Monthly Archives: Maggio 2020

MEDICI DEL LAVORO E FASE 2

Dovranno monitorare sulla sicurezza dei lavoratori. Anelli: “E’ troppo presto per pensare a un ritorno in servizio dei lavoratori più fragili”

 Identificare immediatamente i casi sospetti di Covid-19 e procedere al loro isolamento, tracciando anche i contatti. E’ questa una delle priorità per la fase 2, per evitare nuovi possibili focolai con la riapertura di molte aziende e la ripresa di varia attività lavorative. Un ruolo cruciale lo avranno dunque i medici del lavoro, che dovranno monitorare sulla sicurezza dei lavoratori. Ma la fase 2, avvertono, “parte a rischio perchè un monitoraggio effettivo è possibile solo effettuando test e tamponi ai lavoratori nelle aziende, cosa al momento non consentita”. In questo momento di riapertura “è fondamentale essere in grado di eseguire immediatamente tamponi nei casi sospetti e provvedere immediatamente al tracciamento e all’isolamento, non domiciliare, dei contatti”, afferma il virologo dell’ospedale San Raffaele di Milano Roberto Burioni. Questi, avverte, sono gli “elementi cruciali per evitare una ripresa del contagio”.

MASSAGGITANTRAROMA – Il BenEssere dall'India

Anche il direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, Gianni Rezza, ammette una “certa preoccupazione perchè – spiega all’ANSA – ogni volta che si ha una riapertura un minimo di rischio in più c’è. Finora siamo stati sotto una campana di vetro, quindi ora è necessaria la massima attenzione”. Ciò significa che “bisogna essere pronti ad identificare subito i casi sul territorio e sono favorevole ad estendere i tamponi ai contatti dei soggetti positivi”. Oggi, sottolinea, “abbiamo aumentato il numero delle terapie intensive ma l’obiettivo è quello di non riempirle di nuovo. Per questo vanno subito bloccati eventuali focolai”. In particolare, nelle aziende, afferma Rezza, “è fondamentale il distanziamento”. Una misura, quest’ultima, non sempre però applicabile, e dunque insufficiente, secondo i medici del lavoro. Il punto è che “non abbiamo strumenti reali perchè non possiamo prescrivere ai lavoratori nè i test sierologici nè i tamponi – afferma Giuliano Pesel, responsabile del servizio Medicina del lavoro al Policlinico Triestino Spa e medico competente in alcune aziende multinazionali – ma per garantire la sicurezza è necessario poter effettuare un monitoraggio sullo stato immunitario effettivo dei lavoratori proprio attraverso tali esami, altrimenti il rischio di nuovi focolai è più probabile”.

ANSA - Wikipedia

Si crea inoltre una condizione “paradossale: molte multinazionali, ad esempio nel settore gas, o compagnie di navigazione, stanno richiedendo il tampone ai lavoratori. Questi non possono però effettuarlo nella sanità pubblica, che lo prevede solo per i sintomatici, e le aziende si rivolgono ai medici competenti. Noi non possiamo che indirizzare a laboratori privati, o in vari casi il lavoratore della multinazionale deve effettuarlo all’estero”. Il Servizio sanitario, rileva, “vuole mantenere il monopolio nella gestione di tali test ma poi non riesce a garantire il servizio. Forse, si teme un eccesso di diagnosi positive che sarebbe poi molto difficile da gestire”. Intanto, la Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) lancia l’allarme per le categorie di lavoratori ‘a rischio’: “E’ troppo presto per pensare a un ritorno in servizio dei lavoratori più fragili. Immunodepressi, con patologie croniche invalidanti, persone sottoposte a terapie salvavita sono più suscettibili al Covid-19”, afferma il presidente Filippo Anelli.    Da qui la richiesta al governo di un provvedimento per prorogare il termine della norma, scaduto il 30 aprile, che prevedeva la possibilità per tali categorie di astenersi dal servizio.

Da il giornale

IGIENIZZAZIONE E SANIFICAZIONI: LE NUOVE REGOLE DAL 4 MAGGIO

Da ilsole24ore.it

Da lunedì a ripartire sono anche professionisti imprenditori, alle prese in questi giorni con la gestione del rischio e con i protocolli di sicurezza. In molti casi si fa affidamento sul buon senso, sulla prudenza individuale, sul giudizio di ciascuno.

Come gestire il rischio
L’ultimo Dpcm del 26 aprile scorso prevede che siano le aziende e i professionisti a gestire il rischio e ad adottare le misure di sicurezza idonee ad evitare il contagio. Per le attività produttive il richiamo è ai protocolli del 14 marzo e del 24 aprile scorso, che consentono la riapertura soltanto a condizione che vengano assicurati adeguati livelli di protezione ai lavoratori. In caso di controlli, l’azienda rischia la sospensione fino al ripristino delle condizioni di sicurezza. Se il lavoratore si ammala di Covid-19 durante l’ attività lavorativa, con prova del relativo nesso di causalità quasi diabolica, la responsabilità è del datore di lavoro.
Si tratta infatti di infortunio sul lavoro, come stabilito dall’articolo 42 comma 2 del cosiddetto decreto Cura Italia e ribadito dalla circolare n. 13 dell’Inail dello scorso 3 aprile.
Sul piano pratico, l’allegato 4 del Dpcm dello scorso 26 marzo prevede, tra le altre cose, di pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro e alcol. Tutte indicazioni che devono valere anche per i professionisti.

Gli studi professionali
Da lunedì gli studi potranno riaprire in tutta Italia. Due Regioni, per ora Toscana Abruzzo, hanno imposto la sanificazione straordinaria dei locali e degli impianti di aria condizionata. Griglie, bocchette e filtri dell’aria devono essere sanificati da manutentori certificati che rilasceranno una dichiarazione di avvenuto intervento e delle metodologie utilizzate.

Ancora poco chiara quale sia la procedura di sanificazione specifica in grado di scongiurare il rischio di contagio da Covid-19.
In ogni caso, il ministero della Salute ha suggerito per le aziende e per gli studi la sanificazione di tutti gli ambienti.
Il decreto Cura Italia ha previsto per tutti un credito di imposta del 50% per la sanificazione degli ambienti di lavoro e l’acquisto di mascherine e protezioni per un massimo di 20mila euro.

Gli studi odontoiatrici sono ancora in attesa dei protocolli specifici approvati dal Ministero della Salute. Nel frattempo da lunedì riapriranno non solo per le urgenze, garantendo gli standard di sicurezza e protezione più elevati, dettati dagli ordini professionali. I medici odontoiatri si assumeranno in proprio le relative responsabilità professionali in caso di errori.

Gli altri professionisti
Le indicazioni minime previste dall’allegato 4 del Dpcm del 26 aprile scorso devono valere per tutti. Occorrerà quindi sanificare gli ambienti di lavoro, utilizzare la mascherina anche all’interno degli studi, soprattutto quando non si possono rispettare le distanze di sicurezza. È raccomandabile, poi, posizionare in sala d’attesa dispositivi igienizzanti ed evitare contatti fisici con i clienti, oltre a distanziare gli appuntamenti.
Auspicabile mettere a diposizione guanti e mascherine, oltre a posizionare cartelli con indicazioni sul rispetto delle distanze di sicurezza.

La sanificazione degli ambienti di lavoro
Le postazioni di lavoro, spogliatoi, mezzi aziendali, aree comuni, distributori automatici, dovranno essere igienizzati costantemente.
Ogni lavoratore dovrà provvedere alla sanificazione della propria postazione di lavoro utilizzando i prodotti forniti dall’azienda. La pulizia della postazione verrà effettuata all’inizio o alla fine dell’utilizzo della postazione, a seconda del caso. Se la postazione viene utilizzata da più operatori nell’arco della stessa giornata, ogni lavoratore la dovrà sanificare prima dell’utilizzo. Rientrano nella postazione di lavoro anche tavoli, scrivanie, tastiere, mouse, touch screen, pulsantiere, distributori automatici, attrezzature varie.

Spogliatoi, pavimenti, bagni
Dovranno essere igienizzati quotidianamente
Aree comuni e aree pasti
Dovranno essere igienizzate dopo ogni utilizzo. In ogni caso dovrà essere utilizzata dai lavoratori come fosse una postazione di lavoro
Distributori automatici
Il singolo utilizzatore dovrà provvedere a pulire, dopo l’uso, la pulsantiera e la zona di prelievo prodotto
Mezzi aziendali
Dovranno essere igienizzati dopo ogni singolo utilizzo
Gestione delle pause
Saranno differenziate, nei locali saranno presenti cartelli informativi che spiegheranno a lavoratori, soci, collaboratori come usare gli spazi, igienizzarli e lavarsi le mani

IMMUNITA’ DA COVID-19

Da ilfattoquotidiano.it

Uno studio cinese pubblicato su Nature Medicine, e firmato da scienziati della Chongqing Medical University, che per il virologo Roberto Burioni è una “buona notizia”, perché dimostra che chi guarisce dopo essere stato contagiato dal coronavirus sviluppa anticorpi. “Seppure in quantità variabili, i pazienti guariti da Covid-19 producono anticorpi contro il virus. Questo è bene perché rende affidabile la diagnosi sierologica e, se gli anticorpi fossero proteggenti, promette bene per l’immunità”. Burioni posta su Twitter il grafico dello studio dove si dimostra, riassume dalla Emory University di Atlanta il virologo italiano Guido Silvestri, che “285 su 285 (100%) pazienti con Covid-19 sviluppano IgG contro Sars-CoV-2 entro 19 giorni dall’inizio dei sintomi clinici”.