TEST COVID RAPIDI ACCREDITATI: A BREVE L’ELENCO

30 Aprile 2020

Da Dottnet.it

Diversi da quelli Abbott, arriva la lista tra i 200 in commercio

Test sierologici per avere un quadro completo dell’epidemia in Italia e test sierologici rapidi, insieme ai tamponi, per rientrare al lavoro in sicurezza: è questo il bagaglio essenziale per affrontare la riapertura.

Se dei test sierologici assegnati nei giorni scorsi alla Abbott si è parlato molto, è attesa a breve dal ministero della Salute la lista dei test sierologici rapidi accreditati: meno complessi dei primi, ma comunque da eseguire in laboratori indicati dalle Regioni, e più economici, dal costo stimato attorno a 20 euro. Sono circa 200 quelli in commercio e la lista attesa a breve dal ministero della Salute dovrebbe indicare quelli che possono dare i risultati più attendibili, ha osservato il virologo Francesco Broccolo, dell’Università Milano Bicocca e direttore del laboratorio Cerba di Milano.

Questi test sono uno strumento importante per “riaprire in modo graduale e sicuro, mantenendo l’attenzione estremamente alta sulla comparsa di eventuali nuovi focolai, ma per fare questo – ha osservato – vanno fatti estensivamente, soprattutto considerando che, come molti scenari indicano, la maggior parte dei contagi potrà avvenire nell’ambito lavorativo“. Per questo, ha aggiunto, “i medici del lavoro e i medici di base, per i liberi professionisti e per il resto della popolazione, dovranno valutare il rischio legato al rientro al lavoro utilizzando, con la scheda amnestica, test sierologici economici e rapidi”. Sono test orientativi alla diagnosi, che forniscono il risultato in tempi rapidi e possono cercare gli anticorpi sia nel sangue sia nel siero; in quest’ultimo caso, ha osservato Broccolo, hanno una maggiore sensibilità ma richiedono un tempo più lungo. “Test orientativo è una definizione corretta – ha osservato – perché aiuta il medico del lavoro, o quello di base, a valutare i rischi”.

I test possono identificare sia gli anticorpi IgM, indicativi di un alto rischio di contagiosità e dell’infezione che risale a una settimana prima del contagio, sia gli anticorpi IgG, indicativi di un basso rischio di contagiosità e dell’infezione avvenuta da almeno due settimana. Se il test è positivo, bisogna eseguire il tampone per capire se c’è ancora il virus; se anche il tampone è positivo il lavoratore dovrà andare in quarantena e sottoporsi a tamponi successivi, finché questi non daranno un risultato negativo. Soltanto allora sarà possibile tornare al lavoro in sicurezza.

E’ auspicabile – ha rilevato l’esperto – che il test rapido venga fatto al maggior numero di persone possibili in questo particolare momento di riapertura. Per chi non lavora in un’azienda, quindi liberi professionisti o qualsiasi altra categoria di persone, dovrebbero essere prescritti dal medico di base secondo scienza e coscienza e dovrebbero par parte della diagnostica consueta quotidiana“. Come i test sierologici per l’indagine epidemiologica, anche quelli rapidi dovranno essere eseguiti da laboratori accreditati, pubblici e privati, indicati da ciascuna Regione.

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