SANITA’

LIFESPAN/LONGEVITÀ UN LIBRO RIVOLUZIONARIO DI DAVID SINCLAIR.

UN LIBRO RIVOLUZIONARIO , QUASI UN RIMEDIO ALL’INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE LAVORATIVA.

L’invecchiamento è il decorso naturale e inevitabile della vita umana: tutti prima o poi invecchiamo, e non possiamo farci niente. Ma siamo sicuri che sia davvero così? La teoria intorno a cui ruota l’intera carriera del dottor David Sinclair e anche il suo libro Longevità. Perché invecchiamo e perché non dobbiamo farlo afferma proprio il contrario: la vecchiaia è una malattia e, in quanto tale, può e deve essere curata. A partire da questa convinzione, Sinclair illustra le motivazioni biologiche per cui invecchiamo ma, soprattutto, spiega cosa possiamo fare per rallentare e addirittura invertire questa tendenza. Non mancano riflessioni significative sulle implicazioni etiche, sociali, economiche e politiche di un’eventuale umanità capace di raggiungere anche i 120 anni di vita; l’importante è raggiungerli mantenendo una solida vitalità fisica e mentale.

Informazioni sull’autore

David A. Sinclair, Ph.D., AO è uno degli scienziati più famosi e influenti al mondo, noto per il suo lavoro sul controllo del processo di invecchiamento. È professore di ruolo presso la Harvard Medical School e la rivista TIME lo ha nominato “una delle 100 persone più influenti al mondo” (2014) e tra le “50 persone più importanti nel settore sanitario” (2018). La sua newsletter è su www.lifespanbook.com e puoi seguirlo su Twitter @davidasinclair o IG su davidsinclairphd. Ha una serie di podcast sanitari di punta chiamata Lifespan.

https://youtube.com/@DavidSinclairPodcast?feature=shared

HEARING TEST PER IPHONE/IPAD: QUASI COME FARE UNA AUDIOMETRIA “DOMICILIARE “

L’importanza di una buona salute uditiva non può essere sottovalutata, e grazie alla tecnologia moderna, ora è più facile che mai monitorare il tuo udito direttamente dal tuo iPhone / iPad . Con l’app gratuita “Hearing Test,” sviluppata da Yuichi Sakashita puoi eseguire test uditivi comodamente dal tuo dispositivo iOS, permettendoti di mantenere il controllo sulla tua salute uditiva in modo efficiente e conveniente.

Naturalmente non si tratta di sostituire il ruolo e l’ accuratezza degli specialisti in audiologia o gli otorinolaringoiatri , ma questa app può rappresentare un metodo abbastanza accurato di screening per chi , anche nel campo della medicina del lavoro, vuole sensibilizzare i pazienti sull’ importanza di proteggere , curare e preservare il proprio udito.

Un Approccio Innovativo alla Salute Uditiva

“Hearing Test” è un’applicazione innovativa progettata per consentirti di effettuare test uditivi in modo semplice e accurato direttamente dal tuo iPhone. Questa app è sviluppata da esperti nel campo dell’audiologia ed è stata progettata per offrire una soluzione pratica per monitorare il tuo udito.

Caratteristiche Principali dell’App “Hearing Test”

  1. “Audiometria “Personale: “Hearing Test” ti consente di effettuare un audiogramma personalizzato, che rappresenta la tua capacità uditiva in modo dettagliato. Puoi eseguire test specifici per ciascun orecchio e registrare i risultati nel tempo per monitorare eventuali cambiamenti.
  2. Test Uditivi: L’app offre una serie di test uditivi che vanno dalla rilevazione delle frequenze uditive alla verifica dell’udito nelle diverse fasce di volume. Questi test sono accurati e ti aiutano a valutare la tua capacità uditiva in varie situazioni.
  3. Storico dei Test: “Hearing Test” tiene traccia dei tuoi risultati nel tempo, consentendoti di visualizzare un registro storico delle tue audiometrie. Questo è utile per identificare eventuali cambiamenti nel tuo udito e per condividere informazioni con il tuo medico o un audiologo.
  4. Notifiche di Monitoraggio: Puoi impostare notifiche periodiche per ricordarti di eseguire regolarmente i test uditivi. Questo ti aiuta a mantenere un monitoraggio costante della tua salute uditiva.
  5. Facile da Usare: L’interfaccia intuitiva e user-friendly rende “Hearing Test” adatto a utenti di tutte le età. Non sono necessarie competenze tecniche per iniziare a utilizzare l’app.
  6. Condivisione dei Dati: Se desideri condividere i risultati dei tuoi test con un professionista medico o un audiologo, l’app ti consente di esportare i dati in vari formati, come PDF, per una facile condivisione.

La Prevenzione è la Chiave

Una delle principali ragioni per utilizzare “Hearing Test” è la prevenzione. Monitorando regolarmente la tua capacità uditiva, puoi individuare eventuali problemi in anticipo e cercare assistenza medica se necessario. Questo può aiutare a prevenire gravi problemi uditivi che potrebbero compromettere la tua qualità di vita.

DOLORE CRONICO OSTEOARTICOLARE E DISTURBI DEL SONNO.

da dottnet.it

Dolore cronico all’apparato muscolo-scheletrico e stato infiammatorio, tipici di alcune malattie reumatologiche, risultano correlati ai disturbi del sonno, alimentandosi a vicenda in un circolo vizioso, come evidenziano nuove ricerche in questo ambito scientifico. “Nella gestione delle malattie reumatologiche occorre tenere conto anche di questo aspetto importante non solo per il benessere dei pazienti ma anche per il trattamento della malattia” sottolinea la prof.ssa Serena Bugatti, del Comitato Scientifico della Fondazione Italiana per la Ricerca sull’Artrite (FIRA),  professore Associato di Reumatologia Università degli Studi di Pavia e Responsabile Struttura Semplice ‘Artrite Precoce Early Arthritis Clinic’ – Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo Pavia. 

Numerosi studi scientifici, pubblicati di recente, dimostrano, infatti, che i pazienti affetti da patologie infiammatorie croniche, tra cui l’artrite reumatoide e altri reumatismi infiammatori, presentano più spesso disturbi della sfera del sonno rispetto alla popolazione sana. A loro volta però i disturbi del sonno, tra cui la riduzione della sua durata e/o continuità, inducono uno stato pro-infiammatorio che favorisce lo sviluppo di dolore cronico muscolo-scheletrico.

Le variazioni della durata e dell’architettura del sonno determinano l’aumento di produzione di cortisolo (l’ormone dello stress), noradrenalina e adrenalina che vanno a ‘allertare’ le cellule immunitarie” continua la prof.ssa Bugatti. “A sua volta, la scarsa quantità e/o qualità del sonno amplifica l’infiammazione e il dolore, generando così un circolo vizioso. Viceversa, una buona qualità del sonno è influenzata da vari fattori, tra cui una bassa ‘soglia’ di infiammazione”.

Nel corso delle cicliche fasi del sonno non-REM e REM, l’organismo modula la produzione di citochine infiammatorie e dell’attività del sistema nervoso simpatico allo scopo di favorire il recupero notturno e preparare l’organismo alle attività quotidiane. Una sua alterazione, nel medio-lungo periodo, è in grado però di ‘rimodellare’ le vie del dolore, inducendo uno stato di sensibilizzazione del sistema nervoso centrale con sviluppo di dolore cronico. Inoltre, sia nei modelli animali che in quelli umani, la produzione cronica di citochine pro-infiammatorie riduce la durata della fase non-REM, aumenta la ‘frammentazione’ del sonno e induce uno stato di eccitazione.

Nonostante molti dei farmaci utilizzati nel trattamento delle artriti siano in grado, attraverso il controllo dell’infiammazione, di migliorare la qualità del sonno, la cronicizzazione dei processi immunitari può essere responsabile non solo del dolore cronico ma anche di uno stato di sonno non sufficientemente ristoratore. 

“Grazie alle ultime ricerche abbiamo capito chiaramente che qualità del sonno, infiammazione e dolore sono fenomeni strettamente interconnessi, in grado di influenzarsi reciprocamente” spiega la prof.ssa Bugatti. “Nonostante gli enormi progressi nella cura farmacologica delle patologie infiammatorie muscolo-scheletriche, una gestione ottimale non può prescindere da valutazioni complessive sullo stato di salute, che includano un’attenta analisi anche della qualità del sonno“.

Quali sono le prospettive di cura? “Non esistono ancora approcci terapeutici standardizzati in grado di interrompere questo circolo vizioso”, spiega Carlomaurizio Montecucco, Presidente di FIRA e ordinario di Reumatologia dell’Università di Pavia al Policlinico San Matteo. “La ricerca scientifica, sia di tipo neuro-immuno-biologico di base che di tipo clinico, è molto attiva anche in questo ambito per cercare di definire con maggior precisione le relazioni causa-effetto tra disturbi del sonno, attività di malattia e dolore nelle artriti infiammatorie croniche, nonché per identificare gli approcci terapeutici più adeguati, sia di tipo farmacologico sia cognitivo-comportamentale, in grado di migliorare lo stato di salute complessivo dei pazienti. Questa ulteriore sfida sottolinea ancora una volta come gli esiti della ricerca consentano di comprendere sempre più approfonditamente i meccanismi delle malattie e spingano sempre più in là gli obiettivi di cura”.

CASI DI DENGUE IN LOMBARDIA

Sono 132 i casi di DENGUE  in Italia.  14 casi nel Lodigiano. Ieri un caso a San Donato Milanese. “La situazione descritta è in linea con quanto atteso in questa stagione, considerando l’aumento dei viaggi internazionali dopo l’emergenza Covid-19 e le condizioni climatiche favorevoli alla proliferazione delle zanzare Aedesalbopictus (o zanzara tigre) che possono trasmettere il virus Dengue”, spiega l’Iss.  In tutti i casi sono state realizzate misure di disinfestazione contro le zanzare e, nelle aree in cui si è verificata una trasmissione locale, sono state attivate tutte le misure preve

Informazioni generali ( epicentro.iss.it )

Di origine virale, la dengue è causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri.

Nell’emisfero occidentale il vettore principale è la zanzara Aedes aegypti, anche se si sono registrati casi trasmessi da Aedes albopictus. La dengue è conosciuta da oltre due secoli, ed è particolarmente presente durante e dopo la stagione delle piogge nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico. Negli ultimi decenni, la diffusione della dengue è aumentata in molte regioni tropicali. Nei paesi dell’emisfero nord, in particolare in Europa, costituisce un pericolo in un’ottica di salute globale, dato che si manifesta soprattutto come malattia di importazione, il cui incremento è dovuto all’aumentata frequenza di spostamenti di merci e di persone.

Sintomi e diagnosi
Normalmente la malattia dà luogo a febbre nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, con temperature anche molto elevate. La febbre è accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. I sintomi tipici sono spesso assenti nei bambini.

La diagnosi è normalmente effettuata in base ai sintomi, ma può essere più accurata con la ricerca del virus o di anticorpi specifici in campioni di sangue.

Prevenzione e trattamento
La misura preventiva più efficace contro la dengue consiste nell’evitare di entrare in contatto con le zanzare vettore del virus. Diventano quindi prioritarie pratiche come l’uso di repellenti, vestiti adeguati e protettivi, zanzariere e tende. Dato che le zanzare sono più attive nelle prime ore del mattino, è particolarmente importante utilizzare le protezioni in questa parte della giornata.

Per ridurre il rischio di epidemie di dengue, il mezzo più efficace è la lotta sistematica e continuativa alla zanzara che funge da vettore della malattia. Ciò significa eliminare tutti i ristagni d’acqua in prossimità delle zone abitate, ed effettuare vere e proprie campagne di disinfestazione che riducano la popolazione di Aedes.

Non esiste un trattamento specifico per la dengue, e nella maggior parte dei casi le persone guariscono completamente in due settimane. Le cure di supporto alla guarigione consistono in riposo assoluto, uso di farmaci per abbassare la febbre e somministrazione di liquidi al malato per combattere la disidratazione. In qualche caso, stanchezza e depressione possono permanere anche per alcune settimane.

La malattia può svilupparsi sotto forma di febbre emorragica con emorragie gravi da diverse parti del corpo che possono causare veri e propri collassi e, in casi rari, risultare fatali.

Attualmente sono allo studio una serie di vaccini, anche se la conoscenza del virus e del suo meccanismo di azione sono aumentate solo in anni recenti, dopo che si è registrato un incremento della diffusione della malattia. Purtroppo, l’aver contratto la dengue protegge la persona solo contro il virus che l’ha causata ma non contro gli altri tre tipi virali.

RISCHI LAVORATIVI NEL SETTORE SANITARIO.

da Inail it

Il primo volume prende in esame i rischi lavorativi per gli operatori del comparto sanitario, con una sintesi statistica dei dati disponibili su infortuni e malattie professionali. Il secondo affronta la tematica dei modelli organizzativi e dei sistemi di gestione nel comparto e descrive i piani mirati di prevenzione condotti nell’ambito del progetto.



Prodotto: Volume
Edizioni: Inail 2023
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Prodotto: Volume
Edizioni: Inail 2023
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

AUTOVALUTAZIONE DEGLI STANDARD DI SICUREZZA CON RMN

da Inail.it

Con questo documento si propone un percorso di autovalutazione alle strutture sanitarie e a tutti gli addetti al settore coinvolti nell’uso clinico delle apparecchiature di risonanza magnetica mettendo a disposizione una check list di controlli da effettuare per verificare la corretta installazione e il mantenimento delle condizioni di corretta operatività delle apparecchiature in conformità ai vigenti standard di sicurezza.

Immagine Aderenza agli standard di sicurezza in risonanza magnetica: percorso di autovalutazione dedicato alle strutture sanitarie

Il documento vuole rappresentare un elemento di supporto anche per gli organi di vigilanza locali demandati all’azione di controllo.


Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail 2023
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

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SCHEDE DI RISCHIO DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO ARTI SUPERIORI: PICCOLA INDUSTRIA, ARTIGIANATO, AGRICOLTURA.

Il terzo volume delle “Schede di rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori nei comparti della piccola industria, dell’artigianato e dell’agricoltura” scaturisce dall’esperienza del gruppo di lavoro del progetto “Realizzazione di un percorso di aggiornamento continuo sulla valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori”, varato dalla Direzione Regionale Umbria dell’Inail e al quale partecipano 15 professionisti della Consulenza tecnica per la salute e la sicurezza di nove Direzioni regionali Inail e della Consulenza tecnica per la salute e la sicurezza Centrale Inail. La novità di questo volume rispetto ai precedenti, pubblicati nel 2012 e 2014, consiste nel fatto che le 60 schede raccolte nascono dalla valutazione collegiale e intercalibrata del gruppo di lavoro. “Tale buona pratica” – sottolinea Elena Guerrera, coordinatrice del progetto – “ha ottenuto il riconoscimento di merito al concorso buone pratiche per le eccellenze nell’amministrazione della sicurezza sociale (Issa Good practice) indetto dall’Issa (International social security association) nel maggio 2022 e questo conferma la validità della metodologia che ci ha consentito di ottenere valutazioni del rischio il più oggettive possibili”. In ogni scheda, oltre alla valutazione mediante check list OCRA dei compiti e degli scenari lavorativi, sono proposti alcuni possibili interventi di prevenzione e protezione, di semplice attuazione, e sono riportate indicazioni tratte dalle norme e pubblicazioni tecniche, per facilitare la valutazione mediante suggerimenti e chiarimenti. Nel nuovo volume sono infine presentate in modo chiaro e operativo la check list OCRA Multitask Medio e la check list OCRA Multitask Complesso, metodologie che consentono la valutazione di compiti complessi, al fine di illustrare l’analisi del rischio relativo a tutte le attività svolte nell’intero turno di lavoro. Le schede dei primi due volumi sono consultabili anche nell’applicativo Inail “Sovraccarico biomeccanico arti superiori”, pubblicato nei servizi online dell’Istituto, uno strumento semplice ed efficace rivolto a datori di lavoro, RSPP, RLS e lavoratori per aiutare l’individuazione di fattori di rischio del sovraccarico biomeccanico degli arti superiori.

Prodotto: VolumeEdizioni:

Inail – 2023Disponibilità: Sì –

Consultabile anche in rete

Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Disponibilità: Sì – Consultabile anche in rete
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TOSSICITA’ PSICOLOGICA SUI LUOGHI DI LAVORO

ALESSANDRO GUERRI medico specialista in Medicina del Lavoro.

La salute mentale rappresenta un’importante elemento per il benessere dei lavoratori. Nuovi studi dell’American Psychological Association (APA) analizzano il ruolo che gli ambienti di lavoro” tossici” dal punto di vista psicologico possano avere sulla salute mentale dei lavoratori.

Il 13 luglio, l’APA ha pubblicato i risultati e le conclusioni di un sondaggio su lavoratori americani svoltosi nel 2023. Nella valutazione dei vari ambienti di lavoro, l’organizzazione ha utilizzato il Framework per la salute mentale e il benessere sul posto di lavoro del Surgeon General degli Stati Uniti.

Il sondaggio, condotto da The Harris Poll tra il 17 aprile e il 27 aprile 2023, ha inoltre fornito raccomandazioni per migliorare la salute mentale dei lavoratori, basate su 5 criteri essenziali “Five Essentials” ovvero la protezione da traumi fisici/ psichici , la connessione con i colleghi e la comunità, l’equilibrio tra lavoro e vita privata, l’importanza del lavoro e le opportunità di crescita.

Dei 2.515 adulti occupati intervistati negli Stati Uniti, il 19% ha dichiarato che il proprio posto di lavoro è molto o in qualche modo ” tossico” dal punto di vista psicologico. Inoltre, il 22% ha subito danni alla propria salute mentale sul lavoro, mentre la stessa percentuale ha affermato di aver subito molestie nei 12 mesi precedenti, rispetto al 14% dell’anno precedente.

L’impatto della ” tossicità psicologica” del posto di lavoro sulla salute mentale è ancora più evidente nei risultati del sondaggio. Gli intervistati che hanno lavorato in un ambiente tossico hanno avuto più di tre volte la probabilità di riportare un declino della loro salute mentale generale rispetto a coloro che non hanno sperimentato questa condizione, rispettivamente dal 52% al 15%.

La grande maggioranza degli intervistati, il 92%, ha dichiarato che è molto o piuttosto importante che i loro datori di lavoro valorizzino il benessere emotivo e psicologico, e lo stesso vale per il supporto della salute mentale dei dipendenti. Infatti, il 77% dei lavoratori intervistati ha dichiarato di essere molto o abbastanza soddisfatto del sostegno dei propri datori di lavoro, mentre il 59% ha concordato che i loro datori di lavoro forniscono regolarmente risorse per la salute mentale.

“I dati del nostro sondaggio confermano che i dipendenti danno la priorità al supporto sia fisico che psicologico sul lavoro e che le pratiche che i datori di lavoro stanno mettendo in atto stanno andando nella giusta direzione”, ha affermato Arthur C. Evans Jr., PhD, amministratore delegato di APA nel comunicato stampa. Tuttavia, l’importanza di migliorare la situazione è evidente, poiché il numero di lavoratori che sperimentano non solo un ambiente di lavoro tossico, ma anche un aumento dello stress e una mancanza di rispetto nei confronti del loro tempo personale, è allarmante”.

APPROFONDIMENTI:

https://www.davidealgeri.com/lavoro-tossico-quando-le-richieste-superano-le-risorse/

https://it.yestherapyhelps.com/toxic-works-11-signs-that-indicate-you-have-a-garbage-job-12888

LA “CITISINA “PER SMETTERE DI FUMARE.

da dottnet.it

Il primo studio clinico su larga scala negli Stati Uniti sulla citisiniclina ( CITISINA), guidato dal Massachusetts General Hospital (MGH), ha scoperto che questo nuovo farmaco per smettere di fumare e’ efficace e ben tollerato negli adulti. Nello studio di fase 3 pubblicato su “JAMA”, i ricercatori hanno riferito che la citisiniclina potrebbe offrire agli adulti che fumano una potenziale nuova opzione terapeutica. “Il fumo di sigaretta rimane la principale causa prevenibile di morte in tutto il mondo, eppure nessun nuovo farmaco per smettere di fumare e’ stato approvato dalla Food and Drug Administration statunitense per quasi due decenni”, afferma Nancy Rigotti, MD, direttrice del Tobacco Research and Treatment Center di MGH, e autrice principale dello studio.

La citisiniclina (storicamente nota come citisinae’ un alcaloide vegetale presente in natura che si lega selettivamente ai recettori nicotinici nel cervello che regolano la dipendenza da nicotina, alleviando la voglia di fumare e riducendo la gravita’ dei sintomi di astinenza da nicotina.

Il suo meccanismo d’azione e’ simile a quello della vareniclina, un aiuto per smettere di fumare approvato dalla FDA. Lo studio clinico randomizzato in 17 siti, noto come ORCA-2, ha testato la citisiniclina su 810 adulti che fumavano sigarette ogni giorno e volevano smettere. E’ il primo di due studi clinici di Fase 3 condotti da Achieve Life Sciences, Inc., il produttore del farmaco. ORCA-2 ha confrontato due durate del trattamento con citisiniclina – 6 e 12 settimane – rispetto a un placebo, con un follow-up fino a 24 settimane.

Il risultato primario e’ stato l’astinenza continua dal fumo per le ultime 4 settimane di trattamento. In particolare, per il gruppo di 12 settimane, il 32,6 per cento dei partecipanti che utilizzavano citisiniclina rispetto al 7 per cento che utilizzava il placebo si e’ astenuto dal fumare durante le settimane da 9 a 12. Per il gruppo di 6 settimane, l’astinenza era del 25,3 per cento per citisiniclina rispetto al 4,4 per cento per il placebo durante le settimane da 3 a 6.

I risultati

I partecipanti che assumevano citisiniclina hanno anche sperimentato un calo rapido e sostenuto del desiderio e della voglia di fumare durante le prime 6 settimane di trattamento. A lungo termine, ORCA-2 ha riscontrato un aumento statisticamente significativo dell’astinenza continua per 6 mesi per entrambe le durate del trattamento. L’astinenza dalle settimane 9 alla 24 per il gruppo di 12 settimane e’ stata del 21,1 per cento per la citisiniclina rispetto al 4,8 per cento per il placebo e per il gruppo di 6 settimane l’astinenza dalle settimane 3 alla 24 e’ stata dell’8,9 per cento per la citisiniclina rispetto al 2,6 per cento per il placebo. La citisiniclina e’ stata ben tollerata dai partecipanti, senza gravi eventi avversi correlati al farmaco riportati e bassi tassi di effetti collaterali tipici come nausea e insonnia.

ALTRI LINK: https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/fumo/citisina-per-smettere-di-fumare-quando-sceglierla-e-come-ottenerla

DETERIORAMENTO COGNITIVO NEI CALCIATORI PROFESSIONISTI .

Da doctor33.it

I risultati di uno studio pubblicato su JAMA Network Open suggeriscono che i colpi di testa ripetuti durante una carriera calcistica professionistica sono associati a un aumentato rischio di deterioramento cognitivo in età avanzata.
«Anche se i calciatori professionisti sembrano essere a più alto rischio di malattie neurodegenerative, il motivo rimane sconosciuto. Per approfondire la questione, abbiamo cercato di capire se la frequenza dei colpi di testa fosse associata al rischio di deterioramento cognitivo in calciatori professionisti in pensione» afferma Shima Espahbodi, della University of Nottingham, nel Regno Unito, che ha guidato il gruppo di lavoro. I ricercatori hanno studiato 459 calciatori professionisti in pensione, di età superiore ai 45 anni. I dati sulla frequenza dei colpi di testa sono stati raccolti attraverso un questionario, e il numero di colpi è stato suddiviso in tre fasce (da 0 a cinque, da sei a 15, e più di 15 colpi), per partita o sessione di allenamento, e sono stati considerati altri fattori di rischio specifici, come la posizione del giocatore e la commozione cerebrale. Il deterioramento cognitivo è stato definito utilizzando la Telephone Interview for Cognitive Status modificata, e sono stati valutati anche il test di apprendimento verbale di Hopkins, la fluidità verbale e le attività indipendenti della vita quotidiana. La frequenza dei colpi di testa è stata da 0 a cinque volte per 114 calciatori, da sei a 15 volte per 185, e più di 15 volte per 160 per quanto riguardava le partite, da 0 a cinque volte per 125 calciatori, da sei a 15 volte per 174, e più di 15 volte per 160, per le sessioni di allenamento. La prevalenza del deterioramento cognitivo è stata del 9,78% nel gruppo 0-cinque volte, del 14,78% nel gruppo sei-15 volte e del 15,20% nel gruppo >15 volte per le partite. La commozione cerebrale che ha comportato la perdita di memoria è stata associata a un maggior rischio di deterioramento cognitivo. Risultati simili sono stati osservati con altri test cognitivi e demenza o malattia di Alzheimer diagnosticata dal medico. «Saranno necessari ulteriori studi per stabilire quale soglia massima per la frequenza dei colpi di testa possa mitigare questo rischio» concludono gli autori. In un editoriale correlato, Peter Ueda, del Karolinska Institutet di Stoccolma, Svezia, sottolinea che le nuove ricerche non solo dovranno valutare l’importanza della frequenza dei colpi di testa, ma anche il carico totale durante la carriera calcistica e la forza e il tipo di colpo di testa.

JAMA Network Open 2023. Doi: 10.1001/jamanetworkopen.2023.23822
http://doi.org/10.1001/jamanetworkopen.2023.23822

JAMA Network Open 2023. Doi: 10.1001/jamanetworkopen.2023.24368
http://doi.org/10.1001/jamanetworkopen.2023.24368