LA SICUREZZA SUL LAVORO : VERIFICARE LA PROFESSIONALITA’ DEI FORMATORI

30 Maggio 2017
DA ” IL FATTO QUOTIDIANO ” DEL 20 APRILE DEL 2017ARTICOLO DI VALERIO VALENTINIRisultati immagini per IL FATTO QUOTIDIANO LOGOLa responsabile del settore nell’Azienda sanitaria di Milano: “C’è garanzia d’impunità: la legge ci impone di controllare appena il 5% delle aziende”. Così si moltiplicano gli illeciti. I reati vanno dalla contraffazione alla truffa, fino all’associazione a delinquere. Frequente la falsificazione degli attestati di formazione. Con il risultato che, per esempio, può risultare specializzato nella rimozione dell’amianto un operaio che non ha mai superato la prova di abilitazione

C’è chi falsifica i registri e chi i registri non li redige neppure. C’è chi subappalta i corsi a enti non autorizzati e chi tiene lezioni di primo soccorso senza alcuna esperienza in campo medico. Sono solo alcuni dei casi in cui si imbattono i responsabili della Ats(la ex Asl) di Milano nei loro controlli sui corsi di formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Si tratta di seminari obbligatori, rivolti ai dipendenti di aziende e imprese di ogni settore per insegnare loro le misure da adottare per prevenire rischi di infortuni e reagire a situazioni di pericolo. Uno scopo, però, largamente disatteso. Accade un po’ in tutta Italia e la Lombardia non fa eccezione. Tanto che, tra i reati ipotizzati dagli ispettori negli ultimi anni, a Milano e dintorni, c’è di tutto: dalla contraffazione alla truffa, fino all’associazione a delinquere.

La denuncia della Atp: “Controlliamo solo il 5% delle aziende. La garanzia dell’impunità è molto alta” – Susanna Cantoni, responsabile di sicurezza sul lavoro nella Asl di Milano dal 1978, lo spiega così: “La legge del 2008 è stata molto utile: ha reso obbligatoria la formazione facendo chiarezza in un settore che prima vedeva ampie zone di ambiguità. Ma al contempo ha generato un mercato che ha fatto gola a tanti. Creare enti bilaterali o società fittizie attraverso cui fornire corsi farlocchi è diventato un business allettante”. A favorire la proliferazione degli illeciti, però, “è anche e soprattutto la garanzia d’impunità. La legge c’impone di controllare appena il 5%delle aziende”. Ciò significa che delle oltre 170mila imprese presenti nei registri della Ats nelle province di Milano e Lodi, dal 2013 ad oggi sono state appena 8.500 a subire dei controlli. “Intensificare le ispezioni sarebbe impossibile, data la penuria di risorse e personale a nostra disposizione”. Alla scarsità dei controlli, poi, bisogna aggiungere le lentezze della giustizia. I datori di lavoro scoperti a promuovere corsi di aggiornamento fittizi possono adeguarsi alle direttive dell’Ats e pagare una multa moderata. Quanto alle aziende che offrono formazione illegalmente, i loro abusi sono perseguiti seguendo i binari della normale giustizia penale, con i relativi ritardi. “Spesso questi procedimenti – afferma Cantoni – vengono considerati tutto sommato di minore gravità rispetto a quelli relativi ad altri reati, e quindi messi in coda. Sarebbe utile che invece a questo tipo di illeciti si riservasse maggiore attenzione”.

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