VADEMECUM PER LA SCELTA DI UNA SCARPA ANTINFORTUNISTICA

23 Settembre 2019

Scarpa antinfortunistica base della sicurezza

Che il lavoro coinvolga un turno in fabbrica, o una conta di materiale pesante, o magari semplicemente del lavoro intenso in un campo, la presenza di una buona scarpa antinfortunistica è probabilmente uno dei fattori chiave per evitare molti incidenti.

Non solo la scarpa antinfortunistica garantisce la resistenza a eventuali oggetti in caduta, o allo sversamento di liquidi corrosivi e altre situazioni di rischio, ma se di buona qualità, la suola viene studiata appositamente per essere resa antiscivolo, con dei coefficienti di attrito più alti del normale e con diverse qualità aggiuntive, a seconda della tipologia di lavoro che si va a svolgere: impermeabili, ignifughe, antistatiche o resistenti al caloree in grado di reggere nel tempo a usi prolungati e intensivi.

Ma come scegliere la scarpa giusta? Come capire quando è di buona qualità?

Tipi e livello di sicurezza

Al pari di ogni altra norma di sicurezza dettata da disposizioni di legge, anche le scarpe antinfortunistiche rispettano delle classificazioni di vario livello con degli standard da rispettare piuttosto specifici. Ovviamente il livello di sicurezza è molto dipendente dall’impiego che si svolge, ma è una realtà che ormai le calzature anti infortunio siano necessarie in praticamente qualsiasi ambito.

I tipi di scarpe si dividono in:

Basse: coprono solo il piede, senza superare la caviglia.

Alte: questo tipo arriva a proteggere la caviglia o, nel caso di stivali, possono arrivare al ginocchio.

Sandali: è il modello che non ha lacci per chiudere, ma solo una cinghia in velcro per aprirli facilmente.

Zoccoli: è il classico tipo di scarpa usato in ambiente sanitario o alimentare, come le cucine, sono aperte sul retro tramite una piccola cinghia.

Ogni tipo è ovviamente adatto a un ambito lavorativo specifico, come appunto nel caso degli zoccoli i quali è facile vedere dentro gli ospedali o nella cucina di una mensa universitaria.

Diversamente, ogni tipo di calzatura ha poi una classificazione a livello europeo per indicare gli standard di sicurezza che è in grado di rispettare:

SB (Sicurezza Base): questo livello rispetta le norme EN345 richiedenti un puntale di acciaio resistente fino a 200 Joule. Spesso prevedono anche una suola antiscivolo per oli e idrocarburi di vario tipo.

S1/S1P: il livello di queste calzature è leggermente superiore all’SB, possedendo una suola antistatica e un puntale di acciaio per le dita dei piedi. È il tipico modello indossato da magazzinieri e operatori alberghieri o dell’industria alimentare.

Le scarpe con classificazione S1P hanno l’aggiunta della lamina antiperforazione per oggetti contundenti e perforanti, quindi adatti a cantieri edili o settori industriali dove si lavora legno e metallo, ma anche settori alimentari dove sono in uso macchinari pesanti oppure coltelli particolarmente pericolosi.

S2: seguendo tutte le misure precauzionali dello standard S1, l’S2 aggiunge l’impermeabilità della tomaia, adottando pelle o altri materiali idonei a resistere all’acqua per 60 minuti. Molto usati in ambito di trasporti e stoccaggio materiali, vengono usate limitatamente in quanto sprovviste di suola antiforo e altri sistemi di sicurezza come l’S3.

S3: includendo tutte le precedenti dotazioni, le calzature S3 hanno la suola antiforo, per evitare di ferirsi con schegge, chiodi o altri oggetti contundenti, è idrorepellente ed è la tipologia più utilizzata in quasi tutti gli ambiti lavorativi.

Il campo di applicazione tipico di questo livello sono le officine, l’edilizia e l’agricoltura, risultando quindi anche il tipo su cui porre più attenzione al momento dell’acquisto.

S4 e S5: questi livelli di protezione prevedono un’impermeabilità del 100% per ogni durata di tempo e la versione S5 è provvista di lamina antiperforazione. I campi di applicazione sono molteplici e prevedono spesso il rischio o la presenza costante di oli o acqua, come nel caso di cantieri edili, impianti di lavaggio o siti di lavorazione dove vi è presenza di acidi.

È evidente come, dalla classificazione, sia necessario capire quali standard devono essere rispettati sul proprio sito di lavoro. La classificazione europea è un ottimo modo per stabilire facilmente se il modello che si sta andando ad acquistare o che è stato messo a disposizione sia più o meno adatto e in linea con le norme vigenti.

Scegliere quella giusta

Oltre che alla classificazione europea, però, è necessario capire che non ogni tipo di scarpa è uguale all’altro, anche nel rispetto dello stesso standard di sicurezza. Così al momento dell’acquisto diventa essenziale considerare alcuni fattori per niente secondari, i quali dovranno essere valutati sulla base del lavoro che si svolge: se si dovrà stare molte ore in piedi, sarà necessario che la suola sia confortevole e se il tipo di lavoro costringe a stare piegati o inginocchiati per diverso tempo, di certo servirà che la calzatura sia elastica e non troppo rigida.

Pensare di ignorare, o rendere triviale la valutazione di questi fattori, può non solo compromettere l’effettiva utilità della scarpa sul luogo di lavoro, ma anche esporre a problemi di salute, oltre che incidere sull’attività lavorativa stessa.

Quando si sta per usare una scarpa antinfortunistica, o si sta per effettuare l’acquisto di un paio, è bene quindi considerare innanzitutto la sicurezza,dopodiché il comfort e la comodità, valutando la leggerezza della scarpa (preferendo quindi una punta in materiale composito piuttosto che una più pesante di alluminio) la sua flessibilità, la calzata(ovvero la larghezza della pianta del piede) e la tomaia, la quale dovrebbe rispettare quantomeno dei requisiti di traspirabilità, impermeabilità e persino di protezione da acidi o sostanze corrosive .

conclusioni

Nonostante il prezzo non possa minimamente essere trascurato quando si parla d’investimento per svolgere il proprio lavoro, è di vitale importanza capire che il risparmio eccessivo, sacrificando la vestibilità della calzatura o le sue proprietà di sicurezza, può risultare una scelta davvero sbagliata, costringendo a un nuovo acquisto nel caso la calzatura risulti scomoda o non idonea alla mansione che si andrà a svolgere, ma, soprattutto, al bisogno di dover comprare un nuovo paio per via di qualche danno ingente arrecato alla calzatura da un agente esterno per cui la scarpa non era stata progettata.

da adnkronos

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