MEDICINA DEL FUTURO TRA INTELLIGENZA ARTIFICIALE E DIGITALIZZAZIONE

21 Ottobre 2018

DA un articolo di dario Colombo su htttp://01health.it

Consapevoli dell’esigenza di modernizzarsi, le organizzazioni sanitarie hanno già intrapreso il percorso verso il digitale: lo affema il report “Building the Hospital of 2030” di Aruba networks, società di Hewlett Packard Enterprise, che riporta i risultati delle interviste condotte a top manager della sanità e a futuri specialisti.

Entro dieci anni il check-up medico potrebbe comportare un’interazione maggiore con sensori, telecamere e dispositivi di scansione robotizzata rispetto a quella con medici e infermieri, mentre le organizzazioni sanitarie svilupperanno servizi basati sull’Internet of Things (IoT).

Lo studio mostra sia la probabilità sia la necessità per l’industria sanitaria di creare ambienti di lavoro più intelligenti che incorporino tecnologia mobile, cloud e IoT ed esamina i modi in cui tutto questo trasformerà l’esperienza del paziente e migliorerà l’assistenza clinica..

Cinque previsioni per la sanità digitale

Lo studio fa cinque previsioni chiave su come l’industria si trasformerà entro il 2030.

 

Autodiagnosi del paziente: grazie a dispositivi indossabili e basati su app per monitorare la salute ed eseguire ecografie, i pazienti avranno finalmente la possibilità di auto-diagnosticarsi da casa un ampio numero di condizioni di salute, senza doversi recare in ambulatorio e in ospedale.

 

 

L’ospedale automatizzato: il check-in ospedaliero includerà una tecnologia di imaging in grado di valutare la frequenza cardiaca, la temperatura e la frequenza respiratoria sin dall’ingresso, i sensori potranno rilevare la pressione sanguigna ed effettuare un elettrocardiogramma entro 10 secondi, generando un triage automatico o addirittura una diagnosi al momento.

 

 

Gli operatori sanitari hanno più tempo per attività a valore: medici e infermieri, che al momento impiegano fino al 70% del loro tempo in lavori amministrativi, potranno analizzare rapidamente ecografie o cartelle cliniche con un dispositivo mobile risparmiando tempo utile per concentrarsi sulla cura del paziente.

 

 

Archivio di dati digitali: i dispositivi si integreranno con le cartelle cliniche digitali, aggiornando automaticamente le condizioni e le terapie, fornendo agli infermieri dati più completi, in tempo reale, facilmente accessibili per prendere decisioni migliori.

 

 

Consenso AI: non appena l’intelligenza artificiale (AI) inizierà a giocare un ruolo cruciale nella diagnosi e nelle terapie, il sostegno pubblico crescerà nella misura in cui saremo favorevoli a farci rilasciare diagnosi da una macchina, purchè i servizi siano progettati e implementati intorno ai pazienti, i benefici siano spiegati e sia rilasciata l’autorizzazione.

Intelligenza artificiale, cambiamento radicale

Riguardo ll’intelligenza artificiale per migliorare la cura medica, il dott. Hugh Montgomery, professore dell’ UCL, esemplifica: «Entro dieci anni potremo essere in grado di ricavare da una singola goccia circa 50.000 diverse proteine del sangue e rendere molto più veloce, o addirittura automatica, la diagnosi. Questo rappresenterebbe un cambiamento radicale e in nessun modo è a oggi possibile. Oggi potrei ottenere circa 30 variabili».

Secondo il report, questi progressi non sono fantascienza e potrebbero rivelarsi fondamentali nella lotta per una migliore cura dell’invecchiamento della popolazione: le cifre dell’Organizzazione delle Nazioni Unite ipotizzano che la popolazione dei 60enni crescerà del 56% entro il 2030, aumentando notevolmente la necessità di servizi sanitari più efficienti.

Nei prossimi 5-10 anni ci attende una trasformazione radicale, per due motivi – ha detto Montgomery -.In primo luogo, perché la tecnologia sta cambiando molto velocemente, in secondo luogo perché c’è un’eccessiva pressione per diffonderla. Se non lo facciamo, i servizi sanitari precipiteranno“.

Ospedale digitale

Consapevoli dell’esigenza di modernizzarsi, le organizzazioni sanitarie hanno già intrapreso il percorso verso la digitalizzazione, come conferma il report. La ricerca di Aruba ha rilevato che quasi due terzi (64%) delle organizzazioni sanitarie hanno iniziato a connettere i monitor dei pazienti alla loro rete e che il 41% sta collegando dispositivi di imaging o radiografici.

Queste misure costituiscono le basi per una strategia IoT (Internet of Things) con milioni di potenziali dispositivi medici interconnessi, indossabili e mobile, che aggiornano informazioni che possono essere condivise più facilmente e utilizzate per fornire cure di qualità superiore.

Tuttavia, al momento questo approccio comporta dei rischi. L’89% delle organizzazioni sanitarie che ha adottato una strategia IoT ha subìto una violazione dei dati. Con l’arrivo di nuovi dispositivi tecnologici nel corso del prossimo decennio, la sfida più importante per le organizzazioni sarà mantenere la tracciabilita di tutti i dispositivi che si collegano alla loro rete condividendo dati medici, al fine di applicare  rigide regole di sicurezza.

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