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UN AIUTO DELL’ISS PER SMETTERE DI FUMARE

da dottnet.it

Senza un sostegno solo 4% dei tentativi ha successo

Si chiama “smettodifumare” ed è la nuova piattaforma web messa a punto dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) per aiutare le persone che hanno deciso di dire addio alle sigarette. Al suo interno si trovano informazioni e servizi di sostegno concreto, oltre a una serie di strategie utili per vincere la battaglia contro il fumo. “Molti studi dimostrano che senza un sostegno solo il 4% dei tentativi di smettere di fumare avrà successo”, evidenzia l’Iss.  La piattaforma rappresenta, dunque, una risorsa per aumentare le possibilità di successo e fornire informazioni di qualità su molti aspetti, a cominciare dagli effetti del fumo sulla salute e sui rischi dell’esposizione al fumo passivo.  Sulla piattaforma è anche disponibile una guida in pdf per chi vuole smettere di fumare. Una sorta di diario in cui è anche possibile appuntare i motivi per cui si è deciso di abbandonare il vizio, in cui si può valutare il proprio livello di dipendenza e anche tenere il conto dei soldi che è possibile risparmiare dicendo addio al pacchetto. La piattaforma offre anche un aiuto per prevenire o far fronte ad una ricaduta. Al suo interno si trovano, poi, gli elenchi dei Centri Antifumo che offrono percorsi dedicati.  Per chi desidera parlare con un operatore è anche possibile chiamare il Telefono Verde contro il Fumo 800 554088, un servizio nazionale, anonimo e gratuito, attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 16:00.

ALLERGIE E ATTIVITÀ LAVORATIVA

Da allergicamente.it

L’esposizione ad allergeni o a sostanze chimiche allergizzanti o irritanti durante l’attività lavorativa può provocare asma e altre patologie polmonari come rinite, dermatiti, o aggravare malattie preesistenti. Essere informati e sapere quali sono i lavori a rischio, è di grande importanza per una corretta prevenzione.

L’asma professionale è la patologia allergica respiratoria professionale più nota, e si stima che costituisca circa il 10-15% di tutte le asme. Si stima poi che circa il 25% dei soggetti con asma causata da altri fattori (ad esempio da pollini) abbia riacutizzazioni in ambiente di lavoro. E’quindi una condizione di frequente riscontro nella pratica clinica, e poiché è causa di disabilità e di costi individuali e sociali è importante riconoscerla e gestirla correttamente. All’asma è molto spesso associata la rinite professionale, che aggrava la sintomatologia.

Le attività lavorative a maggior rischio e le sostanze che più frequentemente provocano asma e rinite professionale sono riportate in Tabella 1.

Tabella 1. Principali lavorazioni e sostanze causa di asma e rinite professionale.

LAVORAZIONISOSTANZE
Panettieri, pasticceriFarina di cereali, soprattutto frumento, enzimi e additivi alimentari (alfa amilasi ecc)
Industria alimentareProteine del latte e dell’uovo, farine di cereali, derivati di prodotti ittici (pesci, crostacei, molluschi), additivi e contaminanti
Addetti alle pulizieDetergenti, spray irritanti
Apicultori, forestali, lavoratori con attività all’aperto, giardinieri, fioristi, agricoltoriInsetti, pollini, fiori, derivati di vegetali vari
Laboratoristi, veterinariDerivati (siero, urine) di animali
Personale sanitario, addetti alla produzione della gommaLatice della gomma, disinfettanti
Falegnami, mobilificiPolveri di legno, isocianati
CarrozzieriIsocianati
ParrucchieriSali di persolfato, coloranti per capelli
Industria chimica e farmaceuticaFarmaci, enzimi biologici
Industria plasticaIsocianati, Anidridi acide, amine sostanze varie

Le forme attualmente più frequenti sono l’asma da farina di cereali nei panificatori e pasticceri, e l’asma negli addetti alle pulizie, che sono esposti a mix di irritanti e sensibilizzanti. Di frequente riscontro sono anche l’asma da decoloranti (sali di persolfato) o da tinte per i capelli nei parrucchieri, e l’asma da isocianati, composti usati nella produzione di schiume poliuretaniche e come indurenti nelle vernici spray usate dai carrozzieri e nella lavorazione del legno. Nell’ultimo ventennio del ‘900 ha avuto grande importanza nel personale sanitario l’asma da lattice, per l’aumentato uso di guanti in latice per la protezione dall’infezione da HIV, ma successivamente, per le misure preventive intraprese, la frequenza è nettamente diminuita

I sintomi dell’asma professionale sono uguali a quelli dell’asma allergico da pollini o da altri allergeni, e consistono in crisi con mancanza di fiato, senso di fame d’aria, tosse, sibili che si manifestano durante il lavoro, o a volte dopo la fine del turno di lavoro, la sera, a casa. In questi ultimi casi può essere difficile metterli immediatamente in relazione con il lavoro. Nelle fasi iniziali caratteristicamente i sintomi si presentano solo nei periodi di 

attività lavorativa, e scompaiono durante le ferie o nel fine settimana, ma quando la malattia si aggrava e perdura da tempo i sintomi possono diventare quasi continui, anche in assenza di esposizione lavorativa. Per evitare peggioramenti è quindi importante diagnosticare la malattia il più rapidamente possibile, per attuare i provvedimenti necessari per la cura.

La diagnosi di asma professionale si effettua raccogliendo un’accurata storia clinica e dell’attività professionale del paziente, seguita da test di funzionalità respiratoria, test allergologici (prick test e ricerca nel siero del paziente di anticorpi IgE), e in certi casi esponendo il paziente in ambiente controllato alle sostanze che si sospettano essere la causa dell’asma, per accertarne il ruolo specifico.

Per la cura ottimale dell’asma professionale è fondamentale interrompere (o ridurre al minimo possibile) l’esposizione all’agente allergizzante che la provoca, modificando i processi lavorativi (ad esempio usando sostanze liquide anziché spray), o cambiando la mansione del soggetto, ricollocandolo in ambiente privo del rischio specifico. A volte purtroppo però, specialmente nelle realtà lavorative più piccole, come quelle artigianali, non è possibile interrompere l’esposizione, e il lavoratore può essere costretto a un cambio di lavoro, che può comportare anche un danno socio-economico (riduzione di stipendio, periodi di disoccupazione).

Per la terapia dell’asma professionale si utilizzano principalmente associazioni di broncodilatatori e cortisonici per via inalatoria. Per una corretta gestione, i lavoratori devono essere adeguatamente informati e formati sui rischi e sulle misure preventive da adottare per limitare l’esposizione, oltreché sulle terapie prescritte.

Poiché l’asma è una malattia professionale riconosciuta e indennizzabile, il medico che effettua la diagnosi deve espletare una serie di adempimenti medico-legali (referto all’Autorità Giudiziaria, denuncia di malattia all’organo di vigilanza dell’ASL, consegna del primo certificato di malattia professionale al lavoratore, che deve consegnarlo al datore di lavoro, che lo trasmetterà all’INAIL).

L’asma e la rinite professionale sono malattie prevenibili. Il livello di esposizione alle sostanze allergizzanti in ambiente di lavoro è il fattore di rischio più importante per la prevenzione primaria, in particolare per i soggetti atopici, che hanno una predisposizione individuale genetica a sviluppare malattie allergiche. Gli ambienti di lavoro vanno quindi accuratamente controllati in modo che siano salubri, e l’esposizione sia ridotta al minimo con adeguate misure di igiene ambientale.

Data l’elevata frequenza dell’atopia nelle nuove generazioni, gli adolescenti e i giovani che si affacciano al lavoro, così come gli apprendisti e gli iscritti alle scuole professionali, andrebbero adeguatamente informati sui rischi derivanti dall’intraprendere attività che espongono a potenti allergizzanti e guidati nelle scelte.

Bibliografia

  • Moscato G. Asma bronchiale professionale. Rass Patol App Respirat 2017; 32: 30-38– Serie “Malattie respiratorie occupazionali”
  • Moscato G, Pala G, Boillat MA, Folletti I, Gerth van Wijk R, Olgiati-Des Gouttes D, Perfetti L, Quirce S, Siracusa A, Walusiak-Skorupa J, Tarlo SM. EAACI Position Paper: Prevention of work-related respiratory allergies among pre-apprentices or apprentices and young workers. Allergy 2011; Sep;66(9):1164-73.