LETTERA CIIP ALLE ISITUZIONI

16 Ottobre 2019

La Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione (CIIP), cui fanno riferimento 15 Associazioni tecnico scientifiche in materia di prevenzione e sicurezza del lavoro, in una lettera inviata al Presidente del Consiglio, ai Ministri della Salute, Lavoro, Istruzione, Agricoltura e al Presidente della Conferenza delle Regioni, ha richiamato l’attenzione sulle delicate questioni di questo importante settore con delle istantanee che fotografano in maniera esaustiva ciò che occorre avviare e mettere in campo senza attendere altro tempo.

Ecco il link alla LETTERA

In sintesi per Susanna Cantoni, presidente della CIIP, occorre non abbassare la guardia soprattutto per il dilagarsi della elevata frammentazione delle imprese, con frequente ricorso ad appalti e subappalti, anche per attività lavorative estremamente pericolose.

Tale scenario, precisa la Cantoni, rende molto più difficoltosa l’azione di prevenzione e vigilanza da parte dei servizi dedicati dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, in quanto proprio nelle piccole imprese, nel  variegato mondo delle cooperative, gli stessi  lavoratori autonomi, a cui  in un  tessuto produttivo sfilacciato, vengono sempre più affidati lavori in appalto ad elevato rischio (un esempio per tutti sono le attività di manutenzione).

Occorre ripulire dall’illegalità il mercato delle consulenze e della formazione, promuovere e controllare più seriamente i processi di formazione, anche semplificando e razionalizzando gli obblighi, troppo spesso considerati ancora meri adempimenti formali da evadere se possibile o adempiere falsamente con falsi attestati e corsi fasulli. Un altro elemento su cui indagare, ha continuato, è il recente incremento di infortuni da rischio chimico in aziende e in attività diverse dal comparto dell’industria chimica.

Ecco i punti salienti della lettera.
Rafforzare i Servizi delle ASL, definendone gli standard di fabbisogno di personale, per aumentaregli interventi di controllo e di prevenzione delle ASL  per favorire l’adozione da parte delle imprese di una maggior cultura e di un maggior impegno per la sicurezza;

Potenziare le strutture dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro per la lotta al caporalato, alla irregolarità dei rapporti di lavoro; Rafforzare gli organici dei Vigili del Fuoco dedicati alla prevenzione; Rafforzare il coordinamento tra le strutture del SSN e dell’I.N.L. in quanto sicurezza e salute dei lavoratori e regolarità dei rapporti di lavoro sono temi strettamente legati ma che richiedono competenze professionali assai diverse tra loro;

Valorizzare le esperienze di 40 anni di lavoro del sistema sanitario pubblico, sostenute nel Piano Nazionale Prevenzione 2014—2019 e nel prossimo 2020—2025 attualmente in elaborazione;

Le esperienze dei Servizi ASL, pur nelle differenze regionali e di risorse dedicate, sono oramai consolidate nella programmazione dei controlli per priorità, (agricoltura, edilizia, amianto, rischio chimico e cancerogeno, rischio muscolo—scheletrico, stress lavoro—correlato, etc.), nel lavoro per piani mirati territoriali, nella ricerca attiva delle patologie professionali che mietono più vittime degli infortuni, nel coordinamento e controllo dell’operato delle figure aziendali, nel sostegno alla partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori ( RLS), ma anche nel sostegno alle iniziative di formazione scolastica.

Occorre, tuttavia, investire ancor di più nella prevenzione primaria, nella rimozione, cioè, deifattori che, nell’organizzazione del lavoro, possono costituire rischio per la sicurezza e la salute di chi lavora. Anche le azioni di promozione della salute devono essere rivolte a questo fine e non solo ad interventi individuali.

tratto da quotidianosanità.it

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