Monthly Archives: Ottobre 2022

TRATTAMENTO COMBINATO PER IL MESOTELIOMA

da dottnet.it

L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità della combinazione di due farmaci immunologici, nivolumab e ipilimumab, come trattamento di prima linea in pazienti non operabili e con istologia non epitelioide.

Per la prima volta, in oltre 15 anni, cambia il trattamento del mesotelioma pleurico, tumore toracico aggressivo raro nella maggior parte del territorio italiano legato all’esposizione all’amianto. L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità della combinazione di due farmaci immunologici, nivolumab e ipilimumab, come trattamento di prima linea in pazienti non operabili e con istologia non epitelioide. Nello studio CheckMate -743 su 600 pazienti, la combinazione, rispetto alla chemio, ha dimostrato di aumentare la sopravvivenza in tutti i tipi istologici, con quasi 1 paziente su 5 vivo a 4 anni dall’inizio del trattamento. Nella forma non epitelioide, ha più che raddoppiato la sopravvivenza mediana, che ha raggiunto 18,1 mesi rispetto a 8,8 con la chemioterapia. I risultati sono stati presentati online da Bristol Myers Squibb.

“Sono risultati inimmaginabili fino a poco tempo fa, visto che si tratta di pazienti con malattia avanzata non suscettibile di alcun approccio chirurgico o locoregionale, in grado di ricevere solo la chemioterapia – spiega Federica Grosso, Responsabile Struttura Mesotelioma e Tumori Rari dell’Azienda ospedaliera Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria -. Con l’approvazione della rimborsabilità di nivolumab più ipilimumab cambia lo standard terapeutico per i pazienti colpiti dalla forma non epitelioide, la più aggressiva e totalmente insensibile alla chemio, circa il 25% di casi“. “È una combinazione unica di due checkpoint immunitari – aggiunge Michele Maio, Presidente Fondazione Nibit e direttore della cattedra di Oncologia dell’Università di Siena – che hanno un meccanismo d’azione potenzialmente sinergico: ipilimumab favorisce l’attivazione e proliferazione delle cellule T, mentre nivolumab le aiutaT a scoprire il tumore. Alcune cellule T, stimolate da ipilimumab, possono diventare cellule T della memoria, che permettono una risposta immunitaria a lungo termine. Ecco perché i benefici della combinazione durano nel tempo”. Ogni anno, in Italia, sono stimati circa 2000 nuovi casi di mesotelioma. Nonostante l’uso di amianto sia stato bandito con una legge del 1992, non si è ancora assistito a una riduzione dell’incidenza della malattia. Nel 2021 i morti sono stati 1551.

ONE HEALTH: AMBIENTE E SALUTE

ISDE: «Medici e pandemia: necessaria visione ampia che guardi ad ambiente, squilibrio demografico, disuguaglianze socio-economiche e iniquità»

«Il Covid-19 ha rivelato interazioni complesse e inaspettate tra malattie trasmissibili e non trasmissibili, fattori ambientali e disuguaglianze socio-economiche. La pandemia Covid-19 è parte di una sindemia, nella quale popolazioni vulnerabili stanno subendo simultaneamente il peso crescente di malattie croniche, disabilità, alterazioni ambientali, squilibrio demografico, disuguaglianze sociali ed economiche»: così ISDE Italia-Associazione Medici per l’Ambiente.

«Il Covid-19 ha rivelato interazioni complesse e inaspettate tra malattie trasmissibili e non trasmissibili, fattori ambientali e disuguaglianze socio-economiche. La pandemia Covid-19 è parte di una sindemia, nella quale popolazioni vulnerabili stanno subendo simultaneamente il peso crescente di malattie croniche, disabilità, alterazioni ambientali, squilibrio demografico, disuguaglianze sociali ed economiche»: così l’intervento di ISDE Italia-Associazione Medici per l’Ambiente.

«L’articolo “Environmental health, Covid‑19, and the syndemic: internal medicine facing the challenge”, pubblicato su Internal and Emergency Medicine, mette in evidenza il legame indissolubile che c’è tra ambiente e salute e la necessità impellente di trattare le questioni sanitarie allargando lo sguardo a problematiche di tipo ambientale, sociale ed economico. L’approccio che auspicano gli autori è quello integrato “One Health”, basato sulla concezione della salute dell’uomo, dell’ambiente e degli animali come una sola salute» prosegue ISDE.

«La rivista su cui è stato pubblicato l’articolo è una delle riviste internazionali di riferimento per gli specialisti in medicina interna i quali hanno, secondo gli autori, conoscenze e competenze adatte a guidare questo cambiamento di paradigma perché “specialisti della complessità”» è ancora ISDE.

«Nell’articolo – afferma il Dr. Di Ciaula, primo autore e presidente del comitato scientifico ISDE – si evidenzia come ci sia ancora troppa distanza tra le solide evidenze scientifiche oggi disponibili sull’importanza fisiopatologica delle alterazioni ambientali e il loro concreto utilizzo nella pratica clinica, attraverso misure di prevenzione primaria. Tali evidenze sono quasi sistematicamente ignorate, contribuendo ad aggravare una situazione già critica. Numerosi studi dimostrano come modificazioni climatiche, inquinamento, squilibrio demografico e disuguaglianze abbiano influenzato la diffusione e gli esiti del Covid-19 in comunità vulnerabili».

«L’inquinamento ambientale – continua Di Ciaula – ha anche un ruolo critico nell’incremento epidemiologico di numerose malattie non trasmissibili e disabilità, aumentando il livello di vulnerabilità individuale e riducendo le capacità di resilienza di ampie comunità».

«Nell’articolo si evidenzia come le interazioni complesse tra questi elementi necessitino di un cambiamento generale di strategia, finalizzato a gestire con un approccio “One Health” non solo la pandemia in atto ma anche l’incremento progressivo di numerose malattie non trasmissibili e la comparsa di future, facilmente prevedibili pandemie – aggiunge ancora ISDE – La situazione richiede un approccio globale e olistico alla salute, politiche multidisciplinari, multisettoriali e di lungo termine orientate a salute ambientale e sostenibilità e programmi di prevenzione primaria e riduzione della vulnerabilità individuale, anche attraverso percorsi educativi e programmi coordinati».

da ilcambiamento.it

LA SEGNALETICA TEMPORANEA PER CANTIERI STRADALI.

da inail.it

Un’analisi di oltre 800 incidenti con almeno un pedone ferito che lavorava sulla carreggiata, ha evidenzato carenze nella segnaletica nel 60% dei casi. La difficoltà del conducente del veicolo nel percepire l’anomalia nella carreggiata e adeguare la velocità allo stato dei luoghi, può essere ridotta grazie alla segnaletica temporanea, che si associa a minor tasso di incidenti, lesioni gravi e mortali. Il focus intende evidenziare gli aspetti salienti del segnalamento temporaneo stradale, atto a informare, guidare e convincere gli utenti a tenere comportamenti adeguati alle anomalie stradali. 


Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail 2022
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

LO SPORT COMBATTE L’ OCCHIO SECCO.

da iapb.it

L’occhio secco è una sindrome purtroppo molto diffusa che si aggrava con l’età e con l’uso di videoterminali. È stato confermato da uno studio dell’Università di Waterloo che l’attività fisica, grazie all’incremento della produzione lacrimale, può essere considerata come un rimedio per l’occhio secco.I nostri occhi sono coperti da un film lacrimale composto da tre strati che lavorano sinergicamente per idratare la superficie oculare e proteggere l’occhio da agenti esterni che potrebbero provocare irritazione, come la polvere o lo sporco.Quando il film lacrimale si secca, l’occhio avverte una sensazione di prurito o di bruciore causando, appunto, l’insorgenza della patologia dell’occhio secco (DED).“La maggior parte delle attività della nostra vita sono correlate all’utilizzo degli schermi digitali e, per tale motivo, i sintomi dell’occhio secco stanno diventando sempre più comuni”, ha affermato Heinz Otchere, dottorando in scienze della vista presso l’Università di Waterloo “Invece di utilizzare colliri o altri trattamenti lubrificanti, il nostro studio voleva comprendere se l’esercizio fisico fosse in grado di sostituire la somministrazione di medicinali”.

La ricerca ha preso in esame 52 soggetti che sono stati suddivisi in due gruppi: atleti e non sportivi.Durante il periodo di studio, gli atleti si sono allenati almeno cinque volte a settimana mentre i non sportivi non più di una volta. I ricercatori, che includevano esperti dell’Università di Cape Coast in Ghana, hanno eseguito visite oculistiche prima e cinque minuti dopo ogni sessione di esercizi prendendo in esame la funzione lacrimale e riscontrando un cospicuo aumento del flusso lacrimale dopo ogni sessione di esercizio, riportando così una maggiore stabilità del film lacrimale.“I nostri risultati mostrano come l’attività fisica possa essere davvero importante non solo per il nostro benessere generale, ma anche per la nostra salute oculare” conclude Otchere.

articolo originale:

Fonte

STRESSATO UN ITALIANO SU TRE.

Da dottnet.it

Per un italiano su tre (34%) lo stress è una condizione cronica, il 26% dichiara di sentirsi stressato spesso e il 9% addirittura ogni giorno. A dirlo è una ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, condotta nell’estate 2022 insieme a Nomisma, su un campione rappresentativo di 1.200 persone.  In generale, il 42% degli italiani non è di buon umore, dichiarando di avere molti alti e bassi o di essere giù di morale la maggior parte del tempo.  Il 67% del campione ha avuto almeno qualche volta problemi di sonno, il 23% prova spesso ansia o eccessiva apprensione.   I fattori che scatenano stress e apprensione riguardano soprattutto la situazione economica familiare e l’aumento dei prezzi, citati rispettivamente dal 41% e dal 40% degli intervistati. È fonte di stress anche la gestione degli impegni familiari, indicata dal 33% del campione, e di conseguenza l’equilibrio tra lavoro e vita privata (21%).     Guardando alla fascia di popolazione più anziana, fonte di disagio è anche la solitudine, di cui soffre spesso o almeno qualche volta più di un over-60 su due (52%).    I metodi antistress più popolari sono stare all’aria aperta e il contatto con la natura, citati da quasi un italiano su due (44%), seguiti dal prendersi del tempo per se stessi (36%), dallo sport (33%) e dalla compagnia degli amici (32%).   C’è però chi, per superare le emozioni negative e sentirsi meglio, ricorre a metodi poco salutari, come il fumo (11%), con il 31% dei fumatori inclusi nel campione che dichiara di fumare di più oggi rispetto a 2-3 anni fa, cioè prima della pandemia (ma il 41% degli italiani dichiara di bere meno alcolici meno rispetto al passato).

14 MILIONI DALL’INAIL PER LA FORMAZIONE

A beneficiare degli interventi formativi saranno lavoratori, Rls, Rlst, Rlssp e Rspp. Tra i temi affrontati, l’analisi degli infortuni e dei quasi incidenti, la riorganizzazione dei processi produttivi legata alla trasformazione digitale e le strategie di contrasto ai rischi psicosociali, come stress, mobbing, violenze e molestie.

ROMA – Con il nuovo bando pubblicato oggi in Gazzetta ufficiale e sul sito dell’Istituto, l’Inail mette a disposizione quasi 14 milioni di euro per il finanziamento di interventi formativi e aggiornamenti tematici destinati ai lavoratori, ai loro rappresentanti per la sicurezza a livello aziendale (Rls), territoriale (Rlst) o di sito produttivo (Rlssp), e ai responsabili del servizio di prevenzione e protezione (Rspp).

Come sottolineato dal presidente dell’Istituto, Franco Bettoni, si tratta di “un’iniziativa di estrema importanza per favorire un’efficace diffusione della cultura della salute e sicurezza sul lavoro. La formazione costituisce, infatti, un elemento essenziale per orientare i nostri comportamenti nella direzione giusta e per incoraggiare quel cambiamento culturale necessario affinché la prevenzione sia considerata un’opportunità preziosa di sviluppo, crescita, competitività, produttività, tutela della salute e benessere organizzativo”.

Per l’Inail, prosegue Bettoni, “l’attività formativa in tema di salute e sicurezza sul lavoro costituisce, dunque, parte integrante del percorso educativo finalizzato al miglioramento delle competenze di lavoratrici e lavoratori, che devono essere in grado di conoscere i rischi, di usare correttamente le attrezzature di lavoro e i dispositivi di protezione individuale, assumendo piena consapevolezza delle proprie mansioni nell’ambito del processo produttivo”.

Dalla costruzione e promozione delle relazioni con tutti i soggetti interni ed esterni all’organizzazione (reti, flussi comunicativi, modalità per proposte e partecipazione) alle tecniche di gestione dell’errore umano, il catalogo degli interventi formativi finanziabili dall’avviso pubblico comprende otto ambiti, alcuni relativi a figure specifiche, altri di contenuto trasversale e rivolti a tutti i destinatari, e definisce standard formativi in termini di obiettivi, contenuti e durata, allo scopo di assicurare la qualità delle proposte e la coerenza tra obiettivi e modalità di realizzazione degli interventi.

Tra i temi oggetto della formazione rientrano lo studio delle problematiche degli ambienti di lavoro e delle situazioni lavorative (analisi di processo, degli infortuni e dei quasi incidenti), la raccolta, elaborazione e registrazione di informazioni relative a tutti i rischi, a scopo valutativo e ambientale, la formulazione di proposte e la partecipazione alle attività di pianificazione e gestione della salute e sicurezza del lavoro in azienda, la conoscenza e gestione dei dispositivi di nuova generazione e delle tecnologie digitali abilitanti, la riorganizzazione dei processi produttivi legata alla trasformazione digitale, l’analisi di stress, mobbing, violenze e molestie sul luogo di lavoro e le strategie per prevenirli.

Le domande di finanziamento potranno essere presentate, singolarmente o in aggregazione, da soggetti formatori già accreditati nella Regione in cui svolgeranno il progetto, organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori, quali articolazioni a livello territoriale di quelle già rappresentate a livello nazionale nell’ambito della Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro, organismi paritetici e, limitatamente ai propri iscritti, ordini e collegi professionali.

Le domande devono riguardare interventi formativi di importo complessivo compreso tra un minimo di 20mila e un massimo di 140mila euro. A ogni progetto ammesso sarà riconosciuto un contributo finanziario, variabile in funzione del numero dei partecipanti e delle ore di formazione erogate, di importo orario predeterminato.

Dopo la fase di registrazione dei proponenti, i fondi Inail saranno assegnati fino a esaurimento delle risorse finanziarie disponibili con procedura telematica a sportello, secondo l’ordine cronologico di presentazione delle domande. Le attività formative dovranno concludersi entro un anno dalla data del provvedimento di concessione del finanziamento.

WORKLIMATE E PREVISIONE DELLE ONDATE DI CALORE.

da Inail.it

Il tema del cambiamento climatico e dell’impatto sulla salute è di crescente rilevanza in relazione agli scenari di previsione meteo-climatica dei prossimi anni ed all’incremento della intensità e frequenza delle ondate di calore.

Il Progetto Worklimate e la piattaforma previsionale di allerta per la valutazione dei rischi legati all’esposizione ad alte temperature in ambito occupazionale

L’esposizione occupazionale prolungata ad alte temperature può causare una perdita di attenzione ed una minore capacità di reagire agli eventi imprevisti, determinando un rischio di infortunio soprattutto in settori come l’edilizia e l’agricoltura. Il sistema previsionale WORKLIMATE rappresenta uno strumento di orientamento a disposizione dei singoli lavoratori, delle autorità di sanità pubblica e degli operatori della prevenzione per valutare, monitorare e contrastare l’esposizione occupazionale ad alte temperature.


Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail 2022
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

VISIBILITÀ E SICUREZZA PER I RIDERS

Con la riduzione progressiva delle ore di luce in inverno e in conseguenza dei provvedimenti imminenti di risparmio energetico sui sistemi di illuminazione pubblica, diventa sempre più importante la visibilità per la sicurezza di tutti i lavoratori su due ruote.

SUVA , l ” Inail” svizzero ha pubblicato una recente guida per tutti i lavoratori che utilizzano la bicicletta per lavoro:

https://consentcdn.cookiebot.com/sdk/bc-v4.min.htmlIT

Renditi visibile

Al crepuscolo e di notte il rischio di infortunio è tre volte più alto che nelle altre ore della giornata. Ma la visibilità è molto importante anche di giorno.

Il pericolo è sempre in agguato

Di notte si potrebbe evitare la metà degli infortuni se le persone coinvolte si vedessero almeno un secondo prima (fonte: UPI). Gli utenti della strada vestiti di scuro sono visibili solo da una distanza di 25 metri. Chi va in bici senza un buon sistema di illuminazione mette a repentaglio la propria vita.

Cosa bisogna fare per andare in bici in tutta sicurezza

  • Tieni gli occhi aperti, accendi le luci e indossa gli inserti riflettenti!
  • Ricordati che, specialmente al crepuscolo e di notte, gli altri utenti della strada potrebbero non vederti.
  • Un buon sistema di illuminazione può salvarti la vita quando è buio, quindi assicurati che i fanali della bici funzionino sempre correttamente e, se necessario, falli riparare.
  • Inserti riflettenti, indumenti fluorescenti o di colore chiaro sono indispensabili per la tua sicurezza.
  • Con abiti chiari e colori fluorescenti o ad alta visibilità si può essere visti da una distanza di 40 metri.
  • Con accessori retroriflettenti si è visibili addirittura da 140 metri.
  • Moderare la velocità significa arrivare sicuri a destinazione.

Scarica (Italiano)

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Quando circoli in senso opposto di notte…

dal punto di vista di un automobilista0:17

Quando cambi direzione di notte…

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Quando attraversi un incrocio di notte…

dal punto di vista di un automobilista0:17

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ARTICOLO ORIGINALE:

https://www.suva.ch/it-CH/materiale/Documentazione/visibilita

CARBONE VEGETALE PER COMBATTERE I PFAS.

da dottnet.it

Da un’intuizione sperimentale ispirata all’attuale tecnologia di filtraggio delle acque, basata sull’utilizzo dei filtri ai carboni attivi, è stato individuato un corrispettivo terapeutico nel carbone attivo vegetale ad uso umano

L’inquinamento ambientale è un problema diffuso a livello globale, il caso dei perfluoroalchilici, Pfas, ha acquisito estrema rilevanza soprattutto nel territorio Veneto nell’ultimo decennio. In realtà l’esposizione è un problema esteso a tutta la popolazione, che può entrare in contatto con queste sostanze attraverso oggetti di uso quotidiano come pellicole e rivestimenti alimentari, tappeti, abbigliamento, polvere, prodotti cosmetici. “Le manifestazioni cliniche associate all’inquinamento da Pfas sono certamente evidenti nelle popolazioni esposte – spiega Carlo Foresta, professore ordinario di endocrinologia presso la Scuola di Medicina di Padova – ma è interessante considerare che anche i bassi livelli di queste sostanze riscontrabili nella popolazione generale possono costituire fattore di rischio per manifestazioni cliniche associate a questa forma di inquinamento”. Su queste premesse, sono state proposte varie iniziative per la riduzione delle concentrazioni di questi inquinanti persistenti dall’ambiente e in particolare si è rivelato efficace l’utilizzo di filtri al carbone attivo per la purificazione delle acque ad uso umano nell’area rossa a massimo inquinamento da Pfas. Ma è rimasta tuttavia inalterata la difficoltà di intervenire sull’uomo per eliminare queste sostanze che hanno un tempo di eliminazione fino a dieci anni.Per risolvere la questione dell’eliminazione dei Pfas dal corpo umano si è attivato il gruppo di studio del professor Foresta.     Le ricerche condotte dalla sua equipe e svolte presso l’Uocdi Andrologia e Medicina della Riproduzione dell’Azienda Ospedale Università di Padova, diretta dal professor Alberto Ferlin, hanno permesso di identificare possibili forme di intervento basandosi sulle dinamiche di bioaccumulo di queste sostanze nell’uomo. Da un’intuizione sperimentale ispirata all’attuale tecnologia di filtraggio delle acque, basata sull’utilizzo dei filtri ai carboni attivi, è stato individuato un corrispettivo terapeutico nel carbone attivo vegetale ad uso umano.

UN BATTERIO CONTRO DIABETE E OBESITÀ

da microbiota.it

Stato dell’arte
Da quando Akkermansia muciniphila è stata scoperta e caratterizzata, due decenni fa, numerosi studi hanno dimostrato che la mancanza o la diminuzione di questo batterio commensale è collegata a molteplici malattie, come obesità, diabete, steatosi epatica, infiammazione e risposta alle immunoterapie contro il cancro.

Cosa aggiunge questa ricerca
Questa review ripercorre la storia della scoperta di A. muciniphila e riassume le numerose evidenze e meccanismi d’azione mediante i quali questo simbionte intestinale è in grado di migliorare la salute.

Conclusioni
Gli effetti benefici di A. muciniphila sono molteplici e sono già stati applicati alla sindrome metabolica. Saranno necessari ulteriori studi sull’uomo per supportare i numerosi giovamenti osservati nei modelli animali in molte altre malattie, come il cancro, l’infiammazione intestinale o i disturbi neurodegenerativi.

Da quando Akkermansia muciniphila è stata scoperta e caratterizzata, due decenni fa, numerosi studi hanno dimostrato che la mancanza o la diminuzione di questo batterio commensale è collegata a molteplici malattie, come obesità, diabete, steatosi epatica, infiammazione e risposta alle immunoterapie in ambito oncologico. 

Esiste un numero rilevante di studi che hanno provato la causalità di queste associazioni, attraverso una grande varietà di modelli animali, oltre che tramite un recente studio di proof-of-concept sugli umani.

Akkermansia muciniphila, architrave dei processi metabolici

Il microbiota intestinale è considerato uno dei fattori chiave che contribuiscono fortemente alla regolazione della salute dell’ospite. 

Si ritiene che le perturbazioni nella sua composizione e attività siano coinvolte nell’insorgenza di molteplici malattie. 

Infatti, sono stati condotti numerosi studi che hanno mostrato forti associazioni tra microrganismi specifici e malattie metaboliche legate al sovrappeso, all’obesità e al diabete mellito di tipo 2 (T2DM), nonché a specifici disturbi gastrointestinali, malattie neurodegenerative e anche tumori.

Tra i diversi batteri osservati, l’Akkermansia muciniphila è emerso più volte come potenziale candidato alla regolazione di alcuni aspetti metabolici.

Il primo ceppo di A. muciniphila è stato isolato nel laboratorio di Microbiologia di Wageningen nel 2004. Si trattava di un ceppo molto abbondante, in grado di degradare il muco, che venne chiamato MucTA. muciniphila è risultato essere uno specialista esclusivo della degradazione della mucina presente nell’intestino umano, sin dalla prima infanzia.

Dalla scoperta di A. muciniphila MucT, molti studi hanno contribuito a decifrare i meccanismi attraverso i quali questo batterio interagisce con il suo ospite. 

Gli effetti metabolici e antinfiammatori di A. muciniphila Mucsono ora ben conosciuti, poiché molte pubblicazioni di diversi gruppi di ricerca hanno confermato i vari benefici di questo ceppo sulla salute. Sebbene gli effetti fisiologici di A. muciniphila siano pleiotropici e riguardino molteplici aspetti, come il metabolismo dei lipidi e del glucosio, l’infiammazione, l’immunità, la funzione cerebrale, è importante sottolineare che esistono numerose modalità d’azione convergenti, probabilmente a causa delle proprietà specifiche correlate alla specializzazione nel metabolismo della mucina. 

In effetti, sono state identificate diverse vie di azione comuni, tutte rivolte alla regolazione della  barriera intestinale, attraverso la produzione di muco, e alla regolazione dell’attività del sistema immunitario. 

Infatti, il ripristino della barriera intestinale contribuisce anche all’attivazione del corretto funzionamento di diverse vie metaboliche che sono alterate in alcune malattie, tra cui, ad esempio, quelle riguardanti l’attività mitocondriale, il metabolismo epatico, il tessuto adiposo e l’attività cerebrale. A causa di queste capacità, negli studi condotti, una minore abbondanza di Akkermansia muciniphila è stata associata a molteplici malattie, sia nei modelli murini che nell’uomo. 

Effetti clinici dimostrati 

  • A. muciniphila ha dimostrato efficacia nel migliorare l’obesità, il diabete mellito di tipo 2 e di tipo 1, la steatosi epatica, l’infiammazione intestinale e diversi tipi di cancro nei topi;
  • sono stati identificati numerosi meccanismi molecolari che legano A. muciniphila a specifici metaboliti o proteine ​​di membrana e tipi di cellule ospiti o recettori;
  • A. muciniphila contribuisce al mantenimento di una sana barriera intestinale, regolando così l’immunità, e limitando anche l’insorgenza dell’infiammazione, che è la causa principale di numerose malattie.

Inoltre, il ceppo pastorizzato di A. muciniphila MucT ha dimostrato sicurezza ed efficacia in numerosi studi sui topi e in uno studio proof-of-concept sull’uomo. In particolare, questo studio ha permesso di dimostrare che la somministrazione di A. muciniphila MucT è sicura e ben tollerata nell’uomo nel trattamento della sindrome metabolica e che è in grado di prevenire con successo il naturale deterioramento dei parametri associati alla sindrome metabolica nei pazienti non trattati.

In questo contesto, in meno di 15 anni, gli effetti benefici di A. muciniphila MucT sono stati tradotti dalle osservazioni precliniche all’intervento umano. Si tratta di un successo unico e senza precedenti, rispetto ad altri microrganismi di nuova generazione.

Luci e ombre su cui investigare

Per approfondire lo studio di A. muciniphila saranno necessari ulteriori ricerche sull’uomo, per supportare i dati sui numerosi effetti benefici osservati nei modelli animali in molte altre malattie come il cancro, l’infiammazione intestinale o i disturbi neurodegenerativi.

Tra gli ambiti di ricerca più attuali, troviamo:

  • lo studio degli effetti della somministrazione del ceppo A. muciniphila MucT in coorti umane con patologie come il cancro, il diabete mellito di tipo 1, le malattie del fegato, la sindrome dell’intestino irritabile e/o malattia infiammatoria dell’intestino, le malattie neurodegenerative, per le quali sono risultati effetti benefici nei test preclinici sugli animali;
  • un’attenta analisi della potenza terapeutica di ceppi diversi da A. muciniphila MucT, che è stato utilizzato nella stragrande maggioranza degli studi fino ad oggi;
  • l’esplorazione di approcci terapeutici basati sulle molecole prodotte da A. muciniphila nelle malattie metaboliche, o di altro tipo;
  • studi volti a determinare se la migliore risposta clinica è correlata al microbiota intestinale al basale (compresi i livelli di A. muciniphila) e alle abitudini alimentari;
  • l’identificazione di fattori nutrizionali e ambientali utili al fine di mantenere adeguati livelli di A. muciniphila nell’intestino ed eventualmente limitare il rischio di malattie;
  • indagare l’effetto di trattamenti concomitanti nell’uomo, in aggiunta alla supplementazione di A. muciniphila pastorizzato, nel contesto della sindrome metabolica o del diabete mellito di tipo 2 (cioè dieta ridotta, digiuno periodico o farmaci antidiabetici).