APNEE NOTTURNE E INCIDENTI STRADALE : QUANDO IL DENTISTA PUO’FARE LA DIFFERENZA

3 Gennaio 2019

Da un articolo di Cristina Marrone sul corriere della sera neuroscienze

Sua moglie le dà le gomitate di notte perché russa troppo? È in sovrappeso? È iperteso?» Se il vostro dentista vi fa queste domande durante una normale visita di controllo vuol dire che svolge in modo completo il suo lavoro e ricopre bene il ruolo di «sentinella epidemiologica» affidato dal ministero della Salute agli odontoiatri per intercettare attraverso un rapido screening le Osas, la Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno. È un problema di cui si parla poco ma ha ricadute concrete, talvolta drammatiche, sulla sicurezza stradale (e non solo).

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Gli incidenti stradali

Secondo gli ultimi dati Aci (Automobile Club Italiano) i colpi di sonno alla guida dell’auto sono responsabili del 7% dei 175 mila incidenti stradali ogni anno in Italia, con conseguenze stimabili in 250 morti e oltre 12 mila feriti. Anche i dati dell’Inail sono inquietanti: si parla di un milione di incidenti sul lavoro ogni anno dovuti alle Osas con 1200 morti e 25 mila invalidi permanenti, nonché 16 milioni di giornate lavorative perse. Una strage silenziosa dai costi altissimi e sottostimati.

Sottodiagnosi

Dodici milioni di italiani soffrono di apnee notturne. «Si stima che in Italia l’80% dei casi non sia diagnosticato» spiega Paolo Appendino, direttore del reparto di Odontostomatologia all’ospedale Mauriziano di Torino, dove a novembre si è svolto un convegno su questo tema. E, dato ancor più allarmante, è che nel nostro Paese solo il 17% dei pazienti con questa patologia viene curato contro l’88% della Francia, l’85% della Germania e il 71% della Spagna.

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Il ruolo del dentista

È in questo contesto che si inserisce il ruolo del dentista. I dati Istat 2013 dicono che gli odontoiatri sono circa 58 mila su tutto il territorio italiano ed il 38% dei pazienti al di sopra dei 3 anni vi si reca almeno una volta all’anno per un totale di circa 20 milioni di visite: il dentista è dunque una figura chiave per intercettare il sommerso. Come? Con un’anamnesi mirata volta ad indagare ipertensione, obesità, russamento notturno e sonnolenza diurna. Il sospetto diagnostico del dentista va confermato dalla polisonnografia dello pneumologo. «I casi lievi o medio-lievi possono essere trattati con successo dal dentista con l’applicazione di bite da portare durante il sonno per l’avanzamento mandibolare» spiega Appendino. Per i casi più seri l’opzione prescelta è la ventilazione notturna applicata dallo pneumologo. I bite funzionano e sono ben tollerati dai pazienti ma ci sono delle criticità. La fascia di popolazione più colpita dalle Osas è sopra i 65 anni e questi apparecchi vanno ancorati ai denti che spesso con l’età sono sostituiti da dentiere. Inoltre il Servizio Sanitario Nazionale non rimborsa i costi del dispositivo, che sono però di gran lunga inferiori a quelli sanitari e sociali derivanti dalla mancata cura della patologia.

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