ERGONOMIA

REGIONE EMILIA: LE BUONE PRATICHE NELL’ASSISTENZA SANITARIA DEGLI ANZIANI/ MALATI

da Regione Emilia


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Buone pratiche per la promozione del benessere organizzativo e prevenzione del rischio psicosociale nelle strutture residenziali di assistenza per anziani, anche per contrastare possibili violenze e aggressioni (PP08)

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Buone pratiche per la valutazione del rischio e l’adozione di soluzioni per la riduzione del sovraccarico biomeccanico in attività di assistenza domiciliare a persone non autosufficienti (PP08)

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TELELAVORO : IL METODO OIRA PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Da osha.eu

Poiché dopo la pandemia il telelavoro è molto diffuso, ora un nuovo strumento per la valutazione interattiva dei rischi online (OiRA) può aiutare sia i datori di lavoro sia i telelavoratori a creare spazi di lavoro più sicuri e più sani a domicilio. 

Lo strumento OiRA sul telelavoro non è specifico per settore. Indipendentemente dalla tua attività, puoi usarlo facilmente. Tale strumento aiuta i datori di lavoro generando dichiarazioni di rischio basate sulle politiche e i telelavoratori offrendo consigli in materia di sicurezza e salute, che vanno dall’organizzazione del luogo di lavoro all’ambiente di lavoro e alla postazione di lavoro fino ai rischi psicosociali che il telelavoro può comportare.

È possibile integrarlo negli strumenti OiRA settoriali dell’UE esistenti o i partner OiRA nazionali possono adattarlo per soddisfare le esigenze dei diversi paesi e settori. 

Gestisci una forza lavoro a distanza? O stai lavorando da casa? 

Utilizza e aiutaci a promuovere lo strumento OiRA sul telelavoro.

Scopri tutto su come OiRA aiuta le imprese a prevenire i rischi per la sicurezza e la salute sul lavoro

PROGETTARE ERGONOMICAMENTE UNA POSTAZIONE AL VIDEOTERMINALE.

da utekvision.com

Il primo passo per la progettazione di una postazione di lavoro al vdt è quello di considerare le raccomandazioni ergonomiche dei campi visivi:

Evita movimenti non necessari della testa e degli occhi posizionando i materiali e i dispositivi alla stessa distanza dal operatore, in modo da ridurre la continua focalizzazione della vista e lo stress.

Posiziona i materiali più utilizzati nel campo visivo ottimale “α” in modo da poter visionare gli oggetti con un solo movimento degli occhi ed evita di disporre il materiale al di fuori del campo visivo massimo γ, per poter avere una visione completa senza dover muovere la testa.

Supporto per monitor ergonomico

Il monitor deve essere posizionato ad un’altezza tale che il collo sia dritto in modo che la parte superiore dello schermo sia all’altezza degli occhi dell’operatore. La distanza di visione tra gli occhi dell’operatore e lo schermo dovrebbe essere compresa tra i 51 e 76 cm. 

Le dimensioni del monitor spesso determinano la distanza di visualizzazione, comunque rimane il 21” la dimensione ottimale per la maggior parte delle applicazioni.

Supporto ergonomico per mouse e tastiera

Quando si lavora con la tastiera, l’operatore dovrebbe essere seduto con la parte superiore delle braccia sospesa naturalmente dalle spalle. I gomiti devono essere piegati all’incirca di un angolo di 90 gradi quando le dita sono nella posizione di battitura sulla riga iniziale della tastiera. Questa postura consente alle braccia e ai polsi di essere mantenuti in una posizione naturale e rilassata che riduce lo stress fisico su muscoli e articolazioni.

Ci dovrebbe essere abbastanza spazio per usare il mouse. Usa un poggiapolsi o un bracciolo in modo che il polso sia dritto e i muscoli delle braccia non siano sovraccarichi. Il Mouse deve essere posizionato il più vicino possibile al lato del operatore ad un’altezza che consenta alla parte superiore del braccio di pendere rilassata dalla spalla con una posizione del polso “neutra”.

Quando nella postazione computer l’operatore deve rimanere a lungo, l’avambraccio deve essere supportato da una superficie della scrivania (sul lato dell’operatore) o da braccioli regolabili sulla sedia. 

Questo supporto è necessario per ridurre lo sforzo statico. Se le superfici di lavoro sono troppo alte, gli utenti devono alzare le braccia e le spalle. Questo sforzo statico nelle braccia e nelle spalle può essere faticoso e può anche ostacolare il flusso sanguigno, aumentando il disagio e aumentando il rischio di lesioni. Se le superfici di lavoro sono troppo basse, il lavoratore deve sporgersi in avanti, sollecitando le braccia e la schiena.

Illuminazione del banco da lavoro

L’illuminazione è un fattore dell’ergonomia del banco da lavoro che viene spesso trascurato.

A seconda del proprio ambiente, è estremamente importante una buona illuminazione con luce bianca calda per ridurre l’affaticamento, il rischio di errore e aumentare la concentrazione e la prestazione del operatore. La luce LED deve  essere sempre orientata verso la superficie di lavoro e dovrebbe essere installata almeno 80cm sopra la superficie di lavoro in posizione centrale evitando riflessi e bagliori. L’intensità luminosa dipende dal attività da svolgere, puoi considerare l’intensità luminosa standard 500lux, ma per determinati compiti visivi (montaggio di piccole parti, controllo qualità ecc….) sono necessari 1000-1500lux.

Sedia ergonomica

Una seduta ergonomica e confortevole sul posto di lavoro aumenta il benessere e le prestazioni del operatore e aiuta a mantenere una postura corretta prevenendo disturbi alla muscolatura, alla colonna vertebrale, alle  articolazioni o alla circolazione sanguigna.

Potete implementare l’ergonomia delle vostre postazioni operative utilizzando sedie da lavoro regolabili in altezza adatte ad ogni situazione, dalla linea di produzione, alla lavorazione manuale, al controllo finale. Campo di regolazione medio delle sedute 20-30 cm.

XXIII SALONE SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO – BOLOGNA 10-12 OTTOBRE 2023

La 23esima edizione di Ambiente Lavoro, manifestazione di riferimento per chi si occupa di salute e sicurezza sul lavoro, si terrà a Bologna dal 10 al 12 ottobre 2023, e oltre ad una sezione espositiva offrirà un vasto programma di iniziative dedicate all’aggiornamento e al confronto fra professionisti. L’edizione di quest’anno riserverà particolare attenzione alle connessioni tra la tutela della salute sul posto di lavoro, le politiche ambientali e la sostenibilità aziendale per attuare politiche prevenzionistiche davvero efficaci.

Tanti sono gli espositori ed i seminari dedicati alla sicurezza sul lavoro . Ambiente e Lavoro storica Associazione propone questi interessanti seminari :

La radioprotezione: analisi delle problematiche di esposizione negli ambienti di lavoro. Il D.Lgs. 101/2020 in rapporto agli obblighi del D.Lgs. 81/2008
10 ottobre 2023 – ore 14.30-17.30
Molte sono le novità normative dell’ultimo triennio relative alla protezione in materia di prevenzione e protezione dalle radiazioni ionizzanti, determinate dal D.Lgs. 101/20 e dalle modifiche intervenute con il D.Lgs. 203/22.
Il seminario analizzerà la nuova normativa nazionale di radioprotezione in relazione agli obblighi del D.Lgs. 81/08 e ai problemi legati all’esposizione negli ambienti di lavoro e non solo.
Illustrerà nello specifico il ruolo e le responsabilità di datori di lavoro, dirigenti e preposti; la formazione dei lavoratori; l’uso di idonei dispositivi di protezione individuale; le problematiche relative alla valutazione del rischio da esposizione a sorgenti radioattive e gli aspetti di protezione sanitaria della popolazione.
Concluderà la trattazione un focus sulla gestione dei rifiuti radiologici e delle emergenze radiologiche.

Esposizione occupazionale alle radiazioni non ionizzanti: dai campi statici alle radiazioni ottiche, cosa e come sta cambiando?
11 ottobre 2023 – ore 9.15-13.30
Il seminario, articolato in due sessioni, intende illustrare i rischi per la salute e la sicurezza derivanti dall’esposizione occupazionale alle radiazioni non ionizzanti – campi elettromagnetici e radiazioni ottiche – il razionale dei limiti di protezione, l’approccio al processo di valutazione del rischio, le metodologie e le procedure di valutazione sulla base della legislazione vigente e dell’evoluzione normativa in atto a seguito dell’innovazione tecnologica e scientifica. Inoltre, relativamente ai contenziosi aventi per oggetto il possibile nesso causale tra esposizione a sorgenti di campi elettromagnetici in ambito lavorativo e insorgenza di effetti a lungo termine, si intende illustrare la panoramica della giurisprudenza.
Anche per le radiazioni ottiche un’attenzione particolare sarà prestata nell’approccio alla valutazione del rischio in tutte quelle realtà occupazionali “dimenticate” dalla normativa ma rappresentanti, per numero di esposti e dosi sperimentate dai lavoratori, una possibile fonte di nuovi contenziosi tra le parti coinvolte.

Tecnostress: conoscere il fenomeno per gestirlo in sicurezza
11 ottobre 2023 – ore 14.30-17.30
Da tempo il rischio tecnostress stava gradualmente affiorando nella sua peculiarità, ma è nell’emergenza della pandemia, con il massiccio ricorso al lavoro a distanza, che è emerso con forza. Evidenziandosi come rischio ben più significativo di quanto percepito solo fino a poco tempo prima. Le trasformazioni digitali in corso e le relative modificazioni dell’organizzazione del lavoro, nell’uso e abuso di tecnologie, configurano una situazione che sviluppa modalità lavorative nelle quali si genera il rischio tecnostress. Il fenomeno è frequentemente individualizzato, senza diventare questione “sociale”. Il rischio rimane così circoscritto nella comprensione della persona. Vi è inoltre una dimensione culturale che contrasta quella della sicurezza e salute nel lavoro. L’obiettivo è perciò conoscere e riconoscere il fenomeno e le sue specificità, nelle dimensioni che assume e nelle sue conseguenze, e cercare di tratteggiare le azioni di prevenzione possibili.
Questo convegno vuole dare una panoramica del tecnostress e fornire alcune indicazioni sulla direzione di marcia immaginabile per la eliminazione, riduzione e gestione di questo rischio.

Da rifiuti a risorse. La simbiosi industriale: patti territoriali per l’economia circolare
12 ottobre 2023 – ore 9.30-13.30
La simbiosi industriale, attraverso il trasferimento di risorse di scarto in esubero o sottoutilizzate da un’industria ad un’altra e da un settore industriale ad un altro, consente di conseguire benefici economici e ambientali derivanti dal mancato smaltimento dei rifiuti e dal consumo evitato di risorse primarie.
La simbiosi industriale è uno strumento utile di pianificazione territoriale per la valorizzazione locale delle risorse, indubbio fattore di eco-innovazione e di arricchimento per il territorio.
In un’ottica di gestione delle aree industriali diventa, inoltre, uno strumento imprescindibile per garantire un uso più efficiente delle risorse e per innescare le condizioni di competitività territoriale ed economica.
Il seminario approfondirà il ruolo del territorio a supporto dei processi di simbiosi industriale e di economia circolare, che coinvolgerà sempre di più le aziende e i consumatori, a partire da una esperienza concreta che si sta sviluppando nella provincia di Varese.

Le preiscrizioni ai seminari saranno raccolte a partire dal mese di settembre.

Fonte: Associazione Ambiente e Lavoro

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CATALOGO DIGITALE DI AMBIENTE E LAVORO 2023

Benvenuto all’interno del catalogo digitale di Ambiente Lavoro 2023.

Potrai consultare consultare la lista degli espositori,  prodotti presentati dalle aziende e il programma convegni 2023.

Elenco Espositori »Programma Convegni »

Ambiente Lavoro è l’appuntamento più importante per tutte le aziende che si occupano di sicurezza nei luoghi di lavoro.

SCHEDE DI RISCHIO DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO ARTI SUPERIORI: PICCOLA INDUSTRIA, ARTIGIANATO, AGRICOLTURA.

Il terzo volume delle “Schede di rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori nei comparti della piccola industria, dell’artigianato e dell’agricoltura” scaturisce dall’esperienza del gruppo di lavoro del progetto “Realizzazione di un percorso di aggiornamento continuo sulla valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori”, varato dalla Direzione Regionale Umbria dell’Inail e al quale partecipano 15 professionisti della Consulenza tecnica per la salute e la sicurezza di nove Direzioni regionali Inail e della Consulenza tecnica per la salute e la sicurezza Centrale Inail. La novità di questo volume rispetto ai precedenti, pubblicati nel 2012 e 2014, consiste nel fatto che le 60 schede raccolte nascono dalla valutazione collegiale e intercalibrata del gruppo di lavoro. “Tale buona pratica” – sottolinea Elena Guerrera, coordinatrice del progetto – “ha ottenuto il riconoscimento di merito al concorso buone pratiche per le eccellenze nell’amministrazione della sicurezza sociale (Issa Good practice) indetto dall’Issa (International social security association) nel maggio 2022 e questo conferma la validità della metodologia che ci ha consentito di ottenere valutazioni del rischio il più oggettive possibili”. In ogni scheda, oltre alla valutazione mediante check list OCRA dei compiti e degli scenari lavorativi, sono proposti alcuni possibili interventi di prevenzione e protezione, di semplice attuazione, e sono riportate indicazioni tratte dalle norme e pubblicazioni tecniche, per facilitare la valutazione mediante suggerimenti e chiarimenti. Nel nuovo volume sono infine presentate in modo chiaro e operativo la check list OCRA Multitask Medio e la check list OCRA Multitask Complesso, metodologie che consentono la valutazione di compiti complessi, al fine di illustrare l’analisi del rischio relativo a tutte le attività svolte nell’intero turno di lavoro. Le schede dei primi due volumi sono consultabili anche nell’applicativo Inail “Sovraccarico biomeccanico arti superiori”, pubblicato nei servizi online dell’Istituto, uno strumento semplice ed efficace rivolto a datori di lavoro, RSPP, RLS e lavoratori per aiutare l’individuazione di fattori di rischio del sovraccarico biomeccanico degli arti superiori.

Prodotto: VolumeEdizioni:

Inail – 2023Disponibilità: Sì –

Consultabile anche in rete

Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Disponibilità: Sì – Consultabile anche in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

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DETERIORAMENTO COGNITIVO NEI CALCIATORI PROFESSIONISTI .

Da doctor33.it

I risultati di uno studio pubblicato su JAMA Network Open suggeriscono che i colpi di testa ripetuti durante una carriera calcistica professionistica sono associati a un aumentato rischio di deterioramento cognitivo in età avanzata.
«Anche se i calciatori professionisti sembrano essere a più alto rischio di malattie neurodegenerative, il motivo rimane sconosciuto. Per approfondire la questione, abbiamo cercato di capire se la frequenza dei colpi di testa fosse associata al rischio di deterioramento cognitivo in calciatori professionisti in pensione» afferma Shima Espahbodi, della University of Nottingham, nel Regno Unito, che ha guidato il gruppo di lavoro. I ricercatori hanno studiato 459 calciatori professionisti in pensione, di età superiore ai 45 anni. I dati sulla frequenza dei colpi di testa sono stati raccolti attraverso un questionario, e il numero di colpi è stato suddiviso in tre fasce (da 0 a cinque, da sei a 15, e più di 15 colpi), per partita o sessione di allenamento, e sono stati considerati altri fattori di rischio specifici, come la posizione del giocatore e la commozione cerebrale. Il deterioramento cognitivo è stato definito utilizzando la Telephone Interview for Cognitive Status modificata, e sono stati valutati anche il test di apprendimento verbale di Hopkins, la fluidità verbale e le attività indipendenti della vita quotidiana. La frequenza dei colpi di testa è stata da 0 a cinque volte per 114 calciatori, da sei a 15 volte per 185, e più di 15 volte per 160 per quanto riguardava le partite, da 0 a cinque volte per 125 calciatori, da sei a 15 volte per 174, e più di 15 volte per 160, per le sessioni di allenamento. La prevalenza del deterioramento cognitivo è stata del 9,78% nel gruppo 0-cinque volte, del 14,78% nel gruppo sei-15 volte e del 15,20% nel gruppo >15 volte per le partite. La commozione cerebrale che ha comportato la perdita di memoria è stata associata a un maggior rischio di deterioramento cognitivo. Risultati simili sono stati osservati con altri test cognitivi e demenza o malattia di Alzheimer diagnosticata dal medico. «Saranno necessari ulteriori studi per stabilire quale soglia massima per la frequenza dei colpi di testa possa mitigare questo rischio» concludono gli autori. In un editoriale correlato, Peter Ueda, del Karolinska Institutet di Stoccolma, Svezia, sottolinea che le nuove ricerche non solo dovranno valutare l’importanza della frequenza dei colpi di testa, ma anche il carico totale durante la carriera calcistica e la forza e il tipo di colpo di testa.

JAMA Network Open 2023. Doi: 10.1001/jamanetworkopen.2023.23822
http://doi.org/10.1001/jamanetworkopen.2023.23822

JAMA Network Open 2023. Doi: 10.1001/jamanetworkopen.2023.24368
http://doi.org/10.1001/jamanetworkopen.2023.24368

I RISCHI PER LE POSTURE ERETTE PROLUNGATE

È noto che la postura eretta prolungata può provocare nel lungo tempo problemi e rischi per la salute, tra cui principalmente disturbi muscoloscheletrici (MSD) ma anche in altri distretti.

In quasi tutti gli esercizi commerciali è comune vedere un cassiere dietro la sua postazione di lavoro o i banchi che scansiona gli articoli con movimenti ripetitivi durante il turno di lavoro prolungato. Sono migliaia le tipologie di lavoro che richiedono posture prolungate erette , ad esempio pensiamo ad un farmacista o ad un venditore di generi alimentari. Le problematiche delle posture erette prolungate possono riguardare naturalmente anche tantissimi operatori nelle industrie. Guardiamo ai lavoratori nei confezionamenti alimentari o di profumi che trascorrono importanti quote delle loro attività lavorative in postura eretta. Lo stesso può riguardare operatori metalmeccanici o di altre realtà industriali. Esistono molti rischi nascosti nello stare a lungo in piedi . La Georgetown University, ad esempio , ha rivelato che più di quattro ore di permanenza prolungata in piedi sono sufficienti per mettere i lavoratori a rischio di problemi di salute per vene varicose, lombalgia, artralgie agli arti inferiori, cervicalgie e rigidità del collo e delle spalle.

Fortunatamente, ci sono soluzioni che possono aiutare ad alleviare questi problemi per i lavoratori che devono mantenere una prolungata stazione eretta . La soluzione più intuitiva è quella di fornire ai lavoratori la possibilità di sedersi , ove possibile sia su sedili ergonomici oppure in altri casi su semi-sedute.

I tappetini anti-fatica possono anche fornire un certo comfort ai lavoratori senza bisogno di lavori di ristrutturazione. Secondo il Canadian Centre for Occupational Health and Safety (CCOHS), stare in piedi su determinati pavimenti può essere scomodo ma “legno, sughero, moquette o gomma, qualsiasi cosa che fornisca una certa flessibilità, ha un effetto di maggior confort sui piedi dei lavoratori”. Inoltre, i tappetini possono aiutare a migliorare il flusso sanguigno degli arti inferiori di un lavoratore.

Un poggiapiedi semplice può consentire ai lavoratori di muoversi di più. Fornendo un poggiapiedi, i lavoratori possono scegliere di sollevare un piede e spostare il proprio peso durante il giorno sfruttando l’effetto del semiarco.

Il tipo di calzature o accessori che i lavoratori indossano può fare una grande differenza. “I piedi sono le fondamenta del corpo”. Una calzatura adeguata e su misura è fondamentale per mantenere i piedi sani e quindi tutto il corpo in buona salute.

Per i lavoratori che sono in piedi per lunghi periodi di tempo, sono disponibili calzature leggere con cuscino rimovibile, supporto su misura per tallone e arco e spazio per le dita dei piedi per il gonfiore di fine giornata per evitare la costrizione della pressione critico. Le fogge più richieste sono quelle di tipo ” sportivo” con maggiore flessibilità e supporto laterale.

Se un lavoratore nota che il plantare di una scarpa inizia a deteriorarsi, è importante rimuovere quel plantare per aggiungere solette e plantari di alta qualità. Questo aiuterà a proteggere i piedi dal sovraccarico di tutti i giorni , bilanciando la pressione, assorbendo l’impatto e sostenendo adeguatamente il tessuto del piede, i tendini, i muscoli e l’arco plantare.

Ricordiamo che bisognerebbe evitare di stare immobili in piedi per più di 15 minuti , che per posizione eretta prolungata si intende essere costretti a stare in piedi o vicino a un punto specifico (senza lasciare l’area entro 1 m2), che è ovviamente raccomandato di evitare di stare in piedi sul posto di lavoro per lunghi periodi di tempo ovvero :

  1. Ininterrottamente per più di un’ora e/o
  2. Più di quattro ore in totale durante il giorno.
  3. Bisognerebbe quindi tenere posizioni alternative il più possibile nelle seguenti proporzioni:
  • 30% in piedi;
  • 60% seduto;
  • 10% a piedi/in movimento.

Si sottolinea che il contrario di sedersi non è stare in piedi, ma muoversi. Quindi, anche se spesso è utile avere una seduta che permetta di alternare la posizione eretta e quella seduta , ciò non basta se vi è alternanza tra due posture STATICHE . ( Dott. Alessandro Guerri -Medico del Lavoro)

Osha-eu propone un opuscolo informativo che propone una serie di misure efficaci per ridurre il tempo passato in piediche vi consigliamo di leggere e scaricare

PER SCARICARE LA GUIDA DI OSHA EU:

Scaricarein:BG | CS | DE | EN | ES | FI | FR | HR | IT | MT | NL | PT | SK | SV | TR

POSTURA SUL LAVORO NEGLI STUDI ODONTOIATRICI : I VIDEO DI ANDI.

L’odontoiatria si prende cura del sorriso , della masticazione, e della salute orale di tanti pazienti ma chi si prende cura della salute dei dentisti e degli assistenti alla poltrona?

L’ ANDI , l’Associazione Nazionale Dentisti Italiani propone un interessante contributo con la pubblicazione sul suo sito di alcuni video di informazione sulle principali problematiche posturali in ambito odontoiatrico che qui vi proponiamo in visione .

da ANDI:

La maggior parte dei dentisti, col passare del tempo, tende a lamentare dolori al collo e alla zona lombare. Questo perché, quando sono in studio, si piegano sui pazienti assumendo una postura innaturale e pericolosa. Se protratta nel tempo, e con l’aumento dei carichi di lavoro, questa cattiva abitudine può portare a danni seri e a lesioni da sforzo ripetuto.

Il primo video mette in guardia dai gravi danni che una cattiva postura può provocare e sottolinea l’importanza dell’ergonomia in odontoiatria, perché mira a ridurre i problemi muscoloscheletrici, permettendo al dentista di adottare una posizione più naturale e confortevole e che allo stesso tempo garantisca ai pazienti efficienza e accuratezza del trattamento.

https://youtube.com/watch?v=FMye3evy_f0%3Ffeature%3Doembed

Il secondo propone una serie di consigli su come tenere una postura ideale, dall’inclinazione di testa e spalle alla posizione di gambe e piedi, fino all’altezza della sedia e alla posizione del pedale. Non mancano suggerimenti anche sull’abbigliamento e le calzature che devono essere comodi e favorire i movimenti.

https://youtube.com/watch?v=pSM8UA4IUQE%3Ffeature%3Doembed

Infine, il terzo video prende in considerazione il ruolo e la posizione dell’assistente che, in un sistema a quattro mani, sono molto importanti sia per garantire un trattamento agevole ed efficace al paziente sia per ridurre l’affaticamento del medico, che si vede porgere in maniera appropriata gli strumenti. La raccomandazione finale è che la posizione del paziente venga stabilita sulla base della postura naturale del dentista e dei suoi punti di riferimento. Naturalmente, il consiglio finale è quello classico e cioè di fare movimento e sport il più possibile, concedendosi delle pause quantomeno per brevi camminate. Perché lavorare con il massimo del comfort è garanzia di benessere per tutti: odontoiatri, staff dello studio e pazienti.

https://youtube.com/watch?v=C0posp9arlE%3Ffeature%3Doembed

LA POSTURA SEDUTA PROLUNGATA PUÒ RIDURRE LA CAPACITÀ POLMONARE ?

Il diaframma è uno dei principali muscoli respiratori e molte volte è stato preso in considerazione, dal punto di vista osteopatico, per analizzare i disturbi dei Pazienti, poiché risulta fondamentale anche in diverse altre attività fisiologiche (es. peristalsi intestinale, parto, sollevamento pesi, drenaggio…) (Bains et al, 2021) (Albarrati e tal, 2018) (Kang et al, 2018).

Una sua disfunzione può essere associata alla presenza di vari sintomi, da quelli respiratori, dall’intolleranza all’esercizio fisico, dal mal di schiena, fino ai disturbi gastro-enterici, uro-genitali, cervicali e del sonno (Dubè and Dres, 2016).

Il diaframma è una membrana muscolo-fibrosa che separa le cavità toracica e addominale ed è costituito da una porzione fibrosa centrale (non contrattile) e da una sezione muscolare periferica (contrattile). Durante l’attivazione, la forma del diaframma cambia di poco e la maggior parte dell’accorciamento si traduce in discesa assiale (per questo sia ha dal punto di vista osteopatico una disfunzione in inspirazione o in espirazione) (Albarrati e tal, 2018) (Kang et al, 2018) (Dubè and Dres, 2016).

In condizioni fisiologiche, il diaframma agisce come un pistone all’interno del torace, generando flusso, mentre la sua cupola scende all’interno della cavità toracica, spostando caudalmente il contenuto addominale ed elevando il torace inferiore. La pressione intra-toracica negativa, creata da questa azione, provoca (Bains et al, 2021) (Dubè and Dres, 2016):

(1) un afflusso di aria dalla bocca al polmone

(2) la generazione di un volume corrente

(3) un corretto pompaggio vascolare e linfatico

(4) un bilanciamento con la pressione intra-addominale.

Ma la funzione diaframmatica è sempre la stessa, sia da seduto che da in piedi? Per chi lavora tanto da seduto, cosa succede a livello diaframmatico?

In generale, si è visto che una postura non fisiologica del corpo (mantenuta in maniera prolungata) è in grado di influenzare la forza e la funzione dei muscoli respiratori, sia negli adulti sani, che nei Pazienti con disfunzione cardio-polmonare (Albarrati e tal, 2018) (Kang et al, 2018).

Biomeccanicamente, la lunghezza del muscolo influisce sulla capacità di una sua fibra muscolare di sviluppare una tensione attiva, nota come “relazione lunghezza-tensione“. Pertanto, si presume che i cambiamenti morfo-funzionali della gabbia toracica durante la posizione seduta prolungata, con flessione in avanti del capo e antiversione del cingolo scapolare, possano causare un alterato rapporto lunghezza-tensione dei muscoli respiratori, con conseguente (Albarrati e tal, 2018) (Kang et al, 2018):

a) ridotta capacità di questi muscoli di sviluppare tensione

b) ridotta frequenza

c) ridotta profondità della respirazione

L’alterazione biomeccanica dell’allineamento posturale può influenzare quindi in modo importante i range di movimento, la posizione e gli schemi di accoppiamento delle articolazioni tra le vertebre toraciche, le coste e lo sterno, alterando così anche la compliance polmonare, attraverso il cambiamento del movimento articolare disponibile per la respirazione (Albarrati e tal, 2018) (Katz et al, 2018).

Da quanto abbiamo letto, possiamo capire che le restrizioni della gabbia toracica durante la posizione seduta, limitano la mobilità del diaframma, inducendo successivamente e inconsciamente disturbi a più livelli del nostro corpo, come ad esempio un ridotto ritorno venoso, un’alterata stimolazione del sistema nervoso autonomo e una diversa eccitabilità del nervo frenico. Oltre a ciò, non bisogna dimenticare che si può avere anche un aumento dello sforzo respiratorio, una riduzione della capacità respiratoria e del controllo delle oscillazioni respiratorie in individui sani (Albarrati e tal, 2018).

In conclusione, per facilitare un normale schema motorio respiratorio è necessaria un’efficace contrazione del muscolo diaframmatico (Albarrati e tal, 2018).

Infine, a livello del sistema muscolo-scheletrico non dobbiamo dimenticare che durante la posizione seduta (Katz et al, 2018):

– gli organi addominali sono più alti, interferendo con il movimento diaframmatico e consentendo così una minore ispirazione

– i muscoli addominali si trovano in un punto meno ottimale nella curva lunghezza-tensione, poiché la combinazione di flessione dell’anca + posizione più alta del contenuto addominale, esercita una pressione verso l’alto

– lo schienale e il sedile della sedia possono notevolmente limitare l’espansione toracica, l’equilibrio tra la pressione intra-toracica e intra-addominale e l’escursione degli altri diaframmi della catena diaframmatica (in particolar modo a livello del cingolo scapolare e del diaframma pelvico) ( da pesentiweb)

LINK DI APPROFONDIMENTO :

STRETCHING VICINO ALLA POSTAZIONE PC

Alcuni semplici esercizi di stretching possono prevenire problemi posturali o muscolo-scheletrici. Possono essere eseguiti al lavoro, prendendosi una pausa almeno due volte al giorno, sono utili per chi svolge lavoro di ufficio alla scrivania, per gli operatori ai terminali, per gli operatori allo sportello e per chi passa tante ore in piedi.

L’ISS ha pubblicato una infografica con semplici esercizi da fare in ufficio. Sono esercizi validi  da affiancare a norme generali di comportamento, valide per tutti, come alzarsi spesso dalla sedia per riattivare la circolazione periferica delle gambe, bere almeno un bicchiere di acqua ogni ora per idratarsi e fare le scale, al posto di prendere l’ascensore, quando possibile.

UN FLASH SUL METODO TACO PER LE POSTURE INCONGRUE

Il rischio posturale sul lavoro rappresenta un fattore importante per la salute dei lavoratori. Sebbene il Decreto Legislativo 81/08 non preveda uno specifico titolo per il rischio posturale, l’articolo 15 comma 1 lett.d) enuncia il “rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo”. Ciò significa che il mancato rispetto dei principi ergonomici costituisce un fattore di rischio per la salute dei lavoratori.

Attualmente, gli aspetti legati al rischio posturale vengono considerati durante la valutazione del rischio da movimentazione manuale dei carichi e/o da movimenti ripetitivi, limitatamente al sovraccarico biomeccanico degli arti superiori e del tratto lombare. Tuttavia, tali metodologie non forniscono informazioni esaustive sui rischi derivanti dalle posture incongrue, in genere statiche e che coinvolgono tutti i segmenti corporei, comprese testa, collo, tronco, arti inferiori e piedi.

Per valutare il rischio posturale, la letteratura tecnica mette a disposizione metodi quali RULA, REBA e OWAS, che nascono per lo studio esclusivo delle posture. Tuttavia, tali metodologie costituiscono soltanto uno screening iniziale e non tengono conto di tutti i segmenti corporei e del contesto complessivo della mansione.

Il metodo attualmente più accreditato per valutare il rischio posturale è il metodo TACOs (Timing Assessment COmputerized strategy). Esso utilizza una combinazione di tecniche di valutazione delle posture e di analisi computerizzata per determinare il rischio di danni muscolo-scheletrici derivanti dall’assunzione di posture scorrette.

Il metodo TACOs prevede un primo screening mediante checklist ISO/TR 12295 nella quale vengono poste domande relative alle posture assunte da testa/collo, tronco, arti superiori e arti inferiori. Qualora l’esito fosse accettabile, non si dovrà procedere ad ulteriori approfondimenti. Qualora l’esito non fosse accettabile, si dovrà procedere alla valutazione approfondita del rischio mediante ISO 11226 “Valutazione delle posture di lavoro statiche” o il metodo TACOs rilasciato da EPM Research.

Il metodo TACOs, mediante una valutazione a punteggi (grafico a torte) e legandosi al sovraccarico biomeccanico, prende in considerazione i contributi legati alle posture di arti inferiori, rachide dorso lombare (se assenti i sollevamenti manuali di carichi), postura eretta, postura seduta, postura seduta con uso di pedale e postura su scale. I suddetti punteggi sono bilanciati sul tempo di esposizione.

Con l’utilizzo del metodo TACOs, è possibile definire una postura congrua o incongrua e splittare le incongruità su livelli numerici e colorazioni assimilabili a quelle dei metodi OCRA e NIOSH. Le eventuali posture incongrue dovranno essere gestite con idonee misure.

Il metodo TACOs rappresenta quindi una soluzione tecnologicamente avanzata per la valutazione del rischio posturale sul lavoro. Questa metodologia utilizza una combinazione di tecniche di valutazione delle posture e di analisi computerizzata per determinare il rischio per la salute derivante dalle posture scorrette. Il metodo TACOs fornisce una valutazione accurata e dettagliata del rischio per la salute derivante dalle posture incongrue e suggerisce strategie di prevenzione efficaci.