SILICOSI E SABBIATURA JEANS

28 Giugno 2019

Da il cambiamento

La Clean Clothes Campaign (CCC) è nata nel 1989 per migliorare le condizioni delle persone impiegate nel settore tessile e dell’abbigliamento a livello globale. Il suo obiettivo è quello di far rispettare i diritti fondamentali dei lavoratori attraverso la sensibilizzazione e la mobilitazione dei consumatori, la pressione sulle imprese e i governi. Le sue campagne sono molte.

Ultima, solo in ordine di tempo, quella che chiede l’arresto della pratica della sabbiatura dei jeans, un processo abrasivo per lisciare o formare superfici (non solo tessuti, ma anche ceramica ed altri materiali) su cui la sabbia viene sparata ad alta pressione. Una tecnica che invecchia il denim (il tessuto più utilizzato per il confezionamento dei jeans) a danno della salute di chi lo deve trattare.  “La sabbiatura (sandblasting) può causare una forma acuta di silicosi, malattia polmonare mortale”. Questa tecnica per rendere scoloriti o sfumati i nostri pantaloni sta infatti mettendo in grave pericolo la vita di migliaia di lavoratori del settore tessile in molte parti del mondo. È spesso utilizzata nei laboratori dell’economia sommersa di Paesi come il Bangladesh, l’Egitto, la Cina, la Turchia, il Brasile e il Messico, nei quali vengono prodotti i jeans venduti in Europa ed in Nord America. La situazione più allarmante si è riscontrata in Turchia, dove si sono documentati 46 casi di decesso di sabbiatori a causa della silicosi. In Turchia, però, grazie alla crescita di consapevolezza e ad una campagna pubblica iniziata circa dieci anni fa, il Ministero della Salute ha vietato la sabbiatura dei jeans nel marzo 2009. Si stimano tra gli 8.000 e i 10.000 i lavoratori impiegati nei laboratori di sabbiatura negli ultimi dieci anni, la maggior parte dei quali impiegata informalmente e senza contratto. Quelli stranieri e i bambini sono generalmente impiegati illegalmente. Di questi si stima che dai 4.000 ai 5.000 siano affetti da silicosi.

La maggior parte di loro purtroppo non è consapevole dei rischi alla salute che corre lavorando in questi laboratori. Risulta però essere molto difficile raggiungere i lavoratori interessati, molti dei quali immigrati da Romania, Moldavia, Azerbaigian e Georgia. Viste le condizioni di illegalità con le quali questi lavoratori sono assunti, nel gennaio 2010 il Ministero della Sanità turco ha approvato una legge “per fornire ad ogni paziente malato di silicosi servizi sanitari a titolo gratuito, indipendentemente dal suo stato di sicurezza sociale”. Un’altra ottima scelta del governo di Ankara. Il problema è che molte altre difficoltà affliggono gli operai della sabbiatura: avendo lavorato sempre in nero, ad esempio, non sono coperti dalla previdenza sociale e non ricevono alcuna pensione. Devono invece promuovere azioni legali per chiedere pensioni di invalidità.

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