HI-TECH E START UP DELLA SICUREZZA

4 Novembre 2020

Da Wired

Tra coloro a cui l’attenzione alla sicurezza sui luoghi di lavoro sembra non mancare c’è il mondo dell’innovazione e delle startup, come dimostrano molti progetti nati di recente. Fra gli ultimi in ordine di tempo, quello di Audiosafety,un’app realizzata da Sicurezza 4.0, startup nata all’interno della facoltà di Ingegneria dell’università La Sapienza di Roma proprio per creare applicazioni che aumentino il livello di tutela dei lavoratori.

(Foto: screenshot di un video di presentazione di Audiosafety)

Il ruolo delle startup

Audiosafety è una banca dati che comprende circa cinquemila istruzioni di lavoro in sicurezza, relative a ogni tipo di attrezzatura, di attività, di sostanza chimica, di primo soccorso ed emergenza, accompagnate da illustrazioni esplicative e video tutorial e costantemente aggiornate. I dipendenti le possono consultare direttamente dal proprio smartphone, mentre un server registra le visualizzazioni, certificando l’adempimento dell’obbligo d’informazione sugli aspetti di sicurezza che è in capo al datore di lavoro. “Abbiamo immaginato un’app dove ricevere le istruzioni per tutti i settori economici, e anche per uffici e attività̀ amministrative, per lo smart working, le trasferte all’estero, la guida sicura e la casa sicura” spiega uno dei fondatori dell’azienda, Gonzalo Fogliati: “Pochi minuti allo smartphone a leggere e/o ascoltare prima di iniziare la propria attività̀ in sicurezza”.

Sempre dal punto di vista della formazione, va segnalato anche un altro progetto nato in Calabria nel 2017: si chiama Alteredu ed è una piattaforma che propone un catalogo di oltre 200 corsi di formazione online in diverse materie, dalla programmazione web ai master di perfezionamento per docenti e personale ata. Da marzo la startup è stata inserita dal governo nel programma Solidarietà digitale’, e ha erogato oltre mille corsi gratuiti sui temi dell’adeguamento alle normative privacy, del controllo sulle lavorazioni degli alimenti (Haccp) e della sicurezza sul lavoro.

Spazi e affollamenti

Arriva invece da Udine un’altra app, pensata per gestire il tracciamento dei lavoratori all’interno delle aziende o nei cantieri, segnalare possibili affollamenti e monitorare l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (Covid e non), grazie all’utilizzo di sensori basati sulle tecnologie beacon, Nfc e Rfid. A svilupparla, la startup Safe Chain Tech, che da luglio scorso è diventata socia di Confindustria Udine e ha già conquistato molti clienti tra le aziende del Nordest. “Con una soluzione facile ed economica per il Covid-19 – ha detto Filippo Veronese, uno dei fondatori e amministratore dell’azienda – in pochi mesi abbiamo conquistato molte importanti realtà produttive, ma fin da subito gli imprenditori hanno intuito che con l’Iot si può veramente rivoluzionare il modo di lavorare portando efficienza, controllo e sicurezza. Così sono già partite diverse sperimentazioni, per esempio sul monitoraggio di tutti gli asset aziendali tracciandone la posizione, l’utilizzo, e prevedendone le manutenzioni”.

Sempre per controllare al meglio tutti gli aspetti relativi a salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, nel 2016 la software house veronese E-time ha sviluppato il progetto – poi diventato un’azienda a sé – di 4hse, un software gestionale in cloud che si rivolge alle imprese, ai responsabili della sicurezza nominati dai datori di lavoro e alle aziende di consulenza. Si tratta di un programma saas (software as a service) che non richiede installazione e permette di organizzare le sostanze e le attrezzature presenti in azienda, di effettuare valutazioni di rischio, di gestire le procedure di manutenzione, i corsi di aggiornamento professionale, le visite mediche periodiche e il registro degli eventi (incidenti, infortuni ecc.).

Tecnologia da indossare

Parlando di sicurezza, non potevano mancare i progetti che sfruttano le tecnologie wearable per offrire maggior comfort e protezione ai lavoratori. Uno degli esperimenti più interessanti in questo senso è Workair, il giubbotto realizzato da D-Air Lab, la startup creata da Lino Dainese dopo la cessione dell’azienda che porta il suo nome e che è diventata il punto di riferimento per le giacche protettive per motociclisti. Sviluppato in collaborazione con Enel, Workair è un corpetto con airbag integrato che protegge schiena e torace in caso di cadute da più di 1,2 metri di altezza, riducendo del 60 per cento la forza trasmessa, e dando immediatamente l’allarme in caso di incidente attraverso un chip integrato.

(Foto: D-Air Lab)

Un dispositivo che al suo debutto, nel 2015, è stato considerato rivoluzionario è poi il lettore di codici a barre indossabile Mark (ora arrivato alla versione 2), ideato dai bavaresi di ProGlove. Collocato su una fascia da mettere al polso, l’apparecchio consente di velocizzare anche del 50 per cento i tempi di scansione e di ridurre fino a un terzo gli errori, oltre ad essere meno a rischio di cadere o causare incidenti. Sperimentato inizialmente nel settore automobilistico – la prima azienda ad utilizzarlo è stata Bmw – il dispositivo è ora utilizzato da imprese che lavorano nei campi della logistica, della manifattura e anche delle vendite al dettaglio. Inoltre, quest’anno ProGlove ha lanciato un’ulteriore novità, il Mark Display: dotato di uno schermo e-ink (come quelli degli e-reader), consente al lavoratore di accedere a informazioni che prima avrebbe potuto trovare solo su un altro dispositivo, smartphone o pc.

(Foto: screenshot di un video di presentazione di ProGlove)

Pensato per la protezione del personale, invece, è il robot Cobalt, progettato dall’omonima startup californiana nata nel 2016. L’apparecchio, dotato di intelligenza artificiale ed equipaggiato con le stesse tecnologie delle vetture a guida autonoma, è capace di muoversi su percorsi predeterminati e grazie ai suoi sensori, accoppiati con degli algoritmi di machine learning, è in grado di rilevare eventuali problemi o minacce, inviando una segnalazione a degli operatori che decideranno come procedere. Il robot, inoltre, è anche in grado di interagire con gli esseri umani, verificando attraverso la tecnologia Rfid i badge o i documenti dei dipendenti rimasti in ufficio o in fabbrica dopo l’orario di chiusura. In seguito all’emergenza Covid, poi, l’azienda ha integrato nei robot una termocamera in grado di misurare accuratamente la temperatura corporea, sviluppato le procedure per identificare i dipendenti che indossano dispositivi di protezione e quelle di monitoraggio del distanziamento fisico.

Da Wired.it

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