Monthly Archives: Ottobre 2022

AZIENDE ALLA RICERCA DI “GREEN SKILLS”

dal quotidiano ” Avvenire” . Articolo di Silvia Serafini

La transizione ecologica sta cambiando radicalmente il modo di fare impresa. A testimoniarlo, l’aumentata richiesta di competenze manageriali specifiche nel campo della sostenibiltà da parte delle aziende. In uno studio dell’osservatorio “4 Manager”, è stato rilevato come più della metà delle grandi e medie imprese stia elaborando una strategia di trasformazione nell’ottica della sostenibilità a trecentosessanta gradi. Questo comprende la ricerca di professionisti del settore in grado di includere tutti i processi aziendali, individuarne i punti deboli, riorganizzare la gestione interna e pianificare la migliore strategia in un’ottica di efficientamento e sostenibilità, anche nel quadro degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Unione europea.

«Per affrontare uno scenario geopolitico ed economico in tumultuoso cambiamento, il mercato del lavoro avrà sempre più bisogno di nuove professionalità – ha dichiarato Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager e 4 Manager – è per questo che assistiamo a una crescita annuale pari al 5% della domanda di competenze manageriali con sempre più precise “green skill”».

Negli ultimi anni sono stati assunti manager, lavoratori con elevate competenze tecniche e scientifiche e sono state incrementate le risorse per la formazione. Il professionista più richiesto è il “Sustainability manager”, il «coordinatore di sostenibilità»: negli ultimi dodici mesi le qualifiche professionali per questa figura sono cresciute del 46%. In aumento anche altre figure manageriali più specialistiche (environmental manager, governance manager, social manager ed energy manager), che registrano un +38%, o di carattere consulenziale (+25%). Le competenze più richieste riguardano gli impatti sui bilanci (+207%); la responsabilità sociale (+69%); ambiente, salute e sicurezza (+59%) e finanza (+42%).

Questi profili professionali hanno la caratteristica comune di interpretare un’evoluzione del tradizionale paradigma competitivo verso una maggiore integrazione dei fattori Esg (Environmental-Social-Governance), seguendo i binari tracciati in modo lungimirante nell’Encliclica “Laudato Si’”, in cui Papa Francesco aveva avviato una riflessione in grado di fornire anche a manager e imprenditori una visione d’insieme sia dei problemi socio-ambientali, sia dei paradigmi da utilizzare per affrontare la crisi, nell’ambito dell’“ecologia integrale”.

«La domanda di competenze sta cambiando non solo quantitativamente ma, soprattutto, qualitativamente», ha spiegato Giuseppe Torre, coordinatore dell’Osservatorio 4 Manager e docente invitato del laboratorio di ecologia integrale dell’Antonianum. «Prima le figure che si occupavano di questioni ambientali avevano competenze prettamente tecniche e focalizzate sull’applicazione delle normative – ha proseguito Torre – ora il concetto di sostenibilità è cambiato: è incentrato sul sociale e c’è bisogno di competenze trasversali per gestire l’aspetto relazionale».

In quest’ottica, il principale problema è che gli investimenti di risorse sono ancora focalizzati in problemi troppo specifici. «Le aziende più virtuose sono poche, meno del 10% – ha spiegato il professor Torre – e hanno tutte in comune due caratteristiche: studiano strategie su un orizzonte temporale più lungo e hanno capito che innovazione e sostenibilità sono aspetti intimamente connessi».

C’è dunque bisogno di un cambiamento sistematico che dovrebbe avvenire in un ambiente, quello manageriale, in cui, nel nostro Paese, si fa ancora fatica a far incontrare la domanda e l’offerta di compentenze. Nello studio dell’Osservatorio viene evidenziato come i principali fattori di attrito alla crescita e allo sviluppo delle imprese siano la difficoltà di reperimento delle ​competenze sul mercato del lavoro (35%); gli ostacoli di natura normativa o burocratica (31%) e la carenza di competenze manageriali interne (23%).

«I percorsi di transizione verso la sostenibilità appaiono ancora piuttosto frammentati – ha concluso Torre – anche se rileviamo i primi segnali di una importante evoluzione soprattutto per il progressivo diffondersi della consapevolezza che il degrado climatico, ambientale e sociale possono essere affrontati solo attraverso modelli valoriali, culturali e comportamentali alternativi a quelli che li hanno generati».

LE AZIENDE ALLA RICERCA DI TALENTI E SOFT SKILL

da Avvenire.it articolo di Maurizio Carucci mercoledì 5 ottobre 2022Tante le aziende a caccia di talenti

Tante le aziende a caccia di talenti Secondo una ricerca internazionale ripresa dal World Economic Forum, tre aziende su quattro non riescono a trovare i profili ricercati: una percentuale in netta crescita negli ultimi anni se teniamo conto che si tratta del +120% rispetto a un decennio fa quando, nel 2012, le aziende faticavano a trovare “solo” il 34% dei lavoratori e +8,7% sul 2021. Un fenomeno che coinvolge anche l’Italia, dove la percentuale complessiva è di poco inferiore alla media globale ed è una minaccia che può mettere un freno alla crescita economica, visto che secondo il recente rapporto Upwork’s Future Workforceil 70% delle organizzazioni ha previsto un aumento del personale entro i prossimi sei mesi a patto che si riescano a trovare i profili specializzati. In questo senso, gli ambiti di lavoro dove è più difficile scovare i talenti sono Information Technology, sales & marketing, manufatturiero e front office. Il Talent Shortage non è l’unica sfida che stanno affrontando i dipartimenti delle risorse umane: si parla anche di skill shortage quando a un candidato vengono a mancare le competenze tecniche e personali adatte a ricoprire una nuova posizione lavorativa. La ricerca The skillful corporation redatta dalla società di consulenza internazionale McKinsey ha messo in evidenza come allo stato attuale il 43% delle aziende afferma di avere carenze di competenze all’interno della propria forza lavoropercentuale che sale all’87% se dilatiamo l’arco temporale fino ai prossimi cinque anni. Non sorprende che per il 53% delle organizzazioni l’azione più utile da intraprendere per colmare queste lacune sia quella di aggiornare i propri dipendenti, seguito dall’assunzione di nuove risorse (20%) e dalla ridistribuzione della forza lavoro con nuovi incarichi e posizioni (sempre al 20%). Vediamo quindi secondo gli esperti di ricerca e selezione del personale di Zeta Service quali sono attualmente le cinque competenze più ricercate:

  • Smart Teamworker – Con l’avvento dei nuovi modelli di lavoro ibridi è importante che il team riesca a mantenere una collaborazione attiva sui progetti avviati nonostante i dipendenti non si trovino fisicamente in ufficio. La capacità e il desiderio di collaborare per portare a termine un progetto anche da remoto sarà una soft skills che farà la differenza nel mondo del lavoro dei prossimi anni.
  • Time Management – Definizione delle priorità, planning, organizzazione interna: tutte queste azioni hanno in comune una corretta gestione del tempo. In molti ambienti di lavoro si passa da un’urgenza all’altra perdendo di vista il quadro generale: riuscire a definire in anticipo gli obiettivi focalizzando il lavoro verso attività definite e in grado di portare risultati aiuterà la risorsa ad ottimizzare il lavoro.
  • Adaptability – Il sapersi adattare a contesti lavorativi mutevoli è una soft skills sempre più apprezzata dai selezionatori soprattutto nello scenario attuale. Essere aperti alle novità, a nuovi incarichi ed essere disponibili a collaborare con persone con punti di vista anche diversi dal proprio è una capacità molto ricercata nelle aziende.
  • Critical Thinking – Riuscire ad analizzare in modo oggettivo esperienze e informazioni è sempre stata una soft skills di rilievo: riuscire a trasmettere tutte le criticità attuali in modo chiaro, accurato e preciso è di sicuro un valore aggiunto. Se a questo si aggiunge anche la capacità di trovare una soluzione alle criticità che si stanno incontrando, la risorsa sarà in grado di offrire un importante valore aggiunto al team.
  • Knowledge Management –L’abilità nell’acquisire, organizzare e riadattare dati e informazioni provenienti da fonti diversi è sempre più rilevante per le aziende. I lavoratori che hanno queste soft skills sanno analizzare le problematiche per poter ricercare le informazioni necessarie a risolvere le necessità, organizzarle e condividerle in base alle priorità.

Le buone pratiche: dalle Junior Enterprise a Samsung, dalla Lean Factory School a WeDo e OverIT

La storia delle Junior Enterprise italiane parte dal 1992, quando è nata la Confederazione che fa capo a tutte le Junior Enterprise dei singoli Atenei in Italia. Una storia che conta oltre 1.300 ragazzi che, divisi in 35 università italiane, ogni giorno lavorano per supportare le imprese con le loro attività e apprendere, allo stesso tempo, le basi che li porteranno a creare una carriera che possa avere un impatto sulle future generazioni. Un lavoro che ha visto la fiducia di aziende come PwC Italia, Sponsor del trentennale, Banca Mediolanum, Casavo, Amplifon, Nexid, GoStudent, Startup Geeks e auxiell che hanno visto il potenziale della Confederazione e hanno creato partnership strategiche al fine di supportare gli studenti nella loro crescita professionale. Gli studenti sviluppano così competenze fondamentali per il mondo del lavoro e infatti i numeri sul tasso di occupazione sono molto positivi: il 99% dei membri trova lavoro entro sei mesi dal conseguimento della laurea, con una media di 27 giorni contro 306 giorni della media italiana.Al via in sei Atenei la nuova edizione di Innovation Campus, programma di alta formazione sviluppato da Samsung Electronics Italia con l’obiettivo di offrire agli studenti competenze digitali avanzate, necessarie per essere competitivi in un mercato del lavoro in continua evoluzione, facendo leva su intelligenza artificiale, big data, cybersecurity e Internet of things. Il progetto nato nel 2020 ha coinvolto finora studenti su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di accompagnare i giovani in un percorso formativo sull’innovazione, per trasformare il futuro in presente e aprire nuovi scenari professionali in ambito digitale. La nuova edizione, al via nelle prossime settimane, vede coinvolti sei atenei distribuiti in tutto il Paese, sei eccellenze italiane nella formazione in ambito Stem: Università degli Studi di Bari, Cagliari, Genova, l’Università del Salento, Pavia e Pisa. L’iniziativa consiste in un vero e proprio corso di alta formazione, focalizzato sui temi del digitale, che andrà a integrarsi ai percorsi universitari già avviati e per cui potranno essere riconosciuti crediti formativi: oltre alla partecipazione a lezioni teoriche tradizionali, i ragazzi saranno chiamati anche a sviluppare un progetto di gruppo, per mettere in pratica quanto appreso e immergersi sin da subito in un’esperienza concreta e avvicinarsi così al mondo del lavoro. Il project work dovrà essere un’idea strutturata in grado di promuovere una crescita sostenibile e una società più inclusiva attraverso l’innovazione digitale, con un focus in primis sull’Intelligenza artificiale. Il corso è rivolto ai migliori studenti dei diversi Atenei, provenienti dai corsi di laurea in materie tecnico-scientifiche, selezionati attraverso un test di ammissione scritto e un colloquio motivazionale. Samsung, in collaborazione con i diversi Atenei, metterà a disposizione l’esperienza e le competenze dei propri ingegneri che affiancheranno i docenti universitari per aiutare gli studenti ad acquisire competenze digitali avanzate su temi come Intelligenza Artificiale e Internet of Things applicate al mercato dei prodotti Consumer Electronics, Machine Learning e Cybersecurity, potenziando al contempo le capacità di ideazione, gestione progettuale e problem solving, le cosiddette soft skill, ovvero quelle capacità altrettanto rilevanti per diventare professionisti preparati ad affrontare le sfide future. Una commissione composta dai docenti dell’Ateneo e dagli esperti Samsung premierà poi con una borsa di studio del valore di circa 1.800 euro gli studenti che avranno raggiunto il punteggio più alto, risultato dalla somma del test finale e dalla valutazione del project work. Per ulteriori informazioni sulle modalità di partecipazione accedi a questo link. Sempre Samsung Electronics Italia ha annunciato La voce della tua generazione, un nuovo progetto di formazione e inclusione sociale e digitale che vedrà coinvolti dieci giovani dai 15 ai 18 anni nello sviluppo e realizzazione di un podcast che, attraverso la condivisione di storie ed esperienze, dia voce alla GenZ. Fino al 2 ottobre, Samsung è alla ricerca dei dieci ragazzi che, dopo una serie di training e formazione ad-hoc, svilupperanno e realizzeranno gli episodi del podcast. Tutti i dettagli per partecipare sono online sul sito di Samsung a questo link: https://www.samsung.com/it/campaign/solve-for-tomorrow/.
Oltre 800 aziende, 3.500 partecipanti per più di 16mila ore di formazione erogate (2mila giornate formative). Sono i numeri dei primi dieci anni di attività della Lean Factory School fondata nel 2012 con il patrocinio di Confindustria Emilia Area Centro da Bonfiglioli Consulting, società italiana di consulenza con quasi 50 anni di storia al servizio dello sviluppo e dell’internazionalizzazione delle aziende italiane. Con la Lean Factory School, Bonfiglioli Consulting ha creato uno spazio in cui manager, imprenditori, responsabili di servizio e di processo possono mettersi in gioco, sperimentare sul campo e imparare facendo. È qui che la conoscenza diventa competenza. A Crespellano, a pochi chilometri da Bologna, la Lean Factory School® è una scuola di formazione innovativa, un luogo in cui trasformare la teoria in azioni concrete, all’interno di un ambiente che riproduce fedelmente un’azienda in miniatura. Promuovendo la cultura d’impresa e la formazione continua, rappresenta un vero e proprio polo d’innovazione in cui testare sul campo le tecnologie di Industria 4.0, toccare con mano la Digital Transformation e sviluppare nuove applicazioni a sostegno dei processi aziendali. La fabbrica in miniatura riproduce la realtà aziendale, con linee produttive, area uffici e soluzioni di digitalizzazione, che permettono di testare insieme i vantaggi del Lean Thinking e del Lean World Class® e toccare con mano il miglioramento, insieme alle opportunità di Industry 4.0, con risultati visibili e misurabili. L’approccio è fortemente pragmaticoanche i percorsi di formazione destinati a profili executive prevedono una forte componente pratica (la teoria assorbe meno del 20% del tempo e viene consolidata dalla pratica). Grazie allo scambio continuo con prestigiosi centri universitari ed istituti di ricerca, la scuola è in grado di fornire un confronto costante con le best practice nazionali ed internazionali. Ed “entra anche in azienda”, con sessioni itineranti presso le sedi delle aziende o a distanza su piattaforma digitale, con percorsi ad hoc per affrontare e risolvere problematiche specifiche e implementare soluzioni in grado di valorizzare le eccellenze e potenziare la competitività, con metodo e coinvolgimento. Per maggiori informazioni: https://www.leanfactoryschool.it/.WeDo, la holding veneta nata nel 2019 che controlla otto aziende attive nei settori della casa, dell’ufficio e dell’healthcare, sta accelerando nel percorso di crescita, rafforzandosi anche grazie a un’intensa azione di riorganizzazione e potenziamento dei servizi e delle professionalità interne. Per governare al meglio la crescita del gruppo e l’ampliamento e la specializzazione del business e ritenendo la valorizzazione del capitale umano un vantaggio competitivo imprescindibile nella propria strategia di sviluppo, WeDo si è dotata del programma di formazione We.Share, ideato per integrare al meglio i processi tra le diverse aziende anche di settori diversi e ridefinire strategicamente gli organigrammi, i ruoli e le funzioni interne. Il progetto di formazione pluriennale, coordinato internamente da Silvia Quaglia e Giuseppe Bincoletto, rispettivamente referente per le Risorse Umane e Chief Marketing Officer del Gruppo WeDo, è finalizzato ad accrescere le conoscenze e le metodologie di gestione delle dinamiche interne e di quelle del mercato di riferimento, in un costante upgrade teso a favorire l’accelerazione del processo di managerializzazione delle aziende controllate. L’investimento pianificato ammonta a 500mila euro nell’arco del biennio 2022-2023, per la realizzazione di una vera e propria Academy trasversale per la formazione delle diverse figure aziendali (top manager, middle management e professionals) finalizzata all’allargamento delle loro competenze, al perfezionamento nella gestione dei processi aziendali, all’accrescimento professionale, al miglioramento della comunicazione interpersonale e alla più proficua gestione dei team di lavoro. A ideare, coordinare e realizzare ciascuno per le proprie competenze, target e finalità i piani formativi per un totale (solo nel 2022) di 600 ore di formazione, saranno due partner istituzionali d’eccellenza come la School of Management SDA Bocconi e il Cuoa, la business school vicentina attiva a Nord Est, entrambe autrici di due percorsi e processi didattici taylor made per i 260 manager e collaboratori partecipanti, su un totale di 524 addetti del gruppo. Considerati i grandi numeri e fattori di crescita della holding padovana, l’opportunità di sviluppo professionale è stata progettata da WeDo in vista del nuovo piano di assunzioni biennale 2023/2024, dove verranno ricercate sul mercato un totale di 100 nuovi collaboratori, in diversi ruoli e mansioni.OverIT, multinazionale con oltre 20 anni di esperienza nel software per il Field Service Management, intensifica gli investimenti volti a offrire le migliori condizioni di lavoro possibili alle proprie risorse e diventare un polo attrattivo per talenti da tutto il mondo. Tra i numerosi interventi attuati e in controtendenza rispetto alla maggior parte delle aziende italiane, OverIT scommette sul luogo di lavoro flessibile, una strategia estremamente moderna e in linea con i trend delle nuove generazioni. Di grande rilievo è la sigla di un accordo che offre a tutto il personale – attualmente 600 persone, ma con un piano già avviato di assunzioni di ulteriori 100 figure – l’opportunità di lavorare da casa o da qualunque luogo all’interno dei confini nazionali. Inoltre, sono da sottolineare la possibilità di fruire di un’offerta formativa on demand, attraverso le migliori piattaforme di learning sul mercato, focalizzata anche sullo sviluppo del middle-management e la gestione dei Team in questo contesto hybrid.A Battipaglia (Salerno) nasce l’Opificio delle abilitàDall’intuizione diAntonio Cerra, già amministratore di Edafos, ente datoriale per la formazione e la sicurezza, nasce a Battipaglia (Salerno) l’Opificio delle abilità – scuola di arti grafiche, edili e metalmeccaniche – per rispondere alle nuove esigenze del mercato del lavoro e della Fabbrica 4.0. Una realtà che risponde anche alle esigenze dei giovani e meno giovani interessati a un percorso di formazione che ha come focus la nascita di “artigiani professionisti 4.0”. Un percorso lungo e non semplice, risultato di un attento lavoro di network territoriale, di legami maturati negli anni con le aziende specializzate nei settori produttivi, con le Agenzie del lavoro ed enti di formazione, per permettere ai nuovi artigiani di inserirsi immediatamente nel mondo del lavoro. La scuola di formazione verte sui campi della metalmeccanica (programmazione Plc nelle operazioni di tornitura e fresatura mediante l’utilizzo di macchine a controllo numerico Cnc, taglio laser Cnc, taglio mediante macchine al plasma, saldatura multi processo controllate a microprocessore, oltre ai processi di saldatura a basso apporto termico e saldature specifiche per alluminio e saldo-brasatura), dell’edilizia (posatore di cappotti termici, serramenti e piastrelle, impermeabilizzatore, pittore edile eccetera) e della grafica nelle sue svariate sfaccettature e declinazioni, per meglio adattarsi alle richieste di mercato.

Etjca, a ottobre opportunità per oltre 1.800 figure professionaliL’Agenzia per il lavoroEtjcapropone nel mese di ottobre oltre 1.800 posizioni lavorative su tutto il territorio nazionale. In Lombardia posizioni come addetti alla mensa scolastica, periti meccanici ed elettrici per controllo qualità al ricevimento e un construction project manager impianti elettrici. In Piemonte si ricercano addetti alla preparazione e farcitura croissant, un elettricista industriale e un impiegato/a back office per la divisione cosmetica.In Veneto si seleziona un addetto alla gestione ordini, un collaudatore di schede elettroniche. In Liguria è richiesto un magazziniere notturno per il settore ittico, e un senior buyer ufficio acquisti per una prestigiosa azienda operante nel settore abbigliamento sportswear. In Emilia-Romagna sono richiesti operai addetti alla finitura per il settore metalmeccanico, inoltre si selezionano un carpentiere metallico, un oss e un operaio addetto al confezionamento. In Umbria si selezionano elettricisti idraulici, un fresatore e un manutentore elettromeccanico. Nel Lazio ci sono opportunità come addetti all’assemblaggio e al magazzino, inoltre si segnala una ricerca per un apprendista calzolaio, la risorsa supporterà il personale senior e sarà formato sulla mansione.In Abruzzo sono attive diverse ricerche per addetti alle vendite, inoltre si segnala una posizione come autista per scuolabus. In Toscana si ricercano addetti alla logistica, controllo accessi, tecnici e facchini per il festival internazionale Lucca Comics & Games in programma dal 28 ottobre al 1 novembreInoltre si segnalano ricerche come operaio elettromeccanico, impiegato amministrativo settore pubblico e un addetto allo spruzzo e alla gemata con precedente esperienza nel settore conciario. In Sardegna si ricercano un impiegato amministrativo contabile, un ingegnere ufficio tecnico e un impiegato amministrativo contabile; in Sicilia si segnalano posizioni aperte per un addetto ufficio acquisti nel settore delle costruzioni, un contabile senior e un addetto all’ufficio gare. In Puglia si ricercano un consulente commerciale assicurativo e creditizio, un pasticcere e un coordinatore vendite. In Calabria vengono assunti un programmatore Pl/Sql, un operatore service desk in lingua francese e addetti al customer care telefonico. I potenziali candidati possono consultare il database di offerte di lavorooppure inviare la candidatura spontanea attraverso il sito.www.etjca.it.

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GUIDA AL RISCHIO BIOLOGICO IN AGRICOLTURA E ZOOTECNIA

da Inail.it

Realizzata dai Dipartimenti di ricerca dell’Istituto e dalla sede territoriale di Ascoli Piceno, la pubblicazione offre una panoramica sintetica su normativa, rischi e misure di prevenzione e protezione

Immagine copertina

ROMA – Un vero e proprio prontuario per i lavoratori impegnati in agricoltura e in zootecnia, per fornire in modo sintetico e schematico – anche grazie a box, tabelle e illustrazioni grafiche –  un riepilogo esaustivo su rischi biologici, pericoli e patologie ricorrenti nelle attività agro-zootecniche. È quello che si può trovare in una pubblicazione recente dell’Inail, consultabile sul portale dell’Istituto.

Un progetto Inail concertato da Dit, Dimeila e dalla sede di Ascoli Piceno. La guida è il frutto di un progetto messo a punto congiuntamente dal Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (Dit), dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, e igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) e dalla sede territoriale Inail di Ascoli Piceno. L’obiettivo è quello di promuovere la salvaguardia della salute occupazionale nel rispetto della normativa vigente in tema di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro.

Numeri e percentuali di un fenomeno in aumento. I dati Inail evidenziano che nel settore agricolo, da gennaio a ottobre 2021, sono stati denunciati oltre 22mila infortuni sul lavoro, con un incremento dell’1,4%. Nello stesso periodo, sono pervenute più di 7mila denunce di malattie professionali (+ 20,8%) e 112 denunce di casi mortali, pari al +19,1%.

Cause e motivazioni, oggettive e soggettive. Diverse sono le motivazioni descritte dagli autori: utilizzo di macchinari privi dei requisiti essenziali di sicurezza, uso di determinate materie prime, processi lavorativi non standardizzati, malfunzionamento e scarsa manutenzione degli impianti di ventilazione dell’aria, condizioni igienico-sanitarie precarie, contatto con fluidi biologici di origine animale. Inoltre, il ricorso a figure professionali non specializzate, la mancata attuazione periodica dei piani di formazione e informazione rendono difficile l’applicazione delle misure di prevenzione dei rischi lavorativi. In alcuni casi specifici la manifestazione della malattia è legata anche a suscettibilità individuali riconducibili a stili di vita, età e patologie pregresse.

Norme, misure di prevenzione e dispositivi di protezione, caratteristiche degli agenti biologici di rischio. La pubblicazione si apre con una sezione generale incentrata sulla normativa di riferimento in vigore, sui soggetti coinvolti e i relativi obblighi, sulla valutazione del rischio e sulla sua gestione. Dopo un focus sui rischi biologici in ambito agro-zootecnico e sulle infezioni occupazionali causate anche da malattie emergenti, il documento si sofferma sulle misure di prevenzione e protezione, in particolare sui dispositivi di protezione individuali. Le sezioni successive illustrano le azioni di sorveglianza sanitaria e i rischi biologici potenziali nei singoli settori di riferimento, dalla serricoltura agli allevamenti, dal lavoro in pieno campo all’apicoltura. A completare la pubblicazione, sono state inserite schede monotematiche, dove vengono descritte le caratteristiche degli agenti biologici identificati con maggiore frequenza nel comparto agro-zootecnico, unitamente ai loro effetti sulla salute umana.

Attenzione anche ad agenti biologici emergenti come West Nile. Infine, è stata posta particolare attenzione ad alcuni agenti biologici emergenti, già noti e monitorati dalla sanità pubblica ma con evidenze ancora scarse sull’impatto occupazionale. Fra queste, la più recente a essere segnalata dalle cronache è la febbre West Nile, malattia provocata dal virus omonimo proveniente da uccelli selvatici e da alcuni tipi di zanzare attraverso la puntura, che colpisce l’uomo e altri mammiferi. L’infezione può rappresentare un rischio per i lavoratori impegnati in attività agricole svolte in ambienti esterni a contatto con gli animali.

  • Rischio biologico nelle attività Agro-ZootecnicheLa pubblicazione ha l’obiettivo di fornire informazioni sulle misure di prevenzione e protezione correlate al rischio biologico per la tutela della salute degli operatori del settore agro-zootecnico.

MINOR RISCHIO DI MORTE CON LO SPORT

da doctor33.it

Fare regolarmente esercizio con i pesi è legato a un minor rischio di morte per qualsiasi causa, con la sola eccezione del cancro, secondo uno studio pubblicato sul British Journal of Sports Medicine. Le attuali linee guida sull’attività fisica per tutti gli adulti raccomandano almeno 150 minuti settimanali di attività aerobica di intensità moderata, o un minimo di 75 minuti di attività aerobica di intensità vigorosa, o una combinazione uguale delle due (MVPA, attività da moderata a vigorosa). «Si raccomanda inoltre a tutti gli adulti di fare attività su tutti i principali gruppi muscolari. Tuttavia, mentre l’esercizio aerobico è ormai associato a un minor rischio di morte, non è chiaro se allenarsi con i pesi possa avere effetti simili» spiega Jessica Gorzelitz, del National Cancer Institute, Rockville, Stati Uniti, prima autrice del lavoro.

Per meglio chiarire la situazione, i ricercatori hanno valutato separatamente e congiuntamente il potenziale impatto dell’esercizio con i pesi e delle attività aerobiche sul rischio di morte tra gli anziani. I ricercatori hanno chiesto a 104.002 individui se si fossero allenati con i pesi nell’ultimo anno e, in caso affermativo, con quale frequenza lo avessero fatto. Sono stati inoltre generati quattro gruppi di attività in base ai minuti settimanali totali di MVPA. Complessivamente, sono state incluse nell’analisi finale le risposte di 99.713 persone, di cui 28.477 sono morte in una media di nove anni e mezzo di monitoraggio. Quasi un intervistato su quattro (23%) ha riferito di fare qualche attività di sollevamento pesi, e il 16% ha affermato di essersi allenato regolarmente con i pesi da una a sei volte a settimana. Quasi un terzo (32%) era sufficientemente attivo dal punto di vista aerobico, soddisfacendo (24%) o superando (8%) le linee guida sull’MVPA. Ebbene, l’analisi dei dati ha mostrato che l’esercizio fisico con i pesi e l’MVPA aerobica erano entrambi associati indipendentemente a un minor rischio di morte per qualsiasi causa, così come per malattie cardiovascolari, ma non per cancro. Complessivamente, allenarsi con i pesi in assenza di MVPA era associato a un rischio di morte inferiore del 9-22%. Inoltre, tra coloro che non si esercitavano con i pesi, la MVPA aerobica era associata a un rischio di morte inferiore del 24-34% per qualsiasi causa, rispetto a coloro che non riferivano di fare né MVPA né esercizio con i pesi. Ma il rischio più basso di morte è stato riscontrato tra coloro che hanno affermato di aver svolto entrambi i tipi di attività fisica, arrivando a una riduzione del rischio del 41-47%.

British Journal of Sports Medicine 2022. Doi: 10.1136/bjsports-2021-105315
http://doi.org/10.1136/bjsports-2021-105315

RISCHIO ZOONOSI: IL RAPPORTO ECDC.

da doctor33.it

Un’estensione senza precedenti”, dalle isole Svalbard al sud del Portogallo, fino all’est dell’Ucraina. Con 37 Paesi colpiti, 2.467 focolai identificati, 48 milioni di uccelli abbattuti negli stabilimenti colpiti. L’Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie fotografa “la più grande epidemia di influenza aviaria di sempre” in Europa, che si è verificata nella stagione 2021-2022. Nel rapporto congiunto dell’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare), dell’Ecdc e del laboratorio di riferimento Ue ci sono altri dati: “187 rilevamenti in uccelli in cattività, 3.573 eventi di influenza aviaria ad alta patogenicità negli uccelli selvatici”, si legge in una nota in cui si spiega che l’Ecdc pubblica oggi nuove linee guida.

I virus dell’influenza che circolano in specie animali come maiali o uccelli possono infettare sporadicamente gli esseri umani, causando malattie da lievi a molto gravi, spiega l’Ecdc. “Questi virus possono potenzialmente incidere gravemente sulla salute pubblica”, come è successo durante le epidemie di aviaria H5N1 in Egitto o H7N9 in Cina o con la pandemia di influenza H1N1 del 2009 causata da un virus inizialmente diffuso dai maiali all’uomo. Nonostante il numero eccezionalmente elevato di casi recentemente rilevati nel pollame e negli uccelli e i numerosi eventi di trasmissione a diverse specie di mammiferi, “per fortuna, non ci sono state infezioni umane durante i recenti focolai di influenza aviaria nell’Ue/Spazio economico europeo”, evidenzia la direttrice dell’Ecdc Andrea Ammon.
E solo un piccolo numero di infezioni umane con malattia asintomatica o lieve è stato segnalato in generale a livello globale, ricorda l’ente Ue. Pertanto, il rischio complessivo per la popolazione “rimane a livelli bassi”. Tuttavia, aggiunge Ammon, “diversi gruppi di persone, principalmente quelli che lavorano nel settore animale, sono maggiormente a rischio di esposizione ad animali infetti. È fondamentale che medici, esperti di laboratorio ed esperti di salute, sia nel settore animale che umano, collaborino e mantengano un approccio coordinato. È necessaria vigilanza per identificare le infezioni da virus influenzali il prima possibile e per informare le valutazioni del rischio e l’azione di salute pubblica”.

Anche le nuove linee guida pubblicate dall’Ecdc sottolineano l’importanza delle misure di sicurezza e salute sul lavoro da adottare nei luoghi in cui non è possibile evitare il contatto con gli animali e rafforzate in quelli in cui è stata identificata l’influenza zoonotica negli animali. I datori di lavoro dovrebbero rivedere periodicamente la loro valutazione del rischio sul posto di lavoro e garantire che siano adottate tutte le misure tecniche, organizzative, di manutenzione e igieniche necessarie per prevenire l’infezione dei lavoratori. Queste misure includono la prevenzione di aerosol e polvere, ventilazione adeguata, separazione del lavoro e degli indumenti personali, nonché misure per prevenire la contaminazione degli alloggi dei lavoratori.

I professionisti della salute pubblica e i medici devono essere consapevoli della necessità di testare le infezioni nei pazienti con malattie respiratorie e una recente esposizione ad animali potenzialmente infetti, esorta l’Ecdc. I test per l’influenza zoonotica dovrebbero essere presi in considerazione anche nei pazienti con malattia respiratoria acuta grave di origine sconosciuta, nonché nei pazienti gravemente malati con una precedente esposizione agli animali. È della massima importanza identificare tempestivamente gli eventi di trasmissione.
I piani di preparazione, così come la formazione regolare e le esercitazioni di simulazione che coprano gli aggiornamenti sull’influenza zoonotica, sono ulteriori misure importanti. La sorveglianza mediante la valutazione genomica è diventata indispensabile e i Paesi con capacità e risorse disponibili dovrebbero utilizzarla nell’identificazione dei virus emergenti dell’influenza zoonotica.

MAKER FAIR: SIMULAZIONE MULTISENSORIALE DELLA SICUREZZA

da Inail.it

In occasione della manifestazione europea organizzata dalla Camera di Commercio di Roma al Gazometro Ostiense, saranno presentati alcuni progetti di ricerca condotti negli ambiti dell’ergonomia, della sensoristica, della robotica e della realtà aumentata, con l’obiettivo di studiare i rischi potenziali, nuovi ed emergenti per la salute dei lavoratori e sviluppare dispositivi all’avanguardia per la prevenzione di infortuni e malattie professionali

Innovazione per la sicurezza sul lavoro, dal 7 al 9 ottobre l’Inail alla X edizione di Maker Faire

ROMA – Dal 7 al 9 ottobre l’Inail tornerà al Gazometro Ostiense per la X edizione di Maker Faire Rome – The European Edition, l’evento dedicato all’innovazione promosso e organizzato dalla Camera di Commercio di Roma, che ospiterà circa 300 spazi espositivi con idee e prototipi all’avanguardia. Nello stand dell’Istituto saranno presentati alcuni progetti di ricerca condotti negli ambiti dell’ergonomia, della sensoristica, della robotica e della realtà aumentata, con l’obiettivo di studiare i rischi potenziali, nuovi ed emergenti per la salute e la sicurezza dei lavoratori e sviluppare dispositivi ad alto valore tecnologico per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali.  

Nello stand dell’Istituto il prototipo utilizzato dagli astronauti della stazione spaziale internazionale. I visitatori potranno osservare il prototipo attualmente in uso sulla stazione spaziale internazionale (Iss) per il monitoraggio della funzionalità uditiva e, in particolare, di quella cocleare nei lavoratori esposti a rumore e/o ad altri agenti oto-neurotossici. Grazie al progetto AUDIO-Acoustic Diagnostics, finanziato dall’Agenzia spaziale italiana e supportato dalla European Space Agency e dalla Nasa, l’Istituto, in collaborazione con le Università di Roma Tor Vergata e Sapienza, il Campus Bio-Medico e Altec Spa, dal 2019 sta acquisendo dati otoacustici degli astronauti imbarcati sull’Iss, tra cui gli italiani Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti. Anche gli astronauti, infatti, hanno bisogno della prevenzione per svolgere la loro attività al massimo livello di sicurezza possibile in un ambiente estremo come quello dell’Iss, dove microgravità e rumore potrebbero provocare danni all’udito. Di qui la necessità di utilizzare indicatori precoci di danno uditivo come le emissioni otoacustiche, che ha portato allo sviluppo di una tecnica diagnostica sensibile e facilmente utilizzabile anche nello spazio.

Una glove box per replicare la movimentazione delle nanopolveri. Uno dei laboratori esperienziali che saranno allestiti all’interno dello stand Inail è dedicato alla possibile esposizione a nanoparticolato aerodisperso, tramite la simulazione della movimentazione di nanopolveri fluorescenti inerti all’interno di una glove box. Negli ultimi anni le nanotecnologie hanno avuto un rapido sviluppo in vari settori produttivi, dalla farmaceutica alla medicina, dall’energia alle costruzioni, sfruttando le proprietà innovative dei nanomateriali, che però possono rappresentare anche un rischio per i lavoratori esposti. L’identificazione dei parametri che meglio possono rappresentare la loro tossicità, come le dimensioni, la concentrazione in numero e in massa, l’area superficiale, la composizione chimica e morfologica, è dunque essenziale per valutare correttamente l’esposizione occupazionale. A questo scopo, il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Istituto ha sviluppato una strategia di misura e caratterizzazione dell’esposizione per inalazione a nanomateriali nei luoghi di lavoro, basata sugli standard disponibili e applicabile a materiali aerodispersi di differente natura, forma e dimensione.

La realtà virtuale per provare gli effetti delle apnee notturne. Alla sindrome delle apnee notturne (Osas), e alle sue ricadute sul “rischio strada”, sarà dedicato un percorso immersivo che, attraverso l’uso della realtà virtuale, consentirà di conoscere e provare segni, sintomi e conseguenze sulla salute e sulla guida di questa patologia, che si stima aumenti da due fino a otto volte la probabilità di incidenti stradali, esponendo soprattutto i lavoratori impegnati per lungo tempo al volante di mezzi di trasporto. Nonostante i suoi elevati costi sanitari e sociali, la sindrome è sotto-diagnosticata e sotto-trattata. Per valutare i fattori di rischio delle apnee notturne, che comprendono l’obesità (il 70% dei pazienti con Osas è obeso) e la cattiva igiene del sonno, che può derivare dall’assunzione di alcolici e tranquillanti, dal fumo e da pasti abbondanti prima del riposo notturno, un gruppo di ricerca multidisciplinare coinvolto nel bando Bric 2018 dell’Inail ha sviluppato la web app interattiva SleeP@S-APP, uno strumento di autovalutazione che restituisce a chi lo compila un feedback immediato informativo e di orientamento.

Simulatori e “gemelli digitali” per la formazione e la prevenzione. Nello spazio espositivo dell’Istituto saranno messi a disposizione anche un simulatore che ricostruisce le funzionalità di una piattaforma di lavoro elevabile per il sollevamento di persone, che attraverso la riproduzione fedele di scenari operativi complessi fornisce uno strumento di training a supporto della formazione e dell’addestramento in sicurezza degli operatori, e un modello “digital twin”, gemello digitale di un trapano a colonna per prevenire, mediante il monitoraggio continuo dei parametri significativi dell’attrezzatura di lavoro, situazioni di pericolo prima che possano determinare incidenti. Lo stand Inail, inoltre, ospiterà il dimostratore tecnologico di nastro trasportatore realizzato nell’ambito del progetto SIC_O_MAN, promosso dal Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (Dit) dell’Istituto insieme al Politecnico di Torino, all’Università di Bologna e all’Università di Cassino e del Lazio meridionale, con l’obiettivo di valutare gli effetti dei parametri di funzionamento di una macchina rispetto al possibile rilascio di energia elastica accumulata.

Nelle interviste sul main channeI gli impatti del cambiamento climatico e le nuove soluzioni per contrastare le cadute dall’alto. Anche l’edizione 2022 di Maker Faire avrà un canale main dal quale saranno raccontate tante storie d’innovazione, grazie a un vero e proprio studio televisivo allestito negli spazi del Gazometro che ospiterà i protagonisti nazionali e internazionali del mondo dell’innovazione. Negli interventi dell’Inail, in particolare, si parlerà degli impatti del cambiamento climatico sulla salute e sicurezza sul lavoro e di soluzioni innovative di contrasto alle conseguenze delle cadute dall’alto. Per il primo argomento è stato dimostrato come l’esposizione occupazionale prolungata a temperature estreme sia un potenziale fattore di rischio di infortunio occupazionale, soprattutto in settori sensibili come l’edilizia e l’agricoltura. Con il progetto di ricerca Worklimate sono stati resi disponibili strumenti operativi e informativi, come le mappe climatiche di previsione del rischio di esposizione per le aziende, i lavoratori e gli operatori della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro. Per il secondo argomento, invece, sarà presentato un progetto per lo sviluppo di nuove soluzioni per prevenire gli infortuni dovuti a cadute dall’alto e ridurne gli effetti, migliorando la protezione dei lavoratori. Le innovazioni utilizzeranno i progressi nell’ambito delle tecnologie di wearable sensing e actuation.

I webinar sul “risk assessment” negli ambienti naturali speciali e sul rischio biomeccanico nell’industria 4.0. I due webinar organizzati dall’Istituto sulla piattaforma digitale della manifestazione saranno invece dedicati alla metodologia del “risk assessment” applicata agli ambienti naturali speciali, che è risultata estremamente efficace nell’individuazione di condizioni pericolose in relazione all’attività lavorativa o ludico-sportiva che vi si sta svolgendo, e al rischio biomeccanico nell’industria 4.0, caratterizzata da attività svolte mediante esoscheletri o robot collaborativi, che è possibile analizzare, anche in tempo reale, grazie a strumenti informatici integrabili nell’ambiente di lavoro.

Il 6 ottobre la conferenza di apertura con speaker ed esperti internazionali. Tra le novità della nuova edizione il nuovo format Commonground, dedicato ai tre giorni che precedono la manifestazione, con eventi tematici che puntano a celebrare il ruolo di Maker Faire Rome come facilitatore di innovazione che insieme a partner come l’Inail ha permesso di creare connessioni tra persone, aziende, centri di ricerca, scuole e università, consentendo a tante idee di trasformarsi in progetti concreti e imprese reali. Il valore dell’innovazione come “terreno comune” e patrimonio di tutti sarà anche al centro della conferenza in programma il 6 ottobre, che darà il via ufficiale all’edizione 2022 con speaker ed esperti internazionali di grande esperienza e visione.