ANCORA TROPPO NEOPLASIE PROFESSIONALI IN LOMBARDIA

da “il giorno”

Sono 38.560 i lavoratori esposti o che hanno lavorato a contatto con sostanze cancerogene. Il problema legato ad amianto, cobalto, cadmio e polvere di legno duro. Un lavoratore (foto di repertorio)Un lavoratore (foto di repertorio)Sono oltre 38mila i lavoratori in Lombardia esposti o che hanno lavorato a contatto con sostanze cancerogene, il numero più elevato nel contesto nazionale. È quanto emerge dal Sistema informativo di registrazione delle esposizioni professionali (Sirep) dell’Inail, che raccoglie i flussi pervenuti dai datori di lavoro. L’articolo 243 del decreto legislativo 81/2008 prevede, infatti, che i lavoratori esposti al rischio di sviluppare neoplasie correlate al contatto con sostanze impiegate nel proprio lavoro siano iscritti in un registro istituito dal datore di lavoro, in cui viene riportata l’attività svolta, l’agente cancerogeno utilizzato e, se noto, il valore dell’esposizione a tale agente. I flussi informativi sono raccolti nel Sirep, per il monitoraggio delle malattie professionali di grande rilevanza per ragioni epidemiologiche, medico-legali, storiche e sociali.

rapporto appena pubblicato dall’Inail, che ha estrapolato i dati del periodo 1994 e 2021, emerge come in Lombardia siano 3.239 le unità produttive e 38.560 i lavoratori coinvolti, per un totale di 80mila esposizioni registrate. Il numero di lavoratori è il più elevato in Italia (al secondo posto il Veneto con circa 34mila) così come quello delle unità produttive (poco meno di 2.800 in Veneto), mentre il numero di esposizioni è leggermente inferiore alle 90mila del Veneto, ma le misurazioni (i campionamenti personali o ambientali) sono la metà (72mila in Lombardia, 114mila in Veneto).

Tra le province lombarde, a Milano si rileva il maggior numero di lavoratori esposti a sostanze cancerogene (8.375), seguita da Bergamo (6.467) e Como (5.413); sono 4539 a Brescia, 1.071 a Lecco e 451 a Sondrio. Il maggior numero di misurazioni è a Milano (16.534) e Bergamo (14.665). In generale, sono le aziende più grandi ad apportare il maggior numero di dati. Il dossier rileva che “la loro costante diminuzione non ha inciso sul monitoraggio mentre ha sicuramente inciso sui grandi Servizi salute e sicurezza che al loro interno producevano indagini di igiene industriale, campionamenti e analisi propri.

Polvere di legno duro, cromo, benzene, nichel composti, formaldeide, amianto, cobalto, polvere di silice e idrocarburi sono le sostanze a cui sono esposti i numeri più elevati; la regione è al primo posto in Italia per unità produttive e lavoratori esposti a polvere di legno, amianto, idrocarburi policiclici aromatici, cobalto, cadmio. “Per il lento manifestarsi del fenomeno causa-effetto – spiega Stefano Signorini, direttore del Dipartimento di igiene del lavoro e ambientale dell’Inail – l’esposizione ad agenti cancerogeni non permette un’immediata correlazione con le cause lavorative, per cui la sorveglianza sanitaria diventa essenziale per la definizione degli interventi di prevenzione”.

EUPHA 33 EUROPEAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH

È qui disponibile tratto da EUPHA NEWSLETTER , l’ultimo numero della rivista EUROPEAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH VOLUME 33 di Aprile 2023. Buona lettura!


European Journal of Public Health Volume 33, Issue 2, April 2023
EDITORIAL
Quality, integrity and utility of COVID-19 science: opportunities for public health researchers 
Angelo Maria Pezzullo, John P A Ioannidis, Stefania Boccia 
Brexit: reality bites for health on the island of Ireland 
Martin McKee and Anthony StainesHEALTH SERVICES RESEARCH
Emergency department outcomes for patients experiencing homelessness in England: retrospective cross-sectional study 
Charlie Moss, Laura Anselmi, Matt Sutton
French national addictovigilance follow-up of zolpidem between 2014 and 2020: evolution of drug abuse, misuse and dependence before and after the regulatory change 
Aurélie Aquizerate, Edouard-Jules Laforgue, Marion Istvan, Morgane Rousselet, Marie Gerardin, Emilie Jouanjus, Frédéric Libert, French Addictovigilance Network , Marylène Guerlais, Caroline Victorri-Vigneau
The urgent need for valid data on access to healthcare in Europe 
Caterina Francesca Guidi and David InglebySOCIAL DETERMINANTS
Socioeconomic inequalities in paediatric metabolic syndrome: mediation by parental health literacy 
Alexander Lepe, Marlou L A de Kroon, Sijmen A Reijneveld, Andrea F de Winter
Is there a peer status gradient in mortality? Findings from a Swedish cohort born in 1953 and followed to age 67 
Ylva B Almquist, Viveca Östberg, Bitte ModinCOVID-19
Veneto Region dementia-related mortality during the COVID-19 pandemic: multiple causes of death and time series analysis 
Cristina Basso, Claudio Barbiellini Amidei, Veronica Casotto, Elena Schievano, Matilde Dotto, Silvia Tiozzo Netti, Manuel Zorzi, Ugo Fedeli
Trends in and relations between children’s health-related behaviors pre-, mid- and post-Covid 
Anne G M de Bruijn, Sanne Cornelia Maria te Wierike, Remo Mombarg
Occupational role and COVID-19 among foreign-born healthcare workers in Sweden: a registry-based study 
Chioma Nwaru, Huiqi Li, Carl Bonander, Ailiana Santosa, Stefan Franzén, Maria Rosvall, Fredrik Nyberg
A descriptive study of COVID-19 cases in primary and secondary schools in the Maltese islands: a nationwide experience 
Liliana Cuschieri, Michelle Deguara, Dale Bartolo, Neville Calleja, Charmaine GauciVACCINATION
EDITOR’S CHOICE The far-right and anti-vaccine attitudes: lessons from Spain’s mass COVID-19 vaccine roll-out 
Manuel Serrano-Alarcón, Yuxi Wang, Alexander Kentikelenis, Martin Mckee, David Stuckler
Vaccination barriers and drivers in Romania: a focused ethnographic study 
Eve Dube, Adriana Pistol, Aurora Stanescu, Cassandra Butu, Sherine Guirguis, Oana Motea, Anca Elvira Popescu, Alexandra Voivozeanu, Miljana Grbic, Marie-Ève Trottier, Noel T Brewer, Julie Leask, Bruce Gellin, Katrine Bach Habersaat
Consumption and tax gains attributable to Covid-19 vaccinations in 12 EU countries with low vaccination rates 
Jonathan Cylus, Jessica Walters, Martin McKee, Peter CowleyMENTAL HEALTH
The effectiveness of interventions to prevent loneliness and social isolation in the community-dwelling and old population: an overview of systematic reviews and meta-analysis 
Ludwig Grillich, Viktoria Titscher, Pauline Klingenstein, Eva Kostial, Robert Emprechtinger, Irma Klerings, Isolde Sommer, Jana Nikitin, Anton-Rupert Laireiter
Gender and socioeconomic patterning of self-reported sleep problems across European countries 
Mariusz Baranowski and Piotr Jabkowski
Co-occurring homelessness, justice involvement, opioid dependence and psychosis: a cross-sectoral data linkage study 
Emily J Tweed, Alastair H Leyland, David S Morrison, S Vittal KatikireddiWORK AND HEALTH
Single and cumulative exposure to psychosocial work conditions and mental health among young adults 
Samira de Groot, Karin Veldman, Benjamin C Amick, III, Ute Bültmann
Childhood adversity and risk of later labor market marginalization in young employees in Sweden 
Emma Björkenstam, Magnus Helgesson, Ellenor Mittendorfer-Rutz
Time period effects in work disability due to common mental disorders among young employees in Sweden—a register-based cohort study across occupational classes and employment sectors 
Ridwanul Amin, Ellenor Mittendorfer-Rutz, Emma Björkenstam, Marianna Virtanen, Magnus Helgesson, Niklas Gustafsson, Syed Rahman
Central and Eastern European migrant worker status, co-living situation and SARS-CoV-2 exposure and transmission risk 
L H Boogaard, J L A Hautvast, A Timen, C H M van JaarsveldNUTRITION
Association between social jetlag and sugar-sweetened beverages (SSBs) in adolescents in Western Canada 
Kexin Zhang, Martin Guhn, Annalijn I Conklin
Comparative understanding and preference of Nutri-Score and NutrInform Battery in a sample of Spanish consumers 
Morgane Fialon, Nancy Babio, Jordi Salas-Salvadó, Pilar Galan, Emmanuelle Kesse-Guyot, Mathilde Touvier, Mélanie Deschasaux-Tanguy, Barthélémy Sarda, Serge Hercberg, Nadine Khoury, Lydiane Nabec, Chantal Julia
Public perceptions of responsibility for recommended food policies in seven countries 
Ana-Catarina Pinho-Gomes, Leon Booth, Simone PettigrewALCOHOL
A comparative study of industry responses to government consultations about alcohol and gambling in the UK 
Saloni Bhuptani, Sadie Boniface, Katherine Severi, Greg Hartwell, Elizabeth McGill
Children with problem-drinking parents in a Swedish national sample: is the risk of harm related to the severity of parental problem drinking? 
Mats Ramstedt, Jonas Raninen, Peter Larm, Michael Livingston
A mystery-shopping study to test enforcement of minimum legal purchasing age in Lithuania in 2022 
Laura Miščikienė, Alexander Tran, Janina Petkevičienė, Jürgen Rehm, Justina Vaitkevičiūtė, Lukas Galkus, Shannon Lange, Mindaugas Štelemėkas
Support for evidence-based alcohol policy in Ireland: results from a representative household survey 
Susan Calnan, Seán R Millar, Deirdre MonganCANCER SCREENING
Sex variation in colorectal cancer mortality: trends and implications for screening 
Gavin R C Clark, Callum G Fraser, Judith A Strachan, Robert J C Steele
Optimization of screening strategies for colorectal cancer based on fecal DNA and occult blood testing 
Tingting Yao, Qin Sun, Kangwei Xiong, Yuan Su, Qian Zhao, Chenhong Zhang, Lijiu Zhang, Xuejun Li, Haiming FangREPRODUCTIVE HEALTH
Impact of the EURO-PERISTAT Reports on obstetric management: a difference-in-regression-discontinuity analysis 
Leonie A Daalderop, Jasper V Been, Eric A P Steegers, Loes C M BertensEUROPEAN PUBLIC HEALTH NEWS
European Public Health News 
Marieke Verschuuren, Peter Geller, Laura T Murphy, Hanni Stoklosa, Jozef Bartovic, Hedinn Halldorsson, Marie Wolf, Isabel Yordi Aguirre, Anthony Staines, Floris Barnhoorn

AGENTI CHIMICI PERICOLOSI – ISTRUZIONI PER I LAVORATORI EDIZIONE 2023.

Da Inail.it

L’opuscolo, aggiornato rispetto all’edizione precedente, contiene una sintesi dei regolamenti REACH, CLP, SDS e fa riferimento al d.lgs. 81/2008 e s.m.i.

Immagine Agenti chimici pericolosi - Istruzioni ad uso dei lavoratori

Approfondendo tematiche come la valutazione e gestione del rischio chimico, i valori limite di esposizione professionale, i DPI, la segnaletica di sicurezza, l’informazione e formazione e la sorveglianza sanitaria.


Prodotto: Opuscolo
Edizioni Inail – 2023
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

AGENTI CANCEROGENI E MUTAGENI.

da Inail (Aggiornato il 23/02/2023)

Sono diverse centinaia gli agenti, identificati dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), classificabili come cancerogeni, probabilmente cancerogeni o possibilmente cancerogeni per l’uomo. Esistono agenti cancerogeni e/o mutageni fisici, biologici e chimici; la presente area tematica è dedicata in maniera specifica agli agenti chimici, ad esclusione del radon e dell’amianto, per i quali si rimanda alle specifiche sezioni. Gli agenti cancerogeni e mutageni sono in grado di provocare alterazioni genetiche e neoplasie nei soggetti esposti. Il tema dell’epidemiologia dell’esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni in ambito professionale e delle neoplasie correlate è complesso per diverse ragioni, fra le quali il lungo periodo di latenza tra esposizione ed insorgenza dei sintomi patologici, la multifattorialità nell’eziopatogenesi tumorale che non consente di isolare facilmente il rischio esclusivamente professionale e la difficoltà nel redigere anamnesi accurate. Sostanze o miscele cancerogene e/o mutagene sono presenti in diversi settori: le si può trovare come materie prime (es. agricoltura, industria petrolchimica e farmaceutica, trattamenti galvanici, laboratori di ricerca) o come sottoprodotti derivati da alcune attività (es. saldatura degli acciai inox, asfaltatura stradale, produzione della gomma). La normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro (d.lgs. 81/2008 e s.m.i.) contiene prescrizioni specifiche e rigorose per la tutela dei lavoratori potenzialmente esposti ad agenti cancerogeni e mutageni, considerata la loro pericolosità per la salute umana. Queste, in sintesi, le principali informazioni disponibili all’interno dell’area:

  • cosa si intende per agenti cancerogeni e mutageni;
  • quali sono gli agenti chimici classificati come cancerogeni e mutageni e come identificarli;
  • come effettuare la valutazione del rischio da esposizione a tali agenti;
  • come tutelare la salute dei lavoratori esposti;
  • quali sono gli ambienti di lavoro maggiormente a rischio di esposizione a tali agenti.

ALLEGATI

L’ESPOSIZIONE AD AGENTI CANCEROGENI SUL LUOGO DI LAVORO.

da inail.it

La sorveglianza epidemiologica della storia occupazionale dei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni nei luoghi di lavoro è un elemento essenziale per la definizione degli interventi di prevenzione primaria dei rischi oncogeni.

Immagine Esposizione ad Agenti Cancerogeni nei Luoghi di lavoro in Italia

In questo contesto, con la realizzazione del sistema informativo denominato SIREP (Sistema Informativo Registri di Esposizione Professionale), si è inteso costituire un sistema evoluto di registrazione del flusso dati previsto dall’art. 243 del d. lgs. 81/2008 relativo ai registri di esposizione professionale ad agenti cancerogeni in Italia. Il sistema SIREP si inserisce in un contesto internazionale di banche dati contenente informazioni sulle modalità e caratteristiche dell’esposizione ad agenti cancerogeni.


Prodotto: Volume
Edizioni Inail – 2023
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it