PROBIOTICI NEL CONTROLLO DELL’INQUINAMENTO INDOR

12 Novembre 2019

Le caratteristiche degli ambienti  INDOR hanno un impatto significativo sulla salute umana e sulla produttività. Se da un lato i datori di lavoro si sforzano di creare ambienti più salutari per i propri lavoratori, dall’altro emerge la domanda di servizi di pulizia “ecologica “ a bassa tossicità .

Cresce infatti nei lavoratori  la consapevolezza di un potenziale impatto sulla salute e sull’ambiente dei prodotti per la pulizia utilizzati nelle aree di lavoro. È quindi fondamentale che i gestori ripensino le modalità dei metodi di pulizia . Secondo la US Environmental Protection Agency, la disinfezione da agenti infettivi è uno dei passaggi cruciali per mantenere un ambiente interno sano. Una nuova frontiera è rappresentata da detergenti “ verdi” che contengono probiotici in grado di rimuovere gli agenti infettivi e che riducono notevolmente il rischio tossicologico dei tradizionali detergenti

Numerose indagini hanno indagato il problema dei microrganismi dannosi nelle aree di lavoro. Un report della CBS News si concentrava su aree critiche dal punto di vista infettivo  come le  maniglie delle porte, lavelli da cucina e pulsanti dell’ascensore che sono i più comuni habitat batterici. Vi sono ovviamente altri habitat  critici che vanno dai sanitari alle tastiere dei computer. Uno studio  condotto da ricercatori dell’Università dell’Arizona ha dimostrato che la tipica scrivania da lavoro ospita centinaia di batteri in più per pollice quadrato rispetto a un sedile del water dell’ufficio. Di conseguenza, è ragionevole che le imprese e le istituzioni debbano investire in programmi per ridurre la presenza di microrganismi dannosi.

Tuttavia, i tradizionali pilastri della pulizia che utilizzano antibatterici o altre sostanze per l’eliminazione  dei microrganismi dannosi corrono però il rischio di selezionare  la crescita di ceppi di batteri più forti, come i tanto noti “superbatteri” che mostrano resistenza agli antibiotici. Secondo i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), le infezioni innescate da organismi resistenti agli antibiotici sono difficili da trattare, comportando l’uso di farmaci di seconda o terza scelta per trattamenti che  meno efficaci, più tossici e più costoso.

I probiotici ambientali creano un sistema di purificazione rivoluzionario per i luoghi di lavoro

In alternativa all’approccio tradizionale  nella lotta contro i microrganismi tossici nei luoghi di lavoro, negli ultimi anni è emersa una tendenza verso l’implementazione dei probiotici come strumenti di pulizia. Come notato dal National Institutes of Health (NIH), i probiotici sono microrganismi vivi, incorporati a lungo in alcuni alimenti e integratori alimentari, che hanno effetti benefici sulla salute. Sebbene i batteri e altri microrganismi siano spesso considerati germi nocivi, molti microrganismi possono aiutare il corpo a funzionare correttamente. Ad esempio, i batteri normalmente presenti nell’intestino possono aiutare a digerire il cibo, distruggere i microrganismi patogeni e produrre vitamine.

Alla luce di ciò che è noto per quanto riguarda l’attività dei probiotici e la presenza di microrganismi nei luoghi di lavoro, sono stati condotti studi che dimostrano con successo il potenziale dei probiotici, come purificatori di aria e di superficie, per controllare la crescita di microrganismi cattivi mantenendo le varietà benefiche.

La logica alla base dell’uso dei probiotici è semplice. Gli spray e i dispositivi di depurazione tradizionali uccidono indiscriminatamente tutti i batteri, sia dannosi che benefici, provocando un ambiente sterile e squilibrato che potrebbe aumentare il rischio di evoluzione della resistenza dei patogeni. Al contrario, i probiotici offrono una soluzione naturale, priva di sostanze chimiche e rispettosa dell’ambiente per combattere la sindrome degli edifici malati: i probiotici consumano rifiuti contaminanti come acari della polvere materia fecale, polline, cellule morte della pelle e peli di animali domestici, mantenendo l’equilibrio dei batteri essenziali in gli ambienti in cui le persone lavorano, riducendo ulteriormente i cattivi odori causati da batteri e muffe.

Un esempio di “disinfezione verde”a base  di probiotici è commercializzata, n come Enviro-Biotics (abbreviazione di “Probiotici ambientali”) e  comprende acqua e Bacillus Subtilis. Questa tecnologia funziona a livello microscopico e rilascia ripetutamente miliardi di particelle probiotiche di dimensioni di micron in grado di purificare l’aria e pulire la superficie e gli oggetti.

I dispositivi offrono una soluzione automatica per ogni spazio: alcuni sistemi attingono ai condotti dell’aria esistenti; altri sono plug-and-play e sono progettati per rilasciare probiotici direttamente nell’aria. Questi sono trasportati dal flusso d’aria attraverso lo spazio interno, successivamente disperdendosi  su ogni superficie interna. Sono state sviluppate linee di prodotti che trattano spazi di varie dimensioni, da 800 piedi quadrati a 45.000 piedi quadrati. I sistemi sono progettati per il bilanciamento ecologico e sono completamente programmabili e personalizzabili. Non è richiesta alcuna infrastruttura speciale.

Oltre a fornire un microambiente più confortevole  e salutare per gli impiegati, il sistema fornisce una pulizia automatica e continua all’interno dei condotti dell’aria, migliorando così la qualità dell’aria che li attraversa.

Il potere dei probiotici, sostenuto dalla ricerca

Diversi studi hanno confermato la base scientifica per un uso  dei probiotici per migliorare l’ambiente nelle aree di lavoro. Ad esempio, come riportato nel Journal of Microbiology & Experimentation, uno studio di ricerca ha valutato l’efficacia dei prodotti per la pulizia contenenti forme di spore di Bacillus spp rispetto a un trattamento tradizionale a base di cloro. In un ospedale, il conteggio microbico totale, nonché Staphylococcus aureus, Coliforms, Pseudomonas spp e Candida spp sono stati monitorati per quattro mesi su diverse superfici. Sono stati raccolti 11.223 campioni microbiologici, sia sette che 24 ore dopo le procedure di pulizia programmate. I dati hanno mostrato che, diversamente dai tradizionali disinfettanti a base chimica, l’effetto del prodotto a base di probiotici ha portato a una riduzione di oltre l’80% del carico microbico di Staphylococcus aureus, Coliforms, Pseudomonas spp e Candida spp. I ricercatori hanno concluso che la strategia proposta di utilizzare detergenti a base di probiotici è un’alternativa affidabile alla tradizionale disinfezione chimica delle superfici.

In uno studio separato, un sistema di probiotici è stato installato in otto zone strategiche (tra cui un salotto, una sala di risveglio e una sala d’attesa) all’interno di un centro medico in Israele. L’aria e le superfici sono state campionate prima dell’installazione e dopo un periodo di trattamento di circa tre settimane. Inizialmente, tra le specie problematiche aggiuntive, sono stati rilevati conteggi significativi di agenti patogeni, tra cui Staphylococcus e Pseudomonas, su varie superfici e nell’aria. Al termine del periodo di prova, non sono stati rilevati funghi o batteri sulle superfici e sono stati rilevati nell’aria solo i probiotici Bacillus rilasciati dal sistema.

Date le prove presentate da questi e altri studi sul campo, sembra che vi sia un ampio potenziale per i probiotici da utilizzare come una classe efficace di strumenti di pulizia e rifornimento negli spazi di lavoro commerciali. Il risultato finale del loro utilizzo potrebbe includere non solo aree di lavoro più pulite, ma anche dipendenti più sani e produttivi.

Da ohsonline.com

liberamente tradotto da dott. Alessandro Guerri medico specialista in medicina del lavoro

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