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SMART WORKING BONUS SPESE coprirà bollette e buoni pasto

Anche al termine dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, lo smart working potrebbe essere una modalità di lavoro a cui sempre più aziende e dipendenti ricorreranno. Proprio per questo motivo si sta pensando di introdurre un bonus spese che vada a sostituire i buoni pasto, gli straordinari e anche le spese per le utenze per chi aderisce al lavoro agile.

A febbraio potrebbe finire lo stato d’emergenza per il Coronavirus, anche se un’ulteriore proroga è tutt’altro che esclusa. Di conseguenza potrebbero cambiare anche le regole per lo smart working. Non più automatico con accordi tra imprese e sindacati, ma con la necessità di un accordo obbligatorio con il dipendente. La questione da risolvere riguarda il trattamento economico di chi lavora da casa e chi da ufficio o comunque sul posto di lavoro, considerando che deve essere identico per entrambi. Ma con il ricorso al lavoro agile si va inevitabilmente incontro a delle decurtazioni, come la perdita dei buoni pasto e degli straordinari e anche le maggiori spese per le utenze, che però potrebbero essere compensati dalle minori uscite per trasporti e spostamenti. Così ciò a cui si sta pensando, secondo quanto spiega la Repubblica, è un bonus spese per chi lavora da casa.

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I buoni pasto e gli straordinari sono previsti per un lavoro che prevede un orario rigido, diverso dal lavoro agile. Che, in teoria, dovrebbe essere incentrato soprattutto sugli obiettivi, quantomeno alla fine della fase di emergenza sanitaria. Motivo per cui l’idea che sta prendendo piede è quella di un rimborso forfettizzato delle utenze o un pacchetto di welfare che consideri i guadagni e le perdite valutandoli insieme a benefici di altro tipo.

LA DECURTAZIONE DEI PASTI IN SMART WORKING

L’erogazione dei buoni pasto in smart working è difficile da valutare, in quanto si tratta di un beneficio legato all’orario di lavoro e alla pausa pranzo. Il discorso cambierebbe completamente di fronte a un’organizzazione autonoma del lavoro. Florindo Oliverio, segretario Fp Cgil, spiega che “i buoni pasto valgono circa 160 euro al mese. Se si considerano anche gli straordinari si capisce perché ci sono stati lavoratori che avrebbero avuto diritto a continuare a lavorare in smart working da settembre e che hanno chiesto una certificazione speciale di buona salute pur di tornare in ufficio: non si potevano permettere uno stipendio decurtato”.
Il sistema dei buoni pasto ha un problema - Il Post

ILPROBLEMA DEGLI STRAORDINARI NELLA PA

Altra questione ritenuta critica è quella degli straordinari: nella pubblica amministrazione sono ritenuti difficili da calcolare con lo smart working, quindi si pagano solamente in caso di lavoro in una giornata non lavorativa, come domenica e festivi. Nel privato, infatti, esistono i forfait, ma nel pubblico serve l’effettivo svolgimento della prestazione, il che rende difficile introdurre questo meccanismo nel lavoro agile, più votato agli obiettivi. A questo si aggiunge un altro problema, quello dell’indennità di turno, che nella Pa vale in media 200 euro. Per tutte queste ragioni l’ipotesi ritenuta più facilmente percorribile dai sindacati è quella di un rimborso forfettario delle spese, che possa scavalcare questi ostacoli garantendo comunque un rimborso aggiuntivo ai lavoratori.

preso da: www.fanpage.it

COME SARA’ LA FORMAZIONE ED IL LAVORO POST COVID

Financialounge.it

A seguito della pandemia l’intero comparto EdTech, tutti quei servizi che si propongono di facilitare l’apprendimento tramite l’uso e la gestione di appositi processi tecnologici e risorse innovative, ha ricevuto uno straordinario impulso in termini sia di attenzione che di gradimento. “Con ogni probabilità, la pandemia accelererà lo sviluppo dell’EdTech e molte aziende del comparto anticiperanno gli investimenti in nuove funzionalità”, fa sapere il team di gestione di Credit Suisse (Lux) Edutainment Equity Fund.

PROMOSSO IL MODELLO DIDATTICO MISTO

Emerge infatti la convinzione che l’EdTech possa trasformare l’istruzione così come la conosciamo oggi alla luce del fatto che studenti, educatori, manager aziendali e famiglie, si sono resi conto che molte delle applicazioni di formazione e apprendimento online sono efficaci quanto la didattica tradizionale promuovendo il modello didattico misto, che non sostituisce ma piuttosto conferisce autorità agli educatori.

LE APP DI DIDATTICA DELL’EDTECH

“È probabile che quando gli studenti di tutto il mondo torneranno in classe, continueranno a utilizzare l’insieme più coinvolgente delle app di didattica dell’EdTech. Inoltre, una volta che gli studenti si avvalgono della flessibilità e dei vantaggi della didattica online, è probabile che molte di queste tecnologie diventino integrate nelle classi fisiche o nelle aule universitarie riservate ai seminari”, spiega il team del comparto di Credit Suisse.

CAMBIAMENTI RADICALI DELLA FORZA LAVORO

La “nuova normalità” che si delinea nel post Covid-19 potrebbe comportare anche profonde modifiche della forza lavoro. “La quota di lavoro flessibile è destinata ad aumentare e con essa la necessità di tecnologia e automazione. La crisi causata dalla pandemia ha provocato una grave recessione mondiale, con una conseguente importante perdita di posti di lavoro. Questo accelera l’esigenza di riqualificazione di coloro che vengono licenziati affinché possano essere reintegrati rapidamente nella forza lavoro. Assisteremo pertanto a un boom della domanda nel settore della formazione professionale e della certificazione online”, sottolineano i manager di Credit Suisse

RIDERS: DISCRIMINATORIO IL PROGRAMMA FRANK

Roma, 2 gen. (askanews) – “L’algoritmo ‘Frank’ utilizzato da Deliveroo per valutare i rider è discriminatorio. Una svolta epocale nella conquista dei diritti e delle libertà sindacali nel mondo digitale, stabilita dal Tribunale di Bologna accettando il ricorso promosso congiuntamente da Nidil, Filcams e Filt e dalle rispettive strutture territoriali bolognesi”. Lo riferisce il segretario confederale della Cgil, Tania Scacchetti.

“Per la prima volta in Europa – sottolinea la dirigente sindacale – un giudice stabilisce che ‘Frank’ è cieco e pertanto indifferente alle esigenze dei rider che non sono macchine, ma lavoratori con diritti. Il ranking reputazionale declassa alla stesso modo, senza alcuna distinzione, sia chi si assenta per futili motivi che chi si astiene dalla consegna per malattia o per esercitare il diritto di sciopero”.

Il giudice ha ritenuto che il modello di valutazione adottato dalla piattaforma di food delivery “era il frutto della ‘scelta consapevole’ dell’azienda di privilegiare la disponibilità del rider – aggiunge la Cgil – senza mai considerare le ragioni del suo possibile mancato collegamento alla piattaforma poichè come afferma il Tribunale ‘quando vuole, la piattaforma può togliersi la benda che la rende cieca o incosciente rispetto ai motivi della mancata prestazione lavorativa da parte del rider e, se non lo fa, è perché lo ha deliberatamente scelto’. Il provvedimento costituisce un fondamentale passo avanti nel percorso che ci vede da sempre impegnati nella tutela del lavoro, dei lavoratori dalla nuova economica digitale”.