Monthly Archives: Giugno 2019

SMART GRID E BIOMASSE PROTAGONISTE DELLA RICERCA IN ITALIA

(Da nextville.it di Maria Antonietta Giffoni)

 

Breve Glossario:

SMART GRID

Rete elettrica dotata di sensori intelligenti che raccolgono informazioni in tempo reale ottimizzando la distribuzione di energia.

BIOMASSE
In ingegneria energetica una centrale a biomasse è una tipologia di centrale elettrica che utilizza l’energia rinnovabile ricavabile dalle biomasse  vegetali o animali estraendola attraverso diverse tecniche

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Energia da biomasse senza emissioni e a basso costo

L’ENEA ha dato il via al progetto BLAZE che ha come obiettivo quello di “sviluppare impianti a biomassa per produrre energia elettrica senza emissioni a meno di 0,10 €/kWh, con un’efficienza più che doppia rispetto alle tecnologie attuali (dal 20% al 50%) e a costi molto contenuti in termini di investimento ed esercizio”.


Il progetto sarà finanziato dal programma europeo Horizon 2020 e sarà incentrato sul’utilizzo della cogenerazione, che accoppia la gassificazione “a letto fluidizzato” con le celle a combustibile SOFC – (Solid Oxide Fuel Cell). L’obiettivo è valorizzare i residui della manutenzione di boschi, foreste e verde urbano, gli scarti agricoli e agroindustriali e la frazione organica secca dei rifiuti solidi urbani.


Nei laboratori del Centro Ricerche di Trisaia i ricercatori ENEA si occuperanno di selezionare gli scarti e i residui con le maggiori potenzialità energetiche nell’impiego di questo tipo di tecnologia.
“Attraverso l’utilizzo di metodi primari per la riduzione del carico di contaminanti direttamente nella fase di attuazione del processo di gassificazione – spiega la ricercatrice ENEA Donatella Barisano -, cercheremo di individuare materiali in grado di contribuire alla produzione di una corrente gassosa di alta qualità, in termini di composizione e potere calorifico, e di basso grado di contaminazione“.


Nei laboratori del Centro Ricerche ENEA di Casaccia verranno, invece, testate le prestazioni delle celle a combustibile SOFC in funzione della qualità del gas utilizzato.

2 milioni di euro per smart grid, accumulo e solare a concentrazione

I Cluster Teconologici Nazionali (CTN) sono stati lanciati nel 2012 a presidio di ambiti tecnologici prioritari, sui quali il Governo intende concentrare gli sforzi di politica di ricerca industriale. Al momento ne esistono 12 e uno di essi è dedicato all’energia.
Ieri l’ENEA ha annuciato l’avvio operativo del Cluster Energia, di cui presiederà il Consiglio Direttivo composto da Eni, Enel, Terna, GE, CNR, RSE, EnSiEL, Lombardy Energy Cleantech Cluster.
I primi due progetti-pilota approvati e finanziati con circa 2 milioni di euro complessivi riguardano lo sviluppo di tecnologie per smart grid e accumulo energetico da un lato e la produzione di energia elettrica e termica da solare a concentrazione dall’altro.
In futuro ne verranno realizzati altri “su tutte le tematiche dell’innovazione nel campo dell’energia su scala metropolitana/regionale” ha dichiarato Gian Piero Celata, presidente del Cluster e direttore del dipartimento Tecnologie energetiche dell’ENEA.

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MEDICO COMPETENTE E PRIVACY : IL PARERE DEL MINISTERO DEL LAVORO

Il datore di lavoro e l’amministratore del sistema non posso accedere ai dati sensibili.

Da dottnet.it

Solo il medico competente può accedere alle informazioni delle cartelle sanitarie e di rischio, contenute in un data base aziendale. Invece è interdetta la consultazione sia al datore di lavoro che all’amministratore del sistema. Lo stabilisce il Ministero del Lavoro con la risposta all’interpello numero4 del 28 maggio 2019 (clicca qui per scaricare il testo completo).

Sulla questione molto delicata in tema di privacy, è arrivata la riposta da parte del Dicastero a un interrogativo posto dalla Fnomceo: “È giustificata la richiesta al Medico Competente di inserire dati sanitari in un data base aziendale complesso? Non sarebbe più opportuno limitare l’inserimento al giudizio di idoneità ed alle limitazioni, lasciando ad altri files, nelleuniche disponibilità del Medico, i dati più personali? È lecito che l’Amministrazione di sistema sia lo stesso Datore di lavoro od un lavoratore dipendente dallo stesso individuato?”

Con la risposta all’interpello numero 4 del 28 maggio 2019, il Ministero del Lavoro chiarisce che è consentito l’impiego di sistemi di elaborazione automatica dei dati ma bisogna adottare “soluzioni concordate” tra datore di lavoro e medico competente per quanto riguarda la custodia dei dati relativi alle cartelle sanitarie e di rischio contenute in un data base aziendale.

Gli accordi raggiunti devono rispondere a una regola: alle informazioni può accedere solo il medico competente, né il datore di lavoro, né l’amministratore di sistema. Solo in questo modo si opera nel rispetto del segreto professionale e nella tutela della privacy dei lavoratori.

Nell’argomentare la risposta, la Commissione del Ministerodel Lavoro ricostruisce il il quadro normativo che ruota attorno ai dati sanitari, alla tutela della privacy e al rispetto del segreto professionale negli ambienti di lavoro.

I due punti chiave sono gli articoli 25 e 53 del decreto legislativo numero 81 del 9 aprile 2008, Testo Unico della Sicurezza sul Lavoro, il primo sugli obblighi del professionista sanitario e il secondo sulla tenuta della documentazione, con le modifiche che sono state apportate nel tempo.

Gli obblighi del medico competente

Il medico competente istituisce, aggiorna e custodisce, sotto la propria responsabilità, una cartella sanitaria e di rischio per ogni lavoratore sottoposto a sorveglianza sanitaria. Tale cartella è conservata con salvaguardia del segreto professionale e, salvo il tempo strettamente necessario per l’esecuzione della sorveglianza sanitaria e la trascrizione dei relativi risultati, presso il luogo di custodia concordato al momento della nomina del medico competente.

L’articolo 53, invece, stabilisce che è consentito l’impiego di sistemi di elaborazione automatica dei dati per la memorizzazione di qualunque tipo di documentazione prevista, che però deve essere custodita nel rispetto della privacy degli interessati.

Dalla combinazione dei due riferimenti normativi ne deriva che è possibile conservare i dati in un data base aziendale ma, per rispettare il segreto professionale e tutelare la privacy dei lavoratori, è necessario che solo il medico competente vi abbia accesso.

RIFIUTI RAEE E RICICLO IN ITALIA

(Da Teleborsa) – Una nuova vita per i vecchi apparecchi elettronici ed elettrici grazie al riciclo che ha permesso di recuperare 45 milioni di tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), di cui 2 in Italia.

È il risultato del progetto europeo “Critical Raw Material Closed Loop Recovery“, che vede tra i partner ENEA e Consorzio Ecodom, e che permette di guardare alla Giornata Mondiale dell’Ambiente, celebrata il 5 giugno in tutto il mondo, con nuove prospettive.

Il progetto infatti ha l’obiettivo di aumentare il recupero di alcune delle 27 materie prime critiche dai RAEE, sperimentando nuove tecniche e individuando nuove linee guida per il riciclo corretto di materiali delicati e critici.

Nei tre anni e mezzo del progetto, Ecodom ed ENEA, insieme ai partner della sperimentazione RecyclingBorse, Asekol, Axion Consulting e Re-Tek, hanno testato diverse modalità di recupero, tra cui il trattamento meccanico e i processi chimici per incrementare il recupero dai rifiuti tecnologici di alcune delle 27 materie prime critiche (CRM), in particolare antimonio, berillio, cobalto, fluorite, indio, gallio grafite, tantalio, terre rare, oro, argento, metalli del gruppo del platino e rame.

Da qui sono nate 5 linee guida per favorire e aumentare la raccolta e il recupero di queste materie prime che prevedono: ridisegnare e armonizzare le infrastrutture di raccolta; aumentare la consapevolezza dei cittadini su raccolta e trattamento corretti dei RAEE; introdurre incentivi per favorire le buone pratiche; promuovere la ricerca e l’innovazione nel campo del recupero incoraggiando una maggiore collaborazione internazionale; introdurre standard nel trattamento dei RAEE.

Oggi – ricorda ENEA – in Europa solo il 30% dei RAEE è riciclato correttamente. Se lo fossero tutti, dalle circa 10 milione di tonnellate prodotte ogni anno si potrebbero recuperare 186 tonnellate di argento, 24 tonnellate di oro e 7,7 tonnellate di platino.

L’obiettivo del progetto è “aumentare il tasso di riciclo delle materie prime essenziali contenute nei RAEE del 5% entro il 2020 e del 20% entro il 2030”, spiega Luca Campadello, Projects & Researches Manager di Ecodom.

TLB courtesy: 03/11/2016 – Ansa|

“Dentro i piccoli elettrodomestici si possono recuperare alcune delle principali materie prime di difficile reperimento in natura, ma che hanno un ruolo fondamentale in moltissimi settori, dall’aeronautica all’elettronica di consumo, dall’industria automobilistica alle energie rinnovabili come eolico e fotovoltaico”, ricorda Dario della Sala, responsabile della Divisione tecnologie e processi dei materiali per la sostenibilità – Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali di ENEA.

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