MEDICINA DEL LAVORO

RISCHI ED OPPORTUNITÀ DEL LAVORO DIGITALE SU PIATTAFORMA.

Da Inail.it

Nell’ambito della campagna “Ambienti di lavoro sani e sicuri”, l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (Eu-Osha) pubblica sul portale istituzionale uno studio che approfondisce le caratteristiche di un modello lavorativo in diffusione crescente

Immagine lavoro con piattaforma digitale

BILBAO – Le innovazioni tecnologiche in corso stanno rendendo la modalità di lavoro su piattaforme digitali un fenomeno in costante crescita. Secondo le stime dello studio “OSH Pulse” dell’Agenzia europea Eu-Osha, circa il 6% dei lavoratori dei 27 Paesi dell’Unione Europea, dell’Islanda e della Norvegia ottengono parte del loro reddito dalle piattaforme digitali. Si tratta di lavoratori coinvolti in una gamma diversificata di settori, dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione alla ristorazione, dai trasporti ai servizi di supporto amministrativo.

Le tipologie del lavoro digitale. Il lavoro su piattaforma digitale può essere svolto on line, se i compiti sono svolti virtualmente dai lavoratori con l’ausilio di dispositivi elettronici in qualsiasi luogo, spesso presso la propria abitazione. Inoltre, il lavoro su queste piattaforme può anche essere realizzato in loco, come avviene per rider, conducenti, lavoratori manuali o domestici, infermieri e prestatori di assistenza, che svolgono le proprie mansioni nel mondo fisico e non virtuale.

Piattaforme digitali, le possibili opportunità per i lavoratori. Secondo lo studio dell’Agenzia europea, le piattaforme digitali mostrano il vantaggio di ridurre gli ostacoli all’ingresso e al reinserimento nel mercato del lavoro, consentendo una partecipazione maggiore soprattutto di soggetti vulnerabili ed emarginati. Inoltre, questa tipologia di lavoro consente anche di una fonte di reddito aggiuntiva o alternativa dato che è combinabile ad altre forme di lavoro o alle mansioni di assistenza familiare, consentendo anche lo sviluppo di competenze ed esperienze. I migranti e i giovani risultano essere i gruppi maggiormente coinvolti dal lavoro su piattaforma digitale, soprattutto come riders.

I rischi connessi al lavoro su piattaforme digitali. Allo stesso tempo, questo tipo di lavoro non è esente da rischi. I lavoratori, oltre all’esposizione a rischi ergonomici dovuti a prolungate posture statiche, devono affrontare alcune specifiche problematiche che aggravano la loro situazione, come la posizione professionale e le condizioni contrattuali ambigue. Ma anche gli algoritmi, utilizzati per l’assegnazione dei compiti e per il monitoraggio e la valutazione delle prestazioni, incidono sui livelli di ansia e di stress con ripercussioni negative sulla sicurezza e il benessere dei lavoratori coinvolti. Inoltre, le mansioni lavorative spesso sono condotte con attrezzature inadeguate e con una demarcazione molto fumosa tra la sfera professionale e quella privata. Isolamento sociale, disturbi del sonno, esaurimento, stress, depressione, burnout, disturbi muscolo-scheletrici, incidenti e insoddisfazione generale per il proprio lavoro e la propria vita personale sono i problemi segnalati con maggiore frequenza dagli stessi lavoratori.

Iniziative per un lavoro dignitoso e sicuro. I decisori politici, le parti sociali e le associazioni di categoria hanno avviato diverse iniziative volte alla prevenzione dei rischi a cui sono esposti i lavoratori su piattaforme digitali. Lo studio di Eu-Osha riporta diverse esperienze realizzate a livello europeo. Tra queste, per esempio, troviamo la Carta di Bologna dei diritti fondamentali del lavoro digitale che ha introdotto condizioni di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori su piattaforme nel contesto urbano. Inoltre, è citato il caso danese di una piattaforma digitale per i servizi di pulizia, in cui la negoziazione sindacale ha portato alla firma di un contratto collettivo che riconosce oltre alle indennità di malattia anche un’integrazione economica previdenziale, come compensazione aggiuntiva equivalente all’indennità di rischio.

MMC OBBLIGATORIA ANCHE NELLE ATTIVITÀ A BASSO RISCHIO: LA SENTENZA.

da CDI.it

Movimentazione manuale dei carichi: la sorveglianza sanitaria è obbligatoria anche nelle attività a basso rischio

Le attività di movimentazione manuale dei carichi comportanti rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico sono sempre sottoposte all’obbligo di sorveglianza sanitaria, anche se nel documento di valutazione dei rischi sono indicate come attività a basso rischio specifico: il solo margine discrezionale affidato al medico competente è quello di stabilire, in funzione dei risultati della valutazione dei rischi, la frequenza delle visite periodiche.

Il caso riguarda un medico competente e un delegato del datore di lavoro rinviati a giudizio per non aver sottoposto a sorveglianza sanitaria per i rischi derivanti dalla movimentazione manuale dei carichi alcuni addetti ai reparti salumeria, gastronomia e panetteria operanti presso un supermercato.  In primo grado i due erano stati assolti, avendo il Giudice ritenuto provata la “non doverosità delle visite mediche” sulla base della classe di rischio in cui tali lavoratori erano stati inquadrati nel documento di valutazione dei rischi aziendale.

Il Procuratore della Repubblica ha proposto ricorso per cassazione contro l’assoluzione sostenendo, viceversa, l’obbligo di sottoporre a sorveglianza sanitaria i lavoratori in questione, dal momento che essi svolgevano attività di movimentazione manuale dei carichi comportanti rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, anche se tali rischi erano stati valutati dal datore di lavoro di livello medio o basso.

La Terza Sezione della Cassazione penale, con sentenza n. 51293  del 22 dicembre 2023, ha accolto il ricorso del Procuratore della Repubblica, affermando che: «Secondo il combinato disposto del D.Lgs. n. 81 del 2008, art. 41 e art. 168, comma 2, lett. d) […] la sorveglianza sanitaria deve essere effettuata nel caso normativamente previsto della “movimentazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori” (ove non sia possibile ovviare alla stessa con misure organizzative ed il ricorso a mezzi meccanici appropriati) […] 4. L’interpretazione del D.Lgs. n. 81 del 2008, art. 168 effettuata dal giudice di merito nella sentenza impugnata non è corretta, in quanto la disposizione di cui all’art. 168, comma 2, lett. d), che dispone al datore di lavoro di sottoporre “i lavoratori alla sorveglianza sanitaria di cui all’art. 41 sulla base della valutazione del rischio e dei fattori individuali di rischio di cui all’allegato 33^” impone al predetto una condotta obbligatoria, correlata alla previsione normativa che le attività di “movimentazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori” possono comportare per i lavoratori “rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico”. […] Il comma 1 della predetta norma, impone chiaramente al datore di lavoro di adottare, in via prioritaria, le misure organizzative necessarie e di ricorrere ai mezzi appropriati, in particolare attrezzature meccaniche, per evitare la necessità di una movimentazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori, attività che comporta il rischio delle patologie summenzionate. Ove tanto non sia possibile, il comma 2 della norma fa obbligo al datore di lavoro di adottare le misure organizzative necessarie, di ricorre ai mezzi appropriati e di fornire ai lavoratori stessi i mezzi adeguati, allo scopo di ridurre il rischio che comporta la movimentazione manuale di detti carichi, tenendo conto dell’allegato 33^, elencando specificamente, in maniera tassativa e cumulativa, le relative condotte, tra le quali rientra espressamente anche la sorveglianza sanitaria, secondo il disposto di cui al D.Lgs. n. 81 del 2008, art. 41. Il solo margine discrezionale, affidato dalla norma al medico competente (e all’organo di vigilanza), attiene alla frequenza della visita periodica, in funzione della valutazione del rischio e dei fattori individuali di rischio, che potrà essere ulteriormente modulata, ampliando, ove ritenuto necessario, le cadenze e la periodicità previste dal D.Lgs. n. 81 del 2008, art. 41, comma 2».

NUOVO PODCAST INAL SUI RISCHI DELL’ INDUSTRIA DEL LEGNO E DEL CUOIO

da Inail.it

È online una nuova puntata della serie di episodi settimanali dedicati alle attività dell’Istituto. Dopo l’appuntamento di venerdì scorso, torniamo a parlare con Alessandro Marinaccio, direttore del laboratorio di Epidemiologia del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale. Con il ricercatore affrontiamo il tema dei tumori naso-sinusali e dell’esposizione al rischio nei settori della lavorazione del legno e del cuoio

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ROMA – Un nuovo appuntamento con Inail news podcast, il programma settimanale dedicato alle attività dell’Istituto su salute e sicurezza sul lavoro. Dopo l’episodio di venerdì scorso sul ruolo della sorveglianza epidemiologica in funzione di controllo delle malattie professionali, nella puntata online da oggi sul portale Inail e sulle principali piattaforme di podcasting affrontiamo il tema dei tumori naso-sinusali e dell’esposizione al rischio nei settori della lavorazione del legno e del cuoio. Ne parliamo con Alessandro Marinaccio, direttore del laboratorio di Epidemiologia del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale.

A rischio i lavoratori del legno e del cuoio. “I tumori naso sinusali sono una patologia rara – osserva Marinaccio. Si stima che dal punto di vista epidemiologico l’incidenza, cioè il numero di nuovi casi, è di circa un caso ogni 100.000 residenti, quindi una patologia molto rara nella popolazione generale. Ma nei gruppi di lavoratori esposti, non è così: in particolare si verifica un’incidenza molto alta tra i lavoratori dell’industria, della lavorazione del legno e della lavorazione del cuoio. Quindi, in queste categorie ha una grande rilevanza dal punto di vista epidemiologico, sociale e occupazionale”. “L’inalazione di polveri di legno duro e di polveri di cuoio può essere causa della malattia – continua il ricercatore. Questo significa che questa patologia colpisce soprattutto nei gruppi di lavoratori esposti a questi agenti cancerogeni. È un tema importante perché generalmente il legno viene vissuto nella consapevolezza collettiva, e anche nella consapevolezza dei lavoratori come un materiale sano e naturale appunto”.

Il ruolo del Registro Nazionale istituito presso l’Inail. Il decreto legislativo 81/2008 attribuisce all’Inail la sorveglianza epidemiologica dei tumori naso-sinusali, attraverso il Registro nazionale dei tumori Naso-sinusali (ReNaTuns), articolato su base regionale. L’archivio del Registro, ad oggi, comprende oltre 2900 casi rilevati dalla rete delle Regioni coinvolte nel progetto. Nel corso della puntata Marinaccio spiega come l’attività di sorveglianza epidemiologica attuata da Inail attraverso il Registro, che promuove una ricerca attiva dei casi, possa essere utile non solo ai fini della ricerca, ma soprattutto per la prevenzione di questo tipo di malattia professionale. Di questo si è parlato anche nel “Seminario di presentazione dei risultati del progetto di sviluppo della rete del Registro Nazionale dei Tumori Naso-sinusali”, che si è tenuto il 24 gennaio 2024 presso la sede Inail di Via IV Novembre a Roma.

SICUREZZA NELLA SALDATURA : LA NORMA UNI EN ISO 25980.

da amblav.it

Garantire un posto di lavoro sicuro – anche in un settore altamente specializzato – è una priorità per la normazione e la Commissione Saldature e giunzioni permanenti ha di recente recepito un documento ad hoc: la norma UNI EN ISO 25980:2023 “Salute e sicurezza nei processi di saldatura e tecniche connesse – Tende di saldatura trasparenti, strisce e schermi per processi di saldatura ad arco”.

Il documento specifica i requisiti di sicurezza di tende, strisce e schermi trasparenti per saldatura da utilizzare nei luoghi di lavoro in cui si svolge la saldatura ad arco. Esse hanno lo scopo di fornire protezione contro i livelli nocivi di radiazioni ottiche e spruzzi per i lavoratori che si trovano in prossimità dei processi di saldatura ad arco ma non sono coinvolti nella saldatura stessa. Sono destinate a ridurre il fastidioso riverbero dell’arco, ma consentono anche una trasmittanza luminosa sufficiente a permettere la visione dell’area di lavoro retrostante. Le tende trasparenti per saldatura possono essere utilizzate anche in altre applicazioni, purché le emissioni di luce UV e blu siano inferiori a quelle della saldatura ad arco e l’irraggiamento infrarosso trasmesso sia inferiore ai limiti di esposizione applicabili. Sono progettate per essere utilizzate a una distanza di almeno 1 m dall’arco. Tende di saldatura trasparenti, strisce e schermi specificati nel documento non sono destinati a sostituire i filtri di saldatura. Per la visione intenzionale degli archi di saldatura, si utilizzano altri mezzi di protezione (vedi ISO 16321-1 e ISO 16321-2). La norma non è applicabile alla protezione contro le radiazioni laser, per la quale si applica la ISO 19818-1.

All’interno della UNI EN ISO 25980 sono riportati i seguenti riferimenti normativi:

  • ISO 4007 Personal protective equipment – Eye and face protection – Vocabulary;
  • ISO/CIE 11664-1 Colorimetry – Part 1: CIE standard colorimetric observers;
  • ISO/CIE 11664-2 Colorimetry – Part 2: CIE standard illuminants;
  • ISO 18526-2 Eye and face protection – Test methods – Part 2: Physical optical properties;
  • ISO 18526-3 Eye and face protection – Test methods – Part 3: Physical and mechanical properties.

Fonte: UNI

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LA QUALITÀ DELL’ ARIA NEI LUOGHI DI LAVORO

da Inail.it

Disponibile sul portale dell’Inail, il volume offre ai datori di lavoro e ai responsabili dei servizi di prevenzione e protezione uno strumento operativo per individuare e implementare misure di riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti indoor

Qualità dell’aria nei luoghi di lavoro, l’importanza della valutazione per benessere e performance

ROMA – La salubrità dell’ambiente di lavoro costituisce un elemento essenziale per la salute e la sicurezza dei lavoratori. La qualità dell’aria di un determinato luogo, infatti, influisce in maniera preponderante sul benessere delle persone che vi operano, con ripercussioni anche sulle loro performance. A questo tema è dedicato l’opuscolo della Direzione regionale Inail Campania, che offre una panoramica normativa sull’argomento e un’analisi approfondita delle sostanze inquinanti e dei loro effetti sull’uomo, utile all’individuazione di metodologie di valutazione idonee e di misure di prevenzione adeguate. Il documento si riferisce ad ambienti a obiettivo comfort e non a quelli produttivi in cui le concentrazioni di sostanze dannose/pericolose possono costituire un pericolo per la salute dei lavoratori dove il datore di lavoro è tenuto ad eliminare/ridurre il rischio (d.lgs. 81/2008 Titolo IX).

Normative e metodologie di valutazione dell’aria per un ambiente di lavoro sicuro. L’opuscolo rappresenta una risorsa preziosa per datori di lavoro, responsabili della prevenzione e tutti coloro che sono coinvolti nella gestione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Attraverso l’analisi della legislazione tecnica vigente a livello italiano, europeo e internazionale, la pubblicazione offre un’attenta disamina dei metodi di campionamento, di analisi e di valutazione delle caratteristiche dell’aria negli ambienti indoor. Lo studio oltre agli aspetti tecnici e normativi, affronta la questione fondamentale del benessere dei lavoratori e della loro performance in ambienti che, se non adeguatamente gestiti, possono compromettere il risultato delle attività quotidiane.

Sostanze inquinanti: origine e caratteristiche. Il documento contiene un’analisi approfondita sugli inquinanti che possono incidere significativamente sulla salute e sul benessere dei lavoratori che vi entrano in contatto. Particolare attenzione è dedicata alle sostanze di origine antropica, emesse attraverso la traspirazione, la sudorazione o la respirazione e a quelle generate dai materiali edilizi/di arredo e dalle lavorazioni, con un approfondimento su descrittori, soglie di accettabilità e valori limite, contenuti nelle norme tecniche relative. Lo studio illustra anche i dati e le caratteristiche delle sostanze inquinanti, sia gassose che particellari, presenti nell’area esterna, che spesso, attraverso le finestre o per la mancanza di dispositivi specifici, possono transitare nell’ambiente interno di lavoro, pregiudicandone la qualità dell’aria.

Dalle misure di valutazione al miglioramento della qualità dell’aria. La presenza simultanea di sostanze di origine diversa rende complicato e complesso il processo di valutazione della qualità dell’aria nei luoghi di lavoro. In questo senso, l’opuscolo si rivela uno strumento prezioso per coloro che devono individuare e implementare strategie di miglioramento della qualità dell’aria. Nella sezione dedicata, infatti, il fascicolo offre indicazioni dettagliate, differenziate sulla base delle sostanze presenti, sulle misure di prevenzione e sugli interventi di riduzione dell’immissione di inquinanti di origine indoor, integrando le disposizioni della normativa tecnica di riferimento con le analisi scientifiche della letteratura di settore.

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ANALISI DEGLI INFORTUNI MORTALI NEL COMPARTO MARITTIMO.

da Inail.it

Il documento tratta gli eventi lesivi mortali, infortuni in occasione di lavoro e malattie professionali, registrati negli archivi Inail nel settore della navigazione marittima e della pesca marittima.

Immagine Un esame degli eventi lesivi mortali tra gli addetti alla navigazione e alla pesca marittima

La trattazione degli infortuni mortali è esposta congiuntamente a quella degli incidenti dai quali i casi mortali sono derivati. Per le malattie professionali sono riportate le distribuzioni sulla base della classificazione ICD-10 e secondo l’esposizione all’amianto. Gli infortuni mortali sono quelli avvenuti negli anni compresi tra il 2006 ed il 2022, mentre le malattie professionali con esito mortale sono quelle relative agli anni di protocollazione della domanda del sessennio 2017-2022.

Prodotto: OpuscoloEdizioni: Inail – 2024Disponibilità: Consultabile solo in reteInfo: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

I DATI INAIL NEL COMPARTO EDILIZIA.

da Inail it

Le Costruzioni, che nel biennio 2021-2022 hanno dato un forte impulso all’incremento del prodotto interno lordo, sono al primo posto della gestione assicurativa Industria e servizi per frequenza degli infortuni più gravi

Sicurezza in edilizia, nel nuovo numero di Dati Inail l’analisi aggiornata su un settore ad alto rischio

ROMA – Il nuovo numero del periodico Dati Inail, curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, aggiorna l’analisi relativa alle Costruzioni, un settore di attività caratterizzato da alti livelli di rischio, che nel biennio 2021-2022 ha dato un forte impulso all’incremento del prodotto interno lordo. In generale il comparto coinvolge il 7,8% degli addetti e l’11,3% delle aziende nazionali operanti nell’Industria e servizi, pari nel quinquennio 2017-2021 a una media di circa 500mila imprese e un milione 350mila lavoratori. Esaminando i dati dell’archivio statistico delle imprese attive (Asia), reso disponibile dall’Istat, emerge anche che le aziende edili sono piccole, con meno di 10 lavoratori, come la maggior parte delle imprese nazionali, e sono dedite principalmente a lavori di costruzione specializzati.

L’aumento delle denunce in linea con la crescita dell’occupazione. Nel 2022 gli infortuni sul lavoro denunciati nel settore Costruzioni sono stati circa 40mila, in aumento del 3,4% rispetto all’anno precedente ma in linea con i dati del biennio ante pandemia 2018-2019. La crescita delle denunce è coerente con l’incremento dell’occupazione, che nel 2022 è stato del 3,9% rispetto al 2021, con gli incentivi statali e lo sblocco dei cantieri a fare da volano. La stragrande maggioranza degli infortuni avviene in occasione di lavoro (91%), ma nel 2022 l’incremento maggiore (+5,0%) è stato registrato per i casi avvenuti in itinere, nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro. Con 175 decessi, il 16% in meno rispetto all’anno precedente e il dato più basso dell’ultimo quinquennio, il settore edile nel 2022 è al secondo posto in valore assoluto dopo il manifatturiero per numero di casi mortali denunciati. Quelli avvenuti in itinere rappresentano il 18% del totale e sono gli unici ad aumentare nel confronto con il 2021.

Un infortunato su quattro è di origine straniera. Nel quinquennio 2018-2022 la maggior parte degli infortuni professionali (in media il 62%) e dei decessi (55%) si è verificata nelle fasi di demolizione o preparazione del cantiere, nei lavori di impiantistica elettrica e idraulica e, più in generale, nelle opere di costruzione specializzata. Per la forte presenza di manodopera maschile, più idonea per caratteristiche fisiche e di forza allo svolgimento di molte attività che caratterizzano il settore, gli infortunati sono in netta maggioranza uomini (97%). La quota di infortunati di origine straniera, pari nel 2022 al 26% degli infortuni e al 21% dei casi mortali denunciati, è più elevata rispetto alla media del 19% registrata per entrambe le casistiche negli altri settori della gestione assicurativa dell’Industria e servizi.

Le cadute dall’alto tra le cause più frequenti. Le Costruzioni sono storicamente tra le attività più rischiose per il ricorso all’elevata manualità, per lo sforzo cui viene sottoposto il fisico del lavoratore e per gli effetti legati alla stagionalità e al clima. La lettura degli indici di rischio dell’ultimo triennio disponibile (2018-2020), in particolare, colloca il settore al primo posto rispetto a tutti quelli della gestione assicurativa dell’Industria e servizi per frequenza degli infortuni più gravi, che causano morte o inabilità permanenti. Prendendo in considerazione gli infortuni in occasione di lavoro riconosciuti dall’Inail nel quinquennio, circa il 30% è dovuto a schiacciamento in movimento verticale o orizzontale su/contro un oggetto immobile (in nove casi su 10 cadute dall’alto). Il 21,7% dei casi avviene per contatto con un agente materiale tagliente, appuntito, duro o abrasivo, mentre quasi un infortunio su cinque (19,8%) è legato allo sforzo fisico, anche per il maneggio e trasporto di carichi, materiali e detriti di demolizione pesanti.

Il 75% delle malattie professionali riguarda il sistema osteo-muscolare e il tessuto connettivo. Per quanto riguarda le denunce di malattie di origine professionale, nel 2022 ne sono state protocollate 10.238, il 20,2% in più rispetto alle 8.516 del 2018. La crescita nel quinquennio è stata costante, con la sola eccezione del 2020, in cui le denunce di patologie lavoro-correlate sono calate del 24,2% rispetto al 2019 pre pandemia. Con 7.506 denunce nel 2022, pari a poco più del 75% del totale dei casi codificati e con un’incidenza più alta rispetto al 71,2% dell’intera gestione Industria e servizi, i lavoratori delle Costruzioni presentano soprattutto malattie a carico del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, seguite dalle patologie del sistema nervoso con 1.103 casi (11,1%), dell’orecchio (10,1%) e, con percentuali più contenute, da quelle respiratorie (1,5%) e dai tumori (1,1%).

I “near miss” nei cantieri ferroviari e la piattaforma Condivido. Nel focus dedicato alla collaborazione avviata nel marzo 2022 con le Ferrovie dello Stato, per la sperimentazione nei cantieri delle migliori pratiche per la prevenzione, Dati Inail si sofferma in particolare sulle iniziative legate alla gestione delle segnalazioni dei “near miss”, ovvero tutti quegli eventi, derivanti da un lavoro o che hanno origine nel corso di un lavoro, che non causano lesioni o malattie ma che potenzialmente potrebbero farlo. Il flusso di comunicazione relativo alle segnalazioni dei “quasi infortuni” comprende diversi momenti di feedback al lavoratore segnalante, importanti per accrescere la motivazione e la fidelizzazione del personale operativo. In futuro i dati relativi ai “near miss” (numero degli eventi, cause dirette, indirette e radice, luogo, soggetti coinvolti) saranno inseriti nella piattaforma “Condivido” dell’Inail, accessibile alle aziende e alle loro rappresentanze. La piattaforma consiste in un software web-based per la raccolta dei dati, utile per la condivisione di conoscenze sulle modalità di accadimento dei “quasi infortuni” e sulle loro cause.

  • Dicembre 2023Argomenti
    L’impulso dell’edilizia sul Pil – Alti livelli di rischio per il settore delle Costruzioni – Le malattie professionali nelle Costruzioni: analisi di un quinquennio – La gestione dei near miss nei cantieri ferroviari: un esempio di collaborazione tra pubblico e privato
    (.pdf – 1,1 mb)
  • Progetto Condivido

QUANDO SI FACEVANO LE RADIOGRAFIE POLMONARI ON THE ROAD.

Dalla fine del 19° secolo, i raggi X vengono utilizzati per individuare le malattie polmonari. In Italia, dal 1941 al 1948, sono state eseguite 207.096 radiografie del torace” in miniatura”. Le radiografie tradizionali davano risultati migliori, ma le radiografie del torace in miniatura erano utili per lo screening. Questo porto’ allo sviluppo di unità mobili per radiografia del torace per le attività preventive e diagnostiche della medicina del lavoro.

fonte:

https://www.researchgate.net/publication/326799775_Mobile_miniature_X-ray_evaluation_and_pneumoconiosis_The_role_of_the_Clinica_del_Lavoro_in_Milan_1941-1948?_tp=eyJjb250ZXh0Ijp7ImZpcnN0UGFnZSI6Il9kaXJlY3QiLCJwYWdlIjoiX2RpcmVjdCJ9fQ

L’autocarro schermografico alla Clinica del Lavoro di Milano (1961). Archivio Clinica del Lavoro -IRCCS Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore PoliclinicoMilano

FOCUS SULLE NUOVE SFIDE DELLA MEDICINA DEL LAVORO IN UN SEMINARIO A MILANO

da amblav.it

Seminario
“Le prospettive del medico del lavoro: salute e lavoro oltre il giudizio di idoneità”

29 gennaio 2024 – ore 9.00-17.00
Milano – Clinica del Lavoro, Aula Magna – Via Francesco Sforza 35
Seminario gratuito, previa iscrizione, in presenza e online

I cambiamenti intervenuti nel mondo del lavoro (nuove tecnologie, frammentazione delle filiere produttive) e nella società (immigrazione, invecchiamento della popolazione, nuove forme contrattuali) impattano sulle condizioni di lavoro e di rischio dei lavoratori.
La medicina del lavoro si sta evolvendo occupandosi anche di basse esposizioni, rischi psicosociali, condizioni disergonomiche e organizzazione del lavoro, ma anche di agenti esterni che impattano sulle condizioni di rischio (es. climatici, violenze, malattie infettive); inoltre, anche alla luce della nuova definizione di salute adottata dall’OMS, la medicina del lavoro sta adottando sempre più una nuova visione del rapporto tra lavoro e salute che punta sull’adattamento del lavoro all’uomo in rapporto alle sue concrete condizioni di salute, cercando di contemperare diritto alla salute e diritto al lavoro per tutti, anche per le persone fragili.

Per ulteriori informazioni contattare gli organizzatori.

Fonte: CIIP

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