Monthly Archives: Marzo 2023

TRICLOROETILENE E PARKINSON.

da doctor33.it

Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Parkinson’s Disease, il tricloroetilene (TCE), un solvente molto diffuso a livello industriale, sta contribuendo alla crescita dell’incidenza del morbo di Parkinson, in quanto molte persone sono esposte ai suoi effetti pur non accorgendosene.
«Il TCE era impiegato in una serie di applicazioni industriali, di consumo, militari e mediche spiegano Ray DorseyRuth Schneider, e Karl Kieburtz, della University of Rochester Medical Center». Il suo utilizzo negli Stati Uniti ha raggiunto il picco negli anni ’70, e, sebbene da allora l’uso domestico sia diminuito, è ancora usato per sgrassare il metallo e per la pulizia a secco. Il TCE ha contaminato moltissimi siti in tutto il paese, tra cui la base del Corpo dei Marines Camp Lejeune, alcune zone della Silicon Valley, e fino a un terzo delle acque sotterranee. Il TCE causa il cancro, è legato ad aborti e a malattie congenite cardiache, ed è associato a un aumento del rischio di Parkinson del 500%. La connessione tra TCE e Parkinson è stata sospettata per la prima volta più di 50 anni fa e negli anni successivi, la ricerca su topi e ratti ha dimostrato che il TCE entra nel cervello e provoca la perdita selettiva delle cellule nervose produttrici di dopamina, un segno distintivo della malattia di Parkinson negli esseri umani. A tutti gli effetti le persone che hanno lavorato direttamente con TCE hanno un rischio elevato di sviluppare il morbo di Parkinson. Tuttavia, secondo gli esperti, altri milioni di persone incontrano tale sostanza inconsapevolmente attraverso l’aria esterna, le acque sotterranee contaminate e l’inquinamento dell’aria interna. Nell’articolo, i ricercatori riferiscono di sette persone nelle quali il TCE potrebbe aver contribuito allo sviluppo del Parkinson. I casi di studio includono per esempio due persone contaminate dal TCE a Camp Lejeune, che hanno ricevuto una diagnosi di Parkinson a diversi decenni di distanza, e un senatore che aveva prestato servizio nel Georgia Air National Guard, dove si utilizzava il TCE per sgrassare gli aeroplani. Gli autori raccomandano una serie di azioni per affrontare la minaccia alla salute pubblica rappresentata dal TCE, sottolineando che i siti contaminati possono essere bonificati con successo, e che l’esposizione all’aria interna può essere mitigata da sistemi di bonifica del vapore simili a quelli utilizzati per il radon.

Journal of Parkinson’s Disease 2023. Doi: 10.3233/JPD-225047
http://doi.org/10.3233/JPD-225047

IL SONNO È SALUTE.

da dottnet.it

Il sonno è essenziale per la salute: questo il messaggio diretto e semplice scelto dalla ‘World Sleep Society’ per la giornata mondiale del sonno 2023, che si celebra quest’anno il 17 marzo. Un modo per ricordare che proprio come mangiare bene e fare esercizio fisico, il sonno è fondamentale per il benessere fisico, mentale e sociale, anche se è un aspetto degli stili di vita decisamente più trascurato. “I nostri pazienti e le persone di tutte le età nel mondo – sottolinea la dottoressa Phyllis C. Zee, presidente della World Sleep Society – possono migliorare la loro salute generale e il benessere dando priorità al sonno e alle strategie per migliorarne la qualità”.  La giornata del 17 marzo, in cui promuovere quindi l’importanza di un riposo di qualità ed esaminare anche ambiti correlati come l’istruzione, gli aspetti sociali e la guida, è stata scelta in quanto si tiene il venerdì prima dell’equinozio di primavera di ogni anno.  In Italia l’Aims, Associazione italiana medicina del sonno, promuove per la giornata la maratona del sonno 2023, un webinar gratuito nel quale tutti i principali esperti italiani della medicina del sonno faranno una staffetta ideale dalle 8 alle 20.30, presentando un quadro articolato delle conoscenze sui disturbi del sonno nell’ambito della salute. Tutte le informazioni sul sito https://sonnomed.it.

IL PROGRAMMA WHP “WORKPLACE HEALTH PROMOTION”

da assolombarda.

Il Programma WHP “Workplace Health Promotion” – Aziende che promuovono la salute, intende promuovere gli stili di vita sani tra i lavoratori affrontando il tema delle abitudini alimentari nel contesto lavorativo e domestico nonché il complesso sistema di equilibri delle abitudini comportamentali nel tempo libero.

I principali interventi di promozione della salute su cui si fonda il Programma WHP sono:

  • promozione di una alimentazione corretta (es. decalogo corretta alimentazione);
  • contrasto al consumo di tabacco (es. linee guida, volantini, manifesti per fumatori e non fumatori);
  • promozione della attività fisica (es. volantini promozione uso scale e bicicletta);
  • mobilità sostenibile (es. controllo dei veicoli aziendali);
  • contrasto alle dipendenze da alcol, sostanze stupefacenti e gioco d’azzardo (formazione e campagne informative);
  • promozione del benessere e conciliazione famiglia-lavoro.

Obiettivi e contenuti del Programma WHP

Il Programma WHP si inserisce tra le attività di promozione della salute, previste a livello regionale in relazione anche alla tematica dell’invecchiamento della popolazione lavorativa e dei cambiamenti in atto nella nostra società.
Le aziende che avviano, al loro interno, interventi ritenuti “buone pratiche” nel campo della health promotion e dello sviluppo sostenibile, aderendo alla reta WHP ottengono l’ accreditamento come “Azienda che promuove Salute“.

Come aderire al Programma WHP

Le aziende che decidono di aderire si impegnano a realizzare annualmente almeno 3 buone pratiche (scegliendole da un apposito Manuale) in 2 aree tematiche diverse.
Al termine del primo anno vengono accreditate come “azienda che promuove salute” ricevendo il logo “health promoting workplace” dell’anno.

Per entrare nella Rete WHP Lombardia  è sufficiente compilare il modulo di iscrizione online. L’adesione è gratuita.


Benefici per le aziende che aderiscono al WHP

Le aziende che aderiscono al Programma WHP possono avere benefici di vario tipo: miglioramento dell’organizzazione del lavoro e dell’ambiente di lavoro, benefit ai lavoratori oltre che aspetti di natura fiscale.

CONTENUTI CORRELATI
File

WHP – Protocollo Assolombarda e ASL milanesi – 3 dicembre 2014

INDIPENDENZA DEL MEDICO COMPETENTE

Il Decreto Legislativo 81/08, conosciuto come il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, è una normativa fondamentale per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori sul luogo di lavoro. Tra le sue disposizioni, si trova la figura del medico competente, che ha il compito di valutare l’idoneità del lavoratore a svolgere determinate mansioni.

Il medico competente è un professionista indipendente e qualificato, che lavora a titolo individuale o presso un servizio di medicina del lavoro. La sua principale funzione consiste nell’effettuare una valutazione completa della salute del lavoratore, che prevede l’analisi dei dati anamnestici, l’esame obiettivo e gli eventuali esami strumentali. In base a questi elementi, il medico competente valuta l’idoneità del lavoratore a svolgere determinate mansioni.

L’indipendenza del medico competente è un elemento cruciale per garantire la qualità e l’efficacia della valutazione della salute dei lavoratori. Il Decreto Legislativo 81/08 stabilisce che il medico competente non deve essere subordinato al datore di lavoro o alle organizzazioni sindacali o professionali. Inoltre, il medico competente deve agire in modo del tutto autonomo, esprimendo il suo giudizio in base alle proprie conoscenze e competenze professionali.

La figura del medico competente ha un ruolo centrale nella prevenzione dei rischi sul lavoro, in quanto consente di individuare le condizioni di salute del lavoratore e di valutare le conseguenze che le attività lavorative possono avere sulla sua salute. Inoltre, il medico competente ha la responsabilità di suggerire eventuali interventi preventivi o curativi per tutelare la salute dei lavoratori.

La valutazione dell’idoneità del lavoratore è un’attività delicata e complessa, che richiede una conoscenza approfondita delle malattie professionali, delle patologie correlate al lavoro e dei fattori di rischio presenti nell’ambiente lavorativo. Per questo motivo, il medico competente deve avere una formazione e una competenza specifica nel campo della medicina del lavoro.

La figura del medico competente è fondamentale per la prevenzione dei rischi sul lavoro e per la tutela della salute dei lavoratori. L’indipendenza del medico competente nella gestione del giudizio di idoneità è un aspetto cruciale per garantire la qualità e l’efficacia della valutazione della salute dei lavoratori. Il medico competente deve agire in modo indipendente e obiettivo, in modo da tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, senza subire influenze da parte del datore di lavoro o di altre organizzazioni.

L’indipendenza del medico competente nella gestione del giudizio di idoneità è un aspetto cruciale del Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, che garantisce la salute e la sicurezza dei lavoratori sul posto di lavoro. Il medico competente deve essere un professionista indipendente e competente, che opera in modo autonomo e obiettivo, per garantire la sicurezza dei lavoratori e la corretta applicazione delle leggi .

RADON IN UNA SCUOLA SU QUATTRO.

da rainews.it

Su 79 edifici scolastici analizzati in Friuli Venezia Giulia, 21 sono inquinati da livelli troppo alti di radon, compresi nidi e scuole dell’infanzia. Quasi come dire una scuola su quattro. E’ il bilancio dei monitoraggi eseguiti da Arpa nel corso del 2022. E solo nell’ultimo mese l’Agenzia ha rilevato altri dieci edifici scolastici con sforamenti dei limiti massimi di radon. L’ultimo caso, quello della scuola Don Marzari di Opicina, sul Carso triestino, costretta al trasloco.

Il radon è un gas radioattivo naturale, prodotto dal decadimento dell’uranio. E’ inodore e incolore, ma molto pericoloso per la salute: è un cancerogeno certo e in particolare è la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo di sigaretta. E’ presente in tracce nel sottosuolo quasi dappertutto, ma nella provincia di Trieste e di Udine troviamo le concentrazioni più elevate. Questo gas si diluisce velocemente all’aria aperta, ma si concentra negli ambienti chiusi, soprattutto in conseguenza del ridotto ricambio d’aria. 

Negli ultimi 22 anni Arpa ha svolto più di 20 mila controlli in 2 mila scuole, fornendo anche le indicazioni per gli interventi utili a ridurre la concentrazione di radon. Tra i principali rimedi ci sono le sigillature di crepe e fessure nelle pavimentazioni dei locali interrati e l’aumento della ventilazione attiva e passiva. La legge prevede due anni di tempo per il risanamento.

Il radon può insinuarsi anche in case o appartamenti, soprattutto al piano terra. Chi volesse misurare l’eventuale presenza di radon in casa o in azienda, può fare richiesta ad Arpa tramite sito web: l’Agenzia invia un dosimetro e le istruzioni per il corretto collocamento. Il costo è di 70 euro più Iva.

STRESS E MALATTIE CARDIOVASCOLARI

da osha.europa.eu

Questo documento esplora i collegamenti tra i fattori di rischio psicosociale e l’aumento del rischio di malattie cardiache e ictus. Esamina gli effetti diretti che i meccanismi dello stress possono avere sul sistema cardiovascolare e come l’impatto che lo stress correlato al lavoro può avere su abitudini di vita malsane può a sua volta avere un impatto sulla salute cardiovascolare. Considera inoltre il contributo di un ambiente di lavoro psicosociale lavorativo favorevole come fattore protettivo nei confronti delle malattie cardiovascolari. Viene suggerito un approccio di prevenzione multifattoriale e olistico.

ScaricamentoIn:IT

IL PROGRAMMA ISPETTIVO DELL’INL 2023/2024

da :https://www.confartigianatoimpreseperugia.it/ispettorato-del-lavoro-attivita-di-vigilanza-2023-settori-prioritari-di-sorveglianza/

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha prodotto il documento di programmazione della vigilanza per l’anno 2023, presentato alla Commissione
centrale di coordinamento dell’attività di nella riunione del 13 febbraio 2023.
Assi prioritari del document sono la necessità di assicurare priorità alle istanze provenienti dai lavoratori, il rafforzamento dei controlli in materia di
salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, l’attuazione del Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso (PNS), il contrasto alle illecite esternalizzazioni
produttive e a ogni forma di discriminazione nei luoghi di lavoro.
Nel documento di programmazione della vigilanza per l’anno 2023, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro evidenzia la persistente carenza di
personale amministrativo adibito ad attività di supporto alle proprie attività.
SI prevede di effettuare nel 2023 75.000 accessi ispettivi, con un incremento di circa il 18% delle ispezioni attivate nel corso del 2022.
Prevenzione e promozione della legalità
L’INL si è impegnato a sviluppare iniziative di sensibilizzazione e formazione sui temi della legalità e della sicurezza nei luoghi di lavoro, rafforzando la collaborazione con il settore scolastico. L’attività informativa sarà rivolta
prioritariamente a tutti gli studenti, in particolare a quelli che sono prossimi all’inserimento nel mondo del lavoro, nonché a quelli interessati dai progetti di
alternanza scuola lavoro, ai dirigenti scolastici e ai docenti tutor, al fine di far acquisire conoscenze e competenze specifiche in materia di salute e
sicurezza sul lavoro.
Richieste di intervento e tutela dei lavoratori
L’Ispettorato rafforzerà lo “sportello all’utenza” i cui servizi continueranno ad essere assicurati, oltre che in presenza, anche in modalità “online”
prevedendo, tra l’altro, l’utilizzo di modalità, attualmente in fase di sperimentazione, che consentano la gestione degli appuntamenti con gli
utenti.
Inoltre, sarà incrementato l’utilizzo degli istituti normativi volti ad una pronta soddisfazione delle richieste di intervento, specie di natura economica.
A tal fine è stato rinnovato il servizio di ricezione delle richieste di intervento, mediante l’integrazione sul proprio sito del modello di denuncia tradotto in
diverse lingue (arabo, bengalese, cinese, francese, inglese, punjabi, romeno,
ucraino e urdu), e attraverso l’attivazione sperimentale di sportelli multilingua
che, in collaborazione con OIM, saranno progressivamente estesi ad altri ambiti territoriali e dedicati alla ricezione – con la consueta modalità protetta e riservata – delle denunce di irregolarità e sfruttamento lavorativo di cittadini
stranieri.
Lavoratori migranti e rifugiati ucraini
Nel 2023 l’azione ispettiva dell’INL a contrasto dello sfruttamento dei lavoratori provenienti da Paesi terzi proseguirà con l’attivazione di apposite task force multi-agenzia nell’ambito delle attività progettuali che verranno realizzate a
seguito del progetto “A.L.T. Caporalato D.U.E. Azioni per la Legalità e la Tutela del lavoro – Dignità, Uguaglianza ed Equità”. A questi interventi si
affiancherà la stabile collaborazione con l’OIM in attuazione del Protocollo d’intesa siglato in data 11 marzo 2021 che, tra l’altro, promuove lo sviluppo di
procedure operative comuni che garantiscano migliore operatività ed efficacia al meccanismo di tutela e messa in protezione delle vittime di sfruttamento lavorativo (c.d. referral).
Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
Particolare attenzione deve essere posta all’attività di prevenzione, la quale si svilupperà in adesione alle preannunciate campagne europee ed avrà
riguardo, in particolare, ai processi di valutazione dei rischi e di individuazione delle misure di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, così come all’adeguatezza dei percorsi formativi dei lavoratori, anche in
collaborazione con gli organismi paritetici.
I settori prioritari sui quali indirizzare la vigilanza per le verifiche in materia di salute e sicurezza nel corso del 2023 saranno l’edilizia, l’agricoltura, la
logistica e i trasporti.


Nel corso del 2023 il contrasto al lavoro sommerso, in tutte le sue forme, sarà l’obiettivo prioritario della programmazione.
L’attività di contrasto al sommerso sarà a tutte le forme di sommerso e quindi anche al contrasto del c.d. lavoro grigio, categoria nella quale vanno ascritti tutti quei rapporti di lavoro che, seppur formalmente regolari in quanto
comunicati agli enti competenti, presentano nel concreto svolgimento elementi
di irregolarità connotati da un minore impatto sugli oneri retributivi, contributivi e fiscali a carico del datore di lavoro attraverso modalità di elusione della normativa legale e contrattuale.
L’INL proseguirà, nel 2023, la sua azione di controllo e di presidio del territorio, in un’ottica multi-agenzia e in collaborazione sinergica con tutte le
autorità competenti e le organizzazioni interessate al contrasto allo sfruttamento lavorativo.
A tale scopo, anche per il 2023, si prevede l’attivazione di specifiche task
force per l’effettuazione di verifiche ispettive straordinarie multi-agenzia in
contesti a maggior rischio, che richiedono l’intervento di una cospicua forza
ispettiva: in tale ottica, l’INL ha elaborato una nuova proposta progettuale denominata “A.L.T. Caporalato D.U.E.- Azioni per la Legalità e la Tutela del lavoro – Dignità, Uguaglianza ed Equità”, volta ad assicurare continuità al rafforzamento delle iniziative di contrasto al caporalato anche nel biennio 2023- 2024.

PAPA FRANCESCO E INAIL CONTRO LA CULTURA ” VALI SE PRODUCI”

L'udienza del Papa con i dirigenti e il personale dell'Inail

da vatican news

Il Papa: senza tutele per i lavoratori la società è sempre più schiava dello scarto

Ai direttori e dipendenti dell’Inail Francesco parla della “cultura dello scarto” nelle società che non danno garanzie a chi lavora e sull’aumento degli infortuni delle donne denuncia la mentalità che allontana le allontana in caso di gravidanza: questa logica terribile che si riassume nella frase “vali se produci” si sconfigge con la compassione

Non sempre la dignità dei lavoratori è tutelata e spesso, in caso di infortunio, il peso “viene caricato sulle spalle delle famiglie”, e una società che è senza tutele è sempre “più schiava della cultura dello scarto”. Parole forti che il Papa pronuncia ricevendo in udienza i dirigenti e il personale dell’Inail, l’Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro, al quale indica il valore della tutela sui posti di lavoro. Cita la pandemia, Francesco, che ha portato a un aumento di “numero di denunce in Italia, in particolare nei settori della sanità e dei trasporti”, e poi anche la crescita degli infortuni delle donne, “a ricordarci che la piena tutela delle donne nei luoghi di lavoro non è ancora realizzata”.

E questo anche, mi permetto di dire, c’è uno scarto previo delle donne, per paura che rimangono incinte, è meno sicura una donna perché può diventare incinta. Questo si pensa per assumere e quando comincia a ingrassare se si può mandare via è meglio. Questa è la mentalità e dobbiamo lottare contro questo.

Società schiave della cultura dello scarto

Il lavoro dell’Inail è prezioso, dice ancora Francesco, per prevenire gli infortuni, ma anche per accompagnare gli infortunati e per garantire sostegno alle loro famiglie, nessuno così si sente “abbandonato a sé stesso, questo è chiave”.

Senza tutele, la società diventa sempre più schiava della cultura dello scarto. Finisce per cedere allo sguardo utilitaristico nei confronti della persona, piuttosto che riconoscere la sua dignità. La tremenda logica che diffonde lo scarto si riassume nella frase: “Vali se produci”. Terribile questo: vali se produci, se tu non produci non vali niente. Così conta solo chi riesce a stare nell’ingranaggio dell’attività e le vittime vengono messe da parte, considerate un peso e affidate al buon cuore delle famiglie.

Vita e salute non hanno prezzo

Non investire nella sicurezza nei luoghi di lavoro è tra le cause dell’aumento degli infortuni, e il Papa ricorda come la vita e la salute non hanno prezzo, che non possono essere scambiabili con “qualche soldo in più o con l’interesse individuale di qualcuno”. La cultura dello scarto porta alla tendenza di colpevolizzare le vittime, aggiunge, e “questo appare sempre, è un modo di giustificare”, e questo “è segno della povertà umana in cui rischiamo di far cadere le relazioni, se perdiamo la retta gerarchia dei valori, che ha in cima la dignità della persona umana”. L’invito di Francesco è a riflettere “sul senso del lavoro”, e sulla importanza della cura per la qualità del lavoro, per i luoghi e per i trasporti, aspetti fondamentali, “se si vuole promuovere la centralità della persona; quando si degrada il lavoro, si impoverisce la democrazia e si allentano i legami sociali”.

È importante fare in modo che siano rispettate le normative sulla sicurezza: non possono mai essere viste come un peso o un fardello inutile. Come sempre accade, ci rendiamo conto del valore della salute solo quando viene a mancare.

Seguire il Buon Samaritano

Importante è quindi avvalersi della tecnologia, che da una parte favorisce una buona soluzione come il lavoro a distanza, dall’altra però non deve isolare “i lavoratori impedendo loro di sentirsi parte di una comunità”. Francesco inoltre evidenzia le conseguenze negative nate dalla “netta separazione tra luoghi di vita familiare e ambienti lavorativi” che ha “avvalorato l’idea secondo cui la famiglia sarebbe il luogo del consumo e l’impresa quello della produzione”, rischiando di fare crescere “la mentalità secondo la quale le persone valgono per quel che producono, per cui fuori dal mondo produttivo perdono valore, identificato in modo esclusivo con il denaro”.

L’impegno dell’Inail si dimostra dunque necessario, seguendo l’esempio del Buon Samaritano, per chi ha bisogno di aiuto e rischia di essere abbandonato, grazie ad una azione che mette “in pratica i verbi della parabola evangelica: vedere, avere compassione, farsi vicini, fasciare le ferite, farsi carico”.

Ripeto: vedere, avere compassione, farsi vicini, fasciare le ferite, farsi carico. E questo non è un bel negoziato, è sempre a perdita…Vi incoraggio a guardare in faccia tutte le forme di inabilità che si presentano. Non solo quelle fisiche, anche quelle psicologiche, culturali e spirituali. L’abbandono sociale ha riflessi sul modo in cui ciascuno di noi guarda e percepisce sé stesso.

L’indifferenza è segno di una società disperata

Vedere significa guardare alle persone che sono uniche e non sono numeri, perché “non esiste l’infortunato”, ma esiste chi ha un nome e un volto.

Esiste il sostantivo, non l’aggettivo, un infortunato: no, è una persona che ha subito un infortunio. Noi siamo abituati a usare troppo gli aggettivi, siamo in una civiltà che è caduta un po’ nell’usare troppo gli aggettivi e abbiamo il rischio di perdere la cultura del sostantivo. Questo non è un infortunato, è una persona che ha avuto un infortunio ma è una persona.

La compassione, “non è una cosa stupida di donne, di vecchiette, no: è una cosa umana molto grande”, è il contrario dell’indifferenza, e “noi viviamo in una cultura dell’indifferenza”, poiché “compassione e la tenerezza sono atteggiamenti che riflettono lo stile di Dio”.

Se noi ci domandiamo qual è lo stile di Dio, tre parole lo indicano: vicinanza, Dio sempre è vicino, non si nasconde; misericordia, è misericordioso, ha compassione e per questo è misericordioso; e terzo, è tenero, ha tenerezza. Vicinanza, misericordia compassionevole e tenerezza. Questo è lo stile di Dio e su quella strada dobbiamo andare.

MENU

Seleziona la tua lingua

Cerca

CERCAJingle Sei Su 2 ProgrammiPodcast

L'udienza del Papa con i dirigenti e il personale dell'Inail

Il Papa: senza tutele per i lavoratori la società è sempre più schiava dello scarto

Ai direttori e dipendenti dell’Inail Francesco parla della “cultura dello scarto” nelle società che non danno garanzie a chi lavora e sull’aumento degli infortuni delle donne denuncia la mentalità che allontana le allontana in caso di gravidanza: questa logica terribile che si riassume nella frase “vali se produci” si sconfigge con la compassione

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

Non sempre la dignità dei lavoratori è tutelata e spesso, in caso di infortunio, il peso “viene caricato sulle spalle delle famiglie”, e una società che è senza tutele è sempre “più schiava della cultura dello scarto”. Parole forti che il Papa pronuncia ricevendo in udienza i dirigenti e il personale dell’Inail, l’Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro, al quale indica il valore della tutela sui posti di lavoro. Cita la pandemia, Francesco, che ha portato a un aumento di “numero di denunce in Italia, in particolare nei settori della sanità e dei trasporti”, e poi anche la crescita degli infortuni delle donne, “a ricordarci che la piena tutela delle donne nei luoghi di lavoro non è ancora realizzata”.

E questo anche, mi permetto di dire, c’è uno scarto previo delle donne, per paura che rimangono incinte, è meno sicura una donna perché può diventare incinta. Questo si pensa per assumere e quando comincia a ingrassare se si può mandare via è meglio. Questa è la mentalità e dobbiamo lottare contro questo.

Società schiave della cultura dello scarto

Il lavoro dell’Inail è prezioso, dice ancora Francesco, per prevenire gli infortuni, ma anche per accompagnare gli infortunati e per garantire sostegno alle loro famiglie, nessuno così si sente “abbandonato a sé stesso, questo è chiave”.

Senza tutele, la società diventa sempre più schiava della cultura dello scarto. Finisce per cedere allo sguardo utilitaristico nei confronti della persona, piuttosto che riconoscere la sua dignità. La tremenda logica che diffonde lo scarto si riassume nella frase: “Vali se produci”. Terribile questo: vali se produci, se tu non produci non vali niente. Così conta solo chi riesce a stare nell’ingranaggio dell’attività e le vittime vengono messe da parte, considerate un peso e affidate al buon cuore delle famiglie.

Vita e salute non hanno prezzo

Non investire nella sicurezza nei luoghi di lavoro è tra le cause dell’aumento degli infortuni, e il Papa ricorda come la vita e la salute non hanno prezzo, che non possono essere scambiabili con “qualche soldo in più o con l’interesse individuale di qualcuno”. La cultura dello scarto porta alla tendenza di colpevolizzare le vittime, aggiunge, e “questo appare sempre, è un modo di giustificare”, e questo “è segno della povertà umana in cui rischiamo di far cadere le relazioni, se perdiamo la retta gerarchia dei valori, che ha in cima la dignità della persona umana”. L’invito di Francesco è a riflettere “sul senso del lavoro”, e sulla importanza della cura per la qualità del lavoro, per i luoghi e per i trasporti, aspetti fondamentali, “se si vuole promuovere la centralità della persona; quando si degrada il lavoro, si impoverisce la democrazia e si allentano i legami sociali”.

È importante fare in modo che siano rispettate le normative sulla sicurezza: non possono mai essere viste come un peso o un fardello inutile. Come sempre accade, ci rendiamo conto del valore della salute solo quando viene a mancare.

Seguire il Buon Samaritano

Importante è quindi avvalersi della tecnologia, che da una parte favorisce una buona soluzione come il lavoro a distanza, dall’altra però non deve isolare “i lavoratori impedendo loro di sentirsi parte di una comunità”. Francesco inoltre evidenzia le conseguenze negative nate dalla “netta separazione tra luoghi di vita familiare e ambienti lavorativi” che ha “avvalorato l’idea secondo cui la famiglia sarebbe il luogo del consumo e l’impresa quello della produzione”, rischiando di fare crescere “la mentalità secondo la quale le persone valgono per quel che producono, per cui fuori dal mondo produttivo perdono valore, identificato in modo esclusivo con il denaro”.

L’impegno dell’Inail si dimostra dunque necessario, seguendo l’esempio del Buon Samaritano, per chi ha bisogno di aiuto e rischia di essere abbandonato, grazie ad una azione che mette “in pratica i verbi della parabola evangelica: vedere, avere compassione, farsi vicini, fasciare le ferite, farsi carico”.

Ripeto: vedere, avere compassione, farsi vicini, fasciare le ferite, farsi carico. E questo non è un bel negoziato, è sempre a perdita…Vi incoraggio a guardare in faccia tutte le forme di inabilità che si presentano. Non solo quelle fisiche, anche quelle psicologiche, culturali e spirituali. L’abbandono sociale ha riflessi sul modo in cui ciascuno di noi guarda e percepisce sé stesso.

L’indifferenza è segno di una società disperata

Vedere significa guardare alle persone che sono uniche e non sono numeri, perché “non esiste l’infortunato”, ma esiste chi ha un nome e un volto.

Esiste il sostantivo, non l’aggettivo, un infortunato: no, è una persona che ha subito un infortunio. Noi siamo abituati a usare troppo gli aggettivi, siamo in una civiltà che è caduta un po’ nell’usare troppo gli aggettivi e abbiamo il rischio di perdere la cultura del sostantivo. Questo non è un infortunato, è una persona che ha avuto un infortunio ma è una persona.

La compassione, “non è una cosa stupida di donne, di vecchiette, no: è una cosa umana molto grande”, è il contrario dell’indifferenza, e “noi viviamo in una cultura dell’indifferenza”, poiché “compassione e la tenerezza sono atteggiamenti che riflettono lo stile di Dio”.

Se noi ci domandiamo qual è lo stile di Dio, tre parole lo indicano: vicinanza, Dio sempre è vicino, non si nasconde; misericordia, è misericordioso, ha compassione e per questo è misericordioso; e terzo, è tenero, ha tenerezza. Vicinanza, misericordia compassionevole e tenerezza. Questo è lo stile di Dio e su quella strada dobbiamo andare.

La vicinanza, è condivisione della fragilità, perché così “si abbattono le barriere per trovare un comune piano di comunicazione che è la nostra umanità”. Il fasciare ferite si esprime con il dedicare tempo alla persona infortunata che “ancora prima di essere risarcita” chiede di essere “accolta, ascoltata”. Infine il farsi carico, il prendersi cura “in maniera integrale” del dramma in cui si trova chi è costretto a lasciare il lavoro a causa dell’infortunio, ma farlo con creatività e non con “falsa pietà”, perché non si tratta di “elemosina” bensì di “un atto di giustizia”. 

Ci si lasci “interpellare dalle ferite” del prossimo e si traccino sentieri di fraternità, sono le richieste di Francesco che, in conclusione, spiega che ancor prima di una assicurazione legata ad una giustizia legale c’è bisogno di una assicurazione rappresentata da solidarietà e da carità, e che sia “cura dell’umanità nelle sue diverse dimensioni”, perché, è l’indicazione, “l’indifferenza è segno di una società disperata e di una società mediocre. Dico disperata nel senso che non ha speranza”

IL RISCHIO INFLUENZA AVIARIA

da fortuneita.com

Polli, tacchini, ma anche gabbiani (sul Lago di Garda) e aquile calve (negli Stati Uniti). Il virus dellinfluenza aviaria H5N1 preoccupa gli specialisti.

Un centinaio di carcasse di gabbiani trovate nei giorni scorsi sul Lago di Garda hanno messo in allerta gli esperti dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, mentre uno studio dell’Università della Georgia su Scientific Reports sottolinea l’impatto dell’influenza aviaria sulla rapida riduzione di questo volatile simbolo degli Usa.

Intanto, qualche giorno fa, le autorità cambogiane hanno segnalato due casi umani di influenza aviaria, un papà e la sua bambina di 11 anni, morta a causa del virus, mentre in Cina un uomo e una donna sarebbero stati contagiati. Ma il virus ha imparato a passare da uomo a uomo, e dobbiamo davvero temere una nuova pandemia?

L’importanza della sorveglianza genomica

“Senza fare terrorismo, è importante non sottovalutare la situazione”, dice a Fortune Italia Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma. “Occorre attivare una sorveglianza genomica attenta. Quello dell’influenza aviaria è un virus a Rna dotato di un genoma segmentato: oltre alla mutazione può avvenire il riassortimento, ovvero lo scambio di segmenti genici” con un altro virus a Rna.

Gli allevamenti intensivi

Ma dove si può contrarre l’influenza aviaria? “In Italia i mammiferi non sono stati contagiati, ma in Europa sì e questo è dovuto alla presenza degli allevamenti intensivi – dice Ciccozzi – In Oriente ci sono stati casi nell’uomo, ma non è stato ancora accertata la trasmissione interumana. In ogni caso, questo virus potrebbe fare mutazioni in due segmenti importanti – Na e Ha – che possono nel tempo favorire la trasmissione interumana”.

Non sono solo gli allevamenti intensivi di pollame gli hotspot da tenere d’occhio. Il maiale, ad esempio, può contrarre sia l’influenza aviaria che quella umana: “In questi casi il virus aviario potrebbero subire un riassortimento a livello delle prime vie respiratorie e diventare capace di trasmettersi all’uomo“, continua l’epidemiologo.

Il mix tra influenza aviaria e umana

Ecco allora che è fondamentale “mantenere un’attenta sorviglianza genomica, in particolare negli allevamenti intensivi”, ribadisce Ciccozzi. Il rischio di riassortimento c’è anche per le persone che lavorano a stretto contatto con gli animali negli allevamenti.

“Ecco anche perchè – continua – tanti sottolineano l’importanza della vaccinazione contro l’influenza umana: è un modo per ridurre i rischi di riassortimento. Chi lavora in questi ambienti, dagli allevatori, ai macellatori ai veterinari, potrebbe infettarsi con influenza umana e aviaria. E i due virus a Rna potrebbero riassortire”.

Più il virus circola più muta

L’abbiamo visto anche con Covid-19: più intensamente il virus circola, “più fa mutazioni. Noi dobbiamo impedirlo, e l’allevamento intensivo rappresenta un luogo a rischio da questo punto di vista”

Il team di Ciccozzi sta studiando il virus di influenza aviaria che ha colpito la bimba in Cambogia, confrontandolo con il ceppo del 2004, per capire cosa è cambiato a livello dei due segmenti ‘chiave’ (Ha ed Na).

Ma abbiamo armi contro questo virus? “Esistono due farmaci antivirali efficaci, ma vanno dati entro 48 ore dall’infezione. Quanto alla sorveglianza genomica, i nostri Zooprofilattici sono fortissimi. Ma è bene combinare quella negli animali con quella di chi lavora negli allevamenti. Non è difficile, basta fare il tampone”, conclude Ciccozzi.

DOSSIER DONNA 2023 INAIL

In occasione della Giornata internazionale dell’8 marzo, la Consulenza statistico attuariale dell’Inail analizza l’andamento infortunistico e tecnopatico al femminile attraverso i dati mensili provvisori del biennio 2021-2022 e quelli consolidati del quinquennio 2017-2021

Dossier donne 2023

Nel 2021 l’incidenza degli infortuni sul lavoro occorsi alle lavoratrici sul totale dei casi denunciati è tornata ai valori percentuali pre-pandemia (36%), dopo un 2020 in cui, a causa di un più elevato numero di contagi da Covid-19 tra le donne rispetto agli uomini, era risultata in aumento di sette punti percentuali (43%).

A differenza di quanto avvenuto negli anni precedenti, quando il numero delle donne infortunate in itinere ha sempre superato quello degli uomini, nel biennio 2020-2021, anche a causa del massiccio ricorso allo smart working, le denunce in complesso per infortuni sul lavoro occorsi alle lavoratrici nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro risultano inferiori a quelle degli uomini (40.909 casi contro 43.434).

Le lavoratrici vittime di aggressioni o violenze rappresentano circa il 3% di tutti gli infortuni femminili avvenuti in occasione di lavoro e riconosciuti dall’Inail. Tra queste, oltre il 60% svolge professioni sanitarie e assistenziali. Seguono, a distanza, insegnanti e specialiste dell’educazione e della formazione, impiegate postali, personale di pulizia, addette ai servizi di vigilanza e custodia, alle vendite e alla ristorazione.

Le malattie professionali denunciate dalle lavoratrici nel 2021 sono state 14.878, in aumento del 24,4% rispetto all’anno precedente e pari al 27% delle 55.202 denunciate nel complesso, che rispetto alle 57.996 del 2017 sono calate del 4,8%, per effetto di una riduzione del 4,3% per gli uomini e del 6,1% per le donne. Le patologie prevalenti continuano a essere quelle del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo.