ERGONOMIA

UN FLASH SUL METODO TACO PER LE POSTURE INCONGRUE

Il rischio posturale sul lavoro rappresenta un fattore importante per la salute dei lavoratori. Sebbene il Decreto Legislativo 81/08 non preveda uno specifico titolo per il rischio posturale, l’articolo 15 comma 1 lett.d) enuncia il “rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo”. Ciò significa che il mancato rispetto dei principi ergonomici costituisce un fattore di rischio per la salute dei lavoratori.

Attualmente, gli aspetti legati al rischio posturale vengono considerati durante la valutazione del rischio da movimentazione manuale dei carichi e/o da movimenti ripetitivi, limitatamente al sovraccarico biomeccanico degli arti superiori e del tratto lombare. Tuttavia, tali metodologie non forniscono informazioni esaustive sui rischi derivanti dalle posture incongrue, in genere statiche e che coinvolgono tutti i segmenti corporei, comprese testa, collo, tronco, arti inferiori e piedi.

Per valutare il rischio posturale, la letteratura tecnica mette a disposizione metodi quali RULA, REBA e OWAS, che nascono per lo studio esclusivo delle posture. Tuttavia, tali metodologie costituiscono soltanto uno screening iniziale e non tengono conto di tutti i segmenti corporei e del contesto complessivo della mansione.

Il metodo attualmente più accreditato per valutare il rischio posturale è il metodo TACOs (Timing Assessment COmputerized strategy). Esso utilizza una combinazione di tecniche di valutazione delle posture e di analisi computerizzata per determinare il rischio di danni muscolo-scheletrici derivanti dall’assunzione di posture scorrette.

Il metodo TACOs prevede un primo screening mediante checklist ISO/TR 12295 nella quale vengono poste domande relative alle posture assunte da testa/collo, tronco, arti superiori e arti inferiori. Qualora l’esito fosse accettabile, non si dovrà procedere ad ulteriori approfondimenti. Qualora l’esito non fosse accettabile, si dovrà procedere alla valutazione approfondita del rischio mediante ISO 11226 “Valutazione delle posture di lavoro statiche” o il metodo TACOs rilasciato da EPM Research.

Il metodo TACOs, mediante una valutazione a punteggi (grafico a torte) e legandosi al sovraccarico biomeccanico, prende in considerazione i contributi legati alle posture di arti inferiori, rachide dorso lombare (se assenti i sollevamenti manuali di carichi), postura eretta, postura seduta, postura seduta con uso di pedale e postura su scale. I suddetti punteggi sono bilanciati sul tempo di esposizione.

Con l’utilizzo del metodo TACOs, è possibile definire una postura congrua o incongrua e splittare le incongruità su livelli numerici e colorazioni assimilabili a quelle dei metodi OCRA e NIOSH. Le eventuali posture incongrue dovranno essere gestite con idonee misure.

Il metodo TACOs rappresenta quindi una soluzione tecnologicamente avanzata per la valutazione del rischio posturale sul lavoro. Questa metodologia utilizza una combinazione di tecniche di valutazione delle posture e di analisi computerizzata per determinare il rischio per la salute derivante dalle posture scorrette. Il metodo TACOs fornisce una valutazione accurata e dettagliata del rischio per la salute derivante dalle posture incongrue e suggerisce strategie di prevenzione efficaci.

L ‘ILLUMINAZIONE GIUSTA NEI LUOGHI DI LAVORO

da suva.ch

Per essere più produttivi e non affaticarsi eccessivamente occorrono condizioni di luce favorevoli. Questa lista di controllo svela l’intensità dell’illuminazione necessaria a seconda della tipologia del lavoro svolto e dei locali ad esso adibiti: l’illuminazione necessaria per lavorare allo videoterminale, ad esempio, è maggiore di quella necessaria in un’area adibita alle spedizioni o all’imballaggio.

Per lavori (meccanici) di precisione l’illuminazione necessaria arriva a toccare i 500 Lux, mentre per quelli di grande precisione persino i 1000 Lux.

Questa lista di controllo analizza anche l’ambiente di lavoro: i mobili, il pavimento e le pareti sono privi di riflessi fastidiosi? È possibile inoltre proteggere i locali a sufficienza dalla radiazione solare? È importante assicurarsi che le lampade siano dotate di una protezione antiriflesso.

Questa lista di controllo analizza anche la possibilità di guardare all’esterno dei posti di lavoro permanenti. Sarà quindi possibile controllare nei dettagli la qualità e i requisiti concernenti l’illuminazione giusta di tutti i locali di lavoro.

LA GUIDA EU-OSHA PER LAVORI SANI E SICURI 2023-2025.

Questa guida , purtroppo al momento solo in Inglese, da il via alla campagna «Ambienti di lavoro sani e sicuri 2023-2025» dell’EU-OSHA

La guida affronta cinque settori prioritari: il lavoro su piattaforma digitale, l’automazione delle attività, il telelavoro e il lavoro ibrido, la gestione del personale attraverso l’IA e i sistemi digitali intelligenti.

Descrive l’impatto delle nuove tecnologie digitali sul lavoro e le sfide associate alla salute e sicurezza sul lavoro, considerandone le opportunità e i rischi.

Contiene studi di casi, suggerimenti pratici e una sezione su legislazione e regolamenti.

Scaricare qui in:EN

LA MMC SECONDO LE INDICAZIONI DELLA UNI ISO 11228.

 “Nuovi ” criteri dal 2022 per la movimentazione carichi secondo la nuova norma UNI ISO 11228-1

Nuovi criteri per la movimentazione carichi secondo la nuova norma UNI ISO 112

Pubblicata il 24 marzo 2022 la nuova norma UNI ISO 11228-1 che recepisce la ISO 11228-1 pubblicata a ottobre 2021.

Con il termine Movimentazione Manuale dei Carichi, spesso abbreviato dall’acronimo MMC, si intendono tutte le attività che comportano:

  • Sollevare
  • Deporre
  • Spingere
  • Tirare
  • Portare
  • Spostare

un “carico”, cioè un peso (art 167, comma 2 TU 81/08)

La famiglia delle ISO 11228 parti 1, 2, 3 si occupa di assegnare gli standard per l’analisi dettagliata delle tre tipologie di movimentazione dei carichi:

  1. ISO 11228 – 1 per l’analisi del rischio da sollevamento e trasporto
  2. ISO 11228 – 2 per la valutazione della movimentazione da spinta e traino
  3. ISO 11228 – 3 per l’analisi dei bassi carichi ad alata frequenza

Queste norme, fondamentali per l’analisi dei rischi da movimentazione manuale dei carichi, sono state revisionate a fine 2021 con modifiche principalmente derivanti dai contenuti della ISO TR 12295 (Ergonomia — Documento per l’applicazione delle norme ISO alla movimentazione manuale di carichi (ISO 11228-1, ISO 11228-2 e ISO 11228-3)

Le principali modifiche inserite sono di specificare i limiti raccomandati per il sollevamento e il trasporto manuale prendendo in considerazione, rispettivamente, l’intensità, la frequenza e la durata del compito. La norma fornisce una guida sulla valutazione di diverse variabili del compito, consentendo di valutare i rischi per la salute per la popolazione lavorativa.

La norma risulta applicabile per sollevamento e sollevamento e trasporto di oggetti di peso uguale o superiore a 3 kg e con una velocità di spostamento compresa tra 0,5 e 1 metro al secondo su un percorso orizzontale. Non è applicabile a bambini o animali, per i quali si rimanda alla ISO/TR 12296. Non si può applicare in caso di utilizzo di sistemi di ausilio come gli esoscheletri.

  • Fase 1: verifica che il peso sollevato sia inferiore ai pesi di riferimento (25/20 kg per i maschi, 20/15 kg per le femmine), la verifica dei pesi limiti

Riportati i pesi limite di riferimento in base a sesso, età e percentuale di popolazione protetta, troviamo una tabella che suggerisce i pesi di riferimento da utilizzare richiamati all’interno della ISO TR 12295: 20 kg per le donne adulte, 15 kg per le donne giovani e anziane, 25 kg per i maschi adulti e 20 kg per i maschi giovani e anziani.

  • Fase 2: valutazione rapida (come previsto nella ISO TR 1229) dalla quale potrebbe emergere un rischio accettabile o critico o dubbio, nel caso ultimo si procede con lo fase successiva.

Sono definite tre tipologie di condizioni:

  1. Condizioni di accettabilità: qualora siano tutte verificate, fatto salvo il risultato delle altre condizioni, la condizione risulterebbe a rischio accettabile senza dover procedere alla valutazione di dettaglio;
  2. Condizioni critiche: la presenza di anche solo una di queste condizioni, determina un rischio non accettabile e, quindi, si deve procedere alla sua rimozione, prima di poter eventualmente andare avanti con la valutazione. Rappresentano, sostanzialmente, quelle situazioni che determinerebbero, nella valutazione di dettaglio, sicuramente un rischio non accettabile. Attraverso questo passaggio, si riduce l’impegno di calcolo;
  3. Fattori addizionali: ipotizzando che siano rispettate tutte le condizioni di accettabilità e che non siano presenti le condizioni di criticità, la presenza di anche solo una condizione addizionale determina la non applicazione della valutazione rapida ma si deve procedere con la valutazione di dettaglio.
  • Fase 3: verifica del peso di riferimento tenendo conto dell’ergonomia dei compiti e dell’organizzazione del lavoro.

Il metodo NIOSH prevede:

  1. Compito singolo: un solo compito di sollevamento svolto in determinate condizioni (distanza dell’oggetto dalle mani, altezza dell’oggetto, distanza di spostamento verticale, angoli di torsione, frequenza, durata del compito, tipologia di presa ecc.) e per certi periodi e frequenze. Il peso sollevato dovrà essere confrontato con un rapporto con il peso di riferimento calcolato. Il valore determina l’indice di sollevamento (LI);

ATTENZIONE: a differenza della precedente norma, la nuova ISO 11228-1 riporta una tabella per classificare a fasce i valori di indice di sollevamento calcolati:LI < 1 rischio molto basso, nessun intervento richiesto

1<LI<1,5 rischio basso

1,5<LI<2 rischio moderato

2<LI<3 rischio alto

LI>3 rischio molto alto

2. Compito composito: quando, nell’arco della giornata, vengono svolti da una persone più compiti diversi di sollevamento. SI applica una formula, però, ha un difetto intrinseco, se i compiti da analizzare sono molti, la differenza di frequenza e durata tra uno e l’altro potrebbe essere tale da annullare alcuni componenti nel calcolo, falsando il risultato. Pertanto, all’interno della ISO 11228-1 viene indicato che questo metodo va usato solo per un numero di sub compiti uguale o inferiore a 10;

3. Compito variabile: questo metodo permette di calcolare un indice di rischio complessivo quando i compiti da analizzare sono superiori a 10. Il metodo, in realtà, raggruppa i sottocompiti fino a ottenere 6 compiti e applicare la stessa formula del Composito;

4. Compiti sequenziali: se i compiti di sollevamento diversi non sono tra loro svolti nell’arco della giornata in maniera miscelata ma sono svolti in specifiche fasce orarie, allora è possibile usare questa formula per calcolare l’indice complessivo. Il sequenziale permette di intercettare compiti singoli, composti e variabili da organizzare nell’arco della giornata.

  • Fase 4: si applica in caso di trasporto per distanze superiori a 1 metro e prevede la verifica del peso cumulativo nel turno di lavoro (6 ton).

Fatti salvi i limiti di 25 kg per singolo sollevamento e i 15 sollevamenti al minuto, che non possono essere superati, si permette di verificare che il peso, complessivamente sollevato e trasportato nell’arco della giornata non ecceda certi limiti. Il peso cumulativo giornaliero è fissato in 6.000 kg contro i 10.000 kg previsti nell’edizione precedente, sebbene in condizioni ideali.

  • Fase 5: verifica del peso trasportato cumulativo tenendo conto della distanza, altezza delle mani e altri fattori.

Viene introdotta una tabella che permette di verificare che i pesi sollevati e trasporti cumulativamente nell’arco delle ore, non superino certi valori.

da programmaradon.it

IL RISCHIO POSTURALE È SOTTOVALUTATO SECONDO IL MINISTRO DELLA SALUTE.

da dottnet.it

Fra le conseguenze più comuni di uno scompenso posturale ci sono le lombalgie che colpiscono fino al 50% degli adulti in età lavorativa, di cui circa il 20% ricorre a cure mediche”

“I problemi della postura spesso vengono sottovalutati, però la loro mancata individuazione può avere conseguenze nel tempo e possono produrre anche disturbi più seri, con i quali a volte è anche difficile convivere. Si tratta di scompensi che interessano una gran parte della popolazione, tanto da avere ricadute significative sulla salute pubblica”. Così il ministro della Salute Orazio Schillaci nel suo intervento al convegno ‘Migliorare la postura per una salute più sostenibile’, che si è svolto oggi pomeriggio nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, promosso su iniziativa del senatore di FdI Marco Silvestroni.

“Fra le conseguenze più comuni di uno scompenso posturale – prosegue il ministro – ci sono le lombalgie che colpiscono fino al 50% degli adulti in età lavorativa, di cui circa il 20% ricorre a cure mediche. Tutto questo avviene in un quadro sociale che ha visto crescere in maniera esponenziale la sedentarietà e questo dipende anche dalle modalità lavorative, con postazioni spesso inadeguate e con abitudine posturali scorrette”

I dati, secondo Schillaci, “indicano che siamo di fronte a un tema di salute pubblica, non solo individuale – ribadisce – con costi notevoli, e non solo economici per il nostro Servizio sanitario nazionale. Sui disturbi della postura sia a livello scientifico che medico c’è ancora un ampio dibattito: il ministero della Salute aveva elaborato delle linee guida nazionali sulla classificazione, inquadramento, misurazione della postura e delle relative disfunzioni per incentivare interventi multidisciplinari di prevenzione. Si tratta di un documento nato per fornire informazioni univoche, condivise, basate su evidenze scientifiche disponibili rivolte alle diverse professionalità sanitarie coinvolte nella prevenzione e nella diagnosi”. Un impegno che “il ministero della Salute si è assunto e che oggi io ritengo si debba cercare di proseguire con un ulteriore sforzo per aggiornare le indicazioni sulle buone pratiche in base ai dati scientifici più attuali, alle opinioni condivise dagli esperti e con una particolare attenzione alle possibile cure”.

Promuovere la cultura della prevenzione e la crescita di una cultura sanitaria è il primo passo come dico da tempo per difendere la salute pubblica – rimarca Schillaci – e tendere ad un miglioramento generale della qualità della vita, combattendo l’insorgenza di molte patologie e lo sviluppo di complicazione dovute a queste patologie. Va in questa stessa direzione l’impegno che stiamo portando avanti per promuovere l’attività fisica in è sempre importante il supporto del medico per orientare al meglio la scelta dell’attività più appropriata per ogni persona”.

La prevenzione “è la chiave di volta nella tutela della salute ed è fondamentale incoraggiare l’adozione di stili di vita salutare a partire da una corretta alimentazione e al contrasto della sedentarietà”. La salute posturale “è un altro tassello fondamentale e su questo fronte gioca un ruolo chiave l’impegno della comunità scientifica e di quella medica – conclude – nel ricercare e sperimentare sul campo le soluzioni migliori nel metterle in pratica e dare riscontri sulla loro efficacia”. Quindi ha assicurato “la dovuta attenzione alle proposte studiate dagli esperti che emergeranno dal dibattito, per valorizzare insieme le migliori esperienze in questo campo”.

DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI IN ODONTOIATRIA E PROCEDURE ERGONOMICHE PREVENTIVE

da dottnet.it

L’87.2% dei dentisti italiani e il 91.4% di quelli peruviani convivono durante la loro attività lavorativa con dolore muscolo-scheletrico

Pubblicata una ricerca che, per la prima volta, analizza la prevalenza del dolore muscoloscheletrico nei dentisti in Italia e in Perù.  La ricerca internazionale, condotta presso l’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti, è stata coordinata dal Prof. Felice Festa, studioso di fama internazionale da sempre impegnato nella cura e nella prevenzione delle patologie del complesso cranio-facciale e delle patologie posturali correlate.  “Esiste una stretta correlazione tra postura assunta durante lo svolgimento dell’attività odontoiatrica, abitudini di vita e insorgenza di dolore muscolo-scheletrico”, spiega la Prof.ssa Monica Macrì autrice del paper pubblicato sulla autorevole rivista internazionale Frontiers in Public Health.  “I dati che abbiamo raccolto per condurre questo cross-sectional study sono nel contempo interessanti e preoccupanti: l’87.2% dei dentisti italiani e il 91.4% di quelli peruviani convivono durante la loro attività lavorativa con dolore muscolo-scheletrico.” afferma la Dott.ssa Natali Vilma Galindo Flores, odontoiatra, che nell’Ateneo Teatino ha svolto la sua tesi di laurea per convalidare i titoli di studio conseguiti in Perù. “Un lavoro interdisciplinare che dimostra scientificamente un forte nesso causale tra alterazione posturale e dolore muscolo-scheletrico” aggiunge il Dott. Francesco Pegreffi, chirurgo ortopedico e docente presso il Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita dell’Università di Bologna.  “Importante, analizzare i dati utilizzando una rigorosa metodologia statistica” specifica il bolognese Dott. Riccardo Stefanelli, data analyst ed esperto di big data. “Questo studio” conclude il Prof. Festa “costituisce una solida base scientifica dalla quale partire per progettare azioni mirate e campagne di prevenzione in Italia e in Perù”.

REVISIONE INDICAZIONI POSTURALI:

da https://www.aipto.org/posturologia/revisione-strumentale-per-una-corretta-postura-nella-pratica-clinica-delligienista-dentale/

Lo scopo di questa revisione è spiegare il modo in cui diverse procedure professionali possono essere eseguite nella bocca del paziente mantenendo una sana e corretta postura seduta. Il modo in cui le condizioni per adottare questa postura devono essere applicate è mostrato con l’aiuto delle fotografie. Al fine di chiarire meglio questi concetti, sono inclusi molti esempi dei modi in cui è possibile lavorare in una posizione eretta simmetrica senza sovraccaricare le strutture muscolo-scheletriche. Adottare questa postura previene l’alta percentuale di disturbi muscolo-scheletrici che sono noti affliggere circa il 65% degli igienisti e sono inoltre causa di una alta percentuale di disabilità. Nel documento “Indicazioni ergonomiche per attrezzature dentali” sono specificati i principi per progettare riuniti dentali appropriati per lavorare in modo sano.

Questi principi sono derivati da:
ISO Standard 6385 “Ergonomic principles in the design of work systems”.
ISO Standard 11226 ”Ergonomics – Evaluation of static working postures”.
Working postures and Movements. Tools for Evaluation and Engineering. Editors: Delleman NJ, Haslegrave CM and Chaffin DB. New York, Washington: CRC Press
LLC, 2004.

Physical workload in neck, shoulders and wrists/hands in dental hygienists during a work-day.
Abstract (1)
Physical workload was recorded by electromyography, inclinometry and goniometry for twelve female dental hygienists during authentic work. Their work was, in relation to other types of work, characterised by pronounced head flexion (90th percentile 46°), high loads on the forearm extensor muscles (90th percentile 23% and 18% of maximal EMG (MVE), for the right and left sides, respectively), average loads on trapezius muscles (90th percentile 15% and 14% MVE), average arm elevation (99th percentile 83° and 72°) and average wrist flexion and velocities (50th percentiles 17° of extension and 7.3°/s, for the right side). Manual scaling and machinery (use of ultrasonic scaling and hand-pieces) showed higher loads on the trapezius muscles, regarding muscular rest, as well as the 10th and 50th percentiles, than the other tasks, and for the forearm extensor muscles, an almost complete lack of muscular rest (0.1% time), and much higher loads regarding the 10th and 50th percentiles. Further, more pronounced head flexion and lower head and upper arm velocities were found, indicating more constrained postures for the neck and shoulders for the manual scaling and machinery. Use of ultrasonic scaler reduced the 50th percentile loads on the right forearm extensor muscles, but had no effect on the fraction of muscular rest and on the 10th percentile load. These findings are consistent with the high prevalences of musculoskeletal disorders among dental hygienists.

Sedere in una posizione eretta, rilassata e simmetrica con le braccia contro il tronco, il che minimizza il carico statico delle braccia e delle spalle. Inoltre, i movimenti delle braccia sia lateralmente sia in avanti devono essere il più possibile ridotti, lateralmente entro 15-20° e in avanti entro 25°. Il tronco può essere piegato in avanti rispetto all’articolazione delle anche fino a un massimo di 10-20°, ma si dovrebbe evitare di piegarsi di lato/lateralmente e di ruotare. 

La testa può essere piegata in avanti un massimo di 25°. Lavorare in modo dinamico, facendo il massimo numero possibile di movimenti con il corpo durante il trattamento del paziente, in modo che si verifichi un’alternanza di carico e rilassamento nei muscoli e nella colonna vertebrale. Assicurarsi una robusta muscolatura del busto tramite sport o movimenti al di fuori delle ore di lavoro, in modo che i muscoli caricati possano recuperare e aumentare la forza muscolare, il che a sua volta permette di riuscire meglio a mantenere una postura corretta.

Adottare una postura seduta stabile e attiva.

Per adottare una postura seduta stabile e attiva, da cui eseguire facilmente i movimenti, l’operatore siede simmetricamente eretto, con lo sterno spinto leggermente in avanti e verso l’alto e i muscoli addominali leggermente sotto sforzo. Le spalle sono al di sopra dell’articolazione delle anche e la linea di gravità corre attraverso le vertebre lombari e la pelvi in direzione della seduta. Questa postura facilita una corretta respirazione.

(2) Disability self-assessment and upper quarter muscle balance between female dental hygienists and non-dental hygienists.
Abstract
PURPOSE:
The purpose of this pilot study was to compare disability self-assessment and upper quarter muscle balance female dental hygienists and non dental hygienist females. The upper quarter was operationally defined as the shoulder and neck region. Muscle balance was operationally defined as muscle flexibility and muscle performance.
METHODS:
A convenience sample of 41 working dental hygienists and 46 non dental hygienists participated in the study. Muscle flexibility of the upper quarter was measured by inclinometry or standard muscle length testing. Muscle performance was measured by timing the duration of four statically maintained positions. Subjects filled out the Northwick Park Neck Pain Questionnaire (NPNPQ), which is a disability self-assessment. Analysis of Covariance (ANCOVA) was used during data analysis to adjust for the mean age difference between the dental hygienist group (38.0 years) and the non-dental hygienist group (29.3 years).
RESULTS:
The results of this pilot study suggest that female dental hygienists are more likely than non dental hygienist females to develop tightness in the upper trapezius (p = 0.007) and the levator scapula (p = 0.01) of the non dominant upper quarter and lower fibers of the pectoralis major of the dominant upper quarter (p = 0.03) Muscle performance trends in the dental hygienist group supported muscle balance theory that short muscles remain strong while lengthened muscles become weak. The dental hygienist group had higher disability scores in all nine parts of the NPNPQ compared to the non-dental hygienist group, five of which were statistically significant (p < 0.05).
CONCLUSION:
The results of this pilot study suggest that muscle imbalances in the upper quarter are more common in female dental hygienists than in female non dental hygienists and may contribute to the numerous upper quarter pathologies associated with the practice of dental hygiene. Further research is needed to determine if upper quarter strengthening and flexibility exercises performed by dental hygienists can reduce disability self-assessment.

Condizioni per ottenere una postura di lavoro ottimale.

Le condizioni per ottenere una postura di lavoro stabile e ottimale sono le seguenti: Sedere in una posizione di lavoro eretta stabile. Porre il campo di lavoro nel cavo orale proprio davanti al torso nel piano simmetrico. Questo è il piano mediano sagittale che divide verticalmente il corpo in due parti uguali. Guardare il più possibile perpendicolarmente al campo di lavoro. Se questo non avviene i globi oculare pilotano la testa fino a che essa raggiunge questa posizione, e allora la postura del corpo cambia automaticamente. In questo modo i globi oculari arrivano alla posizione di guardare il più possibile perpendicolarmente al campo di lavoro. Ogni volta che il campo di lavoro giace al di fuori del piano simmetrico, questo porta ad una sfavorevole postura piegata che è asimmetrica, e ciò accade frequentemente. Si può confrontare la posizione del campo di lavoro nel cavo orale del paziente con la posizione in cui si tiene una mela mentre la si sta pelando oppure un ago quando ci si prepara ad infilarlo: si tengono questi oggetti davanti al tronco senza piegare la testa. Inoltre, la posizione obliqua in cui si tiene un libro quando si sta seduti su una sedia a leggere (con la lampada di lato/dietro di sé) dà un’idea di come piazzare il campo di lavoro in modo da essere in grado di guardarlo perpendicolarmente. Girando la testa del paziente nei tre piani dello spazio è possibile porre il campo di lavoro nel piano simmetrico dell’operatore, e la superficie del dente trattato deve essere girata verso la direzione della visione. In altre parole, questa superficie è posizionata parallela al lato frontale della testa dell’igienista.(3) Effect of magnification loupes on dental hygiene student posture.AbstractThe chair-side work posture of dental hygienists has long been a concern because of health-related problems potentially caused or exacerbated by poor posture. The purpose of this study was to investigate if using magnification loupes improved dental hygiene students’ posture during provision of treatment. The treatment chosen was hand-scaling, and the effect of the timing of introduction of the loupes to students was also examined. Thirty-five novice dental hygiene students took part in the study. Each student was assessed providing dental hygiene care with and without loupes, thus controlling for innate differences in natural posture. Students were randomized into two groups. Group one used loupes in the first session and did not use them for the second session. Group two reversed this sequence. At the end of each session, all students were videotaped while performing scaling procedures. Their posture was assessed using an adapted version of Branson et al.’s Posture Assessment Instrument (PAI). Four raters assessed students at three time periods for nine posture components on the PAI. A paired t-test compared scores with and without loupes for each student. Scores showed a significant improvement in posture when using loupes (p<0.0001), and these improvements were significantly more pronounced for students starting loupes immediately on entering the program compared with students who delayed until the second session (p<0.1). These results suggest a significant postural benefit is realized by requiring students to master the use of magnification loupes as early as possible within the curriculum.(4) Postural changes in dental hygienists. Four-year longitudinal study.AbstractNumerous surveys identify the occurrence of musculoskeletal complaints as a concern in dentistry. However, no longitudinal data exist to indicate whether postural changes occur as a result of practicing dental hygiene. The purpose of this preliminary, four-year longitudinal study was to investigate whether any postural changes developed during the hygienists’ clinical education and/or during subsequent dental hygiene practice after one and/or two years. It was anticipated that the awkward positions and intense physical demands placed on hygienists might initiate musculoskeletal problems, but that no postural changes would occur over this short period of time. Nine of 10 dental hygienists in the graduating class of 1987 were surveyed for existing musculoskeletal complaints, and the subjects were photographed for a measurement of postural change. Responses from participants indicated an increase in musculoskeletal-related complaints in each of the six areas investigated. The photographic findings indicated that one of the nine hygienists showed an increase in forward head posture, a postural change.

Guardare perpendicolarmente il campo di lavoro è come
leggere un libro.

Altezza del campo di lavoro: il posto per maneggiare gli strumenti nel cavo orale.

Caratteristiche di una posizione sana ottimale.Sedere il più indietro possibile sulla seduta per ottenere una postura stabile, simmetricamente eretta. Le braccia devono stare lungo il tronco per sostenere gli avambracci mentre eseguono il trattamento. L’angolo tra cosce e gambe deve essere 110° o leggermente superiore, con le gambe leggermente divaricate. Regolare correttamente l’altezza di lavoro, con gli avambracci un po’alzati, da 10° fino a un massimo di 25°. La distanza tra il campo di lavoro nel cavo orale e gli occhi o gli occhiali di solito è tra 35-40 cm. La schiena deve essere sostenuta nel punto superiore/posteriore della pelvi in modo che non appena i muscoli diventano troppo stanchi per mantenere una posizione eretta della schiena, il poggia-schiena fa in modo che la posizione eretta desiderata possa essere mantenuta. Questo sostegno deve verificarsi senza pressione sui muscoli al di sotto e al di sopra di questo punto, perché la postura viene sfavorevolmente nfluenzata da questo, e si ha una riduzione dei movimenti. Gli strumenti sono maneggiati con la presa a penna modificata, con le prime 3 dita piegate in forma arrotondata intorno allo strumento e le altre 2 dita che si appoggiano in modo stabile dentro o fuori dal cavo orale.(5) The effects of periodontal instrument handle design on hand muscle load and pinch force.AbstractBACKGROUND:In comparison with people in other occupations, dentists and dental hygienists are at increased risk of developing work-related musculoskeletal disorders, including carpal tunnel syndrome. An important risk factor in dental practice is forceful pinching, which occurs duringdental scaling. Ergonomically designed dental instruments may help reduce the prevalence of MSDs among dental practitioners.METHODS:In the authors’ study, 24 dentists and dental hygienists used 10 custom-designed dental scaling instruments with different handle diameters and weights to perform a simulated scaling task. The authors recorded the muscle activity of two extensors and two flexors in the forearm with electromyography, while thumb pinch force was measured by pressure sensors.RESULTS:Handle designs of periodontal instruments had significant (P < .05) effects on hand muscle load and pinch force during a manual scaling task. The instrument with a large diameter (10 millimeters) and a light weight (15 grams) required the least amount of muscle load and pinch force. There was a limit to the effect of handle diameter, with diameters larger than 10 mm having no additional benefit; however, the study did not identify a limit to the effect of reducing the weight of the instrument, and therefore instruments lighter than 15 g may require even less pinch force.


CLINICAL IMPLICATIONS:
The results from this study can guide dentists and dental hygienists in selection of dental scaling instruments.

(6) Comparison of muscle activity associated with structural differences in dental hygiene mirrors.
Abstract.

PURPOSE:
Ergonomic studies suggest that the commonly used pinch grasp, held in a static position, is a contributing factor for dental Hygienists’ development of work-related musculoskeletal disorders (WMSDs) such as carpal tunnel syndrome (CTS), Trigger Thumb, de Quervain’s stenosing tenosynovitis, and carpometacarpal (CMC) osteoarthritis. The pinch grasp is commonly used by the dental hygienist while holding the dental mirror in the non-dominant hand. In response to this concern, manufacturers are redesigning dental mirror handles. The value of these re-designed products is based solely on anecdotal evidence. To date, minimal research has been done to examine the non-dominant mirror hand. The purpose of this study was to objectively evaluate dental mirror handle design using surface electromyography (sEMG) to compare muscle activity associated with grasping the mirror.
METHODS:
This randomized controlled clinical trial utilized a two-by-two repeated measures statistical design. Data was collected on a convenience sample of 19 (N=19) healthy dental hygiene students in their last year of study. Data collection was divided into two phases to maintain a balanced study. The independent variables in phase I were diameter and weight. The independent variables in phase II were weight and padding. Muscle activity was measured while grasping various dental hygiene mirrors in 30-second increments using sEMG. Following data collection subjects designated which mirror felt most and least comfortable to compare subjective data with objective data.
RESULTS:
Three statistically significant results occurred. In phase II, padding (p=.01) demonstrated the largest reduction of muscle activity in the flexor pollicis brevis, by decreasing mean muscle activity by 3.7 microv. The interaction of diameter and weight (p=.01) in phase I reduced the mean muscle activity in the extensor digitorum by .8 microV and weight (p=.02) in phase II decreased the muscle activity in the extensor digitorum by .62 microV. Self-reports of comfort reported by the subjects in this study were not consistent with the measurements of muscle activity using sEMG.
CONCLUSION:
Ergonomic adaptations to dental hygiene mirror handles were associated with increases and decreases in muscle activity. The clinical impact of this is amplified as force is exerted. Furthermore, it may be possible to reduce WMSDs for dental hygienists by using instrument designs during the workday. Self-reports of comfort by the subjects in this study did not calibrate with the measurements of muscle activity using sEMG. Additional research is needed to further isolate the external variables of the study and to determine what actual reduction in muscle activity is significant for maintaining musculoskeletal health.

Sgabelli di lavoro per l’igienista.

L’angolo minimo tra la coscia e la gamba del dentista seduto deve essere 110°. 

Questo richiede un disegno della seduta che differisce dalla tradizionale seduta quasi orizzontale. Le
dimensioni del sedile devono rendere possibile sedere senza pressione sia sul deretano sia sulle
cosce. La seduta è quindi suddivisa in due parti per ottenere una postura seduta equilibrata: una parte
posteriore orizzontale per sostenere le natiche con una lunghezza minima di 15 cm e una parte
obliqua inclinata di 20° per un pari sostegno delle cosce inclinate. Con una parte frontale regolabile,
diventa possibile un angolo superiore a 110° fra cosce e gambe. 

Si può usare una leggera inclinazione in avanti della seduta di massimo 6-8°. I bordi della seduta non dovrebbero essere rialzati, perché in questo modo i lati delle natiche con i loro muscoli sono sollevati verso l’alto e questo riduce la stabilità della pelvi. La massima profondità della seduta deve essere 40 cm e la larghezza 40 cm con un massimo di 43 cm. L’altezza minima della seduta della seduta (premuta) per un dentista alto 156 cm (P(F)5)* è 47 cm. L’altezza massima della seduta (premuta) per un’igienista alto 196 cm (P(M)95)* è 63 cm. Il range di aggiustamento della seduta dovrebbe essere tra 47 e 63 cm. 

Al fine di sostenere la colonna vertebrale è necessario uno schienale con un sostegno lombare o pelvico alto da 10 a 12 cm all’estremità superiore della parte posteriore della pelvi che sia regolabile verticalmente da 17-22 cm e per dentisti molto alti fino a 24 cm. Il poggiaschiena con un sostegno lombare o pelvico deve essere regolabile anche orizzontalmente in modo da mantenere la curva più o meno concava (lordosi) della schiena, così che sia impossibile che la schiena adotti una forma a C, cioè una schiena arrotondata verso il dietro. 

Il poggiaschiena con il sostegno pelvico non dovrebbe essere più largo di 30 cm. Il poggiaschiena è elastico su una breve distanza di 1-2 cm e può ruotare intorno ad un asse orizzontale con un angolo di 25° verso l’alto e verso il basso; mentre l’imbottitura dovrebbe essere sufficientemente comprimibile da tollerare di essere schiacciata per adattarsi alla curvatura individuale della schiena. 

La tappezzeria della seduta deve essere sufficientemente dura con una superficie irruvidita. Deve essere rigida e schiacciarsi solo leggermente. Una imbottitura troppo soffice permette alla pelvi di arrivare ad una posizione scorretta e instabile ed è stancante. Una superficie liscia fa scivolare via. Se si desiderano i braccioli, sono necessari due braccioli, regolabili in modo continuo. 

Nelle “Indicazioni ergonomiche per attrezzature dentali” i dati riguardanti la donna dentista P5 (P(F)5) alta 156 cm e l’uomo dentista P95 (P(M)95) alto 196 cm sono usati come valori limitanti. Questo significa che donne dentiste più basse di 156 cm e dentisti più alti di 196 cm non sono ancora considerati nell’ambito dei requisiti per la costruzione di attrezzature dentali.

(7) Work load, fatigue, and pause patterns in clinical dental hygiene.
Abstract

PURPOSE:
Previous studies have suggested that high frequencies of shoulder and neck complaints in dental hygienists mainly were due to longstanding, low-level static load of the neck and shoulder muscles. The purpose of the present study was to make continuous recordings of myoelectric signals from the shoulder muscles of dental hygienists in order to assess static load.
METHODS:
Myoelectric signals were recorded from the right trapezius muscle of 10 Swedish dental hygienists during half of a normal working day. A portable system for collection and on-line processing of myoelectric signals was used. Signal parameters were obtained, indicating muscular load, fatigue, pause frequency, and pause duration, respectively. All measurements were referred to a resting value and a reference contraction value established with the hand loaded with a 0.5 kg weight at the beginning of the recording session.
RESULTS:
A static load of 50 to 100% of the reference contraction (0.5 kg hand load with raised arm) was found in the trapezius muscle. The median load for the whole group was 57% of the reference level. Group data analyses of frequency EMG seldom showed significant fatigue. At individual levels, however, it was possible to identify localized muscle fatigue and relate it to a specific work task. There were many short pauses with a duration of 1 to 2 seconds, but an almost total lack of pauses of a duration longer than five seconds.
CONCLUSIONS:
Individual dental hygienists exhibited significant muscle fatigue that might be related to development of work related myalgias of the shoulder muscles. Future study of muscle patterns and dental hygiene tasks may lead to improved work designs and patterns for dental hygienists.

Le calzature per mantenere una corretta postura devono avere una suola antiscivolo, un assorbimento dell’energia al tallone, leggera e confortevole, antistatico e resistente a idrocarburi, lavabile ed elettrostatico. Il tacco per un professionista uomo deve essere compreso tra 1,5 cm a 2,5 cm, invece per la donna 2,5 cm a 3,5 cm, rispettivamente per una conformazione anatomica differente, perché nella donna è grande e retroposto, quindi per bilanciarlo il tacco deve essere più alto.

Conclusioni

Come evidenziato dal documento proposto, e quindi estrapolato dagli articoli e documenti di settore, tutti i risultati di questo studio suggeriscono che gli squilibri posturali nella pratica dell’igienista dentale possono contribuire alle numerose patologie riscontrate nell’operatore. È stato ulteriormente dimostrato come l’utilizzo di ausili ortopedici mirati contribuisca notevolmente alla correzione o, ancor meglio, alla prevenzione di molti disordini. Ulteriori ricerche sono necessarie per determinare nuove tecniche posturali e ausili di maggior qualità per gli igienisti dentali così da ridurre sempre più le disabilità.

Bibliografia:

(1) Physical workload in neck, shoulders and wrists/hands in dental hygienists during a work-day.
Åkesson I, Balogh I, Hansson GÅ.
Appl Ergon. 2012 Jul;43(4):803-11. doi: 10.1016/j.apergo.2011.12.001. Epub 2011 Dec 28.
PMID: 22208356 [PubMed – indexed for MEDLINE]

(2) Disability self-assessment and upper quarter muscle balance between female dental hygienistsand non-dental hygienists.
Johnson EG, Godges JJ, Lohman EB, Stephens JA, Zimmerman GJ, Anderson SP.
J Dent Hyg. 2003 Fall;77(4):217-23.
PMID: 15022521 [PubMed – indexed for MEDLINE]

(3) Effect of magnification loupes on dental hygiene student posture.
Maillet JP, Millar AM, Burke JM, Maillet MA, Maillet WA, Neish NR.
J Dent Educ. 2008 Jan;72(1):33-44.
PMID: 18172233 [PubMed – indexed for MEDLINE]

(4) Postural changes in dental hygienists. Four-year longitudinal study.
Barry RM, Woodall WR, Mahan JM.
J Dent Hyg. 1992 Mar-Apr;66(3):147-50.
PMID: 1385625 [PubMed – indexed for MEDLINE]

(5) The effects of periodontal instrument handle design on hand muscle load and pinch force.
Dong H, Barr A, Loomer P, Laroche C, Young E, Rempel D.
J Am Dent Assoc. 2006 Aug;137(8):1123-30; quiz 1170.
PMID: 16873329 [PubMed – indexed for MEDLINE]

(6) Comparison of muscle activity associated with structural differences in dental hygiene mirrors.
Simmer-Beck M, Bray KK, Branson B, Glaros A, Weeks J.
J Dent Hyg. 2006 Winter;80(1):8. Epub 2006 Jan 1.
PMID: 16451762 [PubMed – indexed for MEDLINE]

(7) Work load, fatigue, and pause patterns in clinical dental hygiene.
Oberg T, Karsznia A, Sandsjö L, Kadefors R.
J Dent Hyg. 1995 Sep-Oct;69(5):223-9.
PMID: 9161224 [PubMed – indexed for MEDLINE]

Adottare una postura di lavoro sana durante il trattamento del paziente.
Prof Oene Hokwerda, Rolf de Ruijter, Sandra Shaw.
Universitair Medisch Centrum Groningen 2006

Indicazioni ergonomiche per attrezzature dentali
Prof Oene Hokwerda, Joseph Wouters, Sandra Zijlstra-Shaw
2007 

COME VALUTARE IL RISCHIO ARCHITETTONICO NEGLI AMBIENTI DI LAVORO.

da Inail.it

Obiettivo del progetto è stato quello di rendere disponibili una serie di manuali operativi su tematiche inerenti la sicurezza nei luoghi di lavoro. Sono stati predisposti sei fascicoli. Il presente rappresenta il secondo e si riferisce alla tematica “valutare il rischio architettonico negli ambienti di lavoro”.
Prodotto: VolumeEdizioni: Inail – 2022Disponibilità: Consultabile solo in reteInfo: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

NORMA UNI EN 12464 SULLA ILLUMINAZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO

La commissione UNI “Luce e illuminazione” ha pubblicato la norma UNI EN 12464-1:2021 (che sostituisce la UNI EN 12461:2011) dal titolo: “Luce e illuminazione – Illuminazione dei posti di lavoro – Parte 1: Posti di lavoro in interni” che indica i requisiti minimi per l’illuminazione dei luoghi di lavoro in modo da soddisfare le esigenze di sicurezza.

Una corretta illuminazione, all’interno dei luoghi di lavoro, garantisce un benessere visivo dei lavoratori tra l ‘altro normato dall’allegato IV “requisiti dei luoghi di lavoro” del TU 81/08, l’allegato XXXIV “videoterminali” del tu 81/2008 e la norma UNI EN 12464 “luce e illuminazione – illuminazione dei posti di lavoro”.

La UNI EN 12464-1

La norma UNI EN 126464-1 specifica i requisiti di illuminazione per persone, in posti di lavoro in interni. Sono considerati tutti i compiti visivi abituali, incluso l’utilizzo di attrezzature munite di videoterminali.

Sì devono soddisfare tre requisiti fondamentali:

  • confort visivo, con una buona illuminazione i lavoratori hanno una sensazione di benessere e in modo indiretto ciò contribuisce anche a generare un livello di produttività più elevato e una qualità del lavoro migliore;
  • prestazioni visive, in cui i lavoratori sono in grado di svolgere i loro compiti visivi, anche in condizioni di difficili circostanze e per periodi più lunghi;
  • sicurezza, i punti luce devono essere installati in sicurezza.

Per soddisfare tali requisiti è necessario considerare i parametri fondamentali che caratterizzano l’ambiente luminoso :

  • distribuzione delle luminanze, bisogna evitare elevati contrasti di luminanze eccessivamente elevati o troppo bassi ai fini di aumentare il comfort visivo; esistono veri e propri fattori di riflessione per il calcolo adatto alle luminanze:
    • per il soffitto da 0.6 a 0.9;
    • per le pareti da 0.3 a 0.8;
    • per i piani di lavoro da 0.2 a 0.6 e per il pavimento da 0.1 a 0.5;
  • illuminamento medio, ossia devono essere mantenuti degli illuminamenti medi per garantire il comfort visivo ai lavoratori e riguardano le superfici indicate nella zona del compito visivo;
  • illuminamento delle zone circostanti al compito che può essere più basso di quello del compito ma non deve essere minore a determinati valori;
  • abbagliamento molesto che impedisce una visione corretta del compito visivo;
  • apparenza del colore che si riferisce al colore apparente della luce emessa ed è definita dalla temperatura di colore correlata;
  • resa del colore che definisce la capacità effettiva della lampada a restituire in modo adeguato i colori;
  • fattore di manutenzione che deve essere stabilito dal progettista in base alle conoscenze dell’impianto.

VISIONE , ASTENOPIA , DIFETTI REFRATTIVI E BUON USO DEI VIDEOTERMINALI.

L’evoluzione della tecnologia ci facilita la vita, ma rappresenta una vera e propria minaccia per la salute dei nostri occhi. Passiamo ormai molte ore della giornata non solo davanti al pc per motivi di lavoro, ma anche con gli occhi fissi sui nostri nuovi “giocattoli” tecnologici, smartphone e tablet in primis, e su vecchie fiamme come la TV.
Uno studio dell’Università Keio di Tokyo pubblicato su Jama Ophthalmology, ha studiato gli effetti di un’esposizione prolungata agli schermi dei computer sui nostri occhi, segnalando in particolare il fatto che gli occhi dei lavoratori mostrano poco film lacrimale, necessario alla loro protezione. Inoltre, c’è anche una carenza della proteina che è la base del film lacrimale.


Gli scienziati giapponesi hanno analizzato quasi 100 persone che lavoravano in ufficio, esaminando la composizione del film lacrimale e ponendo loro delle domande sul numero domande sul numero di ore trascorse davanti al pc e sulla salute dei loro occhi.
Dai dati è emerso che il 7 per cento degli uomini e il 14 per cento delle donne aveva la cosiddetta sindrome dell’occhio secco. Inoltre, molti si lamentavano per le irritazioni, il bruciore e la vista appannata.
In questi casi, ovviamente, non bisogna perdere tempo e rivolgersi immediatamente a un oculista.
Nel caso in cui avvertissimo soltanto stanchezza oculare o secchezza, qualche piccolo suggerimento può migliorare la situazione:
fai un break ogni tanto. Dai ai tuoi occhi un riposo di qualche minuto, semplicemente rilassandoti. Togli gli occhiali se li indossi, chiudi gli occhi, fai un bel respiro profondo e stai per qualche minuto lontano dallo schermo.
Una volta a casa, non continuare a lavorare. Lascia perdere le mail e il telefono. Aspetta almeno un’ora prima di leggere un libro.


Cambia le luci. La luce dev’essere diffusa, ma non eccessiva, e deve illuminare l’ambiente in maniera corretta. Fai delle prove per capire il livello di illuminazione giusta per i tuoi occhi, che non sia né troppo bassa né troppo potente.
Batti le ciglia. Può sembrare uno strano consiglio, ma in realtà quando lavoriamo davanti a uno schermo tendiamo a ridurre il numero dei battiti di ciglia, il che provoca secchezza oculare e conseguente affaticamento che potremmo anche non cogliere al momento. Se necessario, utilizza le lacrime artificiali per bilanciare la situazione.
Concediti un massaggio. Quando lavoriamo davanti al computer i muscoli frontali tendono ad irrigidirsi, e se passiamo qualche minuto a massaggiarci la testa, la fronte e il collo, ci rilasseremo abbassando lo stress.
Da tenere in considerazione anche la regolazione della luminosità dello schermo. Dovrebbe essere abbastanza luminoso da consentire la lettura in maniera confortevole, ma non troppo illuminato rispetto a ciò che lo circonda, perché in questo caso il contrasto costringerebbe la retina a lavorare di più per compensare la differenza.


Francesco Loperfido, responsabile del Servizio di Oftalmologia generale dell’Irccs San Raffaele di Milano e consulente della Commissione Difesa Vista, ricorda: “il Tu 81, regola a livello europeo e italiano le problematiche per i lavoratori che fanno uso di terminali dalle tre alle 8 ore al giorno. La normativa impone una visita oculistica il cui referto viene valutato dal medico competente, ovvero il medico del lavoro, che darà l’idoneità in base anche ad altre valutazioni eseguite”.
L’obiettivo di questi screening non è solo stabilire se il lavoratore soffre di un difetto visivo, ma anche capire se l’eventuale problema è stato gestito nel modo più opportuno. Un’azione correttiva ‘doc’ non si limita infatti all’utilizzo di lenti specifiche, ma coinvolge tutto l’ambiente dell’ufficio: il monitor del computer, la scrivania, la sedia e le fonti di luce della stanza.
Qualche esempio. Una persona miope che non impiega le correzioni adeguate, evidenzia Loperfido, “modifica la sua postura in avanti sovraccaricando il collo. E il tutto causa maggiori bruciori agli occhi per la vicinanza allo schermo, e fastidi causati dalla contemporanea necessità di scrivere sulla tastiera e guardare il monitor”. L’ipermetrope, invece, “ha il problema opposto: dopo un po’ i caratteri si sdoppiano” e il lavoratore “tende ad allontanarsi dallo schermo, problema che si accentua con la presbiopia”. Gli astigmatici, infine, “tendono ad avere posture lateralizzate per compensare difetti elevati”. Tutte “queste ‘accomodazioni’ possono provocare una serie di disturbi che prendono il nome di astenopia accomodativa”: una vera e propria sindrome clinica che si manifesta con “fotofobia, riduzione dell’acuità visiva, visione sfuocata o doppia, lacrimazione, prurito, irritazione, cefalea, nausea, vertigine e tensione generale”, sottolinea lo specialista. Se poi si indossano gli occhiali da vista, gli schermi producono riflessi sulle superfici esterna e interna degli occhiali stessi. Riflessi che si sovrappongono sulla retina alle immagini visive, creando aloni che stancano l’occhio. Per questo “è buona norma utilizzare lenti trattate con filtri antiriflesso”, consiglia il medico.
Per chi ha invece più di un difetto visivo, fra cui la presbiopia, “la soluzione è quella delle lenti progressive” che “consentono una visione nitida a tutte le distanze.

Anche alcune lenti colorate possono essere utili a ridurre la luce dello sfondo e migliorare il contrasto”. Attenzione poi con le lenti a contatto, ammonisce Loperfido, perché “davanti allo schermo del computer diminuisce la frequenza degli ammiccamenti oculari, si riduce il film lacrimale e l’occhio è visibilmente più asciutto” e più vulnerabile. Per proteggere gli occhi dei ‘forzati del pc’ è inoltre fondamentale la scelta del monitor. I più sicuri sono quelli “piatti di ultima generazione”, dice l’oculista: ottimizzano contrasto e risoluzione, riducono i campi elettrostatici (tra le cause dell’occhio asciutto) e “favoriscono una maggiore distanza tra occhio e video. Soprattutto in quelle postazioni di lavoro (tipo le reception) dove spazi esigui facilitano posture sbagliate incrementando l’astenopia”.
Per quanto riguarda le fonti di luce, gli esperti affermano che è necessario evitare riflessi sullo schermo: la luce deve essere presente, ma contenuta, e il contrasto tra schermo e ambiente appropriato. È infine fondamentale che le fonti luminose siano perpendicolari allo schermo (né di fronte né alle spalle dell’operatore), e la postazione pc deve essere distante almeno un metro dalle finestre (schermate con tende regolabili). E ancora.

La sedia ‘sana’ deve essere ben bilanciata, deve muoversi su rotelle autofrenanti, deve avere un sedile regolabile in altezza e uno schienale posizionato in modo da sostenere la zona lombare. La scrivania, invece, deve avere una superficie opaca, preferibilmente di colori tenui o neutri. Le dimensioni devono permettere una certa libertà nel posizionare gli elementi sulla scrivania, e la distanza tra bordo e tastiera deve essere di almeno di 15 centimetri per poter appoggiare gli avambracci.
Per finire, le pause. Qualche datore di lavoro storcerà il naso, ma per salvaguardare la salute oculare è importante ‘staccare la spina’ per 15 minuti ogni due ore di lavoro. Le pause benefiche sono un diritto previsto dalle legge e durante lo ‘stop’ è consigliabile sgranchirsi braccia e schiena, senza tuttavia impegnare gli occhi. Da italiasalute.it

CONSIGLI PRATICI PER LA PREVENZIONE DEI DISTURBI MUSCOLOSCHELETRICI

EU LOGO
da OSHA.eu

Il costo dei disturbi muscolo-scheletrici (DMS) lavoro-correlati è elevato sia per il personale sia per le imprese di tutta l’UE. La soluzione per ridurre i DMS è il lavoratore stesso.

Una nuova scheda informativa fornisce consigli pratici su come coinvolgere attivamente i lavoratori nella prevenzione dei DMS. I lavoratori possono individuare i pericoli e i possibili rischi, elaborare risposte per garantire un luogo di lavoro più sicuro e più sano e metterle in pratica. I risultati di questo approccio efficiente sul piano dei costi includono una maggiore consapevolezza dei rischi sul luogo di lavoro, una riduzione dei tassi di infortunio e una motivazione e un impegno maggiori fra i dipendenti.

Consulta la scheda informativa Prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici (DMS) attraverso la partecipazione attiva dei lavoratori: consigli per buone pratiche.

Per maggiori informazioni, guarda la presentazione Powerpoint Prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici (DMS) attraverso la partecipazione attiva dei lavoratori.

Consulta altre pubblicazioni sulla partecipazione dei lavoratori alla prevenzione dei rischi muscolo-scheletrici.

Leggi la scheda Prevenzione nella sezione «Ambiti prioritari» della campagna «Alleggeriamo il carico!».