RICHIESTE DI ESENZIONE VACCINO COVID

18 Gennaio 2022

Lavoratori, spesso non giovanissimi, chiedono al medico di certificare che soffrono di patologie incompatibili con il vaccino o domandano batterie di test per stabilire se possano o meno vaccinarsi contro il Covid-19. Le richieste, già presenti, si sono moltiplicate con il decreto “super green pass” e nel Lazio, in particolare nel Viterbese, stanno portando a situazioni esasperanti come quelle denunciate dal segretario Fimmg Michele Fiore. Che le riassume in due tipologie: a chi esige che il curante prescriva decine di esami in base alla legge sulle vaccinazioni obbligatorie in caso di soggetti immunodepressi o che abbiano manifestato reazioni allergiche pregresse, ora si aggiunge chi chiede al medico di firmare una attestazione in grado di garantire l’assenza di conseguenze se si vaccina.

In giro per la regione si trovano poi richieste al medico di indicare il vaccino ritenuto più idoneo, anche rispetto al rischio di positivizzarsi a seguito dell’inoculo, o di prescriverlo lui direttamente con ricetta limitativa. Alcuni inviano anche comunicazioni all’Asl in cui si spiega che mancano al momento i presupposti per fruire di uno dei quattro vaccini disponibili in quanto “farmaci sperimentali”. Per la cronaca, sulle cause possibili di esenzione dal vaccino fa testo la circolare ministeriale del 4 agosto scorso che sottolinea come siano rare (e diversamente frequenti a seconda dei vaccini) le vere controindicazioni quali pregressa sindrome trombotica o perdita capillare, o reazione allergica grave dopo una dose o a componenti del vaccino (quasi sempre tale reazione si verifica entro 30′ ma non si può escludere entro le 24 ore). Giustificano poi la precauzione del medico sindromi di Guillain Barrè insorte dopo vaccino, miocardite o pericardite (ma si può chiedere riscontro a specialista). Si rinvia usualmente in caso di infezione in corso o quarantena. Tra i vademecum di categoria (Simg, Assimefac) la Simg ribadisce come il principio di precauzione sia da considerare in casi di recente infarto miocardico, evento cardiovascolare acuto, intervento chirurgico grave; fra le malattie trasmissibili, oltre ad epatite acuta e nefrite, sono pregiudizievoli gli stati settici e le gravi infezioni d’organo o tessuto. Infine, per i chemioterapici ed i farmaci che possono inibire l’azione del vaccino bene dirottare i pazienti allo specialista che si occupa della terapia. Oltre questo, il beneficio supera il rischio. Ma sul web ci si imbatte in siti dove si invita il paziente a chiedere al medico IgG per Epstein Barr, CMV, VZV, Herpesvirus 1 e 2, morbillo parotite rosolia, HBV, HCV, HIV, esami sulla predisposizione alla trombosi,

sequenziamenti del Covid nelle feci per vedere se si è cronicizzato e si afferma che “se il medico si rifiuta di prescrivere è passibile di omissione di atto d’ufficio».
Fimmg Lazio attraverso il proprio ufficio legale coordinato dall’avvocato Olindo Cazzolla del Foro di Roma ha attivato un piano di tutela e ha invitato gli iscritti a girare le comunicazioni scritte “anti-vax” via mail all’indirizzo roma@fimmg.org Giampiero Pirro responsabile comunicazione Fimmg Lazio sottolinea, codici (ed avvocato) alla mano, che «il medico è libero autonomo indipendente e responsabile nella sua attività professionale e non può prescrivere al fine di compiacere il paziente né firmare atti che sostengano la totale assenza di insorgenza di effetti collaterali dal vaccino. Quando arrivano simili mail dagli assistiti, meglio non rispondere subito, non cercare di tamponare con l’efficienza qualcosa che nel rapporto può essersi rotto per colpe non proprie. Il codice deontologico obbliga il medico a certificare solo se sussistono i presupposti obiettivabili. Obbligare a certificare il falso o l’impossibile, ad esempio che il medico, avendolo dichiarato idoneo, si prende ogni responsabilità se il paziente muore o ha una reazione avversa a seguito del vaccino, può configurare un reato del richiedente ma non del medico e ciò è facilmente dimostrabile nelle sedi giudiziarie. Non esiste alcuna legge altresì che obbliga a scrivere o assecondare i voleri bizzarri di chiunque, ove non ci sia un riscontro clinico. Stiamo raccogliendo le richieste, che stanno creando non pochi problemi di tranquillità a colleghi impegnati su più fronti durante uno stato d’emergenza, e non escludiamo passi quali l’invio delle comunicazioni alla procura per una valutazione di reato, oltre che agli Ordini. Il medico dovrebbe inoltre in questi casi valutare la ricusazione dell’assistito. Ai sensi dell’Accordo nazionale il solo atto di scrivere o far scrivere un’intimazione legale coercitiva lede il rapporto fiduciario che è alla base di una corretta assistenza e non è condizionabile da minacce di iniziative legali od intimazioni».

Mauro Miserendino da doc33.it

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