MANIFESTAZIONI DERMATOLOGICHE DEL COVID

3 Gennaio 2022

Da huffoost.it

Come tutti purtroppo sappiamo il COVID-19 (infezione da SARS-CoV-2-19) è comparso in Cina a Wuhan negli ultimi mesi del 2019 e da lì si è poi diffuso in tutto il mondo, per cui l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nel Marzo 2020 ha denunciato l’esistenza di una pandemia. Il nuovo patogeno è stato trovato in campioni del tratto respiratorio e la malattia risultante è stata definita COVID-19 (Coronavirus Desease 2019).

Lo spettro sintomatologico del COVID-19 esordisce di regola con una sindrome simil-influenza o simil-raffreddore con diversi sintomi che variano da soggetto a soggetto. Tali possono essere febbre, malessere, stanchezza eccessiva, dolori muscolari, rinofaringite, dispnea, tosse secca, perdita del gusto e dell’olfatto, iperemia congiuntivale, diarrea etc., a cui poi possono seguire più gravi complicanze viscerali, specie bronco-polmonari, purtroppo con un’elevata percentuale di mortalità.

Successivamente in diversi Paesi del mondo (Cina, Italia, Spagna etc.) si è scoperto che, oltre a diversi organi e sistemi, anche la pelle può presentare significative manifestazioni riconducibili in vario modo all’infezione. A carico della cute sono state segnalate diverse alterazioni consequenziali e tipiche della malattia, per cui possono assumere il ruolo di indici diagnostici, prognostici e terapeutici; come pure lesioni cutanee secondarie non direttamente causate dalla malattia quali le eruzioni da farmaci, la comparsa o l’aggravamento di importanti dermopatie.

Per queste considerazioni l’OMS ha anche posto la sua attenzione sulla Spagna in quanto rilevante area di trasmissione locale del COVID-19. In effetti la ricerca spagnola nel picco dell’epidemia ha potuto rilevare ben 429 casi. La comunità scientifica mondiale è concorde nel ritenere che vi sia anche un forte nesso tra il COVID-19 e le patologie dermatologiche. Esistono infatti riscontri documentati e pubblicati che sistematizzano le patologie cutanee in 5 categorie:

1. Geloni (20% dei casi), legati a forme più lievi e di più frequente riscontro nei soggetti giovani

2. Eruzioni vescicolari (10% dei casi), un po’ più specifiche del COVID-19, spesso pruriginose, localizzate specie sul tronco in pazienti di mezza età con viropatie di media gravità e che durano per lo più circa 10 giorni.

3. Lesioni orticarioidi (20% dei casi), con durata media di 6-8 giorni

4. Eruzioni maculo-papulari, perifollicolari, presenti nel 45% dei casi più gravi

5. Lesioni vasculitiche (5 % dei casi), per alterazione dei vasi sanguigni, più frequenti negli anziani

Questi cinque modelli clinici cutanei associati al COVID-19 possono comparire in diversi momenti della malattia e sono associati a diversa gravità, durata e forse a differenti significati prognostici.

Allorquando un soggetto lamenta una sintomatologia simil-influenzale, possono perciò anche apparire:

1. Eruzioni eritematose a tipo rush cutanei, eritema polimorfo, lesioni orticarioidi, vescicole simil varicella, manifestazioni comuni ad altre infezioni virali, prevalentemente disposte sul tronco, non pruriginose e indipendenti dalla gravità della malattia

2. Strani geloni, i cosiddetti «alluci da COVID», le dita dei piedi e delle mani possono diventare gonfie e bluastre come fossero geloni; si tratta di un’acrocianosi riconducibile ad un processo vasculitico, segno tipico di COVID-19.

Nei soggetti più giovani compaiono soprattutto perniosi e pseudo-geloni o «pseudo-Chilblain» con una durata media di 15 giorni, associati a forme meno gravi di malattia e in 1/3 dei casi è presente anche dolore (32%) o prurito (30%).

Nei soggetti di mezza età sono state osservate lesioni vescicolari (15%) comparse per lo più prima di altri sintomi e con decorso meno grave, il prurito è presente in 2/3 dei casi. Le lesioni orticarioidi e maculopapulari sono associate a malattia COVID-19 più severa. Il prurito è particolarmente frequente nelle lesioni orticarioidi (90%) e nelle maculopapulari (60%).

Nei soggetti di età più avanzata con patologia grave possono comparire manifestazioni livoidali e/o necrotiche.

In un reparto medico italiano è stato osservato che circa il 20% dei pazienti presentava lesioni cutanee quali orticaria, eruzioni esantemiformi o simil-varicella, come pure alcune eruzioni cutanee diagnosticate per Dengue, acroischemie nei bambini e nei pazienti più gravi e placche nei talloni. Questi dati sono stati considerati utili per la gestione dei pazienti al fine di riconoscere i pazienti paucisintomatici e persino per una valutazione predittiva sul decorso dell’infezione.

E più specificatamente i dermatologi dell’Ospedale di Lecco parlano di lesioni cutanee da COVID-19 in pazienti con infezioni in corso ma anche in quelli asintomatici. La tipologia delle manifestazioni è assai varia, i segni cutanei sono presenti in ogni età (bambini e giovani sono poco colpiti e spesso asintomatici e perciò contagiosi), vi è differenza fra segni cutanei sicuramenti riferibili al COVID-19 e segni sospetti perché in soggetti pauci o asintomatici. Nell’infezione certa sono possibili rush cutanei diffusi (morbilliformi, varicelliformi o orticarioidi) in concomitanza a sintomi respiratori o simil influenzali.

L’eruzione cutanea, non sempre pruriginosa, è fugace e autorisolutiva in pochi giorni. Quadri simili possono essere anche causati da farmaci e, in tal caso, è ancor più utile la consulenza dermatologica. Lesioni simil-geloni su piedi e mani sono particolarmente frequenti in età pediatrica e giovanile. Le lesioni cutanee compaiono assai spesso quando i sintomi generali sono scarsi o assenti, quindi si tratta di segni isolati, unici ed iniziali e perciò possibili spie dell’infezione. Si può ritenere che siano segni indiretti dell’infezione virale mediante meccanismi di reazione immunologica il cui target è il microcircolo cutaneo, come è stato di recente confermato anche da accurate indagini istopatologiche..

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