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PROROGA DELLA SCADENZA DELL ‘ALLEGATO 3B

da Siml.it

A seguito delle numerose segnalazioni giunte dai colleghi Medici Competenti sulle difficoltà incontrate a compilare correttamente l’allegato 3B sul portale INAIL, SIML insieme ad altre Società ed Associazioni di Medici del Lavoro e Medici Competenti (ANMA, COSIPS e AIPMEL) ha inviato alle Autorità competenti richiesta di dilazione della scadenza prevista per il 31.03.2024.

Il Ministro prof. Orazio Schillaci ha firmato il provvedimento che proroga la scadenza per la compilazione dell’allegato 3B al 31.05.2024.

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IA IN MEDICINA

Intelligenza artificiale in medicina sì, ma con paletti ben definiti: affinché a curarci non sia, in futuro, anziché un medico, un algoritmo. Questa la posizione del presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli, ascoltato in audizione in Commissione Lavoro della Camera, nel corso dell’Indagine conoscitiva sul rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro.

Tra le aree sulle quali l’IA ha ad oggi un maggior impatto sono l’imaging, la diagnosi precoce, i piani di trattamento e terapie personalizzate; e, ancora, la progettazione di nuovi farmaci, tramite modelli predittivi; il monitoraggio dei pazienti in tempo reale; i compiti amministrativi e burocratici, quali la gestione degli appuntamenti o l’aggiornamento delle cartelle cliniche; la formazione, tramite modelli di simulazione avanzati; il coinvolgimento dei pazienti e l’aderenza alle terapie; la sorveglianza delle malattie e la previsione di epidemie e pandemie. Ma l’IA, tuttavia, non è priva di criticità e come tutti gli strumenti può prestarsi a un utilizzo improprio. La diffusione massiva e sistemica di applicazioni di IA impone la necessità di una regolamentazione chiara e condivisa in linea con l’Europa.

L’IA – ha sintetizzato Anelli – non solo sta migliorando l’efficienza e l’accuratezza dei servizi sanitari, ma sta anche aprendo la strada a soluzioni sanitarie più innovative, personalizzate e accessibili in tutto il mondo. Tuttavia, è fondamentale affrontare le sfide etiche, legali e formative che accompagnano questi sviluppi. La privacy dei dati, la sicurezza informatica, la responsabilità medica e l’interpretazione corretta delle informazioni sono tutti aspetti critici che devono essere gestiti attentamente”.

Tra i rischi paventati, anche quelli legati a un approccio eccessivamente centrato sull’efficienza, che potrebbe ridurre l’interazione umana e ridimensionare l’interazione medico-paziente. l’IA potrebbe inoltre non essere in grado di considerare adeguatamente la complessità del contesto clinico del singolo paziente, influenzato anche da fattori socioeconomici e da convinzioni e preferenze personali. Ancora, gli algoritmi potrebbero rispecchiare i pregiudizi umani nelle scelte decisionali o diventare il “magazzino” dell’opinione medica personale. Infine, ma non certo ultimo per importanza, potrebbe nasce un conflitto etico per le differenze di intenti e obiettivi tra chi finanzia e realizza un algoritmo e chi lo utilizza.
“Per mitigare questi rischi- ha avvertito Anelli – è essenziale trovare un equilibrio tra l’efficienza offerta dall’IA e la necessità di considerare l’individualità e il contesto clinico di ciascun paziente. Gli operatori sanitari dovrebbero essere coinvolti attivamente nella gestione e nella supervisione dei sistemi di IA, garantendo che la tecnologia sia utilizzata come strumento complementare e non come sostituto delle competenze umane. Normative e linee guida chiare sono fondamentali per garantire un utilizzo etico e sicuro dell’IA in ambito medico”.

In conclusione, Anelli ha portato all’attenzione dei parlamentari un documento sintetico sull’Intelligenza artificiale, approvato dal Comitato Centrale, l’Organo di Governo della Fnomceo, il 4 marzo scorso.

Eccolo, di seguito, in versione integrale.:
“L’Intelligenza Artificiale è utilizzata esclusivamente a supporto delle attività del medico per ottimizzare la qualità, la sicurezza e l’efficacia delle cure.
L’Intelligenza Artificiale per il suo utilizzo deve garantire al medico un livello ragionevole di esplicabilità e di trasparenza e la migliore qualità possibile dei dati, dei risultati e dei processi di sviluppo, per evitare distorsioni ed errori nonché disuguaglianze. Nell’uso di sistemi IA all’interno del suo processo decisionale, il medico è tenuto ad informare il paziente, spiegando i motivi di tale uso, e assicurandosi che il paziente sia consapevole sia delle potenzialità che dei limiti e rischi connessi all’uso di tali tecnologie.

L’impiego di sistemi di IA è orientato al bene della persona e della salute pubblica, rispettando e promuovendo i principi di sostenibilità, universalità, equità e solidarietà, evitando ogni discriminazione o pregiudizio basato su genere, etnia, religione, orientamento sessuale o altri fattori che possano portare a un trattamento ingiusto o diseguale.
Non possono essere utilizzati sistemi di IA non certificati. Il medico, sulla base delle proprie competenze e conoscenze scientifiche, è responsabile delle attività di diagnosi, prognosi, terapia e delle correlate attività informative”.

da doctor33.it

DL 29/2024 LAVORATORI ANZIANI E TUTELE DELLA SALUTE.

da vegaingeenering.com

Decreto Legislativo n. 29/2024 (c.d. Decreto Anziani), entrato in vigore il 19/03/2024, reca disposizioni in materia di politiche in favore delle persone anziane, volte a promuovere la dignità e l’autonomia, l’inclusione sociale, l’invecchiamento attivo e la prevenzione della fragilità della popolazione over 65.

Il provvedimento è finalizzato alla realizzazione degli obiettivi di cui alla Missione 5 (“Inclusione e coesione”), Componente 2 (M5C2 “Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore”), del PNRR, inerente alle politiche in favore delle persone anziane.

Vediamo di seguito un approfondimento in merito alle indicazioni per il datore di lavoro che impiega lavoratori anziani contenute nel Decreto Anziani.

COSA SI INTENDE PER PERSONA ANZIANA?

Il D.Lgs. 29/2024 fornisce una definizione per individuare chi sia una persona anziana: si tratta del soggetto che ha compiuto 65 anni.

Per loro il decreto vuole favorire l’autonomia e l’inclusione sociale delle persone anziane adottando misure per la prevenzione della fragilità e la promozione della salute.

I LAVORATORI ANZIANI: COSA PREVEDE IL DECRETO?

L’articolo 5 del Decreto Anziani prevede misure per la promozione della salute delle persone anziane da attuare nei luoghi di lavoro, al fine di consentire un invecchiamento sano e attivo dei lavoratori.

L’obbligo di assicurare la promozione della salute, l’educazione preventiva e il mantenimento di uno stile di vita sano e attivo per gli anziani spettA al datore di lavoro, che deve adempiere agli obblighi di valutazione dei rischi e controllo sanitario

Il riferimento per il datore di lavoro è ovviamente il D.Lgs. 81/08, tenendo conto del modello di promozione della salute nei luoghi di lavoro, noto come Workplace Health Promotion (WHP) e raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità, coerentemente con le indicazioni contenute nel Piano Nazionale di Prevenzione (PNP). Lo scopo è quello di trasformare l’ambiente di lavoro, mediante idonei cambiamenti organizzativi, in un luogo adatto anche per le persone anziane.

Il datore di lavoro adotta tutte le misure necessarie per supportare gli anziani nel realizzare le loro attività lavorative, anche in parte, in modalità agile, rispettando i CCNL di settore in vigore.

Riportiamo di seguito il testo dell’art. 5 “Misure per la promozione della salute e dell’invecchiamento attivo delle persone anziane da attuare nei luoghi di lavoro” del D.Lgs. 29/2024:

1. Nei luoghi di lavoro, la promozione della salute, la cultura della prevenzione e l’invecchiamento sano e attivo della popolazione anziana sono garantiti dal datore di lavoro attraverso gli obblighi di valutazione dei fattori di rischio e di sorveglianza sanitaria previsti dal decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, tenendo conto del modello sulla promozione della salute nei luoghi di lavoro – Workplace Health Promotion (WHP) raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità e delle indicazioni contenute nel PNP, che prevedono l’attivazione di processi e interventi tesi a rendere il luogo di lavoro un ambiente adatto anche alle persone anziane attraverso idonei cambiamenti organizzativi.

2. Il datore di lavoro adotta ogni iniziativa diretta a favorire le persone anziane nello svolgimento, anche parziale, della prestazione lavorativa in modalità agile, nel rispetto della disciplina prevista dai contratti collettivi nazionali di settore vigenti.

IL TEMA DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI CONNESSA ALL’ETÀ DEI LAVORATORI

Come noto, l’art. 28 del D.Lgs. 81/08 già prevede che la valutazione dei rischi venga svolta considerando anche l’età dei lavoratori. Lo stesso articolo infatti indica quanto segue:

La valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a), […], deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, […], nonché quelli connessi alle differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri Paesi […].

Pertanto, anche alla luce del recente D.Lgs. 29/2024, la valutazione dei rischi dovrà sempre più approfondire le specificità connesse con le differenti età dei lavoratori, indicando le misure di sicurezza, soprattutto di tipo organizzativo, che il datore di lavoro intende adottare per garantire e migliorare la salute e la sicurezza dell’intera forza lavoro. Sarà quindi una valutazione dei rischi attenta all’inclusione di tutti i lavoratori, con l’attivazione di processi e interventi volti a rendere il luogo di lavoro un ambiente adatto anche alle persone anziane.

AI E RISCHIO DI “APOCALISSE OCCUPAZIONALE”

da rainews.it

Florence, Italy – September 12, 2016 : Interior of the Dome of Florence Cathedral in Florence with beautiful painting on September 12, 2016. The painting- The Last Judgment was made by Federico Zuccari in 1579.

La ricerca, pubblicata dal quotidiano britannico The Guardian, conferma i timori che hanno portato a cercare immediati protocolli, scatenare forum e organizzare dibattiti in tutto il mondo: il Parlamento europeo, ad esempio, ha già approvato il 13 marzo scorso una legge sull’Ai per garantire sicurezza e rispetto dei diritti fondamentali pur promuovendo l’innovazione.

In Gran Bretagna, fuori dall’Europa dopo il referendum sulla Brexit del giugno 2016, quasi 8 milioni di posti di lavoro potrebbero essere persi a causa dell’intelligenza artificiale in una “APOCALISSE OCCUPAZIONALE”: le donne, i lavoratori più giovani e quelli con salari più bassi sono quelli maggiormente a rischio a causa dell’automazione. A scriverlo nero su bianco l’Institute for Public Policy Research’ (IPPR).

Il rapporto spiega che, analizzando lo scenario peggiore, i lavori più esposti nei prossimi 5 anni sarebbero quelli di primo ingresso, del  part-time e quelli amministrativi. Il think tank ha avvertito che il Regno Unito si trova ad affrontare un momento di “porte scorrevoli” poiché un numero crescente di aziende adotta tecnologie di intelligenza artificiale generativa – in grado di leggere e creare testo, dati e codice software – per automatizzare le attività quotidiane sul posto di lavoro.

In realtà il processo di automazione è già iniziato e attualmente la prima ondata di adozione dell’intelligenza artificiale sta mettendo a rischio molti posti di lavoro poiché un numero crescente di aziende introduce la tecnologia. Tuttavia, una seconda ondata potrebbe portare all’automazione di più posti di lavoro in un contesto di rapidi progressi nell’intelligenza artificiale. 

Gli esperti hanno analizzato 22.000 attività nell’economia che coprono ogni tipo di lavoro, affermando che l’11% delle attività attualmente svolte dai lavoratori sono a rischio. Questa cifra potrebbe, tuttavia, aumentare fino al 59%. Le attività cognitive di routine, tra cui la gestione dei database, la pianificazione e l’inventario, sono già a rischio, con il potenziale di sostituire i lavori entry level e part-time nel lavoro di segreteria, nell’amministrazione e nei servizi ai clienti. Tuttavia, la seconda ondata di adozione dell’intelligenza artificiale potrebbe avere un impatto sulle attività non di routine che coinvolgono la creazione di database, il copywriting e la progettazione grafica, che influenzerebbero posti di lavoro sempre più remunerativi.

le donne, secondo lInstitute for Public Policy Research’sarebbero significativamente più colpite, poiché “hanno maggiori probabilità di lavorare nelle occupazioni più esposte, come le attività di segreteria e amministrative”. 

L’allarme è stato lanciato e si può fare qualcosa: il think tank ha affermato che non è ancora troppo tardi e l’azione del governo potrebbe prevenire l’“apocalisse occupazionale” e aiutare a sfruttare il potere dell’intelligenza artificiale per stimolare la crescita economica e aumentare gli standard di vita.

YUKA L ‘APP CHE SEGNALA GLI ALIMENTI SALUTARI. LUCI ED OMBRE.

L’immagine di una carota arancione col suo bel ciuffetto verde campeggia sugli schermi di qualcosa come 28 milioni di smartphone dislocati in 11 paesi del mondo: il simbolo è quello di Yuka, un’app che – spiega il sito – ha l’obiettivo di “migliorare la salute dei consumatori aiutandoli a decifrare le etichette dei prodotti alimentari e cosmetici” e, dunque, di guidarli nella scelta di quelli più salutari. Una sorta di fidata consigliera del saggio acquisto, insomma. Una specie di bussola che solo in Italia guida tra gli scaffali dei supermercati circa due milioni di italiani, informati sulla scarsezza, la mediocrità o l’eccellenza di articoli fino a ieri infilati nel carrello senza troppo indagare sui loro ingredienti.

Ma davvero quello che mangiamo potrebbe essere così pericoloso per la nostra salute? Davvero c’è bisogno di un’app che avverta l’ignaro consumatore della presenza di sostanze nocive nei prodotti di bellezza? Sì, secondo quelli che considerano Yuka una preziosa alleata per un consumo più informato finalizzato anche ad indurre l’industria del settore agroalimentare e cosmetico a migliorare l’offerta; niente affatto secondo chi rileva la mancanza di corretti supporti scientifici nella formulazione delle sue valutazioni. E pure secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che su Yuka ha avviato un’istruttoria per l’uso del sistema di rilevazione usato, il francese Nutri-Score, un’etichetta che identifica i valori nutrizionali attraverso due scale correlate: una cromatica divisa in 5 gradazioni dal verde al rosso e una alfabetica, comprendente le cinque lettere dalla A alla E. Da tempo Nutri-Score è al centro di un acceso dibattito tra gli stati europei, divisi tra coloro che appoggiano tale rilevazione e gli altri – come l’Italia – che la osteggiano, preferendo il NutrInform Battery che valuta non i singoli cibi, ma la loro incidenza all’interno della dieta.
 
Il timore rilevato dall’Antitrust, pertanto, è che “l’etichetta NutriScore, così come i punteggi e i giudizi forniti dall’app, in assenza di adeguate avvertenze, vengano erroneamente percepiti come valutazioni assolute sulla salubrità di un determinato prodotto, che prescindono dalle esigenze complessive di un individuo (dieta e stile di vita), dalla quantità e dalla frequenza di assunzione all’interno di un regime alimentare variegato ed equilibrato”.

Ma quindi? Alla fine, di Yuka come delle app a lei simili, ci si può fidare oppure no? (Fonte TODAY.it)

ORTOBIOLOGIA EFFICACE CONTRO L ‘ARTROSI

Infiltrazioni con antinfiammatori e acido ialuronico, PRP (Plasma Ricco di Piastrine) e cellule mesenchimali: trattamenti mini invasivi per trattare l’artrosi da lieve a moderata, e ridurre il dolore

Combattere l’artrosi si può, anche senza bisturi: dopo i trattamenti infiltrativi con farmaci antinfiammatori e quelli a base di acido ialuronico, oggi la ricerca si concentra su infiltrazioni con i derivati del sangue, i cosiddetti PRP (Plasma Ricco di Piastrine), fino ad arrivare ai trattamenti con le cellule mesenchimali estratte dal midollo osseo o dal grasso sottocutaneo.

Parliamo di ortobiologia, metodiche che sfruttano le capacità rigenerative delle cellule del corpo umano con l’obiettivo di stimolare la ricrescita di alcuni tessuti e di attenuare l’infiammazione, trattamenti non chirurgici e mini invasivi che accendono nuove speranze per coloro che fino a qualche anno fa avevano come unica scelta terapeutica l’intervento di sostituzione protesica.

Queste tecniche di medicina riparativa e rigenerativa sono applicabili al trattamento conservativo delle articolazioni, ma anche alla fase post-intervento chirurgico, per migliorarne l’esito, favorendo la guarigione dei tessuti. L’artrosi è una malattia articolare cronico-degenerativa a carattere progressivo che colpisce in Italia circa 4 milioni di persone: “Per il trattamento dell’artrosi,  patologia degenerativa che aumenta con l’età – spiega Alberto Momoli (nella foto), Presidente della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, SIOT e Direttore UOC Ortopedia e Traumatologia, Ospedale San Bortolo, Vicenza – si sono aperte nuove strade per cure più conservative e, grazie alle tecniche di ortobiologia, siamo entrati in una nuova era in ambito ortopedico. Questo tipo di procedure riguarda però le fasi iniziali dell’artrosi, i gradi 2 e 3. Mentre se l’artrosi è di quarto grado non ci sono alternative all’intervento chirurgico. E’ fondamentale l’intervento precoce”.

Evidenze scientifiche hanno dimostrato l’efficacia delle infiltrazioni con l’acido ialuronico e con il PRP, e la letteratura più recente anche quelle con le cellule mesenchimali, in particolare nell’articolazione del ginocchio.

Fra i trattamenti infiltrativi in prima linea per il trattamento conservativo dell’artrosi di ginocchio c’è l’acido ialuronico che viene iniettato nell’articolazione allo scopo di lubrificarla e nutrire la cartilagine rimanente, una pratica clinica ormai diffusa che mostra benefici anche nell’artrosi dell’anca. Nel caso dell’articolazione del ginocchio, quando la risposta a questa terapia non fosse sufficiente, è possibile ricorrere alle infiltrazioni con i derivati del sangue, PRP. In questo caso, dal sangue del soggetto, opportunamente centrifugato, viene estratto il plasma ricco di piastrine che, iniettato, favorisce il rilascio di fattori di crescita piastrinica, cioè di molecole che consentono ai tessuti di ripararsi e rigenerarsi. Il PRP trova ampia applicazione anche nella rigenerazione dei tendini della spalla.

Un’ulteriore possibilità, ancora in fase sperimentale, è offerta dalle cellule staminali mesenchimali estratte dal tessuto adiposo addominale e poi infiltrate nell’articolazione artrosica.  “Si tratta di una procedura più complessa rispetto a quella prevista dalla cura con il PRP – precisa Momolima si svolge anch’essa in regime ambulatoriale. In entrambi i casi è importante rivolgersi a centri certificati e con elevati standard qualitativi. Quando usato su persone con artrosi, il trattamento a base di cellule mesenchimali, utile anche in caso di tendiniti, è molto efficace sul ginocchio e un po’ meno sull’anca. Bisogna, comunque tener presente che tale cura è in grado solo di rallentare il processo artrosico, ma non di farlo regredire”.  

I trattamenti infiltrativi presentano controindicazioni estremamente ridotte con un’attenzione particolare nei soggetti fragili o coloro che fanno uso di farmaci anticoagulanti o presentano varie comorbidità; riguardo le infiltrazioni con il cortisone e con l’acido ialuronico non ci sono particolari controindicazioni a meno che il paziente non presenti allergie a uno dei componenti del farmaco o alterazioni gravi dello stato di salute.

Il trattamento infiltrativo con PRP e mesenchimali viene utilizzato principalmente per trattare quelle artrosi da lievi a moderate, sintomatiche, in cui il danno articolare e la funzione residua permetta ancora margini di un trattamento non chirurgico consentendo così una migliore qualità di vita per il soggetto che, in caso di progressione della malattia, potrà essere sottoposto alla chirurgia protesica.  

La scelta delle diverse tecniche, oltre ad aderire alle indicazioni delle linee guida presenti in materia, viene valutata dallo specialista caso per caso, anche nel rapporto costi-benefici. A fare la differenza è sempre la prevenzione: “Noi produciamo cartilagine fino ai 25-30 anni – conclude Momoli poi cominciamo a consumarla per vari motivi anche per attività fisica eccessiva o al contrario per sedentarietà. Senza dimenticare che oltre ad un’alimentazione corretta che deve garantire il giusto apporto di calcio è soprattutto il movimento costante uno dei fattori che contribuiscono a prevenire la degenerazione della cartilagine”. (Fonte Dottnet.it)

CONVEGNO: LA TRASFORMAZIONE DIGITALE NEL MONDO DEL LAVORO.

Convegno
La trasformazione digitale del mondo del lavoro. Opportunità, rischi e mitigazioni
Martedì 23 aprile 2024 ore 9.30-13.30
Milano – FAST, Piazzale Morandi 2
Sala Morandi

Introduzione e presentazione – Norberto Canciani – Presidente Associazione Ambiente e Lavoro

Associazione Ambiente e Lavoro: dalle iniziative di Rino Pavanello per il recepimento della direttiva Seveso e per la promozione della salute e sicurezza sul lavoro alle nuove sfide sulla sostenibilità ambientale in ambito industriale

  • Il ruolo di Associazione Ambiente e Lavoro nel recepimento della direttiva “Seveso” sulle aziende a Rischio di Incidente Rilevante – Domenico Marcucci – Esperto di temi ambientali e componente Direttivo di Associazione Ambiente e Lavoro
  • Associazione Ambiente e Lavoro nella Consulta Interassociativa per la Prevenzione: le attività di promozione durante l’emanazione della legislazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro (dal D.Lgs. 626/94 al D.Lgs. 81/08) – Susanna Cantoni – Vice Presidente CIIP
  • Nuove prospettive e nuovi obiettivi dell’azione di Associazione Ambiente e Lavoro: la sostenibilità ambientale – Wolfango Pirelli – Segretario Associazione Ambiente e Lavoro

La campagna europea EU OSHA 2023-2025 “SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO NELL’ERA DIGITALE” – Francesca Grosso – INAIL

Gli impatti sul lavoro della digitalizzazione – Cinzia Maiolini – Segretaria nazionale FILCTEM CGIL

Rischi nuovi ed emergenti per la salute e sicurezza sul lavoro nel contesto di trasformazione digitale – prof. Francesco Costantino – Università “La Sapienza” Roma, Dipartimento di Ingegneria Informatica, Automatica e Gestionale

Le macchine nell’era digitale: il regolamento 2023/1230 – Sara Anastasi – INAIL – Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti, Prodotti ed Insediamenti Antropici

Sicurezza sul lavoro e sicurezza del lavoro: il duplice volto dell’intelligenza artificiale generativa – Giuditta Simoncelli – INAIL – Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti, Prodotti ed Insediamenti Antropici

Dibattito e conclusioni

Fonte: Associazione Ambiente e Lavoro

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LA SICUREZZA NEL CANTIERE ARCHEOLOGICO.

da Inail.it

Il settore dedicato alla conservazione e alla tutela del patrimonio storico e artistico è caratterizzato da addetti e operatori altamente specializzati, per i quali i rischi professionali vanno attentamente individuati e valutati in contesti caratterizzati da specifiche esigenze, correlate alla varietà di figure professionali, contemporaneamente presenti nei luoghi di lavoro e con formazione ben distinta fra loro, e alla necessità di assicurare, insieme alla tutela dell’incolumità dei lavoratori e degli altri operatori, l’attenzione al valore storico e artistico del bene sul quale si interviene che obbliga, spesso, ad una organizzazione del lavoro non standardizzata.

In questo ambito, la tutela della salute e la sicurezza sul lavoro deve essere adeguatamente considerata sia negli interventi volti a favorire il miglioramento delle conoscenze del patrimonio archeologico e a garantire continuità alle attività di ricerca scientifica e storica, sia negli interventi di messa in sicurezza, recupero, sistemazione di siti di rilevanza storico-archeologico per l’accessibilità e fruibilità nell’ambito di iniziative di inclusione sociale e culturale, di valorizzazione e promozione del patrimonio archeologico.




Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2024
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Informazioni e richieste: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

WORLD HEALTH FORUM VENETO : LE NUOVE FRONTIERE DI IA, MEDICINA E TECNOLOGIA.

In mille hanno riempito la Sala Mantegna al centro congress Padova Congress per la seconda giornata del World Health Forum Veneto, l’evento su medicina e tecnologia alla sua prima edizione.

Keynote speech

Il primo keynote speech, dal titolo “Spingendo le frontiere della medicina: Le scoperte dell’IA in ambito sanitario”, ha avuto per protagonista Mihaela van der Schaar, professoressa e ricercatrice alla University of Cambridge, dove dirige il van der Schaar Lab ed è fondatrice e direttrice del Cambridge Center for AI in Medicine (CCAIM). Personalmente accreditata come inventrice di 35 brevetti statunitensi, nel 2019 un rapporto Nesta l’ha definita la ricercatrice sull’intelligenza artificiale più citata nel Regno Unito.

«Sono molto entusiasta del ruolo dell’intelligenza artificiale in medicina – ha dichiarato Mihaela van der Schaar –. Credo davvero che l’AI possa aiutare i medici a praticare la medicina in modo molto più quantitativo, a partire dall’identificazione dei pazienti a rischio, l’identificazione precoce della malattia, il trattamento della malattia in modo molto più personalizzato, fino al seguire i pazienti dopo la diagnosi. Io quindi mi occupo dell’intera traiettoria della malattia. Sono anche entusiasta di come abbiamo aiutato a potenziare i sistemi sanitari durante il Covid. Ho lavorato a stretto contatto con il National Health Service (il Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito, ndr), per costruire una tecnologia in grado di identificare quando si rendevano disponibili i posti letto in ospedale e quando erano disponibili determinati medici con determinate specializzazioni, dando così loro maggiori possibilità».

Cambridge

La professoressa e ricercatrice della University of Cambridge ha parlato anche di come i Large Language Models, le tecnologie di intelligenza artificiale avanzata incentrate sulla comprensione e sull’analisi del testo, la più nota delle quali è ChatGPT, vengano già utilizzate in ambito medico. «Nel nostro laboratorio stiamo lavorando per costruire Large Language Models che possano essere affidabili e che possano essere potenziati dalle conoscenze cliniche di cui disponiamo, mentre la seconda questione riguarda il trovare soluzioni che mantengano la riservatezza delle informazioni private dei pazienti e che siano comunque in grado di interagire con questi Large Language Models, per poter acquisire da questi modelli informazioni potenti e pertinenti per il paziente specifico che si trova di fronte al medico».

AutoPrognosis

Il suo laboratorio inoltre sviluppa di strumenti di intelligenza artificiale per costruire altri strumenti di intelligenza artificiale da usare in ambito medico: «Per esempio abbiamo costruito già da qualche anno AutoPrognosis, uno strumento che è in grado di trattare qualsiasi malattia a cui si possa essere interessati, dal cancro alle malattie cardiovascolari, alla fibrosi cistica. Un medico, senza bisogno di imparare a scrivere codice software, può dare i dati del paziente ad AutoPrognosis e chiedergli una previsione. Chiedere ad AutoPrognosis di costruire un modello di rischio, ad esempio, per il rischio cardiovascolare o per il cancro. L’aspetto positivo di questi modelli di apprendimento automatico è che sono in grado di automatizzare il processo di selezione del modello migliore. Si tratta di un software open source che tutti possono utilizzare e su cui possono costruire, e spero che possa davvero aiutare sia i medici che i pazienti». (Fonte Padova oggi)