MEDICINA E INFORMATICA

TELELAVORO/SMARWORKING CONSIGLI PRATICI OSHA

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Tre articoli OSHwiki presentano informazioni sul telelavoro e sui relativi disturbi muscolo-scheletrici (DMS) lavoro-correlati.

«Practical tips to make home-based telework as healthy, safe and effective as possible» (Consigli pratici per rendere il telelavoro da casa il più sano, sicuro ed efficace possibile) include consigli mirati alla salute e al benessere professionale dei telelavoratori.

«Musculoskeletal disorders and telework» (Disturbi muscoloscheletrici e telelavoro) descrive i principali fattori di rischio di DMS legati al telelavoro e presenta raccomandazioni preventive e approcci per affrontarli.

Infine «Risk assessment and telework – checklist» (Valutazione dei rischi e telelavoro – lista di controllo) consente ai lettori di condurre una valutazione dei rischi e preparare una lista di controllo per aiutare a individuare i pericoli e le potenziali misure di prevenzione.

Ulteriori informazioni su DMS e telelavoro

AMBIENTI DI LAVORO VIRTUALI E VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Da osha.eu

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Due nuovi documenti di riflessione esaminano gli ambienti di lavoro virtuali e la valutazione dinamica del rischio. Il primo si concentra su come l’ambiente di lavoro virtuale e la sicurezza e salute sul lavoro vengono influenzati dalla trasformazione digitale. Il secondo esamina il modo in cui la valutazione dinamica del rischio, termine utilizzato per indicare la digitalizzazione e l’innovazione della valutazione del rischio, tratta i dati digitali e i rischi in rapida evoluzione. Quali sono le opportunità e le sfide? Qual è l’impatto su politica, ricerca e pratica? Quali sono i pro e i contro? Tali documenti forniscono risposte a queste e altre domande.

Sono disponibili maggiori informazioni su Futuro del lavoro in un ambiente virtuale e sicurezza e salute sul lavoro e Sviluppo della valutazione dinamica del rischio e conseguenze per la SSL.

Per ulteriori informazioni, consulta La digitalizzazione e la sicurezza e salute sul lavoro: un programma di ricerca dell’EU-OSHA.

GREEN PASS E IDONEITÀ: LA NOTA DI ANMLA

 Da ANMLA

Pubblichiamo la nota Associativa, redatta dal Gruppo di Lavoro COVID-19, in merito alle problematiche che molti tra i Soci stanno incontrando in relazione alla Certificazione verde COVID-19.

Come recita la premessa del documento constatata una qual certa confusione in materia, lo scopo è in sostanza fornire elementi per chiarire che il MC non è generalmente coinvolto nelle procedure relative al controllo dell’assolvimento dell’obbligo vaccinale, né dal (inesistente) collegamento tra Green Pass ed idoneità lavorativa.

File Allegati:

SMART WORKING E LAVORATORI FRAGILI FINO AL 30 OTTOBRE 2021

Da valoreitaliano.it

Lo Stato di emergenza al momento é prorogato fino al 31 dicembre, lo smart working per i lavoratori fragili fino al 31 ottobre 2021Poi cosa accadrà, chi tutelerà le categorie più deboli e maggiormente a rischio? Ed inoltre quanti non possono usufruire del lavoro agile potranno o meno fare richiesta del congedo per gravi motivi sanitari equiparato al ricovero ospedaliero?

Su questa tematica ‘calda’ e di assoluto interesse é intervenuto con un editoriale in esclusiva per noi il Dott Francesco Provinciali, già dirigente ispettivo Miur e giudice minorile, che sulla questione si é speso molto. Nei prossimi giorni daremo spazio ad altri suoi approfondimenti sulla questione e sulle attuali normi vigenti. Di seguito le sue parole:

Smart working e lavoratori fragili, come si procederà?

Così Provinciali: “Con il prolungamento dello ‘stato di emergenza’ pandemica fino al 31 dicembre 2021 si ripropongono alcune questioni legate alla categoria dei lavoratori fragili e dei titolari delle tutele di cui alla legge 104/92, nel settore pubblico e in quello privato.

Con Decreto Legge-COVID19 n.° 105 del 23 luglio 2021 viene infatti prorogata la possibilità di accedere allo smart working per i lavoratori certificati temporaneamente inidonei alla normale attività lavorativa, ‘provvidenza’ che era stata sospesa dopo il 30 giugno u.s.

L’art. 9 del citato decreto – infatti- ripristina retroattivamente la facoltà di avvalersi del lavoro agile nel periodo compreso tra il 1° luglio u.s. e il 31 ottobre p.v.

Tutta la normativa relativa alla tutela dei lavoratori cd. “fragili” ha seguito peraltro l’evoluzione della pandemia e -in modo diversificato- è stata correlata allo stato di emergenza, considerando che i soggetti affetti da invalidità riconosciuta, malattie autoimmuni, cure chemioterapiche, artrite reumatoide, situazioni di tutela personale previste dall’art.3 comma 3 della legge 104/1992  ecc. avrebbero corso un rischio elevato di contrarre il Covid19 nel proprio ambiente di lavoro.

La campagna vaccinale in atto ha interessato anche i lavoratori fragili che – se vaccinati  con una o due somministrazioni o in possesso della “Green card” presentano adesso una esposizione al rischio teoricamente meno compromessa in partenza, ferme restando le incognite della variante Delta (e di altre possibili a motivo della mutazione genetica del virus) tenuto conto dei contesti lavorativi dove si presentano di norma situazioni di promiscuità e quindi di potenziale compromissione.

La possibilità di accedere allo smart working con domanda da presentare al datore di lavoro , previo possesso del certificato di inidoneità temporanea legata al perdurare dello stato di emergenza, rilasciato dal medico competente o dall’autorità sanitaria della AST, risolve dunque se pur parzialmente questo potenziale vulnus.

In passato, tuttavia, ai lavoratori fragili era consentito di avvalersi dello stato di malattia equiparato al ricovero ospedaliero e non computabile nel periodo di comporto del rispettivo CCNL : questa forma di ulteriore tutela (ad evitare contagi in situazioni in cui l’attivazione dello smart working avrebbe comportato difficoltà operative) era stata concessa , poi rimossa, poi ancora ripristinata”

Gli step del decreto sostegni e lo stato dell’arte ad oggi sullo smart working per soggetti fragili

“Per ricordare i passaggi più recenti il Decreto sostegni varato dal Governo il 19 marzo u.s.  prevedeva la piena tutela per i lavoratori fragili del settore pubblico e privato, con l’estensione fino al 30 giugno 2021 del periodo utile ad usufruire a richiesta del congedo per gravi motivi sanitari equiparato al ricovero ospedaliero.
In questo modo veniva sanato un vulnus che il DPCM 2 marzo 2021 non aveva previsto, non rinnovando analoga previsione normativa che invece era contemplata all’art. 481 della legge di bilancio 2021 n°178 del 30/12/2020.

Ne conseguiva che i lavoratori fragili che non potevano essere adibiti a lavoro agile e che erano stati riconosciuti “inidonei temporaneamente al servizio ordinario”, con certificazione della Commissione ATS  o del medico competente, potevano  chiedere di usufruire fino al 30 giugno del congedo per motivi di salute – “prevenzione COVID 19” , con certificato del medico di base purché riportasse  il codice V07.

Allo stato attuale – tuttavia –  il citato D.L. 105 del 23 luglio 2021  non contempla più questa possibilità.

Quindi, di fatto e in diritto, lo smart working rimane l’unica forma di tutela applicabile per questa categoria di lavoratori.

Per ora, tuttavia: infatti un eventuale ripristino di questa fattispecie normativa resta legato all’evoluzione della pandemia e ai risultati della campagna vaccinale, che non prevede per ora l’obbligo di sottoporsi alla somministrazione del vaccino.

Ne deriva che la “partita” resta aperta e in predicato di ulteriori, eventuali provvedimenti e tutele legati all’andamento della pandemia. Non mancheremo di seguire gli sviluppi della questione per la quale in passato avevamo interpellato la Presidenza del Consiglio dei Ministri con esito, come sopra descritto, favorevole.

LE NUOVE FRONTIERE DELL’ INTELLIGENZA ARTIFICIALE IN MEDICINA

La medicina  che cambia grazie all’intelligenza artificiale. Dalla depressione alle malattie della pelle, fino a Covid-19 e tumori, l’intelligenza artificiale (AI) è e sarà sempre più a fianco della salute, aiutando i medici in diagnosi e cura delle malattie più disparate. Tanti sono, infatti, i software basati sull’AI e in particolare sul ‘machine learning’, l’apprendimento delle macchine, sviluppati a fini medici. Si tratta di algoritmi potenti, capaci di analizzare migliaia di dati per arrivare a una diagnosi accurata, come e anche più di quella che possono fare i clinici da soli, con applicazioni che possono aiutare ad accelerare il lavoro dei medici e a smaltire le liste d’attesa. Il campo è fervido, infatti, secondo dati Morgan Stanley, il mercato globale per AI in sanità è in forte crescita e ci si attende che salirà dai circa 1,3 miliardi di dollari attuali (oltre 1,1 miliardi di euro) a 10 miliardi di dollari (quasi 9 miliardi di euro) nel 202)il4 .Le applicazioni potenziali sono già numerose, ad esempio Google ha appena presentato Dermatology Assist, uno strumento che riconoscere 288 malattie di pelle, capelli e unghie, solo da una foto che il paziente potrà caricare sulla app e qualche domanda cui il paziente deve rispondere. Nel congresso della Società americana di Acustica Carol Espy-Wilson dell’Università del Maryland ha recentemente presentato un software basato sull’AI che «sente» la depressione nella parole pronunciate più lentamente e con più pause.

L’intelligenza artificiale può essere anche addestrata per imparare ad identificare anomalie nelle immagini utilizzate per le diagnosi, come ecografie e radiografie. Ad esempio Pearse Keane, del Moorfields Eye Hospital di Londra in collaborazione col centro di ricerca DeepMind di Google, sviluppato e testato su pazienti un algoritmo che diagnostica in modo attendibile malattie della vista come il glaucoma analizzando le e immagini ottenute con la tomografia ottica (OCT.

Secondo quanto riferito sulla rivista Nature Medicine, il sistema ha lo stesso livello di accuratezza di specialisti esperti, ed è in grado di identificare correttamente una malattia oculare nel 94,5% dei casi. L’AI sarà anche al servizio delle malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson: è la prospettiva dello studio multicentrico coordinato dal centro di Medicina nucleare di Massa (Massa Carrara), con la collaborazione dell’ospedale Galliera di Genova e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) di Pisa, che ha portato allo sviluppo di un software che riconosce un paziente con Parkinson anche in fase iniziale presintomatica, riscontrando piccoli deficit di metabolismo nelle strutture cerebrali interessate. Tanti anche gli algoritmi sviluppati per diagnosticare il cancro e stabilire la terapia migliore per il singolo paziente: ad esempio il ‘CompCyst’, per predire il rischio di tumore del pancreas a partire dalla analisi di cisti , di natura spesso ‘indecifrabilè nella pratica clinica, realizzato da un gruppo internazionale con un ampio contributo italiano (Università di Verona, IRCCS San Raffaele di Milano, Ospedale Sacro Cuore-Don Calabria, Negrar), coordinato da scienziati del Johns Hopkins Kimmel Cancer Center a Baltimora. Piattaforme basate sull’AI sono entrate in gioco anche nella pandemia di Covid-19, per esempo per è stato sviluppato e testato su pazienti da , ad esempio per predire il rischio di malattia grave o per selezionare, tra i farmaci in uso, quelli potenzialmente utili contro il coronavirus. (da il gazzettino)

UN ECOGRAFO GRANDE COME UN CELLULARE

In un momento in cui la rapidità delle diagnosi è essenziale e l’accesso alle cure ospedaliere è spesso ridotto a causa del Covid-19, GE Healthcare ha presentato Vscan Air, un nuovo ecografo wireless che offre immagini di alta qualità, capacità di scansione total body e la condivisione sicura dei dati.

Si tratta di un dispositivo compatto, della dimensione di un cellulare.

Vscan Air, con la sua doppia sonda offre esami accurati – sia superficiali che profondi – anche direttamente a casa del paziente.

Ecografia portatile, la proposta di GE Healthcare

Mettendo a disposizione l’innovativa tecnologia ecografica portatile di Vscan Air, GE Healthcare punta a fornire un supporto importante al settore sanitario messo fortemente sotto pressione dalla pandemia.

L’ecografo portatile è infatti uno strumento essenziale per ottenere rapidamente immagini diagnostiche tanto all’interno quanto all’esterno dell’ospedale.

In questo modo, permettendo di ridurre l’accesso dei pazienti nei reparti e minimizzare il rischio di contagio.

Inoltre, diversi studi dimostrano che il risultato dell’esame ad ultrasuoni ottenuto grazie all’ecografo portatile è paragonabile sia ai raggi X che alla TAC per quanto riguarda l’esame dei polmoni dei pazienti affetti da Covid-19.
Il nuovo sistema a ultrasuoni presentato da GE Healthcare è uno dei più piccoli e leggeri dispositivi portatili.
Peraltro, può contare su un’elevata qualità dell’immagine e un avanzato software di visualizzazione.

ecografia
Vscan Air

Secondo la società, fra i benefici anche un’interfaccia molto semplice ed intuitiva e la condivisione sicura dei dati. Questo grazie ad una specifica applicazione per mobile.

Insieme alla massima portabilità e al risparmio energetico ,anche una facile pulizia delle sonde e la loro resistenza.

Vscan Air, grazie alle sue dimensioni ridotte, si rivela un prezioso strumento di diagnosi anche nel mondo dello sport. Infatti, può essere utilizzato ovunque, anche in pista.

GE Healthcare ha precorso i tempi nel settore ecografia. Infatti, la società già ne 2010 lancio Vscan, il primo ecografo tascabile a colori.

Da allora ha continuato a rivoluzionare il modo in cui i medici visitano i pazienti.

Da 01health.it

IL CEROTTO SMART

Da 01health

Ingegneri della University of California San Diego hanno sviluppato un cerotto smart morbido ed elastico che può essere applicato al collo per monitorare in modo continuo la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca, e al contempo misurare i livelli di glucosio, così come lattato, alcol o caffeina di chi lo indossa.

Si tratta del primo dispositivo indossabile che monitora i segnali cardiovascolari e più livelli biochimici nel corpo umano allo stesso tempo, a quanto afferma il team di ricerca, secondo cui un tale device potrebbe aiutare gli individui che devono gestire la pressione alta e il diabete. Persone, fanno inoltre notare i ricercatori, che presentano peraltro anche un alto rischio di ammalarsi gravemente di Covid-19.

cerotto smart University of California San Diego

Il cerotto smart potrebbe anche essere utilizzato per rilevare l’inizio della sepsi, che è caratterizzata da un improvviso calo della pressione sanguigna accompagnato da un rapido aumento del livello di lattato.

Un simile cerotto smart morbido e tutto in uno potrebbe offrire anche una comoda alternativa per i pazienti in unità di terapia intensiva, compresi i neonati in terapia intensiva, che hanno bisogno di un monitoraggio continuo della pressione sanguigna e di altri segni vitali. Queste procedure attualmente comportano l’inserimento di cateteri in profondità nelle arterie dei pazienti e il loro collegamento a più monitor ospedalieri.

cerotto smart University of California San Diego

Secondo Lu Yin, studente di Ph.D. in nanoingegneria alla UC San Diego e co-autore dello studio pubblicato il 15 febbraio su Nature Biomedical Engineering, questo tipo di dispositivo wearable sarebbe molto utile per le persone con condizioni cliniche di base, per monitorare lo stato di salute a cadenze regolari.

E, ha aggiunto, potrebbe servire anche come un prezioso strumento per il monitoraggio remoto dei pazienti, soprattutto durante la pandemia di Covid-19, un periodo in cui le persone stanno riducendo al minimo le visite di persona agli ambulatori.

Il cerotto in sé è un sottile foglio di polimeri elastici che può conformarsi alla pelle. È dotato di un sensore di pressione sanguigna e di due sensori chimici: uno che misura i livelli di lattato (un biomarcatore dello sforzo fisico), caffeina e alcol nel sudore, e un altro che misura i livelli di glucosio nel liquido interstiziale.

Il dispositivo indossabile è in grado di misurare tre parametri contemporaneamente, uno per ogni sensore: pressione sanguigna, glucosio e lattato, alcol o caffeina.

cerotto smart University of California San Diego

Nei test condotti dal team, i soggetti hanno indossato il cerotto smart sul collo mentre eseguivano varie combinazioni di attività quali esercizio fisico su una bicicletta stazionaria, mangiare un pasto ricco di zuccheri, bere una bevanda alcolica o con caffeina. Le misurazioni del cerotto smart, hanno sottolineato i ricercatori, erano molto prossimi a quelle raccolte da dispositivi di monitoraggio commerciali come un bracciale per la pressione sanguigna, un misuratore di lattato nel sangue, un glucometro e un etilometro.

Tra i prossimi step di questa attività di ricerca c’è sia la rifinitura di questo cerotto smart, sia lo sviluppo di una nuova versione del dispositivo con ancora più sensori.

UNA APP RICONOSCE LA GRAVITÀ DELLE CADUTE A TERRA

FallCall Detect, é una tecnologia nata per rilevare la gravità delle cadute mediante una analisi combinata dei dati mediante intelligenza artificiale. Nata come un supporto alla gestione delle cadute degli anziani può rappresentare un ulteriore evoluzione dei sistemi di rilevamento del lavoro in solitario.

Da 001health.it

FallCall Solutions rilascerà FallCall Detect, tecnologia brevettata che combina il rilevamento intelligente delle cadute con un sistema completo di risposta alle emergenze personali (PERS).

Non tutte le cadute richiedono l’intervento di un medico, eppure i sistemi standard di rilevamento delle cadute spesso fanno scattare l’allarme di emergenza ogni volta che viene rilevata una caduta.

La tecnologia di FallCall Detect distingue tra le cadute con maggiore forza che hanno maggiori probabilità di causare lesioni e le cadute che avvengono da seduti.

Se viene rilevata una caduta ad alto impatto, il servizio di monitoraggio medico di FallCall viene automaticamente contattato e, se necessario, invierà i servizi di emergenza. Se viene rilevata una caduta a basso impatto, viene contattata solo la comunità di supporto predesignata dall’utente.

Un’app per Apple Watch

Disponibile come applicazione per Apple Watch, FallCall Detect permette agli anziani una maggiore libertà e la sicurezza di vivere uno stile di vita indipendente e attivo, sapendo che riceveranno un aiuto immediato in caso di caduta. Possono anche stare tranquilli sapendo che le possibilità di attivare inutili attivazioni di servizi di emergenza sono ridotte.

Secondo il Consiglio nazionale sull’invecchiamento, le cadute sono la principale causa di mortalità per gli anziani, con un morto per caduta ogni 19 minuti. FallCall Solutions, che è stata fondata da medici specializzati in traumatologia che hanno curato migliaia di vittime di cadute, ha l’obiettivo di ridurre radicalmente questo numero. L’azienda mira a sfruttare la crescente adozione della tecnologia intelligente da parte degli anziani per incoraggiare un maggiore utilizzo dei servizi di allerta medica.

Diversi anziani che ho curato per le cadute possedevano un dispositivo di allarme medico ma non lo hanno utilizzato. Hanno detto che era troppo ingombrante, stigmatizzante o scomodo, e hanno sperimentato falsi allarmi imbarazzanti – dice il co-fondatore di FallCall Solutions, il dottor Shea Gregg –. Offrendo una tecnologia semplice, sicura e intelligente combinata con le funzionalità PERS su un Apple Watch, crediamo che avremo un’adozione molto maggiore, un uso quotidiano e un trattamento più precoce delle lesioni da caduta“.

FallCall Detect si connette all’applicazione di assistenza per le emergenze della piattaforma FallCall Solution che fornisce una comunità di supporto agli utenti con avvisi per le cadute, indicando la posizione e la frequenza cardiaca. Offre anche indicazioni sugli aggiornamenti della batteria e si abbina al servizio di monitoraggio medico di FallCall a prezzi accessibili. Una volta attivato, gli utenti ricevono il rilevamento non invasivo e on-demand delle cadute con l’attivazione e la disattivazione della risposta di emergenza a un tocco, oltre alla possibilità di utilizzare comandi vocali su Apple Watch e iPhone.

Il rilevamento intelligente differenziato delle cadute è solo l’inizio per FallCall Solutions –afferma il Dr. Gregg –. Nel prossimo futuro arriveranno sulla nostra piattaforma  il rilevamento personalizzato delle cadute basato sull’IA, l’apprendimento del movimento delle cadute nel cloud e la previsione del rischio di cadute notturne“.

Gli attuali utenti di FallCall Lite e coloro che si iscrivono su smartfalldetection.com riceveranno un invito esclusivo per scaricare la versione beta di FallCall Detect e installarla sul loro Apple Watch.

RX COME TAC CON IL SOFTWARE PACE

Da le scienze

(a) radiografia tradizionale, (b) immagine ottenuta con la TAC e (c) immagine radiografica elaborata con PACE. Grazie ad un miglioramento dei contrasti, è possibile riconoscere come l’elaborazione con PACE metta in evidenza un numero di lesioni polmonari, indicate con la freccia nera, non presenti nella radiografia tradizionale. Gli ingrandimenti (d, e, f) rendono ancora più visibile il confronto e la potenza del metodo, confermato dalle immagini TAC.

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Lo sviluppo della ricerca e delle alte tecnologie realizzato dall’INGV trova applicazione anche in molte altre branche della ricerca scientifica. È il caso dello studio “Pipeline for Advanced Contrast Enhancement (PACE) of Chest X-ray in Evaluating COVID-19 Patients by Combining Bidimensional Empirical Mode Decomposition and Contrast Limited Adaptive Histogram Equalization (CLAHE)” recentemente pubblicato sulla rivista ‘Sustainability’ di MDPI, condotto in collaborazione con l’Università di Messina e l’Università di Catania, per lo sviluppo di un applicativo software chiamato “PACE” prodotto per offrire un importantissimo supporto ai radiologi nella diagnosi e nella cura delle patologie polmonari gravi come quelle causate dal COVID-19.
Infatti, è venuta in aiuto alla diagnostica per immagini applicata ai pazienti affetti da patologie polmonari quella normalmente utilizzata dall’INGV per caratterizzare lo “stato di salute” della crosta terrestre.

“L’analogia tra l’interno della Terra e interno dei polmoni può apparire alquanto audace”, afferma Massimo Chiappini, ricercatore dell’INGV e coautore dell’iniziativa. “Tuttavia questa ricerca nasce proprio dall’intuizione di utilizzare su immagini mediche le stesse tecniche di trattamento delle immagini che utilizziamo normalmente per la rappresentazione del sottosuolo nelle aree soggette a rischio sismico, vulcanico o ambientale”.

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È noto infatti che per i pazienti affetti da gravi patologie polmonari come, negli ultimi tempi il COVID-19, la valutazione radiologica di lesioni polmonari è indispensabile sia per il monitoraggio dell’evoluzione della malattia sia per valutare la risposta alle specifiche terapie. Tuttavia, quest’attività è resa complessa dal fatto che i pazienti, specialmente nelle fasi acute della malattia, non sono collaborativi e/o si trovano in terapia intensiva. In tali situazioni, inoltre, i radiogrammi sono effettuati spesso con strumenti radiografici portatili che, spesso, producono immagini artefatte che ne riducono la leggibilità.

Pertanto, il software PACE, sviluppato dal team multidisciplinare dei ricercatori dell’INGV, dell’Università di Messina (guidato dal prof. Giovanni Finocchio del Dipartimento di Scienze Matematiche e Informatiche, Scienze Fisiche e Scienze della Terra (MIFT) e dal prof. Giuseppe Cicero del Dipartimento di Scienze biomediche, odontoiatriche e delle immagini morfologiche e funzionali) e dell’Università di Catania (guidato dai proff.i Giulio Siracusano e Aurelio La Corte), è stato ideato per risolvere questi problemi di rappresentazione grafica ottimizzando al massimo il contrasto delle immagini radiografiche del torace.

Ad oggi, vista l’urgenza, i medici l’hanno applicato alle immagini raccolte sui pazienti COVID-19 del Policlinico Universitario “G. Martino” di Messina: con PACE è migliorata significativamente la lettura del radiogramma da parte del radiologo. L’algoritmo, infatti, combina lo stato dell’arte di applicativi numerici di elaborazione delle immagini, quali la decomposizione empirica bi-dimensionale, il filtro omomorfico e l’equalizzazione adattiva dell’istogramma in modo opportuno.
“Dal punto di vista clinico” – afferma il prof. Gaeta del Dipartimento di Scienze biomediche, odontoiatriche e delle immagini morfologiche e funzionali dell’Ateneo di Messina, “è stato fondamentale verificare che le informazioni aggiuntive prodotte da PACE fossero reali. Per far questo, sono state effettuate e confrontate congiuntamente le radiografie del torace e quelle delle TAC tradizionali: il grande successo è stato quello di verificare che le lesioni aggiuntive che il software PACE rilevava nelle semplici immagini radiografiche fossero tutte confermate dalle TAC”.

“La ricaduta del software ideato da INGV e dalle Università siciliane è rilevantissima in ambito sociale” afferma Massimo Chiappini.  “Tra i vantaggi, infatti, oltre la evidente riduzione dei costi e di tempi derivante dalla non indispensabilità dei macchinari per la TAC per avere identici risultati diagnostici utili, con l’uso di PACE è sufficiente effettuare un solo intervento sul paziente per l’esame radiografico con un minor rischio di diffusione di malattie virali anche tra gli operatori sanitari come nel caso del COVID-19. Inoltre, questa tecnologia offre la possibilità di applicarla anche in condizioni limite dove l’accesso alla diagnostica TAC non è agevole sia per l’alto numero di degenti interessati sia per i costi della macchina stessa che, nelle aree economicamente poco sviluppate, quali l’Africa ed il Sud America, rappresenta una strumentazione proibitiva”.
Dato l’alto interesse riscontrato in ambito medico, tutti i risultati della ricerca sono a stati messi a disposizione della comunità scientifica liberamente.

Linkhttps://www.mdpi.com/2071-1050/12/20/8573

HI-TECH E START UP DELLA SICUREZZA

Da Wired

Tra coloro a cui l’attenzione alla sicurezza sui luoghi di lavoro sembra non mancare c’è il mondo dell’innovazione e delle startup, come dimostrano molti progetti nati di recente. Fra gli ultimi in ordine di tempo, quello di Audiosafety,un’app realizzata da Sicurezza 4.0, startup nata all’interno della facoltà di Ingegneria dell’università La Sapienza di Roma proprio per creare applicazioni che aumentino il livello di tutela dei lavoratori.

(Foto: screenshot di un video di presentazione di Audiosafety)

Il ruolo delle startup

Audiosafety è una banca dati che comprende circa cinquemila istruzioni di lavoro in sicurezza, relative a ogni tipo di attrezzatura, di attività, di sostanza chimica, di primo soccorso ed emergenza, accompagnate da illustrazioni esplicative e video tutorial e costantemente aggiornate. I dipendenti le possono consultare direttamente dal proprio smartphone, mentre un server registra le visualizzazioni, certificando l’adempimento dell’obbligo d’informazione sugli aspetti di sicurezza che è in capo al datore di lavoro. “Abbiamo immaginato un’app dove ricevere le istruzioni per tutti i settori economici, e anche per uffici e attività̀ amministrative, per lo smart working, le trasferte all’estero, la guida sicura e la casa sicura” spiega uno dei fondatori dell’azienda, Gonzalo Fogliati: “Pochi minuti allo smartphone a leggere e/o ascoltare prima di iniziare la propria attività̀ in sicurezza”.

Sempre dal punto di vista della formazione, va segnalato anche un altro progetto nato in Calabria nel 2017: si chiama Alteredu ed è una piattaforma che propone un catalogo di oltre 200 corsi di formazione online in diverse materie, dalla programmazione web ai master di perfezionamento per docenti e personale ata. Da marzo la startup è stata inserita dal governo nel programma Solidarietà digitale’, e ha erogato oltre mille corsi gratuiti sui temi dell’adeguamento alle normative privacy, del controllo sulle lavorazioni degli alimenti (Haccp) e della sicurezza sul lavoro.

Spazi e affollamenti

Arriva invece da Udine un’altra app, pensata per gestire il tracciamento dei lavoratori all’interno delle aziende o nei cantieri, segnalare possibili affollamenti e monitorare l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (Covid e non), grazie all’utilizzo di sensori basati sulle tecnologie beacon, Nfc e Rfid. A svilupparla, la startup Safe Chain Tech, che da luglio scorso è diventata socia di Confindustria Udine e ha già conquistato molti clienti tra le aziende del Nordest. “Con una soluzione facile ed economica per il Covid-19 – ha detto Filippo Veronese, uno dei fondatori e amministratore dell’azienda – in pochi mesi abbiamo conquistato molte importanti realtà produttive, ma fin da subito gli imprenditori hanno intuito che con l’Iot si può veramente rivoluzionare il modo di lavorare portando efficienza, controllo e sicurezza. Così sono già partite diverse sperimentazioni, per esempio sul monitoraggio di tutti gli asset aziendali tracciandone la posizione, l’utilizzo, e prevedendone le manutenzioni”.

Sempre per controllare al meglio tutti gli aspetti relativi a salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, nel 2016 la software house veronese E-time ha sviluppato il progetto – poi diventato un’azienda a sé – di 4hse, un software gestionale in cloud che si rivolge alle imprese, ai responsabili della sicurezza nominati dai datori di lavoro e alle aziende di consulenza. Si tratta di un programma saas (software as a service) che non richiede installazione e permette di organizzare le sostanze e le attrezzature presenti in azienda, di effettuare valutazioni di rischio, di gestire le procedure di manutenzione, i corsi di aggiornamento professionale, le visite mediche periodiche e il registro degli eventi (incidenti, infortuni ecc.).

Tecnologia da indossare

Parlando di sicurezza, non potevano mancare i progetti che sfruttano le tecnologie wearable per offrire maggior comfort e protezione ai lavoratori. Uno degli esperimenti più interessanti in questo senso è Workair, il giubbotto realizzato da D-Air Lab, la startup creata da Lino Dainese dopo la cessione dell’azienda che porta il suo nome e che è diventata il punto di riferimento per le giacche protettive per motociclisti. Sviluppato in collaborazione con Enel, Workair è un corpetto con airbag integrato che protegge schiena e torace in caso di cadute da più di 1,2 metri di altezza, riducendo del 60 per cento la forza trasmessa, e dando immediatamente l’allarme in caso di incidente attraverso un chip integrato.

(Foto: D-Air Lab)

Un dispositivo che al suo debutto, nel 2015, è stato considerato rivoluzionario è poi il lettore di codici a barre indossabile Mark (ora arrivato alla versione 2), ideato dai bavaresi di ProGlove. Collocato su una fascia da mettere al polso, l’apparecchio consente di velocizzare anche del 50 per cento i tempi di scansione e di ridurre fino a un terzo gli errori, oltre ad essere meno a rischio di cadere o causare incidenti. Sperimentato inizialmente nel settore automobilistico – la prima azienda ad utilizzarlo è stata Bmw – il dispositivo è ora utilizzato da imprese che lavorano nei campi della logistica, della manifattura e anche delle vendite al dettaglio. Inoltre, quest’anno ProGlove ha lanciato un’ulteriore novità, il Mark Display: dotato di uno schermo e-ink (come quelli degli e-reader), consente al lavoratore di accedere a informazioni che prima avrebbe potuto trovare solo su un altro dispositivo, smartphone o pc.

(Foto: screenshot di un video di presentazione di ProGlove)

Pensato per la protezione del personale, invece, è il robot Cobalt, progettato dall’omonima startup californiana nata nel 2016. L’apparecchio, dotato di intelligenza artificiale ed equipaggiato con le stesse tecnologie delle vetture a guida autonoma, è capace di muoversi su percorsi predeterminati e grazie ai suoi sensori, accoppiati con degli algoritmi di machine learning, è in grado di rilevare eventuali problemi o minacce, inviando una segnalazione a degli operatori che decideranno come procedere. Il robot, inoltre, è anche in grado di interagire con gli esseri umani, verificando attraverso la tecnologia Rfid i badge o i documenti dei dipendenti rimasti in ufficio o in fabbrica dopo l’orario di chiusura. In seguito all’emergenza Covid, poi, l’azienda ha integrato nei robot una termocamera in grado di misurare accuratamente la temperatura corporea, sviluppato le procedure per identificare i dipendenti che indossano dispositivi di protezione e quelle di monitoraggio del distanziamento fisico.

Da Wired.it