ANALISI BIOLOGICA A PORTATA DI SMARTPHONE

10 Gennaio 2020

È stata progettata in Italia, nei laboratori del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, una lente per telefono cellulare che si può attaccare alla fotocamera dello smartphone e trasformarla in un microscopio, al costo di solo un centesimo.

Si tratta di una piccola lente adesiva in materiale siliconico che, se fatta aderire alla fotocamera di uno smartphone, può funzionare come un microscopio e ingrandire fino a 100 volte. Lo straordinario risultato è stato pubblicato in uno studio apparso su Advanced Functional Materials ed è frutto della collaborazione degli scienziati dell’Università di Pisa con l’Università della California S. Diego.

microscopio lente cellulare

Nei microscopi tradizionali, hanno spiegato i ricercatori del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, le lenti servono principalmente come elemento di raccolta della luce, che poi viene manipolata grazie a filtri ottici. Questo richiede una progettazione e una lavorazione piuttosto complesse, che si traducono in costi elevati dei dispositivi.

Lo studio degli scienziati dell’Università di Pisa introduce invece un deciso cambio di paradigma: i ricercatori hanno sfruttato le proprietà di cristalli fotonici in silicio nanostrutturato, che fungono da filtri ottici, per costruire un dispositivo in cui lente e filtro diventano una cosa sola.

La lente così ottenuta è autoadesiva e può trasformare in modo molto semplice un comune smartphone in un microscopio a fluorescenzaaltamente affidabile. Le applicazioni in campo medico, sottolineano ancora i ricercatori, sono estremamente rilevanti, sia per la medicina ospedaliera che per quella praticata in Paesi dove il trasporto di apparecchiature è difficile.

Giuseppe Barillaro, docente di elettronica al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, nel presentare lo studio ha dichiarato: “Nella nostra società c’è una crescente richiesta di strumenti analitici semplici, rapidi e affidabili, per esempio per valutare rapidamente la presenza di batteri in cibi o su ferite. Non sempre è possibile farlo in laboratorio con un microscopio, che ha costi elevati ed è difficile da trasportare. Il nostro sistema permette di compiere la stessa operazione ovunque, e al costo di un centesimo. Questo grazie a un cambiamento radicale nel modo di pensare e progettare dispositivi ottici”.

Ha spiegato ancora Giuseppe Barillaro: “Il materiale siliconico che compone la lente viene deposto in forma di goccia sul filtro ottico, che ha una particolare nanostrutturazione che ricorda le ‘ali di una farfalla’. Il filtro, semi-poroso, si integra con il materiale siliconico deposto sopra, e la sua struttura fa in modo che questo assuma spontaneamente forma e funzione di una lente, evitando lavorazioni complesse e semplificando tutto il dispositivo, dal momento che raccolta, filtraggio della luce e ingrandimento avvengono nel medesimo sistema ottico.

D’ora in poi per le analisi di campioni biologici che necessitano di microscopia cellulare sarà sufficiente una lente e un semplice apparecchio di lettura, come può essere uno smartphone, rendendole più facili e meno costose. Il sistema è di particolare interesse specie in quei campi in cui la velocità di analisi, e quindi di azione, diventa cruciale, come il rilevamento della presenza di batteri nelle ferite, un tipo di analisi che con  i metodi tradizionali richiede circa 24 ore, con conseguenti ritardi nel trattamento, che si traducono in tempi e costi maggiori. Con il nostro sistema, applicando allo smartphone una lente apposita, è possibile determinare la presenza di batteri direttamente sul posto”.

da 01health.it

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