Monthly Archives: Giugno 2018

GIORNATA MONDIALE DELL’AMBIENTE

 

Anche TECO MILANO  festeggia oggi 5 giugno 2018  la giornata mondiale dell’ambiente istituita SIN DAL 1972 .

E’ un momento importante  per riflettere sull importanza del rispetto dell’ambiente in cui viviamo .

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GIORNATA MONDIALE DELL’AMBIENTE

Ormai sentiamo sempre più spesso parlare di inquinamento ambientale, di surriscaldamento globale, di effetto serra e di cambiamenti climatici: tutte tematiche urgenti ma ancora non avvertite da moltissime persone. Nella Giornata Mondiale dell’Ambiente però non possiamo rimanere indifferenti: dovremmo tutti rimboccarci le maniche e nel nostro piccolo cercare di fare qualcosa. 

Il rispetto della leggi sull’ambiente anche attraverso sistemi premianti e certificazioni è uno strumento importante di leva sui poteri economici e produttivi. RICORDIAMOCELO

Nel 2018 la Giornata Mondiale dell’Ambiente cade come ogni anno il 5 giugno e il Paese ospitante è l’India. Il tema scelto dall’ONU è forse uno dei più urgenti e preoccupanti degli ultimi anni e riguarda l’inquinamento dei mari e degli oceani, messi sempre più a dura prova dalla plastica. Come ha messo in evidenza l’Unep, ogni anno vengono riversati negli oceani ben 8 milioni di rifiuti plastici e questi non fanno che inquinare e distruggere tutti gli habitat sottomarini.

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NUOVA LEGGE DELLA PRIVACY GDPR E MEDICO COMPETENTE

NUOVA LEGGE DELLA PRIVACY E MEDICO COMPETENTE COSA FARE?

La recente entrata in vigore della nuova legge sulla privacy( GDPR) pone alcune questioni sulla gestione dei dati sensibili per i medici competenti.

Il GDPR è il nuovo Regolamento europeo sul trattamento dei dati personali  e della privacy , pubblicato come Regolamento EU 679/2016 ma in applicazione a partire dal 25 maggio 2018.

All’interno del regolamento vengono sancite le nuove regole sul trattamento dei dati personali ad opera di enti privati o pubblici, nonché i nuovi standard di protezione degli stessi dati.

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Riportiamo qui di seguito il link al contributo scientifico della dott.ssa Martina Bigotti, medico del lavoro, consultabile sul sito della ANMA , l’associazione nazionale dei medici d’azienda.

clicca qui il LINK PRIVACY

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RISCHIO BIOLOGICO IN ODONTOIATRIA A NIGUARDA

DA ITALIAN DENTAL JOURNAL

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Mercoledì 6 giugno l’Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano ospiterà il convegno “La valutazione dei rischi biologici dell’acqua e dell’aria nell’ambiente odontoiatrico”, patrocinato dal ministero della Salute. «L’obiettivo del convegno è quello di dare giusta luce a un problema oggi sottostimato, in maniera rigorosa e senza allarmismi» ha spiegato a Italian Dental Journal il dottor Fabio Di Carlo, componente del Gruppo tecnico sull’odontoiatria del ministero della Salute ed esperto dell’Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza in sanità di Agenas. «Le nuove linee guida sulla legionella e i controlli ad oggi effettuati dall’autorità pubblica hanno dimostrato che il rischio esiste» sottolinea Di Carlo, convinto che qualsiasi posizione negazionista, ovvero che non sia capace di stimolare l’attenzione del professionista pubblico e privato verso la corretta valutazione del rischio biologico dell’acqua e dell’aria nell’ambiente di lavoro odontoiatrico, sia potenzialmente pericolosa poiché può esporre l’odontoiatra a un problema di responsabilità professionale e che spesso non è nemmeno protetto una adeguata copertura assicurativa.

 

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rischio biologico odontoiatria

Il convegno (accreditato Ecm per tutti i professionisti sanitari e a partecipazione gratuita) sarà di fatto un confronto tra esperti per fare il punto anzitutto sugli aspetti epidemiologici e scientifici, per poi condividere con il management delle strutture sanitarie pubbliche e private che vorranno partecipare, «una visione costruttiva della valutazione del rischio e le buone pratiche attese in ambulatori odontoiatrici moderni e sicuri» stimolando così «piani di miglioramento delle proprie realtà dove specificamente si esercita il servizio di odontoiatria». «Sarà un’occasione di incontro per dare il giusto peso al problema e iniziare a ragionare su soluzioni tecnologicamente sicure e politicamente concrete, ovvero che permettano di limitare al minimo l’onere del dentista, già vessato da un’enorme burocrazia» ci ha detto Di Carlo.
Sul palco dei relatori saliranno il professor Luigi Checchi (ordinario di parodontologia e implantologia all’Università di Bologna), il dottor Giorgio Tulli (Agenzia Regionale Sanità Regione Toscana), la dottoressa Antonietta P. Sparaco (direttore sanitario dell’unità operativa di odontoiatria all’Ospedale Sacco di Milano), la dottoressa Livia Barenghi (consulente del Sacco), l’avvocato Silvia Stefanelli (esperta di diritto sanitario), la dottoressa Maria Luisa Ricci (dipartimento di malattie infettive, parassitarie e immuno-mediate dell’Istituto Superiore di Sanità), il dottor Gaetano Elli (direttore medico di presidio ospedaliero al Niguarda) e la dottoressa Elisabetta Masturzo (dirigente medico al Niguarda e responsabile aziendale per la prevenzione e il controllo della legionellosi).

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rischio biologico odontoiatria

Cambia l’odontoiatria, cambia il rischio
Il rischio biologico dell’acqua e dell’aria nell’ambiente odontoiatrico non è immutabile nel tempo. «L’odontoiatria non è più quella di una volta – riflette Di Carlo –. Se nel secondo millennio l’odontoiatra si dedicava sostanzialmente alla protesi ed esprimeva il massimo della sua chirurgia nell’estrazione dentaria, nel terzo millennio la pratica chirurgica è aumentata sensibilmente, sia nella complessità degli interventi che nella frequenza. Per questo nel rispetto delle buone pratiche e della sicurezza delle cure oggi è necessario alzare e adeguare il livello di sicurezza del setting in cui tali trattamenti vengono eseguiti».

Una ulteriore ipotesi riguardo l’aumento del rischio della contaminazione crociata nel terzo millennio non riguarda solo l’evoluzione nella pratica clinica del dentista, ma potrebbe essere correlata anche a fattori ambientali: spiega Di Carlo che l’aumento medio delle temperature climatiche ha di fatto provocato una sostanziale tropicalizzazione del clima italiano, che a sua volta ha diminuito l’incidenza dello shock termico estate-inverno, elemento che in passato contribuiva a porre un freno allo sviluppo del biofilm batterico ove presente nella reti idriche pubbliche e private. A questo, per Fabio Di Carlo, si associa anche il fatto che le tubature condominiali, soprattutto nei palazzi storici, sono fuori dal controllo dell’autorità pubblica (a differenza delle tubature pubbliche), con un rischio aumentato di contaminazione dell’acqua nell’ultimo tratto che è fonte di alimentazione dei circuiti idrici del riunito odontoiatrico, il quale mediante la nebulizzazione di flussaggio strumentale è capace di trasmettere nell’ambiente al paziente e agli operatori i contaminanti provenienti dalla rete idrica di alimentazione del riunito. «L’ipotesi di creare una efficace barriera a monte del riunito, scongiurandone la contaminazione dalla rete, unitamente a periodici controlli – sottolinea l’esperto – potrebbe rappresentare un ulteriore livello di prevenzione fondamentale in tale ambito ».

Andrea Peren
Giornalista Italian Dental Journal

Per informazioni e iscrizioni al convegno:
Physiolife – http://ecm.physiolife.it 
ecm@physiolife.it – cell. 327.0630298

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GLIFOSATO PERICOLOSO PER L’ISTITUTO RAMAZZINI

GLIFOSATO PERICOLOSO PER L’ISITUTO RAMAZZINI MA NON PER L’ EFSA

DA” LA STAMPA” DEL 23/05/2018

Anche a dosi basse e per un periodo breve, essere esposti al ERBICIDA GLIFOSATO fa male all’organismo e altera alcuni importanti parametri biologici.  Questo evidenziano i primi risultati di uno studio pilota “Global Glyphosate Study” condotto dall’Istituto Ramazzini di Bologna e diffuso in questi giorni.

Obiettivo dello studio è stato capire “se e come” gli erbicidi a base di glifosato siano tossici ai vari stadi della vita precoce (neonato, infanzia e adolescenza) e identificare i marker precoci di esposizione. Lo studio ha testato gli effetti prodotti dal glifosato e di uno dei suoi formulati (Roundup Bioflow, MON 52276) su ratti Sprague Dawley. In pratica i topi, a partire dalla vita prenatale fino a 13 settimane dopo lo svezzamento, sono stati esposti ogni giorno a una dose di glifosato nell’acqua potabile pari a 1,75 mg / kg corrispondente al livello di esposizione giornaliero ritenuto accettabile secondo l’EPA, l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti.

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Ne è emerso, invece, che anche a dosi ritenute sicure e per un tempo di esposizione relativamente breve (corrispondente nella vita dell’uomo dalla fase embrionale a 18 anni), gli erbicidi a base di glifosato sono in grado di alterare determinati parametri biologici importanti, principalmente i marcatori relativi alla sessualità, genotossicità e alterazione del microbioma intestinale.

 

In particolare, i risultati hanno mostrato nei ratti esposti al glifosato l’alterazione di alcuni parametri di sviluppo sessuale. Così come hanno ecidenziato cambiamenti statisticamente significativi del microbioma intestinale, rilevati in particolare durante la fase di sviluppo.

 

Appena un giorno dopo l’uscita degli studi del Ramazzini l’EFSA – la stessa agenzia per la sicurezza degli alimenti che aveva assolto l’erbicida sulla base di studi che vengono anche dalle industrie produttrici e che oggi è sotto osservazione di un comitato europarlamentare – ha invece corretto al ribasso le quantità di glifosato permesse nei cibi

“Dopo lo scandalo dei Monsanto Papers, la ricerca italiana ha dimostrato di poter creativamente trovare le strade per garantire una ricerca indipendente e libera dai condizionamenti dell’industria agrochimica in evidente conflitto di interesse afferma Maria Grazia Mammuccini, responsabile del progetto Cambia la terra. “Gli studi presentati dal Ramazzini dimostrano quanto fossero fondate le preoccupazioni di oltre un milione di cittadini europei che avevano chiesto #stopglifosato subito e stupisce – afferma la responsabile del progetto -come l’EFSA si sia precipitata immediatamente a rassicurare sull’assenza di rischi per l’uomo piuttosto che acquisire tali studi con l’obiettivo prioritario di tutelare la salute dei cittadini”.

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Per avviare lo studio pilota – condotto dal 2016, grazie a un finanziamento di 300.000 euro –  l’Istituto Ramazzini ha costruito una rete di partner autorevoli tra cui l’Università di Bologna (Facoltà di Agraria, Scienze Veterinarie e Biostatistica) l’Ospedale di Genova San Martino, l’Istituto Nazionale di Sanità, la Scuola di Medicina Icahn a Monte Sinai a New York e la George Washington University. Ora però è necessario effettuare uno studio a lungo termine e più completo sul glifosato in modo da estendere e confermare quanto emerso dallo studio pilota.  Per raccogliere i fondi necessari  – stimati in 5 milioni di euro – l’Istituto Ramazzini, con il supporto di altri Istituti e Università indipendenti in Europa e negli Stati Uniti, ha lanciato una campagna di crowdfunding che sta già ricevendo supporto da pubblico, politici e ONG in tutto il mondo.

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AUTORIZZAZIONE PONTEGGI: LA NUOVA CIRCOLARE

I titolari di autorizzazioni ministeriali dovranno trasmettere al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali apposite istanze di rinnovo delle autorizzazioni in corso, corredando tale richiesta da una copia delle autorizzazioni a suo tempo rilasciate dall’Amministrazione, da una dichiarazione resa dal legale rappresentante, ai sensi del DPR n. 445/2000, circa il mantenimento dei requisiti di sicurezza del ponteggio e da una dichiarazione, anch’essa resa ai sensi del DPR n. 445/2000, da cui risulti che la produzione del ponteggio è tuttora in corso.

Al fine di definire le norme tecniche specifiche, riguardanti i ponteggi fissi di cui agli articoli 131 e seguenti del decreto legislativo n. 81 del 2008 e provvedere all’aggiornamento delle istruzioni per la costruzione e l’impiego dei ponteggi innanzi richiamati, la Direzione Generale del Ministero del Lavoro ha recentemente costituito un apposito Gruppo di lavoro tecnico composto da rappresentanti dell’Amministrazione, del Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, dell’INAIL e dell’Istituto per le tecnologie della costruzione del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Nelle more della definizione delle nuovi norme specifiche, il titolare dell’autorizzazione ministeriale dovrà trasmettere al Ministero del Lavoro una apposita istanza di rinnovo delle autorizzazioni stesse, corredando la richiesta da una copia delle singole autorizzazioni a suo tempo rilasciate dal ministero e da una dichiarazione resa dal legale rappresentante, ai sensi del DPR n. 445/2000, circa il mantenimento dei requisiti di sicurezza del ponteggio nonché da una dichiarazione, anch’essa resa ai sensi del medesimo DPR n. 445/2000, dalla quale risulti che la produzione del ponteggio è tuttora in corso.

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nuova circolare ponteggi

L’istanza dovrà pervenire alla direzione generale del Ministero del Lavoro entro il 15 giugno 2018, al seguente indirizzo pec: dgrapportilavoro.div3@pec.lavoro.gov.it.

Nel caso di istanze di rinnovo già presentate all’Amministrazione precedentemente all’adozione della circolare n. 10 del 28 maggio 2018, le stesse dovranno essere integrate secondo le istruzioni ed entro il medesimo termine riportate nella stessa circolare.

È precisato, poi, che l’autorizzazione ministeriale si intenderà automaticamente revocata nei confronti del titolare dell’autorizzazione medesima qualora, per quest’ultima, non sia stata trasmessa regolare istanza di rinnovo entro il richiamato termine del 15 giugno 2018.

Pertanto, nelle more che siano elaborate le nuove indicazioni tecniche applicabili ai ponteggi metallici, le autorizzazioni per le quali sia stata regolarmente presentata istanza di rinnovo saranno decise sulla base delle indicazioni tecniche attualmente vigenti.

In allegato il testo integrale della Circolare 28 maggio 2018, n. 10.

A cura di Redazione LavoriPubblici

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