MEDICINA DEL LAVORO

REAZIONE AL FUOCO

Il capitolo S.1 del Codice è dedicato alla Reazione al fuoco.

Reazione al fuoco

Il capitolo S.1 del Codice è dedicato alla reazione al fuoco. La reazione al fuoco è una misura antincendio di protezione passiva che manifesta i suoi effetti nella fase di prima propagazione dell’incendio, con l’obiettivo di limitare l’innesco dei materiali e la propagazione stessa dell’incendio. Essa, pertanto, si riferisce al comportamento al fuoco dei materiali nelle effettive condizioni di applicazione, con particolare riguardo al grado di partecipazione all’incendio che essi mostrano in condizioni standardizzate di prova.



Prodotto: Volume
Edizioni: Inail –  2021
Disponibilità: Sì – Consultabile anche in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

  • Reazione al fuoco(.pdf – 12,4 mb)
  • Il Codice di prevenzione incendiIl Codice di prevenzione incendi si propone come promotore del cambiamento privilegiando un approccio prestazionale alla prevenzione incendi, in grado di garantire standard di sicurezza antincendio elevati, mediante un insieme di soluzioni progettuali sia conformi che alternative

VACCINO E ALCOOL

Gli alcolici vanno evitati nei giorni vicini alla vaccinazione anti Covid-19: è la raccomandazione della Società Italiana di Alcologia (Sia), suggerita da quanto è recentemente accaduto nel centro vaccinale di Messina, dove si è tentato di avvicinare i giovani alla vaccinazione attraverso l’offerta di birra artigianale. «La Società Italiana di Alcologia e l’Osservatorio Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) da diversi mesi raccomandano di non consumare alcolici nei giorni precedenti e successivi la vaccinazione», rileva la società scientifica in una nota. 
«La raccomandazione – osserva il presidente nazionale della Sia, Gianni Testino – è di astenersi dal consumo alcolico almeno 15 giorni prima e 15 giorni dopo ogni vaccinazione, o per lo meno di non superare i dosaggi che rientrano nel ‘basso rischiò», pari a «una unità alcolica al giorno». 
E’ una misura di precauzione necessaria, considerando che il consumo di alcol, anche a bassi dosaggi, «riduce l’attività del sistema immunitario acquisito e innato», al punto che per alcune funzioni, come quelle delle cellule T, «si ripristina un’ottimale azione dopo circa 30 giorni di astensione» e delle cellule dendritiche che hanno il compito di catturare l’antigene dando il via al processo di generazione degli anticorpi. Il consumo di alcol ha riflessi anche sulle piastrine, componenti del sangue che contribuiscono alla coagulazione, e la situazione normale viene ripristinata nell’arco di una settimana. 


Queste osservazioni, pubblicate nel sito Epicentro dell’Iss, si sommano al fatto che «il consumo di alcolici attraverso la costituzione di ‘un organismo infiammatò» possa aggravare un’eventuale infezione Covid-19. (da gazzetta di Parma)

FORSE NON NECESSARIA UNA TERZA DOSE.

Da il Giornale

Non c’è fretta per un’eventuale terza dose del vaccino. Oramai è certo: se ci sarà bisogno di un ulteriore richiamo dell’antidoto, questo non verrà inoculato prima dell’autunno del prossimo anno. Il presidente dell’Aifa Giorgio Palù ha dichiarato al quotidiano la Nazione: “Si sta studiando la durata della risposta immunitaria; potrebbe essere richiesto un richiamo per fasce di popolazione specifiche. Ogni decisione sarà presa in base a dati certi, che si renderanno via via disponibili”. Guido Rasi, professore di microbiologia a Roma e direttore scientifico Consulcesi, è convinto che la terza dose sia una ipotesi da valutare con prudenza. “Appare logico prevedere una protezione duratura per chi ha avuto il Covid e ha fatto una dose di vaccino – ha dichiarato l’ex numero uno dell’Ema, agenzia regolatoria europea dei medicinali – ma anche tutti quelli che hanno completato il ciclo vaccinale delle due dosi potrebbero essere protetti verosimilmente per più di un anno. Vedremo più avanti cosa succede in casi particolari (immunodepressi, non responder), ma anch’ io escluderei categoricamente una nuova vaccinazione di massa a settembre”. Crolla, quindi, una certezza: nessuna terza dose il prossimo autunno. In quel periodo si deciderà come procedere.

Magari ci si renderà conto che un altro richiamo possa essere utile nella lotta contro il Covid-19 e soprattutto per combattere le pericolose varianti, ma tutto ciò sarà eventualmente programmato per il 2022. La pensa allo stesso modo Massimo Ciccozzi, epidemiologo dell’Università Campus Biomedico di Roma, il quale è dell’idea che stiamo imparando a convivere con il virus e che, per il futuro, si potrà pensare a una profilassi bivalente (influenza più Coronavirus) da consigliare eventualmente nei soggetti fragili, ipertesi, con diabete, o sopra i sessant’ anni. L’attenzione di tutti, adesso, è riposta sulla campagna che deve avere una Accelerata

.Intanto in Italia si sta vaccinando di buona lena. L’altro ieri sono state effettuare 600mila vaccinazioni in 24 ore. Il Bel Paese è al secondo posto in Europa in termini di coperture, superato solo dalla Germania. La risposta dei giovani è molto positiva; i ragazzi si stanno vaccinando in massa e questo lascia ben sperare. Sono state distribuire, fono a questo momento, 42 milioni di dosi tra Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Janssen e l’88% degli antidoti è stato già somministrato. In altre nazioni si è molto indietro e questo preoccupa Luca Pani, farmacologo dell’Università di Modena e Reggio Emilia. “Solo immunizzando la popolazione a livello globale – ha detto – usciremo dall’assillo delle varianti”. Gli scienziati, intanto, sono al lavoro sul cosiddetto vaccino universale, che oltre a colpire la proteina Spike punta a inceppare regioni virali meno soggette a cambiamenti repentini. Solo allora potremo essere certi di essere a buon punto nella lotta al Covid-19.

AMIANTO NATURALE E LAVORO

Da Inail.it

Amianto naturale e ambienti di lavoro

Nel lavoro si riporta lo stato dell’arte sulla presenza di amianto di originie naturale (NOA – Naturally Occurring Asbestos) in Italia, evidenziando le problematiche gestionali ad esso correlate e formulando le pricipali soluzioni di sicurezza applicabili a scala operativa.

Immagine Amianto naturale e ambienti di lavoro

In particolare, si forniscono indicazioni per le attività lavorative di settore, quali l’estrazione e lavorazione di pietre ornamentali e di pietrisco, le bonifiche di siti contaminati da amianto naturale, gli scavi per gallerie stradali e ferroviarie, gli scavi e opere di urbanizzazione, le lavorazioni agrarie e la rimozione e smaltimento/bonifica di ballast.


Prodotto: Volume
Edizioni: Inail –  2021
Disponibilità: Sì – Consultabile anche in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

LAVORO AGILE: STUDIO LONGITUDINALE DELL’ INAIL

La diffusione del lavoro agile ha avuto un notevole incremento con l’avvento della pandemia, configurandosi anche come un’efficace misura di contenimento del contagio.

Immagine L’esperienza di lavoro agile, gli impatti sul benessere e le condizioni di lavoro: i risultati del caso studio longitudinale condotto in Inail

Questo contributo illustra i risultati del caso studio condotto dal Dipartimento di Medicina, Epidemiologia e Igiene del Lavoro ed Ambientale (Dimeila) all’interno del “Progetto pilota lavoro agile in Inail”, promosso nel 2019 dalla Direzione centrale risorse umane (Dcru). Tali risultati offrono spunti di riflessione in questo momento di grande cambiamento al fine di identificare le opportunità ed eventuali limiti dell’applicazione del lavoro agile, nell’ottica della tutela della salute e del benessere dei lavoratori.


Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2021
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

icona facebook
icona twitter

ALGORITMO CONTRO GLI INFORTUNI NEI CANTIERI IN LOMBARDIA

Letizia Moratti vuole introdurre anche in Lombardia un algoritmo che serva per individuare i cantieri più pericolosi e intensificare i controlli per combattere la piaga degli incidenti sul lavoro. «La direzione generale Welfare adotterà, quale strumento ordinario di vigilanza, un algoritmo che consentirà di individuare i cantieri maggiormente a rischio e di sottoporli prioritariamente a controllo — ha spiegato la vicepresidente e assessora regionale al Welfare, partecipando nell’aula del Pirellone alla cerimonia per la Giornata delle vittime degli incidenti sul lavoro e delle malattie professionali — . Questa iniziativa sarà condivisa con l’Ispettorato interregionale del lavoro per la Lombardia e sarà sottoposta anche a livello centrale».

I dati regionali dicono che nel 2020 sono state controllate 26.467 imprese per un totale di 53.597 verifiche. Moratti ha spiegato che «grazie all’anagrafe aggiornata dei cantieri edili possiamo individuare a priori e distinguere le imprese virtuose da quelle problematiche da sottoporre a più stretta sorveglianza».

Il metodo dell’algoritmo è già stato adottato in Veneto dieci anni fa, nell’ambito del Piano nazionale edilizia per individuare i cantieri a maggior rischio. L’algoritmo si avvale delle informazioni presenti del Sistema informativo della Prevenzione Impres@ (Informazione e monitoraggio prevenzione sanitaria) che raccoglie dal 2010 tutti i controlli effettuati dai servizi del Dipartimento di prevenzione delle Ats e i loro esiti. Il sistema serve per individuare le imprese e i cantieri che sono carenti in sicurezza, controllare il territorio con una più ampia copertura, migliorare l’efficienza della vigilanza, intervenire su obiettivi specifici e favorire un sistema integrato della prevenzione.

«La riapertura delle attività economiche non deve tradursi in una recrudescenza degli infortuni — spiega Moratti, preoccupata per l’incremento degli incidenti sul lavoro registrato anche negli ultimi giorni — . Soprattutto il settore edilizio che vedrà un aumento di attività, in seguito all’approvazione dei provvedimenti legislativi come il bonus 110 per cento, non deve essere scenario di accrescimento di infortuni».

In Lombardia, secondo i dati raccolti dalle Ats, dall’1 gennaio al 15 maggio ci sono stati ben 15 infortuni mortali. Di cui 4 solo nella scorsa settimana. Prima dell’inizio dei lavori, il Consiglio regionale aveva accolto le 12 rappresentanze provinciali dell’Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro.

Anche i sindacati sono preoccupati. Cgil, Cisl e Uil chiedono di «fermare le stragi sui luoghi di lavoro». E pretendono dalla Regione di «restituire operatività ai Servizi di prevenzione degli ambienti di lavoro cui spetta la vigilanza sul rispetto delle norme e la prevenzione, rafforzando gli organici e investendo sul personale dedicato ai controlli nelle aziende». E al governo di «rilanciare controlli e ispezioni assumendo subito in Lombardia nuovi ispettori e nuovi medici del lavoro».

La stessa Regione ha ammesso la carenza: «Si è passati da 794 operatori del 2014 ai 683 del 2020», ha fatto i conti Moratti. Per le nuove assunzioni si attingerà ai 30 milioni di euro ricavati dalle sanzioni alle imprese. Verrà completata l’acquisizione prevista di 45 tecnici della prevenzione e di esperti con contratti di collaborazione (chimici, biologi, ingegneri). Per i sindacati  “la sicurezza sul lavoro è un diritto fondamentale” e pretendono che si “faccia il necessario per garantire un lavoro sicuro per tutte e tutti”

Dal quotidiano ” Repubblica”

VACCINAZIONI COVID IN AZIENDA: DOCUMENTO TECNICO DELL’ INAIL

La nuova pubblicazione, elaborata dall’Inail insieme ai Ministeri del Lavoro e della Salute, alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e alla struttura di supporto alle attività del commissario straordinario per l’emergenza, fornisce criteri di tipo quantitativo e qualitativo per definire le priorità della somministrazione nei luoghi di lavoro.

Immagine pubblicazione vaccinazione aziende

In riferimento al documento “Indicazioni ad interim per la vaccinazione anti-Sars-Cov-
2/Covid-19 nei luoghi di lavoro”, approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle
Province autonome nella riunione dell’8 aprile 2021 e trasmesso con nota circolare
interministeriale 0015126 del 12 aprile 2021, con il presente documento tecnico si
intende fornire elementi utili al riscontro dei quesiti posti dalla Conferenza stessa in
merito a:

  • definire “puntualmente a partire da quale fase della campagna di vaccinazione (fascia dietà) si possa avviare la vaccinazione per le attività economiche e produttive”;
  • definire “altresì quali siano le priorità cui le Regioni devono attenersi: poiché il documentodi cui trattasi non indica elementi quantitativi e qualitativi di riferimento ed è pertantomolto probabile che numerosissimi soggetti richiedano alle Regioni di poter avviareattività vaccinali in contesti lavorativi, è imprescindibile che vengano definiti elementiquantitativi (es. numerosità lavoratori/lavoratrici) e qualitativi (es. i settori produttivi amaggior rischio) per evitare che le scelte che ogni regione dovrà fare in relazione alladisponibilità di vaccini possano apparire arbitrarie”.

Prodotto: Opuscolo
Edizioni: Inail – 2021
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Da inail.it

SPIROMETRIA , COVID E STANDARD INTERNAZIONALI

L ‘esame spirometrico è una valutazione comune della funzione polmonare a scopi diagnostici e per il monitoraggio delle malattie polmonari croniche. L’ultima standardizzazione internazionale di questa tecnica è del 2005. Dopo 14 anni, un gruppo di esperti di due importanti società scientifiche, l’American Thoracic Society (ATS) e la European Respiratory Society (ERS), ha pubblicato liineeguida congiunta che ha aggiornato la standardizzazione della spirometria , con un’ampia riorganizzazione dei criteri, inclusi aggiornamenti chiave quali: controindicazioni relative, requisiti di strumentazione per soddisfare gli standard ISO (International Organization for Standardization), garanzia di qualità, formazione degli operatori, requisiti pre-test, accettabilità e criteri di utilizzo. I nuovi standard sottolineano tre elementi chiave per ottenere dati di funzionalità polmonare di alta qualità: una strumentazione accurata e precisa, un paziente / soggetto in grado di eseguire misurazioni accettabili e ripetibili, e un tecnico sanitario motivato per ottenere le massime prestazioni dal paziente. Tuttavia, sebbene la pandemia di COVID-19 abbia avuto un enorme impatto e limitato una diffusa applicazione della spirometria, ha suscitato molta attenzione sulle procedure igieniche e su ulteriori ricerche sugli spirometri senza contatto.

Abstract liberamente tradotto da dott Alessandro Guerri medico specialista in medicina del lavoro.

Da:

Vol. 112 n. 2 (2021)

Silvia Ranieri Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università di Parma, Italia
Massimo Corradi Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università di Parma, Italia

Pagina 95-106 PDF

RIENTRO DEI LAVORATORI FRAGILI ,IDONEITA’ DOPO VACCINAZIONE.

Lavoratori "fragili", diffusa una nota di chiarimenti dal Dipartimento  Istruzione del Ministero

Che tipo di comunicazione deve effettuare il lavoratore dichiarato “fragile” dal medico competente e, dunque già collocato in altre mansioni o in attività lavorativa a distanza, che a seguito di effettuazione della vaccinazione ha intenzione di rientrare effettivamente in servizio in presenza?

In base al quadro normativo vigente il lavoratore può chiedere, risponde il ministero dell’Istruzione attraverso una FAQ, nell’ambito della sorveglianza sanitaria, l’effettuazione di una visita con il medico competente (art.41 d.lgs 81/2008) il quale potrà in quella sede trattare anche le informazioni relative alla vaccinazione effettuata.

Lo stesso valuterà, nel rispetto dei protocolli applicabili per il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro (v. par. 12 Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro del 24aprile2020) e delle indicazioni fornite dalle autorità sanitarie anche in merito all’efficacia e all’affidabilità medico-scientifica del vaccino, se tenerne conto in sede di valutazione dell’idoneità alla mansione specifica.

In tal caso il medico competente si limiterà a trasmettere al datore di lavoro la sola informazione relativa al giudizio di idoneità alla mansione specifica e le eventuali prescrizioni e/o limitazioni in esso riportato.

INAIL : MALATTIE PROFESSIONALI RESPIRATORIE

Le patologie respiratorie dei lavoratori possono essere direttamente o indirettamente correlate a fattori di rischio professionale di tipo fisico, chimico e biologico.

Immagine MalProf, Le malattie professionali dell'apparato respiratorio

Le broncopneumopatie che riconoscono fattori e cofattori eziologici professionali sono oggetto di attenzione sia per la loro frequenza sia perché spesso rappresentano un’importante causa di invalidità. Molte sostanze, inoltre, sono irritanti e/o allergizzanti per l’apparato respiratorio, che rappresenta la loro porta di ingresso. Le patologie che più frequentemente si presentano all’osservazione sono le pnemoconiosi, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), l’asma bronchiale, le alveoliti allergiche estrinseche e i tumori polmonari. Lo studio intende fornire una panoramica dei più recenti dati statistici in Italia sulle malattie professionali dell’apparato respiratorio, definendo ampiezza e distribuzione del fenomeno tra i vari settori lavorativi, per valutare i fattori di rischio ad esse connessi al fine di contribuire nelle scelte di prevenzione.


Prodotto: Fact sheet
Edizioni: Inail – 2021
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it